30 novembre 2020

VI È NELL'ARTICOLO DI RICCARDO STAGLIANÒ, USCITO SU "LA REPUBBLICA" DEL 27 NOVEMBRE SCORSO, IL SOLITO ERRORE DI PROSPETTIVA CHE INGIGANTISCE LE QUESTIONI SICILIANE. NINO LOMONACO, ASPI DI LINGUAGLOSSA, CONOSCE BENE LA QUESTIONE DEGLI INCENDI


di Antonino Lomonaco
Vi è nell' articolo di Riccardo Staglianò, uscito su "La Repubblica" del 27 novembre scorso, il solito errore di prospettiva che ingigantisce le questioni siciliane, soprattutto in un'ottica negativa, facendole apparire peculiari quando invece si inseriscono in un contesto generale e per niente specifico. 
Una prospettiva tuttavia a cui partecipiamo purtroppo anche noi siciliani, condizionati ormai da tempo a una cultura di colpa e sudditanza che, infine, ci consegna un minimo piacere di appartenenza anche se negativa: almeno serve come specchio davanti a cui passare il tempo a far finta di sputarsi addosso.
Da addetto allo spegnimento incendi boschivi della forestale siciliana (e da appassionato naturalista) posso ben dire di conoscere la questione degli incendi e far notare che non riguarda soltanto la Sicilia, bensì un po' tutto il pianeta.
Solo partendo da questa correzione di prospettiva si può procedere poi a riconoscere i nostri particolari difetti di categoria, 
i quali si trascinano sin dalla nostra origine. 
Primo fra tutti la discutibile scelta, a suo tempo, di giovarsi di un personale in base ad una gradutaoria che teneva conto dei criteri di disoccupazione, ma non di quelli (in questo caso più importanti) di attitudine psico-fisica e motivazionale. Eppure, a minima discolpa, va considerato che in quegli anni di fine secolo scorso, l'incidenza degli incendi nei nostri territori era ancora ridotta, sia nella quantità che nella qualità dei roghi. Questo perchè il territorio aveva ancora la presenza e la cura di quell' ultima generazione di contadini arcigni e duri, legati alla terra e abili a coltivare le colline e le montagne di cui il territorio siciliano è prevalentemente composto. Nei decenni successivi quella generazione, a poco a poco, scomparve, sia per motivi anagrafici, sia soprattutto per l'impossibilità di quella agricoltura a reggere la concorrenza dei mercati, lasciando il territorio alla riappropriazione da parte delle piante spontanee e di quella mentalità predatoria del tipo umano senza etica, votato a rapportarsi col territorio e con le stesse comunità come un acido capace a erodere il sostegno stesso in cui poggia. A questo personale della forestale venne a mancare una adeguata formazione verso un compito per tanti motivi pericoloso. Eppure seguendo la tradizione contadina e dei pastori (della lotta ai rari incendi di allora) si iniziò la battaglia col fuoco distruttore e da questa battaglia, negli anni sempre più insidiosa, fra incidenti, infortuni e morti, in queste squadre maturò una discreta esperienza tale che a differenza di altre nazioni, anche a latitudini più settentrionali, mai un incendio in Sicilia è durato più di qualche giorno. E dire che in Sicilia ogni estate vi è un'alta incidenza di roghi favoriti dal clima mediterraneo, il quale si compone di alte temperature e di perduranti siccità estive. Queste condizioni favoriscono enormemente quei criminali che innescano un incendio.
Queste condizioni non sono <<sì e no una decina di giornate di scirocco all'anno>>, come viene detto in modo erroneo e semplicistico nell'articolo, bensì succede che soprattutto nei mesi di luglio-agosto-settembre la temperatura si mantenga costantemente molto al di sopra dei trenta gradi, con una piovosità che normalmente per tutto il periodo rimane assente. Tali condizioni non solo favoriscono l'innesco delle fiamme ma fanno in modo che lo stesso spegnimento sia quanto più difficile possibile. Chi non ha provato, non immagina neanche il significato della lotta agli incendi in queste condizioni climatiche ed ambientali, tenendo conto che molti di essi si sviluppano in territori in cui non si arriva con le autobotti, per cui lo spegnimento avviene a secco, con il solo apporto di flabelli, pale, roncole, sudore e bestemmie.
Certo, negli incendi più pericolosi arriva (quando arriva!) il supporto aereo, il quale è davvero un grande aiuto alle squadre operanti. Tuttavia sono giuste le considerazioni dell'articolo sul discutibile conferimento a ditte private di una flotta aerea che invece è di pertinenza statale! Così come dei suoi costi esorbitanti, dal momento che un'ora (un'ora!) di canadian-aer costa quanto tre addetti allo spegnimento per una intera estate (15.000,00 euro!), e un'ora (un'ora!) di un piccolo elicottero con la benna costa, ogni volta, più di un mese di un operaio addetto allo spegnimento (2.000,00 euro!).
Gli operai forestali addetti allo spegnimento hanno dei precisi doveri di intervento su incendi rurali, ma non possono in alcun modo intervenire in quegli incendi vicini ad aree urbane o di coltivazioni private e, nel caso lo facessero, non sarebbero poi coperti da alcuna assicurazione nel malaugurato caso di incidente. Certo, dovrebbe funzionare sempre il buon senso e se un incendio non si spegne in tempo ed ha una continuità di combustibile arbustivo o arboreo, nel territorio, continuerebbe indefinitivamente a bruciare. L'estate siciliana è una estate calda e arida, non si può dimenticare. Ecco perchè si può rettamente dire che in quel periodo non vi siano ore meno ottimali di altre per appiccare un incendio. Semmai, ovviamente, quelle più ottimali si pongono fra la tarda mattinata ed il primo pomeriggio, per cui la disposizione dei turni delle squadre non potrebbe mai riferirsi in modo da favorire la notte piuttosto che il mattino, sarebbe una sciocchezza enorme che la si può accennare sol perchè non si conosce bene l'argomento.
Prima di parlare di una qualsiasi cosa, sarebbe il caso di approfondirla meglio nei suoi aspetti generali e collegarla alle sue analogie contestuali.
Accorgersi così che non è solo la Sicilia a bruciare ma, purtroppo, anche altri territori del pianeta e che ciò non significa voler sminuire il problema in Sicilia ma, al contrario, voler far notare che in Sicilia, malgrado tutto e tutti, una valida risposta a questa grave questione gli operai forestali l'hanno data e la danno. Significa che in quest'ambito è vero che vi siano grandi deficienze, ma che sono dirette conseguenze di deficienze dell'intera società siciliana, italiana e dell'intera cultura umana, la quale vede i territori come potenziali da sfruttare per mantenere uno stile di vita strafottente e consumista invece che luoghi da proteggere e curare proprio per il  benessere stesso delle genti.
La forestale siciliana è malata nella sua gestione, così come qualsiasi altro settore pubblico o privato della società umana, che, accecata da un desiderio smodato di facile benessere, non vede il male che propaga dalla sua azione, analogo a un veleno per l'intero pianeta
Non vedere questi collegamenti e rilevare solo delle particolari "peculiarità" locali serve solo a non capire la questione, a parlare di parole: a non intendere che un incendio non è soltanto un reato contro il patrimonio, ma una strage di esseri viventi a cui, volenti o nolenti, tutti quanti noi partecipiamo.
Antonino Lomonaco

