DI REDAZIONE SICILIARURALE
Ogni anno, il 21 marzo, il mondo si ferma per celebrare la Giornata Internazionale delle Foreste, un’occasione per riflettere sull’importanza di questi ecosistemi fondamentali. La loro funzione va ben oltre la semplice fornitura di legname: le foreste sono veri e propri polmoni del pianeta, ospitano una biodiversità straordinaria e garantiscono il sostentamento di milioni di persone. Tuttavia, il loro futuro è sempre più minacciato da deforestazione, incendi e degrado ambientale.
La giornata celebra e sensibilizza l’importanza di tutti i tipi di foreste. In ogni giornata internazionale delle foreste, i paesi sono incoraggiati a intraprendere sforzi locali, nazionali e internazionali per organizzare attività che coinvolgono foreste e alberi, come campagne di piantagione di alberi.
L’istituzione di questa giornata, avvenuta nel 2012 su iniziativa delle Nazioni Unite, risponde a un’esigenza globale: sensibilizzare governi e cittadini sull’urgenza di proteggere le foreste e promuovere una gestione sostenibile delle risorse naturali. Ogni edizione della Giornata Internazionale delle Foreste si concentra su un tema specifico e per il 2025 il focus sarà su “Foreste e Cibo”, un legame cruciale spesso sottovalutato.
Il legame tra foreste e cibo
Le foreste non sono solo habitat per migliaia di specie animali e vegetali, ma rappresentano anche una risorsa alimentare essenziale per molte popolazioni.
Frutti selvatici, noci, funghi e radici sono solo alcuni degli alimenti forniti dagli ecosistemi forestali, e in molte parti del mondo, specialmente nelle comunità rurali, costituiscono una parte significativa della dieta quotidiana.
Ma il loro ruolo non si limita alla produzione diretta di cibo. Le foreste sono fondamentali per mantenere la fertilità del suolo, proteggere le risorse idriche e regolare il clima, tutti fattori indispensabili per un’agricoltura sostenibile. La loro distruzione, invece, ha conseguenze devastanti: suoli impoveriti, desertificazione, perdita di biodiversità e maggiore vulnerabilità ai cambiamenti climatici.
Deforestazione
La deforestazione è una delle principali minacce alla sicurezza alimentare globale. Quando una foresta viene abbattuta per fare spazio a coltivazioni intensive o pascoli, si crea un impatto a catena che spesso peggiora le condizioni di vita delle comunità locali. L’espansione dell’agricoltura industriale è tra le principali cause di perdita delle foreste, e per questo l’Unione Europea ha adottato misure specifiche per contrastare il fenomeno.
Le foreste saranno più importanti che mai man mano che la popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi previsti entro il 2030.
I dati Ispra: Foreste e salute, una connessione spesso ignorata
Proteggere le foreste non significa solo salvaguardare la biodiversità e contrastare i cambiamenti climatici. L’impatto della deforestazione sulla salute umana è un aspetto spesso trascurato, ma di grande rilevanza.
Gli esperti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) evidenziano come la perdita di foreste contribuisca all’aumento di malattie respiratorie, dato che gli alberi filtrano l’aria e riducono l’inquinamento atmosferico. Inoltre, le foreste svolgono un ruolo chiave nella regolazione delle temperature: la loro distruzione aumenta il rischio di ondate di calore, soprattutto nelle città.
Bosco di Malabotta (Provincia di Messina)
Non meno importante è il loro effetto sul benessere psicologico. Vivere a contatto con la natura riduce lo stress e migliora la qualità della vita, mentre la cementificazione e la scomparsa delle aree verdi possono contribuire all’aumento di ansia e depressione.
I dati ISPRA mostrano segnali preoccupanti sulla crescente vulnerabilità delle nostre foreste. Tra il 1997 e il 2020 nelle aree permanenti di monitoraggio distribuite nelle foreste italiane è stato registrato un andamento altalenante del fenomeno di defogliazione, con una maggiore sensibilità delle latifoglie, nell’ultimo triennio si registra un peggioramento, con valori di defogliazione che raggiungono nel 2023 il 45%, sia nelle latifoglie sia nelle aghifoglie.
Nella valutazione di tali risultati bisogna considerare che oltre all’impatto delle deposizioni atmosferiche e degli inquinanti gassosi, sono molteplici i fattori di stress che possono influenzare le condizioni vegetative delle specie, tra questi basti pensare all’influenza dell’andamento climatico, ma anche degli attacchi parassitari o degli incendi.
