di Salvo Cataldo -
Una seduta lunga un’intera giornata per dare il via libera alla promulgazione della Finanziaria senza le parti impugnate dal Commissario dello Stato e per portare a compimento una manovra basata fondamentalmente su un mutuo da 557,4 milioni di euro, che servirà a riequilibrare il bilancio della Regione: fondi che verranno utilizzati per dare continuità di lavoro ai dipendenti forestali (302 milioni), oltre che alla manutenzione straordinaria degli immobili regionali (22,5 milioni). Il ddl “Autorizzazione ricorso operazioni finanziarie” è l’unico che al termine di una maratona di otto ore vede la luce: 45 sì, un no e 11 astenuti per porre rimedio soltanto a una delle tante indicazioni formulate dal Commissario dello Stato. Un ddl che permette di varare bilancio e finanziaria senza incorrere nello scioglimento dell’Ars. Nel cassare ottanta norme della Finanziaria, Aronica aveva evidenziato la necessità di specificare i singoli capitoli di spesa del maxi mutuo e così è stato. Via libera anche all’ordine del giorno che autorizza la promulgazione della manovra senza le parti impugnate dal commissario dello Stato.
Restano sospesi gli altri due disegni di legge varati dalla giunta per rimediare alla bocciatura del Commissario: su questi, infatti, si è consumato lo scontro tra maggioranza e opposizione, con il governo ch si è convinto a non forzare la mano in Aula e a rinviare il tutto a dopo le elezioni amministrative di maggio. Il primo ddl crea un fondo globale da 77 milioni di euro attraverso tagli e aumenti dei canoni, mentre il secondo assegna queste stesse risorse per diversi settori. I due testi sono stati approvati soltanto in commissione e verranno discussi da Sala d’Ercole nella prossima seduta, fissata per il 9 maggio. Fino ad allora resteranno bloccate diverse voci di spesa, come quelle relative agli stipendi del personale dell’Ente acquedotti siciliano e i 500mila euro destinati agli ex Pip di Palermo. Stessa sorte anche per i 32,7 milioni della ex tabella H, l’elenco di contributi a enti e associazioni spesso sponsorizzate dai partiti. Ne faranno le spese alcune realtà culturali come l’Orchestra sinfonica siciliana e il teatro Massimo di Palermo, compreso quel Centro studi Pio La Torre che proprio oggi ha ricordato il dirigente Pci ucciso dalla mafia con un convegno e una seduta straordinaria (ironia della sorte) a Sala d’Ercole. Sforbiciate pesanti per i contributi al trasporto pubblico locale e ai collegamenti marittimi con le isole minori, così come per il Fondo per le autonomie locali (75 milioni di euro). Sono alcune delle voci previste originariamente come accantonamento negativo e che si sono trasformate in tagli. L’unica scialuppa di salvataggio per i disastrati bilanci dei Comuni siciliani è un ordine del giorno del Pd, approvato dall’Aula, che impegna il governo a reperire le risorse necessarie per gli enti locali. In stand-by anche la norma che aumenta i canoni per le concessioni demaniali, che dovrebbe portare un milione e 700mila euro nelle casse regionali. Finisce impantanato nelle varie commissioni di merito, invece, un quarto disegno di legge con cui il governo intende recuperare alcune norme impugnate dal Commissario dello Stato, tra cui il fondo di garanzia da 800 milioni per il fotovoltaico.All’attacco l’opposizione, che con il capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, evidenzia come “il governo adesso abbia un motivo in più per tagliare la corda”. Per Leontini “Armao (l’assessore per l’Economia, ndr) è il simbolo del fallimento di questo governo”. Carmelo Incardona (Grande Sud) invita ironicamente lo stesso Armao a “convincere il governatore Lombardo a rassegnare le dimissioni”. E’ l’assessore per l’Economia (unico presente in Aula per il governo) a catalizzare le critiche e gli attacchi della minoranza. Salvino Caputo (Pdl) nel suo intervento lo paragona “all’ultimo giapponese rimasto a guardia del bidone di benzina mentre gli altri sono già andati via”.
Qualche velata critica arriva anche da Francesco Musotto, capogruppo Mpa: “In un quadro finanziario gravissimo, e con uno sforzo comune, l’Assemblea ha dato un segnale di compattezza votando i documenti finanziari nello spirito il più costruttivo possibile – dice -. Nonostante l’abile prova di equilibrismo contabile, però, quello di oggi suona come un campanello d’allarme. Che sia chiaro a tutti che occorre cambiare registro, e modificare la percezione delle casse regionali. Non un bancomat ad personam, ma un motore di investimenti per l’autodeterminazione e lo sviluppo”.
Secondo Riccardo Savona, presidente della commissione Bilancio “è stato salvaguardato il cuore della manovra. Con l’approvazione del ddl che riguarda l’autorizzazione per il ricorso a operazioni finanziare – spiega – si consente di superare l’impugnativa del Commissario dello Stato, liberando le risorse necessarie per settori d’intervento importanti, destinati ad emergenze infrastrutturali, agli enti locali o ancora all’agricoltura”.
27 Aprile 2012