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SIFUS CONFALI - BONUS PER I LAVORATORI AGRICOLI AD OGGI NON CE N'È , STIAMO PRESSANDO PER SENSIBILIZZARE IL GOVERNO CONTE IN MANIERA DA OTTENERLO. LA CIRCOLARE INPS RIAPRE I TERMINI PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE RIVOLTE AGLI STAGIONALI E CONTINUA AD ESCLUDERE GLI AGRICOLI



Ricevo e pubblico
dal Segretario Generale Sifus Confali
Maurizio Grosso 

Sifus Confali -  bonus per i lavoratori agricoli ad oggi non ce nè, fermo restando che, stiamo pressando per sensibilizzare il governo conte in maniera da ottenerlo.
La circolare Inps n.137 del 26 novembre 2020, riapre i termini per la presentazione delle domande rivolte agli stagionali e continua ad escludere i lavoratori agricoli.

30-11-2020 - Il Sifus continua a pressare il governo conte per rivendicare, non solo,  bonus ricolti ai lavoratori agricoli (braccianti, forestali, operai dei consorzi, ecc) ma anche per la cosiddetta "riconferma" delle giornate lavorative dell'anno precedente ai fini previdenziali ed assistenziali.
Quindi, ancora oggi, bonus nun ci nè!
Il bonus di 1000 euro che i sindacati confederali vi hanno venduto per bonus pro lavoratori agricoli,  in verità si chiama "bonus onnicomprensivo" ed è rivolto a tutti i lavoratori stagionali eccetto a quelli agricoli. in ogni caso, si ottiene automaticamente ossia, senza bisogno che gli interessati presentano alcuna domanda attraverso le sedi di patronato.
Tuttavia, care lavoratrici e cari lavoratori, se vi ritenete più sereni presentando la domanda pro bonus in questione, tutte le sedi del Sifus Confali sono a vostra disposizione per raccogliere i documenti e vedere di inoltrarla.
Maurizio Grosso 
Segretario Generale Sifus Confali


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IL CDM APPROVA IL DECRETO RISTORI QUATER. INDENNITÀ DI 1.000 EURO PER GLI STAGIONALI DEL TURISMO E PER GLI STAGIONALI APPARTENENTI A SETTORI DIVERSI CHE HANNO CESSATO IL RAPPORTO DI LAVORO INVOLONTARIAMENTE E PER ALTRE CATEGORIE. NESSUN CENNO PER I LAVORATORI AGRICOLI OTD


Dal sito www.governo.it

Il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 81

30 Novembre 2020
Il Consiglio dei Ministri si è riunito domenica 29 novembre 2020, alle ore 22.50, a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro.

*****

DECRETO RISTORI QUATER

Misure urgenti connesse all’emergenza COVID-19 (decreto-legge)



Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori misure urgenti connesse all’emergenza COVID-19.

Il testo interviene con uno stanziamento aggiuntivo di risorse, pari a 8 miliardi, conseguenti al nuovo scostamento di bilancio, per rafforzare ed estendere le misure necessarie al sostegno economico dei settori più colpiti dalla pandemia, nonché con ulteriori disposizioni connesse all’emergenza in corso.

Di seguito le principali misure introdotte.

1. Proroga del secondo acconto Irpef, Ires e Irap
Il versamento del secondo acconto di Irpef, Ires e Irap viene prorogato dal 30 novembre al 10 dicembre per tutti i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione. La proroga è estesa al 30 aprile per le imprese con un fatturato non superiore a 50 milioni di euro nel 2019 e che hanno registrato un calo del 33% del fatturato nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. La proroga si applica inoltre alle attività oggetto delle misure restrittive del Dpcm del 3 novembre e a quelle operanti nelle zone rosse, nonché per i ristoranti in zona arancione, a prescindere dal volume di fatturato e dall’andamento dello stesso.

2. Sospensione dei versamenti di contributi previdenziali, ritenute e Iva di dicembre
È prevista la sospensione dei contributi previdenziali, dei versamenti delle ritenute alla fonte e dell’Iva che scadono nel mese di dicembre per tutte le imprese con un fatturato non superiore a 50 milioni di euro nel 2019 e che hanno registrato un calo del 33% del fatturato nel mese di novembre 2020 rispetto allo stesso mese del 2019. Sono sospesi i versamenti anche per chi ha aperto l’attività dopo il 30 novembre 2019. La sospensione si applica inoltre a tutte le attività economiche che vengono chiuse a seguito del Dpcm del 3 novembre, per quelle oggetto di misure restrittive con sede nelle zone rosse, per i ristoranti in zone arancioni e rosse, per tour operator, agenzie di viaggio e alberghi nelle zone rosse.
 
3. Proroga del termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi e dell’Irap
Il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi e dell’Irap viene prorogato dal 30 novembre al 10 dicembre 2020.
 
4. Proroga definizioni agevolate
La proroga dei termini delle definizioni agevolate prevista dal decreto “Cura Italia” (decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18) viene estesa dal 10 dicembre 2020 al primo marzo 2021. In tal modo, si estende il termine per pagare le rate della “rottamazione-ter” e del “saldo e stralcio” in scadenza nel 2020, senza che si incorra nell’inefficacia della definizione agevolata.
 
5. Razionalizzazione della rateizzazione concessa dall’agente della riscossione
Vengono introdotte modifiche per rendere più organico e funzionale l’istituto della rateizzazione concessa dall’agente della riscossione. In particolare, si prevede che alla presentazione della richiesta di dilazione consegua la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza e il divieto di iscrivere nuovi fermi amministrativi e ipoteche o di avviare nuove procedure esecutive. Per le rateizzazioni richieste entro la fine del 2021, viene alzata a 100.000 euro la soglia per i controlli e sale da 5 a 10 il numero di rate che, se non pagate, determinano la decadenza della rateizzazione. Inoltre, i contribuenti decaduti dai piani di rateizzazione o dalle precedenti rottamazioni delle cartelle esattoriali potranno presentare una nuova richiesta di rateizzazione entro la fine del 2021.
 
6. Proroga dei versamenti del prelievo erariale unico sugli apparecchi delle sale gioco
Il saldo del prelievo erariale unico (PREU) sugli apparecchi delle sale gioco di settembre-ottobre 2020 può essere versato solo per un quinto del dovuto. La parte restante può essere versata con rate mensili, con la prima rata entro il 22 gennaio del 2021.
 
7. Estensione codici Ateco
La platea delle attività oggetto dei contributi a fondo perduto si amplia ulteriormente con l’ingresso di diverse categorie di agenti e rappresentanti di commercio.
 