Uno degli strumenti più ambiziosi per la protezione delle foreste è il Regolamento (UE) 2023/1115, che impone criteri rigorosi per evitare che prodotti legati alla deforestazione entrino nel mercato europeo. Questa normativa si applica a materie prime chiave come olio di palma, soia, carne bovina, caffè, cacao, legno e gomma, tutte spesso associate alla distruzione di foreste tropicali.
Secondo il regolamento, le aziende che vogliono vendere questi prodotti nell’UE devono dimostrare che non provengono da terreni deforestati dopo il 31 dicembre 2020. Devono inoltre fornire coordinate geografiche precise dei luoghi di produzione e adottare misure di tracciabilità rigorose. Il mancato rispetto delle norme comporta sanzioni severe, tra cui multe che possono arrivare fino al 4% del fatturato annuo della società nell’Unione Europea.
L’applicazione della normativa, inizialmente prevista per il 30 dicembre 2024, è stata rinviata al 30 dicembre 2025 per le grandi aziende e al 30 giugno 2026 per le piccole e medie imprese.
Il rinvio è stato deciso per dare più tempo agli operatori economici di adeguarsi, ma non senza polemiche: molte organizzazioni ambientaliste temono che il ritardo possa rendere meno efficace la lotta contro la deforestazione.
In occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e celebrata ogni anno il 21 marzo, PEFC Italia (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes) sottolinea il legame tra il nostro sistema produttivo, le abitudini dei consumatori e la deforestazione, spesso alimentata da pratiche agricole illegali e non sostenibili. Istituita nel 2012, questa giornata nasce per diffondere consapevolezza forestale, incoraggiando i Paesi a intraprendere sforzi locali, nazionali e internazionali per organizzare attività che coinvolgano foreste e alberi, come per esempio le campagne di piantumazione.
Per alcune comunità, in particolare quelle dei Popoli Indigeni, le foreste sono letteralmente motivo di sopravvivenza ma, in senso più generale, le foreste si prendono cura di tutti gli abitanti della Terra, immagazzinando carbonio e contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Nel 2025 la FAO festeggia anche il suo 80° anniversario e gli eventi programmati dall’Organizzazione nella giornata del 21 marzo saranno dedicati alle best practice da adottare per promuovere un futuro alimentare sostenibile, inclusivo e resiliente.
La Giornata delle Foreste è dunque il momento ideale per riflettere sull’importanza delle normative in corso di approvazione, o già approvate in Europa, e sull’impatto che le scelte alimentari e di consumo dei cittadini hanno sull’ambiente.
Particolarmente rilevante è appunto proprio il Regolamento dell’Unione Europea sui prodotti a deforestazione zero (EUDR), operativo dal 30 dicembre 2025, che rappresenta un passo significativo verso il contenimento di pratiche estremamente dannose.
La EUDR ha l’obiettivo di contrastare la produzione e il consumo di materie prime e prodotti derivati dalla deforestazione e dal degrado forestale, riducendo le emissioni di gas a effetto serra e proteggendo la biodiversità. Il regolamento si applica dunque a un’ampia gamma di prodotti in legno (tra cui legname segato, materiali a base di legno, carta e mobili) ma anche alla gomma e a prodotti alimentari come l’olio di palma, la soia, il caffè, il cacao e la carne bovina e tutti i loro derivati.
studenti clima friday for futureSecondo i dati raccolti in un articolo pubblicato su Global Environmental Change, il 29-39% delle emissioni di CO? è riconducibile al commercio internazionale (1), in particolare di prodotti come carne bovina e olio di semi, un dato che contribuisce in modo significativo alla crisi climatica. Basta pensare che ? dell’impronta di carbonio prodotta dalla dieta alimentare media di un consumatore dell’Unione Europea afferisce alle emissioni da deforestazione.
La EUDR ha dunque il complesso compito di disciplinare immissione, messa a disposizione e relativa esportazione nel mercato UE di tutti quei prodotti associati a deforestazione e degrado forestale. Tutto questo può avvenire solo mediante l’imposizione di requisiti rigorosi rivolti alle aziende, in modo che le stesse diventino responsabili della necessaria inversione di rotta in direzione di prodotti tassativamente a deforestazione zero (ovvero non prodotti su terreni soggetti a deforestazione o degrado forestale dopo il 31 dicembre 2020).
Il PEFC, da sempre impegnato nel contrasto alla deforestazione tramite la promozione e la certificazione della gestione forestale sostenibile, ribadisce il suo sostegno agli obiettivi della EUDR mettendo a punto un nuovo standard, il PEFC EUDR. Le certificazioni PEFC, già allineate a molti degli elementi chiave del regolamento EUDR, potranno contare su questo strumento in più, in fase di finalizzazione, che permetterà di tracciare e geolocalizzare l’intera filiera dei prodotti allineandosi così ai principi di trasparenza e legalità sollecitati dalla normativa europea.
