30 settembre 2014

FORESTALI, C'E' FORTE PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO. IL PROBLEMA E' LEGATO ALLE RISORSE DA REPERIRE PER ASSICURARE LE GIORNATE DI LEGGE






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ANCHE GLI OPERAI FORESTALI DI COLLESANO IN QUESTI GIORNI SONO IMPEGNATI IN LAVORI DI PUBBLICA UTILITÀ



Anche gli operai forestali di Collesano in questi giorni sono impegnati in lavori di pubblica utilità


Villetta dedicata al Colonnello Giuseppe Lima
(collesanese caduto in Iraq nel 2005)


Il programma di scerbatura e ripulitura voluto dall'Amministrazione Comunale di Collesano prosegue spedito. Continuano gli importanti interventi di manutenzione e riqualificazione delle aree verdi, un lavoro svolto con dedizione e professionalità dai lavoratori forestali Collesanesi e che andrà avanti ancora per qualche settimana. Intanto la prima settimana è servita per restituire decoro alla zona del cimitero comunale. Bonificata anche la strada del plesso della scuola media, la Contrada Mora, l'ingresso del paese, la villetta in Via delle Fiere dedicata al Colonnello Giuseppe Lima. 
I lavori sono coordinati impeccabilmente dal Capo Squadra Filippo Valenti (nella foto). Il servizio di manutenzione di aree pubbliche, viene svolto in sinergia con il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, la Regione ha infatti concesso al Comune di impiegare i lavoratori forestali in attività di cura e manutenzione della zona urbana, senza alcun investimento economico per l'ente.
Peccato che di queste cose nessuno ne parli, anzi fa sempre comodo infangare la categoria dei forestali. A questi signori diciamo che i lavori di pulizia, decoro, decespugliamento, abbattimento alberi, manutenzione e così via, oltre ad essere gratis per l'amministrazione e per i cittadini, sono anche lavori produttivi. La Regione li dovrebbe autorizzare già dal mese di aprile, non solo nei comuni, ma anche nei siti archeologici, in tutto il territorio Regionale e con particolare riferimento al dissesto idrogeologico, nelle strade provinciali (che a tutt'oggi sono piene di erbacce secche e che riducono la visibilità degli automobilisti). Il degrado è  un bruttissimo biglietto da visita per i turisti! 
I lavoratori forestali, per chi ancora non l'ha capito (o fa finta di non capire), sono le vere sentinelle dell'ambiente e non un problema, anzi, se usati bene sono una bellissima risorsa per tutti. La proposta dei due contingenti (Oti e 151nisti), nasce esclusivamente per tutelare il territorio e non è per niente insensata! Infine ma non per ultimo, speriamo in un'aiuto anche da parte dei Sindaci, dei Consiglieri e degli Assessori, affinchè il sogno diventi realtà anche per loro.



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RAGUSA - FORESTALI: ANCORA PROTESTE. VIDEO


Ragusa - Forestali: ancora proteste

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FORESTALI, DOMANI (OGGI PER CHI LEGGE) ALTRA PROTESTA SIT-IN DI DUE ORE PER SOLLECITARE IL RIAVVIO AL LAVORO DELLE FASCE DI GARANZIA


Forestali, domani (oggi per chi legge) altra protesta Sit-in di due ore per sollecitare il riavvio al lavoro delle fasce di garanzia



I segretari provinciali di categoria, Scornavacche per la Cgil, Bubbo per la Cisl e Savarino per l'Uil hanno inviato una nota al prefetto Fernando Guida, ed al questore Ferdinando Guarino comunicando loro che domani mattina dalle 9,30 alle 13,30, dinanzi la sede dall'Azienda Forestale di Enna, in via Piazza Armerina, si terrà un sit-in dei lavoratori forestali. «Tale iniziativa - dichiarano i tre segretari - nasce a seguito del mancato riavvio dei lavoratori appartenenti alla fasce di garanzia delle 78 giornate, in atto sospesi (circa 750 lavoratori), che ad oggi hanno svolto sole 10 giornate di lavoro e per completare il turno debbono ancora essere avviati per ulteriori 68 giornate, quindi se non avviate entro e non oltre il 6 ottobre p. v. non riusciranno entro la fine del corrente anno ad effettuare le suddette giornate lavorative». Inoltre a partire da oggi saranno sospesi anche i lavoratori appartenenti alla fascia di garanzia di 101 giornate (circa 400 lavoratori), che avranno svolto solo 51 giornate lavorative. Ad oggi non vi è neanche per loro una data certa di riavvio al lavoro, in quanto sono stati assegnati ad Enna solo 700 mila euro assolutamente insufficienti ad effettuare un avviamento per tutti i lavoratori sospesi, il possibile avviamento è per circa 6 giornate.
Al prefetto e al questore viene rappresentata una situazione gravissima che tiene in forte agitazione i lavoratori del comparto forestale di Enna, che potrebbe portare a forti tensione fra gli stessi lavoratori, con possibili ripercussioni sull'ordine pubblico, per cui viene chiesto un autorevole intervento e nel contempo viene chiesto di fissare un incontro nella mattinata di domani, con una delegazione di lavoratori ed invitare al suddetto incontro il dirigente del Azienda Forestale di Enna, dottor Nunzio Caruso, al fine si dare certezze ai lavoratori, ed impegni certi sulla prosecuzione delle attività lavoratine e dare serenità al comparto Forestale di Enna. Alla manifestazione si prevede una numerosa presenza di lavoratori provenienti da vari comuni con propri mezzi.
Flavio Guzzone