8. Indennità stagionali del turismo, terme e spettacolo
Viene erogata una nuova indennità una tantum di 1.000 euro gli stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo danneggiati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, e ad altre categorie, tra i quali gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo in possesso di determinati requisiti, gli stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato il rapporto di lavoro involontariamente, gli intermittenti e gli incaricati di vendite a domicilio.
 
9. Associazioni sportive
È incrementata di 95 milioni la dotazione del Fondo unico per il sostegno delle associazioni sportive e società sportive.
 
10. Indennità per i lavoratori sportivi
Per il mese di dicembre è erogata da Sport e Salute Spa, un’indennità di 800 euro per i lavoratori del settore sportivo. Si tratta dei lavoratori del mondo dello sport titolari di rapporti di collaborazione con il Coni, il Comitato Italiano Paralimpico, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate, gli Enti di Promozione Sportiva e le Società e Associazioni sportive dilettantistiche, riconosciuti dal Coni e dal Comitato Paralimpico.
 
11. Fiere e Congressi, spettacolo e cultura
Vengono stanziati 350 milioni di euro per il 2020 per i ristori delle perdite subite dal settore delle fiere e dei congressi, tramite l’incremento del Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali istituito nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali con il Decreto Rilancio. Si incrementano: di 90 milioni, per il 2021, la dotazione del fondo di parte corrente per le emergenze nei settori dello spettacolo e del cinema e audiovisivo; di 10 milioni, per il 2020, la dotazione del Fondo per il sostegno alle agenzie di viaggio e ai tour operator, le cui misure di sostegno sono estese alle aziende di trasporto di passeggeri mediante autobus scoperti (cosiddetto sightseeing). 
Si prevede, inoltre, che i ristori ricevuti dai fondi già citati non concorrano alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi, non rilevino ai fini del calcolo degli interessi passivi e delle spese deducibili né alla formazione del valore della produzione netta.

12. Sicurezza e forze armate
Vengono stanziati oltre 62 milioni di euro per la funzionalità delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in particolare per pagamento delle indennità di ordine pubblico del personale delle Forze di polizia e per il pagamento degli straordinari dei Vigili del fuoco. Ulteriori 6,5 milioni di euro sono destinati al pagamento dei compensi accessori del personale militare, compreso quello medico e paramedico, impegnato nel contrasto dell’emergenza COVID-19.
 
13. Contributo alle Regioni per la riduzione del debito
Alle Regioni a statuto ordinario viene assegnato un contributo per il 2020 di 250 milioni di euro destinato al finanziamento delle quote capitale dei debiti finanziari in scadenza nell’anno in corso.
 
14. Sostegno alla internazionalizzazione delle imprese
Si incrementa di 500 milioni, per il 2020, la disponibilità del fondo rotativo per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici.
 
15. Fondo perequativo
È istituito un fondo finalizzato a realizzare, nell’anno 2021, la perequazione delle misure fiscali e di ristoro concesse con i provvedimenti emergenziali adottati nell’ambito della emergenza COVID-19, da destinare ai soggetti che con i medesimi provvedimenti abbiano beneficiato di sospensione fiscali e contributive e che registrano una significativa perdita di fatturato.
 
16. Facoltà di estensione del termine di durata dei fondi immobiliari quotati
I gestori di fondi di investimento alternativi che gestiscono fondi immobiliari italiani ammessi alle negoziazioni in un mercato regolamentato o in un sistema multilaterale di negoziazione possono, entro il 31 dicembre 2020, nell’esclusivo interesse dei partecipanti, modificare il regolamento del fondo per prorogare il termine del fondo non oltre il 31 dicembre 2022, al solo fine di completare lo smobilizzo degli investimenti.
 
17. Svolgimento delle elezioni suppletive per la Camera e il Senato per il 2020
Le elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dichiarati vacanti entro il 31 dicembre 2020 si svolgono entro il 31 marzo 2021.
 
18. Termini di permanenza dei territori negli scenari di rischio
L’accertamento della permanenza per 14 giorni in un livello o scenario di rischio inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive, comporta l’applicazione delle misure relative allo scenario immediatamente inferiore per un ulteriore periodo di 14 giorni, salva la possibilità, per la Cabina di regia, istituita dal Ministro della salute ai fini della valutazione dei livelli e degli scenari di rischio territoriali, di ridurre tale ultimo termine.
*****

Il Consiglio dei Ministri è terminato alle ore 23.45.







29 novembre 2020

LA RIFORMA CHE FINE HA FATTO? L'ASSESSORE TOTO CORDARO: LA FAREMO! COSÌ HA RISPOSTO IERI AD UN LAVORATORE FORESTALE. IL BLOG: MA QUANDO? LO RIPETETE IN OGNI OCCASIONE E NEL FRATTEMPO SONO PASSATI TRE ANNI

Dalla pagina Facebook
dell'Assessore Cordaro





STIPENDI DI SETTEMBRE E OTTOBRE. SI STA VALUTANDO UN'AZIONE PACIFICA DEI LAVORATORI FORESTALI OTD DI ISNELLO. NON SE NE PUÒ PIÙ!






L'EUROPA GRAZIE AI FORESTALI HA APERTO UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE. QUESTO RISULTATO STORICO PERMETTE A CGIL CISL E UIL DI ORGANIZZARE SCIOPERI A LIVELLO NAZIONALE PER LA STABILIZZAZIONE. CHIEDIAMO A QUELLI SICILIANI DI SCENDERE IN CAMPO. SE SIAMO TUTTI UNITI VINCIAMO QUESTA BATTAGLIA


di Michele Mogavero
Piaccia o non piaccia, si deve sapere che la categoria dei lavoratori forestali della regione siciliana è entrata nella storia. Tutto questo grazie alla Commissione Europea che ha aperto una procedura d’infrazione. Certo, se non ci fosse stato lo studio Legale Fasano, oggi parleremmo di tutt'altro. Ma siccome questo Blog ha seguito sin dall'inizio la vicenda, quindi conosce tutto l'iter, sappiamo di cosa stiamo parlando. Non sappiamo invece ancora come andrà a finire per i lavoratori forestali, categoria più anziana d'Europa non stabilizzata
Una cosa però è certa: il governo regionale è in seria difficoltà e questo lo hanno capito anche i bambini dell'asilo. Ma siccome sono pagati per risolvere e soprattutto tutelare anche i forestali, rimaniamo fiduciosi affinchè percepiscano le direttive della Commissione Europea.