Se è vero che il ruolo giocato dai consumatori sull’impatto ambientale risulta più che fondamentale, è indubbio che una maggiore tracciabilità e trasparenza dei prodotti possa migliorare la competitività sul mercato, acquistando la fiducia dei consumatori e azionando un circolo virtuoso a tutto vantaggio delle foreste e della biodiversità.

“La tracciabilità è uno strumento essenziale e prezioso dal duplice vantaggio: valorizzare le nostre foreste e garantire ai consumatori una filiera certificata che garantisce sui prodotti acquistati”, ha spiegato Marco Bussone, Presidente del PEFC Italia. “Con la crescente attenzione verso la sostenibilità, è nostro dovere garantire che i prodotti disponibili sul mercato siano realmente sostenibili e privi di legami con la deforestazione. La sfida è globale e non solo locale. L’Italia è un Paese dove l’urgenza è pianificare e gestire 11 milioni di ettari di foreste. Solo così limitiamo le importazioni di materiale dall’estero, anche da paesi dove la deforestazione è una emergenza. Ma dobbiamo tenere presente che siamo nel mondo, interconnessi e interdipendenti, come ci ricorda Papa Francesco nella Laudato Si: di un contesto in cui più di cinque miliardi di persone utilizzano prodotti forestali per cibo, medicina e mezzi di sussistenza”, ha concluso Bussone, “è cruciale che le nostre scelte di consumo non compromettano le risorse vitali delle nostre foreste per le generazioni future”.
Ad oggi, il mercato illegale delle risorse naturali, incluso il legname, ha un valore stimato di 213 miliardi di euro, di cui 23 miliardi solo per specie protette, vegetali e animali. Il contrasto al commercio illegale è oggi più che mai un aspetto determinante per la buona riuscita degli obiettivi di sostenibilità forestale, considerata la significativa influenza che la criminalità organizzata esercita sulle filiere del legno.
La Giornata Internazionale delle Foreste è dunque utile a ricordare come ogni scelta di consumo possa fare una reale differenza e quanto sia importante in questo senso dare certezza ai consumatori di una filiera capace di proteggere le foreste dal paese di origine al prodotto finale.
Oltre alle normative internazionali, anche le azioni locali giocano un ruolo determinante nella salvaguardia delle foreste. In Italia, ad esempio, il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (CUFAA) svolge un lavoro essenziale nel contrasto alla deforestazione illegale, al traffico di legname e agli incendi boschivi.
Anche quest’anno in occasione della Giornata internazionale delle Foreste, celebrata dall’ONU il 21 marzo di ogni anno, istituita dall’Assemblea Generale nel 2012, i Carabinieri Forestali saranno impegnati in una mirata e articolata attività di educazione ambientale con l’obiettivo di contribuire alla sensibilizzazione dei cittadini e della popolazione scolastica, sull’importanza primaria delle risorse forestali ai fini della conservazione e della sostenibilità della vita sulla terra.
Secondo i dati dell’ultimo rapporto del CUFAA, nel 2024 sono stati condotti oltre 150.000 controlli ambientali, con più di 2.500 sanzioni amministrative e circa 800 arresti per reati legati alla deforestazione. La lotta alla criminalità ambientale è un tassello fondamentale per garantire una gestione sostenibile delle foreste italiane.
Il CUFFA, promuoverà e organizzerà incontri ed iniziative nell’intera penisola, con il coinvolgimento di altre amministrazioni, istituzioni, università, enti amministrativi regionali e locali, istituzioni scolastiche e associazioni ambientaliste, aventi lo scopo di indicare, tra l’altro, come le foreste aiutino a mantenere in salute l’aria, il suolo, l’acqua e la biodiversità animale e vegetale, nonché a mitigare le conseguenze del cambiamento climatico e del dissesto idrogeologico.
I Carabinieri Forestali, oltre a celebrare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tutela delle foreste, evidenzieranno altresì il valore biosferico planetario dell’effetto bosco che unito alla vitale importanza degli ecosistemi forestali, per i servizi multifunzionali che assicurano all’umanità, quali acqua, legno, cibo, regolazione idrogeologica e del clima, nonché ricreativi risultano di importanza strategica per contenere il riscaldamento globale, i processi di desertificazione, la perdita di biodiversità e di risorse idriche, in particolare nel bacino del Mediterraneo.
Gli attacchi al territorio e il fenomeno degli incendi boschivi, con l’aggravamento del dissesto idrogeologico, uniti alle forme di illecite utilizzazioni boschive, risultano essere in Italia tra gli elementi di più forte perturbazione per l’ambiente, per la difesa del suolo e per la salvaguardia della fauna selvatica, con preoccupanti conseguenze per la conservazione della biodiversità, la qualità della vita e la salute dei cittadini.