29 Settembre 2014







REGALNA (CT). UN GROSSO INCENDIO CHE HA BRUCIATO CIRCA 8 MILA MQ CON PRESENZA DI QUERCE, ULIVI, GINESTRE E ROVERELLE DISSEMINATI DI STERPAGLIE. A SPEGNERE LE FIAMME UNA SQUADRA DEL CORPO FORESTALE DEL DISTACCAMENTO DI NICOLOSI
















NO ALL'UNIFICAZIONE DEI CORPI. MOBILITAZIONE DEI VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA DI STATO, POLIZIA PENITENZIARIA, VIGILI DEL FUOCO, FORESTALE


No all'unificazione dei Corpi
mobilitazione dei vigili del fuoco



Assemblea sindacale di polizia di Stato, polizia penitenziaria, vigili del fuoco, forestale. Argomento: i tagli al comparto sicurezza e pronto intervento, un tema "caldo" che però, rileva il segretario provinciale del Conapdo dei vigili del fuoco, Francesco Anzalone «non ha visto la partecipazione delle sigle confederali, sebbene la manifestazione (che si è svolta in tutte le città) abbia sollecitato l'interesse del governo che ha indetto un'audizione per il prossimo 7 ottobre». L'assemblea è servita anche sancire la mobilitazione permanente «in vista dell'assenso al progetto di unificazione del comparto sicurezza, in quanto dipendenti stesso ministero». Non si tratta di campanilismo - precisano i rappresentanti sindacali - ma di timore che l'accorpamento conduca a ulteriori tagli, ferme restantio le notevoli differenze di competenze fra i Corpi.

29 Settembre 2014




NOTIZIE CORRELATE:








NISCEMI. I RANGERS DOPO L'ATTIVITÀ ANTINCENDIO IN COLLABORAZIONE CON IL DISTACCAMENTO FORESTALE, TENGONO CORSI NELLE SCUOLE


Niscemi. I Rangers dopo l'attività antincendio tengono corsi nelle scuole

Dalla prevenzione alle lezioni



Niscemi. Dal primo luglio la locale sezione dei Rangers, delegato Luciano Meli, ha contribuito e collaborato con le istituzioni preposte al servizio antincendio, per preservare il tesoro ambientale, uno dei pochi ancora in vita: la Riserva naturale Sughereta di Niscemi, nonché "pezzi" di macchia mediterranea. La presenza assidua dei volontari Rangers, almeno 2 per turno, in servizio per 10 ore giornaliere in 2 turni, uno antimeridiano e uno pomeridiano, per un monte ore totale di 420, con perlustrazione nelle aree a rischio di incendi, è stata di grande aiuto. Sono stati avvistati e tempestivamente segnalati incendi di interfaccia e boschivi. L'ultimo avvistamento è stato segnalato nel pomeriggio del 20 settembre.
"L'associazione ha collaborato con le istituzioni del territorio e con il distaccamento della Guardia forestale e con il locale distaccamento dei Vigili del fuoco volontari", sottolinea Luciano Meli.
Nell'attività di prevenzione ed avvistamento sono stati impegnati volontari formati tramite corsi promossi dal Dipartimento di Protezione civile della Regione Siciliana, dall'Ispettorato ripartimentale delle foreste e dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco. I volontari, inoltre, hanno seguito corsi di formazione attuati, nel corso degli anni, dalla delegazione Rangers di Niscemi. L'attività continua anche fuori dalla "stagione degli incendi", con lezioni d'aula tenute con i ragazzi delle scuole primarie e medie. Negli ultimi anni sono stati promossi "premi ambientali", tra cui "Il Tesoro del Comandante Eco".
Giuseppe Vaccaro

29 Settembre 2014







29 settembre 2014

SI APRE UNA SETTIMANACON MEZZA SICILIA IN RIVOLTA CONTRO IL GOVERNO CROCETTA. I FORESTALI SONO SUL PIEDE DI GUERRA PERCHE' NON PAGATI DA DUE MESI, MA SOPATTUTTO RISCHIANO DI NON COMPLETARE LE GIORNATE


Ars: si apre una settimana con mezza Sicilia in rivolta contro il Governo Crocetta