Di questo risultato, che è di portata nazionale, le OO.SS. Cgil, Cisl e Uil ne hanno fatto tesoro.
E' notizia fresca, di due giorni fa (27/11/2020), i sindacati di Cgil, Cisl e Uil di Lucca proclamano lo sciopero dei servizi pubblici. Tra le richieste principali c'è la lotta al precariato. Per questo, dicono le OO.SS. - la Commissione Europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia. Ridare dignità al lavoro è una priorità. Stabilizzare si può e si deve - dichiarano
In questo link la notizia:

In Sicilia invece non si muove foglia, probabilmente i Sindacati avranno i loro buoni motivi, però non si può far finta che non è successo niente. Le cose purtroppo o per fortuna sono cambiate perchè l'infrazione comunitaria incombe su stato e regione. Quindi auspichiamo di vero cuore che si lavori per come chiede l'Europa, ma soprattutto per come sperano anche i lavoratori forestali iscritti al  Sindacato.
Senza dimenticare che la Ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, incontrando la Flai Cgil Sicilia, si impegnava ad attenzionare la problematica e al più presto doveva far sapere quali iniziative saranno intraprese dal governo nazionale. Era il 18 Febbraio 2020, ma ancora ad oggi la Ministra non si è fatta sentire. 
In questo link la notizia: 

Carissimi Sindacati, nutro profondo rispetto e stima per Voi, non ho e non ho mai avuto nessun problema a dichiararlo.

Se siamo tutti uniti vinciamo questa battaglia. 
Ripeto, se siamo tutti uniti vinciamo questa battaglia. 
I vostri colleghi nazionali sono già all'opera, perchè l'infrazione ottenuta dai lavoratori forestali siciliani viene apprezzata e si organizzano anche scioperi. Noi aspettiamo un vostro segnale!

Come detto però in precedenza, il governo regionale è stato eletto per risolvere i problemi non per crearli ed in questo caso deve trovare i fondi e le soluzioni per ridare dignità ai lavoratori forestali. 
Dignità però non significa part-time, ma tempo indeterminato a 39 ore settimanali. A scanso di equivoci.

Nell'immediato, e cioè dal 2021, penso che andrebbe bene anche la promessa dell'Assessore Bandiera e Cordaro dei due contingenti: 151isti e tempo indeterminato, ma con la prospettiva della stabilizzazione per tutti come chiede l'Europa.


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NUOVI BONUS INPS: LA NOTIZIA È FALSA. L’ISTITUTO SMENTISCE CATEGORICAMENTE L’ESISTENZA DI BENEFICI DIVERSI DA QUELLI GIÀ PREVISTI DALLE NORME


Dal sito www.inps.it

18 Novembre 2020
Negli ultimi giorni sono arrivate all’Istituto e ai suoi canali social numerose segnalazioni circa un fantomatico nuovo bonus che l’INPS dovrebbe erogare.

L’Istituto smentisce categoricamente l’esistenza di benefici diversi da quelli già previsti dalle norme e si precisa che tutte le prestazioni di competenza dell’INPS sono presenti sul sito istituzionale.

Gli utenti sono invitati ad affidarsi esclusivamente alle comunicazioni che giungono dai canali informativi ufficiali dell’Istituto: il sito INPS e i suoi profili social.

Fonte: www.inps.it





I FORESTALI SALVANO UN DAINO RIMASTO IMPIGLIATO IN UNA RETE A PIANO BATTAGLIA (VIDEO)


Dal sito www.blogsicilia.it

L'ANIMALE È TORNATO IN LIBERTÀ

di Ignazio Marchese - 28/11/2020

I forestali sono intervenuti a Piano Battaglia per salvare un daino che era rimasto impigliato con le corna in una rete. Il salvataggio è avvenuto nei pressi dell’impianto di risalita della stazione sciistica.


L’animale rischiava di morire. A lanciare l’allarme alla sala operativa del corpo forestali alcuni uomini e donne che erano andati nella zona per una passeggiata.

E’ stata inviata una pattuglia del reparto soccorso montano di Polizzi Generosa che ha provveduto a liberare l’esemplare.






28 novembre 2020

EGREGIO GOVERNO MUSUMECI: MA A CHI DOVERE FARE ‘SCANTARE’ CON 170 NUOVE GUARDIA FORESTALI? INVECE DI BALOCCARVI CON ANNUNCI, DOVETE ASSUMERE GLI OPERAI DELLA FORESTALE AD APRILE E COMINCIARE EFFETTUARE LE OPERE DI PREVENZIONE DEGLI INCENDI. IL RESTO SONO CHIACCHIERE E DEMAGOGIA!


Dal sito www.inuovivespri.it

27 Novembre 2020
Poniamo questa domanda perché il territorio della Sicilia – che è a prevalenza di colline e di montagne – avrebbe bisogno di almeno mille Guardie forestali, non di 170 come annunciato dal Governo regionale. Per il resto, chiacchiere, spot e solita confusione tra Forestale e Guardie forestali 

La Regione siciliana bandisce il concorso per rimpolpare il personale del Corpo Forestale, ma il numero dei possibili assunti è minimo, se non ininfluente. Per ora – anche se la notizia è importante – siamo allo spot politico.

“Una decisione epocale che ci consente di restituire finalmente efficienza operativa al Corpo delle guardie forestali”, afferma il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, nel commentare l’approvazione, da parte del Parlamento siciliano, del disegno di legge governativo che prevede la copertura finanziaria per l’assunzione di circa 170 agenti.

170 nuovi agenti per il Corpo Forestale in una Regione che negli ultimi anni ha subito incendi a mai finire e che dovrebbe operare a pieno ritmo per la riforestazione?

“Le ultime assunzioni – ha proseguito il presidente della Regione – risalgono a 25 anni fa e questo ha determinato negli anni una cronica carenza di personale e il suo invecchiamento. Prima di noi si era addirittura deciso di portare il Corpo forestale alla sua estinzione. Noi, invece, abbiamo la necessità di disporre di una polizia ambientale agile ed efficiente, capace di vigilare e tutelare l’immenso e ricco patrimonio naturalistico siciliano”.

Il presidente ha ragione. Ma siccome è giovane non sa che tanti dipendenti del Corpo Forestale , nel orso degli anni, sono finiti negli uffici della Regione per occuparsi di cose che nulla hanno a che vedere con l’attività forestale (evitiamo di infierire con la storia dell’indennità…).

Poi arriva il condizionale:

“Il bando di concorso potrebbe arrivare già entro la fine dell’anno”, si legge nel comunicato del Governo siciliano.

Insomma: il personale da assumere è minimo, la data di questo concorso non si sa: ma allora perché il Governo lo comunica? Per fare ‘brodo’?

“Anche in questo caso – commenta l’assessore all’Ambiente Toto Cordaro – il governo Musumeci ha assunto un impegno e lo ha mantenuto. La riqualificazione e il rafforzamento degli organici della Forestale regionale (che è una cosa diversa dal Corpo forestale: possibile che si debba fare sempre questa confusione? ndr) ci consente di mantenere alta la soglia dell’attenzione, sia sulla gestione del territorio, per prevenire fenomeni di sfruttamento improprio o abusi, sia sulla piaga degli incendi boschivi che anche quest’anno, purtroppo, ha interessato la nostra Isola”.

Assessore: vuole occuparsi degli incendi con 170 Guardie forestali in più che non si sa nemmeno quando verranno assunte? Ma a cu ataffari scantari? 