In particolare la piaga degli incendi boschivi rappresenta il fattore di maggiore criticità per il patrimonio forestale della nazione, al cui contrasto i Carabinieri Forestali dedicano un significativo impegno anche attraverso l’analisi del fenomeno e la mirata pianificazione delle azioni di prevenzione e repressione del relativo reato nelle aree maggiormente a rischio di incendi, in gran parte indotti dalla mano dolosa dell’uomo.
Per queste ragioni l’impegno nell’azione di educazione e divulgazione ambientale deve continuare a crescere, tenendo prioritariamente conto che le Foreste sono il secondo più ampio serbatoio di carbonio dopo gli oceani, affinché l’impatto dei nostri consumi non le distrugga per assicurare un futuro sostenibile alle nuove generazioni.
L’appello di Confagricoltura per la Giornata internazionale delle Foreste
In occasione della Giornata Internazionale delle Foreste del 21 marzo, Confagricoltura evidenzia la necessità dell’applicazione della Strategia Forestale Nazionale, approvata ormai tre anni fa.
“Il settore presenta numeri così importanti che sembra davvero un paradosso questo massivo ricorso all’importazione di legname – commenta Enrico Allasia, presidente della Federazione Nazionale Risorse Boschive e Coltivazioni Legnose di Confagricoltura –. In Italia il prelievo di legname è fermo al 30% l’anno, rispetto a una media europea che supera il 60%. Abbiamo bisogno di valorizzare i boschi non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico”.
Sono 80.000 le imprese agroforestali in Italia che impiegano oltre 500.000 lavoratori e con un saldo commerciale positivo che supera i 40 miliardi di euro. Numeri importanti, che fanno di questo comparto il secondo per importanza nell’industria manifatturiera italiana.
Arredo, energia da biomasse, edilizia: le filiere legate alla risorsa legno sono molte, ma ancora troppo dipendenti dall’importazione di materia prima. Infatti, se il fabbisogno nazionale di legname ammonta a 53 milioni di metri cubi, solo 15 milioni provengono da risorse interne.
“Se vogliamo dare un futuro al comparto – aggiunge Allasia – si deve intervenire con l’applicazione della Strategia Nazionale Forestale, con interventi di semplificazione burocratica e con l’allentamento dei vincoli sulle opere infrastrutturali, fondamentali per l’attività d’impresa”.
L’Italia è la prima importatrice europea di legname per l’industria, la prima al mondo di legna da ardere e la quarta per cippato e scarti di legno. Ecco perché la Confederazione chiede di accelerare l’applicazione della Strategia Forestale Nazionale, per permettere una programmazione dei piani colturali che dialoghi con il fabbisogno reale dell’industria nazionale. Solo in questo modo si riuscirà a ridurre la dipendenza dall’estero e valorizzare una filiera nazionale agroforestale e vivaistica orientata verso sistemi di bioeconomia circolare, verde e competitiva.
Negli ultimi 50 anni le foreste in Italia sono raddoppiate, ma non per una strategia pianificata, bensì per la mancata valorizzazione delle aree rurali e montane. Questo ha ridotto la deforestazione, ma ha anche aumentato il rischio di incendi e frane.
Avere una strategia nazionale e un comparto produttivo adeguatamente sostenuto, vuol dire anche avere un patrimonio boschivo curato e in sicurezza e quindi un territorio con rischio idrogeologico ridotto.
Il futuro delle foreste è nelle nostre mani
Queste, e tante altre, iniziative dimostrano che la tutela delle foreste non è un tema lontano, ma riguarda da vicino la qualità della nostra vita quotidiana. Un patrimonio locale, nazionale e mondiale che necessita di attenzione costante, soprattutto in un’epoca segnata dai cambiamenti climatici e dalle problematiche ambientali.
Le foreste sono una risorsa insostituibile per il pianeta e per l’umanità. Proteggerle significa garantire un futuro più sano e sostenibile per tutti.
La Giornata Internazionale delle Foreste non deve essere solo un momento di celebrazione, ma un’occasione per rafforzare l’impegno di governi, aziende e cittadini nella difesa di questi ecosistemi vitali. La strada è ancora lunga, ma strumenti come il Regolamento Europeo sulla deforestazione, le azioni delle autorità nazionali e locali e la crescente sensibilizzazione della società civile e di associazioni sono segnali positivi.
Ogni albero salvato è un passo avanti nella lotta per un pianeta più verde e vivibile.
Di Joska Arena
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