FORESTALI, LAVORATORI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, DEGLI ENTI CHE OPERANO IN AGRICOLTURA. E ANCORA CGIL, CISL E UIL. TUTTI IN PIAZZA PER CONTESTARE UN ESECUTIVO CHE SI E’ FATTO SCIPPARE I SOLDI DA ROMA E ORA NON SA COSA FARE
Si apre oggi in Sicilia una settimana politica e parlamentare piuttosto complicata che, se non interverranno novità, dovrebbe essere contrassegnata dalla protesta sociale. Come ci capita spesso di scrivere in questi giorni, stanno venendo al pettine i nodi di una gestione amministrativa e finanziaria, da parte del Governo regionale di Rosario Crocetta, approssimativa e confusionaria.
La sensazione – ma forse la nostra è più di una sensazione – è che l’attuale Governo non sia più in grado di ‘guidare’ la ‘macchina’ regionale. Non si spiega altrimenti l’accavallarsi di tanti problemi non risolti e, in alcuni casi, mai affrontati.
Mentre è ormai esplosa la protesta dei dipendenti della Formazione formazione nuova 1professionale siciliana – mercoledì è prevista una grande manifestazione a Palermo e in tanti altri centri dell’Isola – il Governo ha buttato giù e inviato in frett’e furia all’Ars una raffazzonata bozza di riforma di questo settore.
Anche in questo caso – anzi, soprattutto in questo caso – il Governo Crocetta appare ormai fuori tempo massimo: all’Ars sono pronte ben due mozioni di censura per l’assessore regionale, Nelli Scilabra (una presentata dal Movimento 5 Stelle e l’altra dai Partiti del centrodestra). Non verranno esaminate questa settimana solo perché si attende la tornata elettorale di ‘recupero’ della provincia di Siracusa. Ma ormai sono incardinate. Si discuteranno. E si voteranno.
Contemporaneamente si è materializzata una class action contro la Regione siciliana. A presentare stamattina l’iniziativa – della quale riferiremo più tardi – sono i parlamentari di Italia lavori in corso (Ilic), il Movimento politico nato da una costola dei grillini.
La mossa di Ilic è ambiziosa: chiamare i siciliani a aprtecipare ad un’azione davanti alla magistratura amministrativa per commissariare la Regione siciliana e applicare la legge regionale n. 24 del 1976, la legge fondamentale sulla formazione professionale, che risale agli anni di Piersanti Mattarella, legge aggirata e, quindi, non applicata in forza di atti amministrativi (alcuni piuttosto discutibili).
Ma a creare problemi al Governo Crocetta, nella settimana che si apre oggi, non saranno solo i temi della formazione professionale. Cgil, Cisl e Uil della Sicilia sono sul ‘piede di guerra’ e annunciano manifestazioni di piazza, a cominciare dal pubblico impiego.
Non sappiamo se le stesse organizzazioni sindacali riusciranno ancora ad imbrigliare i circa 25 mila forestali, molti dei quali sono in rivolta perché non pagati da due mesi, ma soprattutto perché rischiano di non completare le giornate lavorative di quest’anno: cosa, questa, che alleggerirebbe i conti dell’Inps, ma getterebbe migliaia di famiglie nella disperazione.
Insomma, non è impossibile che anche i forestali scendano in piazza. Così come non è da scartare l’ipotesi di una protesta di tutti i dipendenti degli enti che operano in agricoltura e, in generale, delle strutture agricole riconducibili alla Regione, lasciate senza soldi.
Ci riferiamo ai Consorzi di bonifica, all’Esa, all’Istituto Zootecnico, all’Istituto regionale della vita e dell’olio e, in generale, a tutti gli enti che agricoltura sempreoperano in agricoltura. Perché se è vero che all’appello mancano circa 30 milioni di euro per far completare le giornate lavorative ai forestali, è altrettanto vero che mancano altri 20 milioni di euro per tutti gli enti regionali riconducibili all’agricoltura.
Lo ribadiamo: sono venuti al pettine tutti i nodi di una gestione scadente e ‘ascara’ delle finanze regionali. Il Governo Crocetta non è stato in grado di difendere il Bilancio della Regione dagli attacchi del Governo nazionale, che ha scippato alla nostra Isola un miliardo e 150 milioni di euro con accantonamenti truffaldini e, con molta probabilità, incostituzionali. Più altri 200 milioni di euro circa per la sceneggiata napoletana degli 80 euro al mese.
Crocetta ArsLo stesso Governo Crocetta non ha trovato di meglio, poi, che rinunciare ai contenziosi con lo Stato: altra mossa ‘ascara’, perché alcuni di tali contenziosi presso la Corte Costituzionale erano già vinti.
Il Governo Crocetta ha lasciato la Regione senza soldi, aiutando – addirittura! – Roma a svuotare le ‘casse’ regionali. Ora, però, non ci sono i soldi per pagare i forestali, non ci sono i soldi per pagare i lavoratori dei Consorzi di bonifica, non ci sono i soldi per pagare i lavoratori dell’Esa, non ci sono i soldi per pagare tutti i dipendenti degli enti regionali che operano in agricoltura.
Normale, insomma, che tutte queste migliaia di persone scendano in piazza per reclamare quanto loro dovuto. Soldi che il Governo Crocetta, però, ha preferito consegnare a Roma.
A questo bailamme finanziario si aggiunge il caos nelle Province, che province siciliane terGoverno e Ars hanno azzerato solo sulla carta, perché i dipendenti delle stesse nove Province siciliane ci sono ancora: altre migliaia di famiglie che il Governo regionale rischia di lasciare senza soldi.
Il Parlamento siciliano ha approvato una pessima legge, lasciata peraltro a metà. Ha istituito i finti “liberi consorzi di Comuni” calpestando l’articolo 15 dello Statuto: non caso sono pochi i Comuni che hanno aderito a questi inutili e vuoti consorzi.
Per non parlare delle Aree-Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, istituite con l’unico fine di consentire a questi tre Comuni di salvare i rispettivi bilanci, intercettando soldi da Bruxelles e, possibilmente, svuotando le ‘casse’ dei piccoli Comuni che aderiranno a questa ‘sceneggiata metropolitana’: piccoli Comuni che verranno trasformati in ‘Municipalità’, eufemismo coniato per l’occasione onde nascondere il fatto che questi piccoli Comuni che aderiranno a queste ‘sceneggiate metropolitane’ verranno lasciati senza soldi e senza servizi.
Il presidente Crocetta e il suo socio-sodale, senatore Giuseppe Lumia, hanno fatto il ‘pieno’ di commissari delle Province. E nella loro bulimìa di poltrone, complice un’Assemblea regionale distratta, hanno stabilito che i ‘capi’ dei finti liberi consorzi di Comuni e delle ‘sceneggiata metropolitane’ verranno designati senza elezione diretta da parte del popolo, in accordo con i nuovi criteri ‘democratici’ di Bilderberg.
Contro questa ipotesi si batte Nello Musumeci, che invece vorrebbe introdurre l’elezione diretta, da parte del popolo, dei vertici di questi consorzi di Comuni e delle Aree-Città metropolitane.
In ogni caso, c’è da completare una legge regionale monca. In assenza di iniziative da parte di un Governo regionale ormai nel pallone, ha preso l’iniziativa il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che propone di far recepire alla Sicilia la legge nazionale sull’abolizione delle Province voluta dal sottosegretario Delrio.
Un tentativo, quello del presidente Ardizzone, di nascondere sotto una foglia di fico le insufficienze della politica siciliana. Il tutto – checché ne dica lo stesso presidente Ardizzone – umiliando la potestà legislativa del Parlamento siciliano. Ma siccome i soldi sono finiti – questo alla fine il ‘succo’ di questo ragionamento al ribasso – meglio perdere che straperdere.
In ogni caso, oggi, in Sicilia, la vera emergenza è quella sociale. E le proteste di piazza che contraddistingueranno la settimana che inizia ne saranno la palmare testimonianza.