Invece di baloccarvi con annunci, egregi governanti regionali, dovete assumere gli operai della Forestale ad Aprile e cominciare allora a effettuare le opere di prevenzione degli incendi. Il resto sono chiacchiere e demagogia!

“Il disegno di legge approvato – conclude il comunicato – ha previsto anche la rideterminazione dell’indennità mensile pensionabile per oltre 800 appartenenti ai ruoli del comparto non dirigenziale del Corpo”.











FORESTALE: ORA RIPARTONO I CONCORSI. LA GIOIA DI CORDARO E MUSUMECI. IL BLOG: PER I LAVORATORI FORESTALI? TRISTEZZA ASSOLUTA! ASPETTANO LA RIFORMA PER COME PROMESSO (TANTISSIME VOLTE) DA LORO. ALMENO DUE CONTINGENTI PERE TUTTI: LTI E 151NISTI


Dal sito www.buttanissima.it

Dopo l'ok di palazzo dei Normanni, un bando entro l'anno. La gioia di Cordaro e Musumeci

PAOLO CESAREO - 27 Novembre 2020
«Una decisione epocale che ci consente di restituire finalmente efficienza operativa al Corpo delle guardie forestali». Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha commentato l’approvazione, da parte di Sala d’Ercole, del disegno di legge governativo che prevede la copertura finanziaria per l’assunzione di circa 170 agenti. «Le ultime assunzioni – ha proseguito il presidente della Regione – risalgono a 25 anni fa e questo ha determinato negli anni una cronica carenza di personale e il suo invecchiamento. Prima di noi si era addirittura deciso di portare il Corpo forestale alla sua estinzione. Noi, invece, abbiamo la necessità di disporre di una polizia ambientale agile ed efficiente, capace di vigilare e tutelare l’immenso e ricco patrimonio naturalistico siciliano».

Il bando di concorso potrebbe arrivare già entro la fine dell’anno.«Anche in questo caso – commenta l’assessore all’Ambiente Toto Cordaro – il governo Musumeci ha assunto un impegno e lo ha mantenuto. La riqualificazione e il rafforzamento degli organici della Forestale regionale ci consente di mantenere alta la soglia dell’attenzione, sia sulla gestione del territorio, per prevenire fenomeni di sfruttamento improprio o abusi, sia sulla piaga degli incendi boschivi che anche quest’anno, purtroppo, ha interessato la nostra Isola». Il disegno di legge approvato ha previsto anche la rideterminazione dell’indennità mensile pensionabile per oltre 800 appartenenti ai ruoli del comparto non dirigenziale del Corpo.







MUTANO LE REGOLE SU MOBILITÀ E RISTORAZIONE. CORONAVIRUS: LA SICILIA DIVENTA ZONA GIALLA, ECCO COSA CAMBIA


Dal sito www.ilsicilia.it

di Pietro Minardi - 27 Novembre 2020

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha decretato l’allentamento delle misure in Sicilia, facendo diventare la Regione zona gialla.

Dopo 23 giorni dalla dichiarazione del livello arancione fatta dal premier Giuseppe Conte, l’Isola vede un primo allentamento delle misure. L’atto sarà valido a partire dal 29 novembre.

COSA CAMBIA?
I principali cambiamenti riguardano la mobilità e il comparto Ho.Re.Ca.

Torna la possibilità di muoversi al di fuori del proprio comune di residenza senza bisogno di autocertificazione. I siciliani potranno quindi recarsi presso le proprie seconde case o comunque spostarsi al di fuori del propria città.

Altro scenario che mura è quello delle attività commerciali. Torna la vendita al banco fino alle 18:00 per ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie, con un estensione fino alle 22:00 per l’asporto.

COSA NON CAMBIA?
Rimangono ferme le regole sul coprifuoco. Esso si mantiene fissato alle 22:00, con il divieto di circolazione che permane fino alle ore 5:00, salvo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Restano chiusi fiere, palestre, centri scommessi e centri culturali.

Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole.

Didattica a distanza al 100% per le superiori. I corsi di formazione pubblici e privati possono svolgersi solo con modalità a distanza.  Riduzione al 50% del limite di capienza dei mezzi pubblici, con esclusione del trasporto scolastico dedicato.


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27 novembre 2020

IL BLOG CITATO DAL SETTIMANALE "IL VENERDÌ LA REPUBBLICA". CHI E PERCHÉ BRUCIA LA SICILIA. I PASTORI PER AVERE L’ERBA TENERA? I FORESTALI PER DIFENDERE IL POSTO DI LAVORO? È NATO ANCHE UN BLOG PER TUTELARE IL LORO BUON NOME. UNA TRAGEDIA A CUI MOLTI SI SONO ABITUATI. MA NON TUTTI


di Michele Mogavero

Circa un mese fa ho ricevuto un'e-mail dal giornalista di "La Repubblica"Riccardo Staglianò, mi spiegava che doveva venire in Sicilia per il problema degli incendi ed aveva il piacere di intervistarmi, venendo direttamente nel mio paese (Isnello). Ma purtroppo per me non era possibile, ero però disposto ad una conversazione telefonica, anch'essa sfumata. 
Oggi con mia grande sorpresa ho notato che il Blog viene citato dal settimanale "La Repubblica"

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Dal sito www.repubblica.it

dal nostro inviato Riccardo Staglianò

Chi e perché brucia la Sicilia. I pastori per avere l’erba tenera? I forestali per difendere il posto di lavoro? Dopo un’estate con record di incendi, inchiesta su una tragedia a cui molti si sono abituati. Ma non tutti

SAN VITO LO CAPO (Trapani). La Sicilia brucia, ma niente pettegolezzi. La cronaca locale ha fatto il suo dovere, demoralizzata dalla ripetizione, come per la viabilità dei controesodi o la furia delle bombe d'acqua. Un appuntamento stagionale. Solo più camurriusu, seccante, di altri. Eppure, in soli tre giorni alla fine dell'estate, seicento incendi hanno distrutto l'enormità di quattromila ettari, compresa la riserva dello Zingaro, una delle destinazioni più concupite da turisti di ogni dove.

Quando la visito sono passate varie settimane dal 30 agosto del rogo che ha orribilmente ustionato la sua chioma verde, ormai marrone come la terra. Partito da punti diversi. Col favore dello scirocco, che mette le ali alle fiamme, e della sera, quando i Canadair non possono volare. Anche il più integralista dei no mask balbetterebbe nel negare il dolo. Gli ettari totali andati in fumo quest'anno sarebbero diecimila (il 4 per cento dei boschi "di pregio" siciliani). Il 30-50 per cento in più rispetto agli anni precedenti stando ai calcoli, limitati alla provincia di Palermo, del dirigente regionale Vincenzo Lo Meo.

