20 ottobre 2023

LIBRIZZI (ME). ARRESTATO DIPENDENTE COMUNALE “PIROMANE” PER INCENDIO BOSCHIVO


Dal sito newsicilia.it

20 Ottobre 2023
LIBRIZZI – Avrebbe tentato di dar vita a un incendio boschivo, un dipendente del Comune di Librizzi (Messina), addetto dell’acquedotto ed operaio manutentore. Nei confronti dell’uomo è stata eseguita una ordinanza di applicazione di misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Patti su richiesta della locale Procura.

L’incendio del settembre scorso a Librizzi

I fatti risalgono al 17 settembre scorso, quando una vasta area boschiva di circa 100 metri quadri, sottoposta a vincolo e sita in contrada S. Opolo di Librizzi, nei pressi della Strada Provinciale Patti-San Piero Patti, è stata interessata da un vasto incendio.

L’area interessata dal fuoco, ricca di sterpaglie e macchia mediterranea, era posta a poca distanza da un insediamento abitativo composto da circa dieci nuclei familiari, alcuni dei quali avevano installato all’esterno delle loro abitazioni dei bomboloni di gas, con conseguente grave pericolo di propagazione dell’incendio.

L’incendio si è dimostrato da subito di estrema gravità, al pari di numerosi altri appiccati nella stessa zona nei giorni immediatamente precedenti (il 31 luglio, il 2 agosto e  il 29 agosto), e anche di chiara origine dolosa, come sottolineato dal G.I.P. nella sua ordinanza.

Le parole del G.I.P. nell’ordinanza emessa nei confronti del dipendente

“…senza il tempestivo e provvidenziale intervento dei primi soccorsi, le fiamme avrebbero potuto propagarsi in modo incontrollato e con elevata potenza distruttrice, alle circostanti aree boschive, alle aree cespugliate, alla vegetazione di macchia mediterranea e alle abitazioni presenti sui luoghi.

L’intensità delle fiamme, l’elevata inclinazione del pendio in cui si è sviluppato l’incendio e la fitta vegetazione esposta al fronte del fuoco, avrebbero potuto determinare il veloce e potenzialmente devastante avanzamento delle fiamme. Il massiccio dispiegamento di mezzi e uomini che si e reso necessario per domare l’avanzare delle fiamme (due autobotti, tre Volanti, sette membri del Corpo Forestale, un autobotte comunale e numerosi volontari) è la conferma della capacità offensiva delle fiamme sprigionatesi ed è indicativo della potenza distruttrice che avrebbe assunto il fronte di fuoco nel suo incontrollato propagarsi.

Il ‘chirurgico’ posizionamento dell’innesco alle pendici di una collina, ai piedi di una scarpata ad elevata pendenza, a ridosso di una sede stradale circondata da vegetazione facilmente combustibile, avrebbe potuto determinare il propagarsi delle fiamme ad alta velocità anche a causa del cosiddetto effetto camino…“.

Le indagini dei carabinieri e la ricostruzione dei fatti

Le indagini svolte dai carabinieri, in particolare alcuni filmati registrati da videocamere appositamente predisposte, hanno inequivocabilmente dimostrato come l’odierno indagato sia responsabile dell’insano gesto, mentre era alla guida dell’auto a lui in uso. In particolare dai filmanti è emerso che alle ore 18,40 del 17 settembre 2023 è sopraggiunta sul luogo una Bmw nera e che il conducente ha allungato il braccio dal finestrino lato guida e ha lanciato un innesco (una balla infuocata) alle pendici della collina, verso la vegetazione. L’innesco, toccata terra, è rotolato fermandosi nella vegetazione e dando vita allo sprigionarsi delle fiamme.


Il video, della durata di circa cinque secondi, si interrompe e riprende alle ore 18,47, attivandosi con il passaggio di un altro veicolo estraneo ai fatti. La stessa videocamera, subito dopo, ha ripreso il rapido inizio del propagarsi delle fiamme e la caduta dal costose sulla Strada Provinciale di alcune pietre.


Le indagini si sono avvalse anche della fattiva collaborazione di alcuni volontari del servizio di anti-incendio, i quali, oltre a partecipare attivamente alle operazioni di spegnimento, avevano in precedenza, di propria iniziativa, acquistato ed installato sulla pubblica via alcune foto-video trappole.

Le immagini video


I successivi accertamenti svolti dai carabinieri hanno consentito di acclarare ulteriormente la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico del dipendente comunale.

Il G.I.P. ha applicato nei confronti dell’odierno indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari nella sua abitazione, con applicazione del braccialetto elettronico.

Il procedimento, in ogni caso, si trova nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale sempre il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.




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