29 Settembre 2014
http://www.linksicilia.it/2014/09/ars-si-apre-una-settimana-con-mezza-sicilia-in-rivolta-contro-il-governo-crocetta/














TRAGEDIA MACALUBE D'ARAGONA. LE PRECISAZIONI DI LEGAMBIENTE


Sabato scorso la morte dei fratellini

Tragedia Macalube d’Aragona
Le precisazioni di Legambiente Sicilia

 

legambiente logo grande
Dopo i tragici fatti di sabato scorso nella Riserva Macalube d’Aragona, Legambiente Sicilia che gestisce il sito ha tenuto una conferenza stampa ed inviato una nota in cui ricostruisce la vicenda formulando anche alcune precisazioni.
Ecco cosa scrive il direttore della Riserva, Mimmo Fontana.
La Riserva Naturale delle Macalube di Aragona è gestita per conto della Regione Siciliana, in convenzione, da Legambiente, che da 18 anni ha l’incarico di occuparsi di:difesa degli habitat naturali, fruizione e valorizzazione,ricerca scientifica.
Rispetto ai primi due aspetti, seppur con mezzi insufficienti, la passione e la professionalità di operatori e volontari ha garantito ottimi risultati. Tanto che quest’anno le recensioni e i giudizi degli utenti di Tripadvisor (la Riserva viene visitata da una media di 15.000 persone all’anno provenienti da tutto il mondo) le hanno assegnato il certificato di eccellenza.
Per quanto riguarda la ricerca, purtroppo, dopo il primo studio redatto dal INGV, tutti i progetti presentati in questi anni per monitorare il fenomeno e approfondire le conoscenze, non sono stati finanziati per mancanza di risorse.
Se è un posto pericoloso, allora perché non lo chiudete?” E’una domanda che ci è stata posta da più parti e che potrebbe essere rivolta a tutti i gestori di aree naturali protette. Questa la risposta: la convenzione con la quale la Regione affida la gestione prevede che Legambiente possa limitare la fruizione per motivazioni di urgenza e necessità. Ciò è sempre avvenuto quando siano stati rilevati i fattori che potevano determinare l’aumento del rischio per la pubblica incolumità.
Si conosce l’esistenza delle Macalube, che in arabo significa proprio “ribaltamento”, da almeno duemila anni. Prima dell’istituzione della Riserva, nel 1995, l’area semplicemente non era gestita. Ci lavoravano i contadini, ci pascolavano le greggi, le persone ci passeggiavano senza la presenza di cartelli informativi. È comunque doveroso distinguere tra pericolo e rischio. Il fenomeno è pericoloso, ma i rischi possono essere contenuti, come è avvenuto in questi 18 anni in cui circa 200mila persone hanno visitato i vulcanelli. Lo stesso vale anche per i vulcani come l’’Etna o il Vesuvio.
La proprietà dei terreni su cui è avvenuto l’incidente, dove si concentra il fenomeno geologico appartiene al demanio della Regione Siciliana che nel corso degli anni ne ha portato a compimento l’esproprio. A integrazione, Legambiente, grazie ai fondi del progetto LIFE, ha inoltre acquistato il resto dei terreni della zona A per tutelare l’area di maggior pregio naturalistico-vegetazionale dalle aggressioni esterne. Anche tali terreni dal 2008 sono dati in uso alla Regione.
Il monitoraggio del rischio. Legambiente gestisce per conto della Regione Siciliana la Riserva delle Macalube, nella qualità di delegato di pubbliche funzioni. In questi anni, grazie alla competenza di geologi dipendenti della Legambiente che hanno avviato la sua gestione e sempre seguito la sua conduzione, gli operatori attualmente assegnati alla riserva hanno maturato un’’esperienza tale da poter garantire la fruizione in condizioni di sicurezza.
Ciò significa che ogni volta che i sopralluoghi hanno rilevato anche il minimo segnale di aumento del grado di pericolo, la Riserva è stata immediatamente chiusa in via preventiva, come nello scorso mese di agosto. È innegabile che l’evento di sabato è stato di carattere straordinario, tanto che nel monitoraggio concluso dall’operatore poco prima del ribaltamento non erano stati ravvisati segnali di rischio. Siamo da sempre convinti del fatto che la ricerca scientifica debba essere sostenuta e continueremo a esserlo, che studiare a fondo fenomeni naturali come questo possa essere uno strumento efficace per ridurre i rischi. Ma riteniamo che le anomalie relative al tragico episodio avrebbero probabilmente reso inefficace anche un controllo strumentale.
I fondi messi a disposizione per la gestione della riserva Macalube di Aragona sono stati poco più di 30.000 euro l’anno, destinati alle spese di funzionamento (affitto sede, utenze, carburante) e gestione ordinaria (pulizia e fasce parafuoco), non potevano essere destinati a interventi strutturali e di ricerca scientifica come una rete di monitoraggio fissa.
Le operazioni di soccorso. Appena saputo dell’incidente, gli operatori della Riserva sono tornati immediatamente sul posto e hanno partecipato in prima persona al tentativo di estrarre le vittime. Lo può testimoniare chiunque fosse sul luogo, lo dimostra il fango di cui erano ricoperti. Legambiente ha anche collaborato alle operazioni dell’elicottero della Guardia di finanza. Dispiace leggere ricostruzioni diverse, che denunciano l’assenza di Legambiente in quelle ore cruciali.
Speriamo di avere contribuito a fare chiarezza su alcune questioni che, inevitabilmente, hanno prodotto equivoci ed errata informazione. C’è un’indagine della magistratura a cui abbiamo già dato la nostra piena disponibilità e collaborazione. Riteniamo che si debba però avere la lucidità di comprendere che il rapporto con la natura ci mette a confronto con pericoli anche di questo tipo”.
Legambiente Sicilia è vicina alla famiglia Mulone per la sciagura che ha tolto la vita ai piccoli Laura e Carmelo. Il cordoglio si estende anche ai Carabinieri (il padre dei piccoli è un appuntato dell’Arma) e alle comunità di Aragona e Joppolo.
I funerali delle due vittime si terranno domani nella chiesa Madonna di Pompei ad Aragona.