Quale soglia dovrà essere superata perché diventi l'apertura di tutti i tg almeno fin quando qualche responsabile non sarà trovato, al di là dei risibili due piromani all'anno beccati, negli ultimi venti, come misera prova ontologica che lo Stato c'è? Perché in questa storia quintessenzialmente siciliana (tra gli ingredienti: cronica mancanza di lavoro, assistenzialismo, omertà) alcune cose non sono ciò che sembrano ma tantissime gridano vendetta per il fatto che nessuno ci metta mano a dispetto della loro abbacinante evidenza. Mettere in fila queste ultime, per il lettore digiuno del Continente e per quello isolano che non si arrende a farci il callo, è lo scopo delle righe che seguono. Siccome la faccenda è una giungla di complessità, mi faccio aiutare da "Salviamo i boschi Sicilia!", un coordinamento che mette insieme vari pezzi della società civile, nel quadrante nord-occidentale della regione. Ambientalisti, agronomi, vecchi amici di Peppino Impastato, prof delle superiori, militari e guardie forestali in incognito, precari perenni. Tutta gente che, come auspicava Leoluca Orlando in un bel libro di una vita fa, non ha perso "la verginità dello scandalo".

Mi hanno preso in carico, dall'alba al tramonto, scambiandomi di auto in auto come un ostaggio, nella versione sport estremo di un Wildfires Tour. Che inizia dalla Moarda, la montagna prima frondosa ora glabra mezz'ora a sud-ovest di Palermo. Mi scortano Pietro Ciulla, valoroso presidente del Wwf, e due forestali che non citerò per evitar loro grane. Mi introducono al lessico di base, a partire dai viali tagliafuoco, quelle piste senza vegetazione che dovrebbero impedire agli incendi di propagarsi, non offrendo loro niente che possa bruciare. Esistono regolamenti sulla loro larghezza: 20 metri minimi al confine dei boschi, intorno alle case demandati ai proprietari. Ma chi deve controllare che siano a norma di legge, senza accumuli di foglie altamente infiammabili? Gli operai forestali, a partire da maggio di ogni anno, ma non succede quasi mai perché i soldi per pagarli si trovano sempre all'ultimo e la manutenzione non parte che a giugno inoltrato, quando ormai è troppo tardi. Per non dire del sindaco, che dovrebbe verificare che almeno quelli intorno alle abitazioni siano a posto e multare gli inadempienti. Non succede.

Qui, in località Altofonte, nella notte del 29 agosto sono stati ritrovati cinque inneschi diversi. L'agronomo mi fa vedere come le fiamme siano passate vicino alle case e sussurra: "Sanno tutti nome e cognome di un pastore che è solito dare fuoco al bosco per ottenere erba tenera per il pascolo. Ma siccome è uno considerato pericoloso nessuno dice niente". Tanto è vero che, durante una manifestazione contro i roghi, la sindaca si è lamentata che ad ascoltarla ci fosse gente di fuori ma nessun suo concittadino. Tra le tante piste c'è quella della "mafia dei pascoli". Qualcuno indaga? Forse.

La tappa successiva è la Montagna Grande, un'ora a ovest, oltre Alcamo e Calatafimi. Qui la delegazione, capitanata dall'attivista Francesco Gruppuso, è più nutrita e comprende ex amministratori locali e un ispettore della guardia forestale che non è autorizzato a fare dichiarazioni ma non riesce a tacere. Di cosa parliamo quando parliamo di forestali? L'aggettivo è lo stesso, ma una cosa sono le 500 guardie (di cui solo 350 sul campo) confluite nei Carabinieri nel resto d'Italia ma non qui, mentre tutt'altra è l'esercito di manodopera stagionale che si occupa di manutenzione ordinaria e spegnimento roghi. "Da 22 mila che erano, oggi sono 19 mila, di cui solo cinquemila adibiti all'antincendio, un bacino elettorale che ha portato in Parlamento, sia a destra che a sinistra, un discreto numero di persone" mi spiega Massimo Fundarò, ex deputato verde. Mantenerli precari nei secoli è stata garanzia di ricattabilità. E di inefficienza, dal momento che ogni programmazione è impossibile quando non sai nemmeno su quanti potrai fare affidamento di stagione in stagione.

L'ispettore introduce un'altra tessera del puzzle: i Canadair. L'Italia, apprendo, ne ha la flotta più grande del mondo: 19 velivoli (più 12 elicotteri, sostanzialmente inutilizzati). Di proprietà della Protezione civile ma in gestione ai privati. Googlate "scandalo sette sorelle". Ovvero le solite aziende che, accusate di fare cartello, immancabilmente si aggiudicano i bandi multimilionari. Il diritto di chiamata è di 10 mila euro. Poi 15 mila euro per ora di volo e/o 1.500 euro a lancio. Che, se è sbagliato e non va a bersaglio, non dovrebbe essere pagato. Quante volte è successo? "Mai, che io sappia" confessa l'ispettore, direttore delle operazioni da terra, "in aria c'è il pilota, non vuoi litigarci anche se a volte gli errori sono plateali".

Su Facebook trovo una chat di cacciatori che raccontano di come il fuoco lo avrebbe appiccato un agricoltore sul suo campo, per liberarsi degli stralci. Il vento avrebbe permesso alle fiamme di saltare la provinciale ma i forestali, di guardia in un gabbiotto a poche centinaia di metri, non sono intervenuti perché a loro spetta il demanio e ai campi devono pensarci i pompieri. E così, di assurdità in assurdità, il 31 luglio sono andati in fumo millecinquecento ettari.

Un'oretta più a nord e arriviamo alla riserva dello Zingaro. Camillo Di Maria, ex dirigente della forestale, si è inventato "Zingaro e non solo", un'associazione che organizza trekking e altre attività sul territorio ("Solo se lo conoscono possono amarlo. E proteggerlo"). Mi fa vedere il punto prediletto dai piromani, ovvero dove la strada a doppio senso di marcia si sdoppia in due a senso unico ed è facile agire inosservati. "Basta uno zampirone con una corona di fiammiferi o un sacchetto di carta incendiato, con una pietra dentro. Li tiri e lo scirocco, in pochi minuti, fa salire le fiamme fino in cima alla montagna" dice.

Eccolo l'ingrediente magico! Magico, ma non misterioso: "Ci saranno sì e no una decina di giornate di scirocco all'anno. E la protezione civile manda l'allerta meteo il giorno prima. È come se si sapesse il momento esatto, sempre verso sera, in cui i ladri verranno a rubare. Basterebbe rinforzare la sorveglianza in quei momenti decisivi, mandando più uomini, oppure i vigili e la protezione civile se i forestali non bastano, mettere delle telecamere, allertare la cittadinanza per ronde spontanee, coinvolgere quelli che prendono il reddito di cittadinanza. Invece non mi risulta che modifichino neppure i turni ordinari. Se solo si raddoppiasse quello serale abolendo quello dell'alba sarebbe già un passo avanti. È incomprensibile!".

