La sintesi dell’incontro, poche battute rilasciate ai giornalisti, tocca al ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio che pure non ha partecipato al tavolo tecnico convocato in via della Stamperia per discutere degli effetti depressivi sull’economia siciliana del blocco di 558 milioni di euro imposti dall’impugnativa del commissario dello Stato.
“L’incontro è stato positivo, vedremo se c’è necessità di un ulteriore approfondimento che comunque potrebbe non prevedere un tavolo così allargato. Domani ne parleremo in consiglio dei ministri”.
E poi aggiunge, Delrio, un altro passaggio importante: la Regione siciliana potrebbe essere la prima a vedersi riconoscere la possibilità di spalmare negli anni, la cosiddetta armonizzazione con il bilancio dello Stato, il rientro dei residui attivi non esigibili, norma che si prevede entri in funzione a partire dal gennaio del 2015 e che riguarda tutte le Regioni d’Italia alla prese con conti appesantiti dai debiti pregressi e dai vincoli imposti dal patto di stabilità che impedisce lo sforamento. ”In questo modo – dice il ministro – si consentirebbe alla Regione di riavviare in tempi brevi il percorso di rientro dal debito”. Sulla stima della somma, Bianchi si mantiene sul vago: “Dei 12 miliardi di residui attivi, circa cinque dovrebbero essere quelli non esigibili. Fra questi dovremo quantificare la somma per approntare il piano di rientro pluriennale” – spiega l’assessore che però non fa cifre. Si ipotizza – ma è ancora da confermare – un piano di rientro di 3,5 miliardi di euro.
“Quello che c’è di buono – spiega uscendo dalla riunione l’assessore regionale all’economia, Luca Bianchi - è che è stato certificato che non faremo altri debiti e che l’impianto complessivo della nostra manovra economica è stato apprezzato da tutti i tecnici ministeriali”.
Smentisce quindi l’ipotesi di un ricorso ad un nuovo prestito alla Cassa depositi e prestiti (di cui in finanziaria era già previsto il ricorso per una quota di 90 milioni di euro a fronte dei 350 milioni concessi nello scorso esercizio finanziario) per coprire le somme immobilizzate dal commissario dello Stato. Ma conferma che le norme impugnate dal commissario dello Stato saranno riscritte e riproposte in una nuova legge. “Non tutte – spiega Bianchi – a quattro o cinque rinunceremo del tutto. Mentre le altre, accogliendo anche alcune osservazioni tecniche dei ministeri, ci impegniamo a riscriverle e riproporle”. Assicura l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi che non si tratta, tranne che quelle sui forestali e sui rimborsi chilometrici ai lavoratori della Forestale, di norme che prevedano voci di spesa. E che quindi la riscrittura e nuova approvazione da parte dell’aula e dopo la verifica del commissario dello Stato non incapperà in alcun blocco da parte di Aronica.
Anche perché prima di riuscire a sbloccare i fondi, i 558 milioni di euro immobilizzati da Aronica, bisognerà quantificare  la quota dei residui attivi non esigibili che la Regione chiede di poter spalmare negli anni con un impegno pluriennale con proprie risorse come richiesto oggi dai tecnici di Mef, Pubblica amministrazione, Lavoro, Affari regionali e salute. “Nel nostro fondo rischi, quest’anno abbiamo inserito la somma di 100 milioni di euro che si aggiunge ai 200 dello scorso anno – continua Bianchi – e abbiamo offerto la nostra disponibilità ad incrementare questa quota con risorse proprie purché si lavori a liberare le somme che servono alla Sicilia per lo sviluppo e le azioni di intervento sull’economia. Si consenta cioè alla Regione siciliana una agibilità di manovra sulle risorse evitando il rischio di una regressione economica causata dai mancati investimenti previsti in finanziaria che avrà effetti devastanti su tutti i comparti”.
L’assessore regionale all’Economia, poi rassicura ma non del tutto, sul pagamento degli stipendi: “Con la pubblicazione domani della Finanziaria in Gurs si potranno pagare gli stipendi dei regionali anche di quelli degli enti e delle partecipate”. Il dubbio è la solvibilità e la garanzia delle risorse nel tempo. Fra quanto cioè torneranno a rischio gli stipendi dei regionali? “Dipende – dice Bianchi – dipende anche dai singoli enti. Alcuni avranno garanzia per qualche mese. Altri sono in sofferenza già adesso”.
Una soluzione immediata, dunque, con un’iniezione di liquidità da parte del governo non è prevista. Anzi. Ma il ministro Delrio al termine del vertice rassicura: “E’ stata una riunione collaborativa, troveremo soluzioni tecniche. Domani in consiglio dei ministri riusciremo a trovare una soluzione”.
Dovrebbe avere tempi più certi, invece, l’intervento dei tecnici del ministero della Salute sulle norme di materia sanitaria bocciate dal commissario dello Stato. All’incontro era presente anche l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino (oltre che il segretario generale di palazzo d’Orleans Patrizia Monterosso): “Siamo riusciti a dimostrare che i nostri progetti vanno nel segno del risparmio sia nell’area dei beni e servizi sia di sistema. L’impugnativa peraltro ci impediva di poter ricevere la premialità prevista dal ministero della Salute per aver rispettato il piano di rientro dei debiti sanitari che corrisponde al 3% delle quota del fondo socio-sanitario nazionale, circa 200 milioni di euro. Per sbloccare questo stand by – dice la Borsellino – ci siamo dati appuntamento per la prossima settimana quando porteremo ai dirigenti del ministero le norme riscritte che riproporre in aula”.