29 Settembre 2014
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STOP ALLA GESTIONE DI LEGAMBIENTE, LE MACALUBE CHIUSE E AFFIDATE ALLA FORESTALE E NON A VOLONTARI, CHE DOVRA' PROVVEDERE ALLA RECINZIONE


Stop alla gestione di Legambiente
Le Macalube chiuse e affidate alla forestale

soccorsi-macalube

L’area della tragedia di sabato scorso nella quale sono rimasti uccisi due bambini non doveva essere accessibile al pubblico ma solo ai ricercatori per scopi scientifici. L’intera riserva era in affidamento esclusivo a Legambiente e dunque ai volontari che avrebbero dovuto limitare l’accesso del pubblico alle altre aree.
E’ quanto emerso da un vertice oggi pomeriggio alla Presidenza della Regione siciliana convocata dal governatore al quale l’assessore erano presenti  l’assessore al Territorio Piergiorgio Gerratana, i direttori dei dipartimenti Territorio e Protezione civile.
“Il presidente della Regione e l’assessore hanno rappresentato ai direttori – si legge in una nota ufficiale – la necessità immediata di chiudere l’accesso per il pubblico a tutte le riserve interessate dal fenomeno dei vulcanelli in Sicilia, di affidare la custodia di tali zone al Corpo forestale e non a volontari, di provvedere alla recinzione di tutte le aree interessate, di affidare all’Istituto di vulcanologia uno studio per la valutazione dei rischi”.
Nei prossimi giorni – conclude – la riserva verrà interessata da ispezioni tecniche e amministrative che dovranno valutare quanto accaduto”.

29 Settembre 2014
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SIFUS. COMUNICATO STAMPA DEL 30 SETTEMBRE 2014



Ricevo e pubblico
da Salvatore Centorbi




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LA REGIONE SICILIANA IL PATTO DI STABILITÀ E LA GUERRA SOCIALE “A SCIARRA E' PA CUTRA!”



Ricevo e pubblico


LA REGIONE SICILIANA
IL PATTO DI STABILITÀ E LA GUERRA SOCIALE
“a sciarra è pa cutra!”