Una negligenza così spaventosa che provo a farmela smentire da Giovanni Salerno, dirigente generale del corpo forestale: "Abbiamo già attivato una collaborazione, onerosa, coi vigili del fuoco. Stiamo prendendo in seria considerazione un'attività innovativa di videosorveglianza. La Regione ha avviato un percorso per assumere nuovi agenti. La verità è che, solo sullo Zingaro, parliamo di quasi quattromila ettari: bisogna coinvolgere tutti, anche i cittadini, perché manca, va detto, una coscienza civica". Lui un'opinione precisa su chi siano i responsabili dice di non averla. Comunque almeno mi ha parlato, a differenza di Francesco Trapani, ispettore ripartimentale delle Foreste, che non ha neppure risposto alla mail. Una mancanza di efficienza che non credo abbia intaccato i premi di produttività, evidentemente ignifughi, che i dirigenti continuano a intascare malgrado i penosi risultati.

Castellammare del Golfo è una piccola perla sulla costa verso Palermo. Paolo Arena, ex insegnante, combattente di molte battaglie civili nonché marito della portavoce Mariangela Galante, convoca in casa sua un terzetto di stagionati operai forestali. Hanno tutti più di sessant'anni, con punte di trentacinque da precari. La loro piramide castale prevede tre livelli: 151, 101 e 78isti, dal numero di giornate annue lavorate. Un centunista, la categoria più numerosa, prende circa 5.000 euro per quattro mesi, quasi 2.000 di disoccupazione e altrettanti di assegni familiari se hai 2-3 figli. Totale 9.000 euro. "Alla fine sarebbe più conveniente assumerci tutto l'anno a 1.000 euro al mese" spiega uno che fa la vedetta nelle sempre più sguarnite torri di avvistamento, "togliendoci da questa umiliante incertezza e condannandoci a lavoretti in nero per i restanti mesi". Peggio va giusto in California, dove i carcerati usati in prima linea prendono un dollaro l'ora, tanto da far parlare di schiavitù.

Nel toto-piromani la vox populi li vede ai primi posti dei soliti sospetti, "per garantirsi la stagione", al punto che è nato anche un blog per tutelare il loro buon nome (forestaliantincendiosicilia.blogspot.com). Ma le giornate sono fisse, quindi bruciare non serve ad averne di più. Piuttosto, come mi suggerisce un amico siciliano, potrebbe essere un modo per "intavolare una trattativa con la Regione. Tipo: ecco che succede se non ci stabilizzate", un po' come le bombe mafiose del '92. Tesi suggestiva e senza prove. I tre veterani snocciolano un rosario di lamentele. "Lavoriamo da giugno a ottobre. Da allora i mezzi non ricevono alcuna manutenzione e, l'anno dopo, non funzionano". "Abbiamo affrontato muri di fuoco con i fabellotti, delle specie di grandi ramazze, perché la pompa non aveva acqua". "Per il nostro precariato la Ue ha aperto una procedura d'infrazione". È vero tutto e il suo contrario. Sono troppi (però per fare il confronto con altre regioni bisognerebbe dividere per tre e ottenere il quadrimestre lavorato in media). Sono troppo pochi (l'età media degli addetti agli incendi supera i 60 anni). "Quando dicono che siamo il più grande spreco della regione Sicilia non hanno torto, ma avrei paura ad affermarlo davanti a certi miei colleghi" dice uno che non fa una piega nemmeno di fronte alle fiamme. Perché le varie stratificazioni clientelari hanno lasciato inevitabilmente anche uno zoccolo di amici degli amici, con cui è meglio non babbiare.

Finisco il tour a Macari, frazione di San Vito, davanti alla quale la riserva di Monte Cofano a fine luglio sembrava un vulcano in eruzione. Nicola Biondo, giornalista, ex consulente parlamentare, vive con la compagna sotto la Rocca di Mezzogiorno, coinvolta nei roghi. "Già nel 2001 mi rotolarono in giardino 17 massi. Adesso siamo stati dichiarati zona R4, il più alto rischio idrogeologico. Un geologo mi ha detto: "Quando piove scappate" perché senza più alberi, e con le reti protettive fiaccate dal calore, potremmo essere travolti da una frana". Ce l'ha col sindaco, che non si è nemmeno fatto sentire, soprattutto con una vicina cui la casa è andata in fumo, e si è limitato a chiedere la calamità naturale: "Ma questa calamità non è affatto naturale. Ci sono delle persone che danno fuoco e altre che non sorvegliano, lasciando loro campo libero. Noi cittadini dovremmo fare una class action contro chi non ci ha protetti e mette a repentaglio la nostra vita e il valore delle nostre case"."Vista mare" e "zona R4" non stanno bene insieme in un annuncio immobiliare.

Non tutti, in paese, hanno apprezzato il suo attivismo: se qualcuno lo prendesse sul serio i lavori di consolidamento della montagna potrebbero comportare uno sfollamento temporaneo. E la magistratura, in tutto questo, chiedo all'ex cronista giudiziario? "A quanto pare si occupa solo della caccia a Matteo Messina Denaro, inchieste da prima pagina. E per un incendio simile nel 2012 la procura di Trapani archiviò tutto. Eppure questa è stata una tentata strage". Misteri siciliani. Intanto il coordinamento "Salviamo i boschi Sicilia!" ha lanciato una petizione su change.org dal titolo Basta roghi! Basta promesse! che ha già raccolto 43 mila firme. Cita un dossier preparato tre anni fa che, a quanto pare, i magistrati non hanno preso minimamente in considerazione. Chiedono una commissione d'inchiesta regionale. Pretendono che la faccenda diventi una priorità per la politica locale.

Lavorando a quest'articolo ho chiesto un'intervista a Edy Bandiera, assessore all'Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea, da cui dipendono gli operai forestali, e a Toto Cordaro, assessore al Territorio e all'ambiente, cui fanno capo le guardie forestali, nell'ennesima psichedelica duplicazione da far girare la testa. Nessuna risposta. Se tanto mi dà tanto, quella verso la riverginazione dello scandalo è una strada ancora lunga, tortuosa e disseminata di falò.

Sul Venerdì del 27 novembre 2020







FLAI CGIL NAZIONALE: È USCITA LA CIRCOLARE DELL’INPS SUL DL RISTORI CHE NON ESCLUDE L’INDENNITÀ DI 1.000€ PER LE LAVORATRICI ED I LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO DEL SETTORE AGRICOLO. LA SCADENZA DELLA DOMANDA È PROROGATA AL 18 DICEMBRE. IL BLOG: ECCO LA CIRCOLARE

Dalla pagina Facebook
Flai Cgil Nazionale


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Ecco la circolare







FORESTALI: PRELIEVO FORZOSO DI 50 EURO IN BUSTA PAGA. FACCIAMO CHIAREZZA! FLAI CGIL SICILIA: GLI ARRETRATI CONTRATTUALI LI VOGLIONO RESTITUITI PERCHÉ ALCUNI LAVORATORI SI SONO RIVOLTI AGLI AVVOCATI (PAGANDOLI) ED HANNO PERSO LA CAUSA IN CASSAZIONE


Dalla pagina Facebook
Flai Cgil Sicilia

Gli arretrati contrattuali sono stati pagati ai lavoratori a seguito di un accordo sindacale. Adesso li vogliono restituiti perché alcuni lavoratori si sono rivolti agli avvocati (pagandoli) ed hanno perso la causa in Cassazione. Non c’era motivo di restituirli se gli avvocati in questione, che non conoscono il settore, non avessero fatto perdere la causa. A seguito di queste sentenze della Cassazione , la Corte dei Conti e l’ Avvocatura dello Stato hanno intimato agli uffici di recuperare i soldi. Il sindacato unitario è corso ai ripari facendo ricorso legale (aspettiamo il pronunciamento del giudice), il Governo ha presentato un disegno di legge e si attende che sia approvato in Aula. Le cose sono andate così ed è la dimostrazione che l’azione collettiva è sempre la strada migliore.