Un presidente di qualunque regione o ente, di destra o di sinistra, ridotto a promettere in un comunicato stampa che presto saranno liquidati gli stipendi dei dipendenti di ruolo e non di ruolo, è il simbolo dell’impotenza politica di fronte alla macchina da guerra finanziaria del patto di stabilità.
Oggi, in questo nostro tempo infame, non è più il “padrone”, il latifondismo mafioso, il datore di lavoro arrogante ed egoista a schiacciare i diritti sociali dei lavoratori, i contratti collettivi e integrativi, i giusti salari ma è sua maestà il Patto di Stabilità. Non viviamo in una repubblica, in una democrazia, in una regione autonoma; viviamo in una monarchia, in una dittatura, in una regione colonizzata: il Patto di stabilità è il monarca assoluto del regno, è il duce del nuovo regime, è l’imperatore delle colonie. E noi non siamo più i cittadini lavoratori tutelati dalla Costituzione e dalle leggi contrattuali ma siamo i sudditi lavoratori di questo nuovo re, duce e imperatore che si chiama Patto di stabilità, che mortifica la Costituzione e annulla i diritti contrattuali.
Tutto è deciso dal Patto di stabilità. Il potere dei dirigenti regionali, dei governi, degli assessori, dei dirigenti degli Uffici Azienda e degli Ispettorati è sottoposto al Patto di stabilità. E questo dittatore finanziario ha i suoi uffici e la sua casta nei ministeri e negli assessorati dell’Economia.
La questione sociale e salariale, dunque, è gestita dal Patto di stabilità. Hai voglia di fare incontri politici e sindacali con direttori e assessori; non contano più nulla perché “a cutra” la detiene il patto di stabilità. E per la “cutra” si combatte in questo momento un’autentica guerra sociale.
Leggete su questo blog cosa stanno facendo i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil dei dipendenti regionali: si sono riuniti a Catania per chiedere una riqualificazione di tutto il personale di ruolo della regione siciliana, che significa: vogliamo più soldi! Anche l’esercito dei precari Pip, Lsu, stabilizzati vari, si muove e combatte per ottenere soldi, più soldi e diritti, più diritti. Guardate i lavoratori della Formazione: da oltre un anno combattono una guerra per ottenere salari e lavoro. Persino i super dirigenti generali stanno organizzando un proprio sindacato per rivendicare il diritto al super stipendio garantito da leggi ingiuste. Anche i pensionati di lusso si muovono per rendere intoccabili i loro privilegi. E ciascuna di queste categorie è in lotta con l’altra per avere più “cutra”. Anche noi lavoratori forestali siamo in lotta per rivendicare i nostri diritti sociali e salariali garantiti da leggi e contratti in vigore ma non avremo mai la solidarietà delle altre categorie perché ognuno, in guerra, pensa per sé. Mi è capitato di sentirmi rinfacciare, da dipendenti di ruolo che hanno uno stipendio triplo del mio salario, che gli operai hanno ore in più di straordinario rispetto a periti, ispettori e direttori di lavoro: paragoni dettati dalla logica animalesca dell’istinto di sopravvivenza.
Ora, mi chiedo e chiedo, dobbiamo forse noi, proprio noi operai forestali, continuare ad essere gentili e cortesi come don Chisciotte mentre gli altri combattono una guerra senza regole per difendere privilegi e ottenerne ancor di più?
Credo sia giunto il tempo, per noi, di essere sgarbati come e più degli altri, egoisti come e più degli altri, lupi come e più degli altri per ottenere il nostro pezzo di “cutra” che tutti gli altri ci vogliono togliere del tutto. E dobbiamo essere un branco unito che attacca come i lupi famelici le prede. Non più gregge al pascolo ma branco alla ricerca del cibo. Dobbiamo vincere la nostra buona morale e diventare uniti e cattivi. Anche i nostri sindacati di categoria devono diventare cattivi e mettersi in testa che noi non possiamo restare neutralisti di fronte alla guerra sociale che si combatte per la “cutra”. I nostri sindacati devono convincersi che dobbiamo essere interventisti e intervenire in questa guerra sociale con tutte le nostre armi e con il maggior egoismo possibile per avere anche noi la nostra parte di “cutra”. La nostra morale deve essere “il fine giustifica i mezzi”. Anche i nostri sindacati devono battersi contro il vero nemico che è il Patto di stabilità e noi lavoratori forestali dobbiamo essere riconosciuti a pieno titolo da sua maestà il Patto di stabilità.
Noi abbiamo un vantaggio, in questa guerra sociale: siamo venticinquemila. Siamo, cioè, la categoria più numerosa fra quelle in guerra. Siamo molti di più dei dipendenti regionali di ruolo, dei super dirigenti e dei super pensionati, dell’esercito dei precari e di quello, ormai sconfitto, della formazione. Il sindacato deve unirci e scagliarci come una massa d’urto invincibile contro il Patto di stabilità. Il quale, per continuare a restare nella sella del potere, è forte coi deboli e debole coi forti. Se saremo forti avremo la nostra “cutra”, viceversa faremo la fine dei lavoratori della formazione: tutti, settantottisti, centunisti, centocinquantunisti e Lti e a quel punto chiuderanno le leghe, morirà il sindacalismo agricolo e forestale.
Che fare, dunque? C’è un solo modo, penso, di combattere questa guerra sociale: mostrare e far agire i muscoli! Come?
In questo momento la casta del Patto di stabilità sta scrivendo il nuovo bilancio e la nuova finanziaria per l’anno nuovo nelle segrete stanze dell’assessorato all’Economia. Bisogna assediare quelle stanze mentre si occupano contemporaneamente tutte le piazze delle città e dei paesi siciliani. Vogliamo vedere i nostri segretari regionali dentro quelle stanze a battersi per la nostra “cutra”. Dobbiamo agire prima che venga impostato il bilancio e la finanziaria e non dopo, quando tutto è già scritto e gli altri hanno già ottenuto ciò che vogliono: tabelle H, finanziamenti, avanzamenti di carriera, risorse finanziarie per stipendi e indennità.
Dico alle segreterie regionali di Flai, Fai e Uila: organizziamo un giro regionale di assemblee per mobilitare i lavoratori alla guerra sociale, per spiegare che l’obbiettivo è avere il giusto finanziamento della categoria in bilancio, che l’ostacolo non è il capo dell’Azienda, il direttore del dipartimento, l’assessore alle risorse agricole, il presidente della regione, i gruppi parlamentari, ma il Patto di stabilità. E che prima di tutto viene appunto questo: fare nostro un pezzo del Patto di stabilità, ossia un pezzo di “cutra”. E poco importa se per ottenere la nostra “cutra” ne resterà meno ai dipendenti regionali, ai deputati, ai pensionati d’oro, ai super manager, alla tabella H, ai precari; poco importa perché siamo in guerra e non vogliamo assolutamente togliere il disturbo anzi vogliamo disturbare, rompere le scatole e anche le uova nel paniere di chi già ne ha troppe. La guerra non aspetta i vincitori e umilia i vinti.
Signori segretari regionali volete essere i rappresentanti di una categoria di vinti o di una categoria di vincitori? Allora cambiamo la tattica della mobilitazione e la strategia della battaglia. L’assessore Agnello deve scrivere fin d’adesso nel suo bravo compitino sul patto di stabilità i soldi necessari ai lavoratori e al lavoro forestali. La categoria, segretari regionali in testa, deve costringerlo a fare ciò che va fatto.
A sciarra è pa cutra!

 Michelangelo Ingrassia
Componente dell'Esecutivo Territoriale
 della Uila-Uil Palermo








SAN MICHELE DI GANZARIA (CT): I FORESTALI IN AGITAZIONE ANNUNCIANO AZIONI DI LOTTA. RECLAMANO IL COMPLETAMENTO DEL TURNO ANNUALE


San Michele: reclamano il completamento del turno annuale

I forestali in agitazione annunciano azioni di lotta

La riunione dei forestali nella sede della Cgil
Foto lasicilia.it


Resta alta la tensione tra i forestali siciliani. Le rassicurazioni fornite, nei giorni scorsi, dal presidente della Regione Rosario Crocetta, circa la volontà del governo siciliano di «garantire agli operai forestali tutte le giornate di lavoro previste dalla legge in materia», non sono servite per tranquillizzare un comparto che, ormai da fin troppo tempo, sta vivendo nella più totale incertezza.
In attesa, quindi, che dalle parole si passi ai fatti, che significa lavoro a completamento del turno annuale per 151isti, 101isti e 78isti, la categoria, che da mesi è in stato d'agitazione, non esclude nell'immediato azioni di lotta.
Il punto su questa grave vertenza occupazionale è stato tracciato in un'affollata assemblea, che ha avuto luogo nella sede della Cgil di San Michele di Ganzaria, alla presenza di Nuccio Valenti, segretario territoriale della Flai-Cgil, Nunzio Drago, segretario della Cgil di San Michele e Salvatore Brigadieci, segretario della Cgil Calatina.
La riunione si è trasformata in una cassa di risonanza delle preoccupazioni lavorative degli operai, in particolare per i 78isti che, martedì scorso, sono stati avviati al lavoro per sole dieci giornate e si teme per loro una nuova sospensione dai cantieri.
Dal dibattito è emerso il timore, espresso sia dai sindacalisti che dai forestali, di non riuscire a completare le giornate necessarie entro l'anno, discorso che interessa da vicino anche i 101isti ed i 151isti. E' stata, pertanto, prospettata l'ipotesi - come riportato da un comunicato della Cgil - di un'occupazione di tutti i cantieri forestali, nei quali non venisse mantenuto l'impegno «crocettiano» del proseguimento del lavoro oltre le succitate dieci giornate.
Insomma, la situazione è più che mai incandescente, ed è figlia sia del ritardo con il quale è stata approvata la finanziaria-ter, che dei conseguenti problemi di copertura finanziaria.
Martino Geraci.

28 Settembre 2014





ECCO LA DEVASTAZIONE DEL TERRITORIO DOPO L'INCENDIO DEL 1-2 SETTEMBRE 2014 - DEMANIO FORESTALE VALLE PRESTI CANNAVERA (MONREALE-PALERMO)




Ecco la devastazione del territorio dopo l'incendio del 1-2 Settembre 2014 - Demanio Forestale VALLE PRESTI CANNAVERA (Monreale-Palermo)


Video girato dall'Isp. Sup. F/le Colibro Giuseppe
Comando Distaccamento Forestale
Palermo-Villagrazia

https://www.facebook.com/video.php?v=810358125687779&set=vb.100001407967344&type=2&theater
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NOTIZIA CORRELATA:









NUMEROSI INCENDI NEL CALATINO, DA CONTRADA GALLO A VIZZINI. INTENSO LAVORO PER LE SQUADRE ANTINCENDIO


Numerosi incendi nel Calatino da contrada Gallo a Vizzini


Danni nella zona del Calatino, dove ettari di terreno sono stati divorati dalle fiamme, con notevoli danni per la vegetazione. A limitare i danni gli agenti del corpo forestale, che hanno dovuto combattere a lungo prima di avere ragione del fuoco. In contrada Gallo, territorio di Caltagirone, un vasto incendio è divampato nella mattinata. A causa del propagarsi delle fiamme, favorite dal vento che soffiava nella zona, sono intervenute sul posto 2 squadre della forestale del distaccamento di Caltagirone.
Dopo circa 90 minuti d'intenso lavoro, le squadre antincendio hanno spento le fiamme, che avevano divorato un ettaro di terreno costituito da macchia mediterranea disseminata di sterpaglie. Il fuoco ha anche lambito una casa rurale, ma grazie all'operato dei vigili del fuoco, si è evitato che la raggiungesse. A Vizzini, in località Rocca, 5mila mq di terreno, con presenza di eucaliptus e alberi di alto fusto, è andato bruciato. Ad avvistare l'incendio, alcuni agricoltori che hanno lanciato l'allarme agli operatori del 1515. I pompieri, dopo essere giunti sul posto, hanno operato per circa un'ora, riuscendo a limitare i danni. Sempre in territorio di Vizzini, in contrada Scalo, mille metri quadrati di terreno sono stati avvolti dalle fiamme. L'incendio ha interessato alberi di alto fusto e vegetazione spontanea. Anche in questo caso, l'intervento dei pompieri ha evitato che le fiamme si propagassero. In tutti i casi, non si esclude l'opera dolosa da parte dei soliti incendiari.
NUNZIO LEONE

28 Settembre2014




BELPASSO (CT). UNA SQUADRA DELLA FORESTALE È INTERVENUTA IN CONTRADA VALLELUNGA PER SPEGNERE UN INCENDIO CHE HA BRUCIATO UN ETTARO DI SUPERFICIE













28 settembre 2014

ANCHE I FORESTALI IN RIVOLTA CONTRO QUESTO GOVERNO


Lumia & Crocetta insistono: da soli contro tutti, alla faccia dei renziani dissidenti


LA RIUNIONE DEI SEGUACI DI RENZI DI QUALCHE GIORNO FA, A PALERMO – CON LE SOLE ECCEZIONI DI FERRANDELLI E ZAMBUTO – SI E’ CONCLUSA CON L’INDICAZIONE DI SFIDARE L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA (DIFESA A OLTRANZA DI NELLI SCILABRA) E LA PIAZZA (GLI SCIOPERI PREVISTI LA PROSSIMA SETTIMANA)