Leggi anche:









REGIONE, IL DECRETO SEMPLIFICAZIONI CHE COMPLICA LA VITA. REVOCATA UNA GARA DA 25 MILIONI PER I MEZZI ANTINCENDIO


SIMONE OLIVELLI - 27 NOVEMBRE 2020

Prima la scelta di dimezzare i tempi per presentare le offerte, poi lo stop davanti alle lamentele dei potenziali partecipanti. Adesso la soluzione passa da una cooperazione tra Comando del corpo forestale e Protezione civile, con il rischio che i tempi si allunghino.
Continua in questo link:
https://meridionews.it/articolo/90584/regione-il-decreto-semplificazioni-che-complica-la-vita-revocata-una-gara-da-25-milioni-per-i-mezzi-antincendio/


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SI SCRIVE CENSURA, SI LEGGE RIMPASTO: RISIKO NEL CENTRODESTRA. IL RIASSETTO NEL GOVERNO MUSUMECI VIVE MOMENTI CRUCIALI. C’È CHI SUSSURRA CHE FORZA ITALIA POTREBBE RECLAMARE LA SANITÀ RINUNCIANDO ALL’AGRICOLTURA. MA SI TRATTA AL MOMENTO SOLO DI FANTAPOLITICA


 Dal sito livesicilia.it

La partita per il riassetto nel governo Musumeci vive momenti cruciali: obiettivi, protagonisti e scenari tra Regione e Ars

di Salvo Toscano
Giornata di conciliaboli e trattative in casa del centrodestra in vista della prosecuzione della seduta sulla mozione di censura a Ruggero Razza. Dopo l’infinito pomeriggio di ieri che ha portato a iniziare la seduta con grande ritardo, gli alleati continuano a discutere. E la vicenda di Razza appare sempre più come un pretesto interno alla coalizione per stringere i tempi di una pratica continuamente rimandata, quella del rimpasto. Il vecchio pallino di Gianfranco Micciché, quello sui cui Nello Musumeci ha frenato in passato, torna prepotentemente al centro delle conversazioni nel Palazzo. Forzisti e lombardiani sembra che abbiano ripreso a parlare molto bene. E i musumeciani, in difficoltà dopo l’attacco totale sferrato a Razza anche grazie al trappolone dell’audio riservato del dirigente servito sapientemente all’attenzione dei media, devono abbozzare per il momento.

Il triangolo Sanità-Agricoltura-Famiglia

I giochi rischiano di essere più complessi rispetto all’ipotesi di una semplice sostituzione delle compagini dei singoli partiti in giunta. Nel centrodestra si addirittura c’è chi sussurra che Forza Italia, rinforzata dopo la corposa campagna acquisti d’autunno del gruppo all’Ars, potrebbe puntare al bersaglio grosso di piazza Ottavio Ziino, reclamando per sé la Sanità. E rinunciando all’Agricoltura, magari a vantaggio del gruppo di Lombardo, visto che gli autonomisti non sembrano morire dalla gioia all’idea di tenersi l’assessorato alla Famiglia, fin qui più fonte di grattacapi che d’altro. Un candidato naturale per la Sanità Forza Italia lo avrebbe pure, dopo l’ingresso nel gruppo di Margherita La Rocca Ruvolo, che presiede la commissione Sanità, viene dall’Agrigentino (provincia rimasta a secco tra i forzisti) ed è donna e potrebbe assicurare una presenza femminile in giunta in caso di uscita di Bernardette Grasso.

Ma si tratta al momento solo di  fantapolitica, perché in sella per il momento resta Razza, che dovrebbe uscire indenne dalla mozione odierna, seppur di voci a sua difesa, esclusa Diventerà Bellissima, non se ne sono sentite da questa coalizione che appare ancora una volta tutt’altro che compatta. Ma che vede i musumeciani contare sempre nei momenti più complicati sul possibile soccorso esterno di Attiva Sicilia, il gruppo degli ex grillini per il quale il Movimento l’ha giurata a Razza, considerato a torto o a ragione uno dei registi della scissione. Non solo: a complicare la pratica rimpasto ci sono anche gli equilibri interni di Forza Italia, che allargandosi ha anche allargato la platea delle aspettative.

“Ricatti” e contromisure

L’impressione, però, è che il risiko del rimpasto potrebbe subire un’accelerazione repentina. Anche senza la pistola alla tempia della mozione di censura. Carmelo Pullara, che ha rotto di fresco con gli autonomisti, plaudendo a Micciché che ha disposto di chiudere oggi la pratica Razza senza trascinarla ancora, l’ha riassunta senza giri di parole: “Non sarebbe stato corretto trasformare il voto di fiducia o meno a Razza in una forma di ricatto al governo per avere qualche assessore in più. Si rassegnino coloro i quali pensano che i sistemi della vecchia politica siano ancora validi per ottenere più di quanto si rappresenta in termini numerici”.

E già, perché se rimpasto sarà, toccherà tirar fuori i pallottolieri. Magari notando che i lombardiani all’Ars sono rimasti in due e hanno un vicepresidente dell’Assemblea, un assessore e un presidente di commissione, fa notare un deputato di maggioranza. Tutti stanno cercando di arrivare attrezzati. L’Udc, ad esempio, che ha ancora due assessori in giunta e tre soli deputati superstiti all’Ars, pare stia guardando ai due sopravvissuti di Ora Sicilia, con cui potrebbe unire le forze.

Il tutto si inserisce nel quadro del percorso di rifondazione centrista su cui, tra accelerazioni e frenate, si discute da un po’, anche insieme ai Popolari di Romano, a Lagalla e ai renziani, soprattutto ai “siciliafuturisti” D’Agostino e Tamajo.

Le prossime regionali

Lega e Fratelli d’Italia per il momento osservano. Il Carroccio sembrava quest’estate ormai avviato a un percorso federativo con Diventerà Bellissima. Non se n’è fatto più nulla e a questo punto è difficile che se ne riparli nell’immediato, visto che le Politiche si sono allontanate. Ma anche questo è un tema da tenere d’occhio, guardando al prossimo step della partita interna al centrodestra, quello che seguirà al rimpasto, cioè il dibattito sulla candidatura alla presidenza della Regione. Toccherà a Musumeci di nuovo? Oggi, nel grande caos del centrodestra siculo nessuno può dirlo con certezza.
26 Novembre 2020