L’unico dato ceto è che il senatore Giuseppe Lumia e il governatore Rosario Crocetta sono più che mai intenzionati a tirare dritto. Sfidando, contemporaneamente, l’Assemblea regionale siciliana dove sono in minoranza, sfidando una parte dei renziani dell’Isola che ormai contestano apertamente la leadership di Davide Faraone e, soprattutto, sfidando mezza Sicilia ormai in rivolta, dai forestali ai lavoratori della formazione professionale, dai dipendenti degli enti che operano in agricoltura ai Sindaci che contestano la folle gestione dei rifiuti costruita attorno agli interessi, non esattamente ‘trasparenti’, dei ‘Signori delle discariche’.
Insomma Lumia e Crocetta non cedono nemmeno di fronte alla realtà dei numeri di Sala d’Ercole. A proposito della censura all’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra – l’abbiamo scritto un paio di settimana fa, lo ribadiamo oggi – sono più che mai intenzionati a sfidare l’Ars. Nel caso in cui la censura verrà approvata – cosa molto probabile – la bella Nelli potrebbe non dimettersi.
Insomma, il senatore e e il governatore hanno a disposizione l’ultima carta: la certezza che i parlamentari di Sala d’Ercole non manderanno a casa il Governo perché nessuno vuole perdere i 18 mila euro al mese. E su questo basano tutto. Quindi resistenza a oltranza, costi quel che costi.
In fondo, la riunione dei renziani siciliani di qualche sera fa è servita proprio a questo: a dare a Lumia e Crocetta il placet per continuare a lasciare il Governo regionale immutato, salvo qualche piccola variazione.
Certo, non tutti i renziani siciliani la pensano così. Il parlamentare regionale Fabrizio Ferrandelli e Marco Zambuto, al contrario, avrebbero marcato qualche differenza. Sollecitando, a quanto sembra, l’azzeramento della Giunta di Rosario Crocetta. Ma la loro linea non è passata.
Ciò non significa che Ferrandelli e Zambuto hanno perso. Perché nei territori sono tanti i dirigenti renziani che non condividono la linea di Lumia e Crocetta. 
Ma questo non sembra preoccupare più di tanto Lumia, Crocetta, Davide Faraone, Giuseppe Lupo e Totò Cardinale da Mussomeli, che a sala d’Ercole e fuori hanno deciso di serrare le fila. E comu fiunisci si cunta… 
Un’altra novità tra i renziani siciliani è rappresentata dall’appannamento, ormai sempre più evidente, dell’immagine del parlamentare nazionale, Davide Faraone.
Renziano della prima ora, Faraone, fino a qualche settimana fa è stato considerato il leader dei renziani siciliani. Ora non lo è più. Lo stesso Renzi, forse a malincuore, ha dovuto prendere atto delle insufficienze di Faraone, che in questi mesi ha sbagliato troppi passaggi. E l’ha sbattuto fuori dalla direzione nazionale del Partito.
Clamoroso, per esempio, il ‘caso’ che Faraone ha creato in occasione della compilazione della lista del PD alle elezioni europee. Quando ha proposto il Sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, dopo che Renzi aveva assegnato il posto di capolista a Caterina Chinnici.
Un altro errore potrebbe essere stato la sponsorizzazione dell’incontro promosso qualche tempo da Totò Cardinale da Mussomeli e dai suoi ‘giannizzeri’. In pratica, una banda di riciclati a convegno per celebrare l’appoggio non al PD, ma al Governo Crocetta.
Solo che in questa convention di trasformisti-sopravvissuti in cerca di improbabili riconferme, non si capisce come e soprattutto perché, hanno fatto arrivare il vice segretario nazionale del PD, Lorenzo Guerini, che si è ritrovato in un ‘Paesaggio politico’ da Vicerè di Federico De Roberto. Cosa, questa, che sembra non essere piaciuta molto allo stesso Guerini. Anzi…
Ma la cosa che non sembra essere andata a genio a Roma è la gestione, da parte di Faraone, del ‘caso Sicilia’, cioè del bailamme tra Lumia e Crocetta da una parte e il PD siciliano dall’altra parte.
Invece di trovare una mediazione politica degna di questo nome, Faraone, appena Lumia e Crocetta gli hanno fatto intravedere una bella ‘scorpacciata’ di poltrone, non ci ha visto più dagli occhi e si è gettato nel ‘formaggio’ del Governo e, soprattutto, del sottogoverno. “Dimostrando – ci dice un nostro amico renziano in dissenso, ovviamente, con Faraone – di essere un ‘azzicca-forchetta’. Altro che leader dei renziani siciliani!”.
Infatti Faraone leader dei renziani siciliani non lo è più. Lo stesso Giuseppe Bruno, nominato assessore regionale al Lavoro, non viene riconosciuto come renziano tra i renziani di Sicilia, ma come espressione diretta di Faraone, che anche in questo caso ha ‘azziccato’ una bella forchettata nella Giunta…
Insomma, i dissensi, nell’area del Governo Crocetta, crescono. Si racconta che anche Giuseppe Lupo avrebbe i suoi problemi. Alcuni, tra i suoi, gli rimproverano di essere entrato nel Governo sbagliato. In un momento in cui la crisi finanziaria – accompagnata dalla gestione pessima dello stesso Governo regionale – non consente di dare risposte.
A quanto si racconta, questa volta Lupo avrebbe fatto tutto da solo, non ascoltando il suo tradizionale mentore, Sergio D’Antoni, che si dice non fosse d’accordo nella partecipazione al Governo. Per non parlare di Luigi Cocilovo, che qualche mese fa si è addirittura dimesso dalla direzione regionale del PD, in polemica con un partito allora troppo ‘sdraiato’ sul Governo Crocetta.
Insomma, l’assessore Maurizio Agnello sarebbe opera del solo Lupo. Anche se alcuni esponenti vicini all’ex segretario regionale del Partito confidano in un possibile cambiamento di opinione: “Il prossimo 4 ottobre è San Francesco e magari Lupo diventa buono e lascia Crocetta e Lumia…”.

28 Settembre 2014
http://www.linksicilia.it/2014/09/lumia-crocetta-insistono-da-soli-contro-tutti-alla-faccia-dei-renziani-dissidenti/