Dal sito palermo.repubblica.it
Daniele Cucco: “Ho sempre pensato che fosse la mia strada. Ho investito tempo e risorse per questo obiettivo, speravo di sistemarmi”
di Miriam Di Peri - 16 Dicembre 2023
Daniele Cucco ci aveva creduto davvero. Come la maggioranza dei 700 candidati al concorso per il Corpo forestale che adesso rischia di restare con un pugno di mosche in mano. «È un’ingiustizia — sbotta — rischio di pagare per colpe che non sono mie. Ci sono state delle mele marce? Bene, le trovino. Ma non facciano pagare questo conto salatissimo anche a chi non ha colpe».
È un sentire comune, tra i 700 risultati idonei alle prove per il concorso su oltre seimila partecipanti (a fare domanda erano stati in 20 mila). Lo stesso concorso che ha visto in vetta alla prima graduatoria Alessio Salerno, figlio di Giuseppe, ex capo del Corpo forestale. Così la Regione in autotutela ha annunciato di andare verso l’annullamento della prova. «Rincresce per i tanti giovani che hanno partecipato — ha detto il governatore Renato Schifani — ma l’annullamento è l’unica soluzione percorribile».
Resta l’amaro in bocca per chi ci ha creduto. Come Daniele, 28 anni, un diploma in agraria e un rapporto viscerale con la montagna, con i Nebrodi, con le Madonie. Originario di Castelbuono, ha battuto i boschi dell’hinterland della fascia tirrenica dell’Isola da quando era bambino: il pallino dell’ecologia e della tutela dell’ambiente, il sogno nel cassetto di fare la guardia forestale. Ma nessun concorso all’orizzonte, almeno da quando è nato. Perché l’ultimo precedente risale a circa trent’anni fa. «Quando ho saputo di questa possibilità non ho avuto dubbi: ho sempre pensato che la mia strada dovesse essere quella».
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Un’estate passata sui libri a studiare per la prova scritta fino al giorno della convocazione, a fine ottobre, a Siracusa. «Sono partito alle 6 del mattino, ci ho messo tre ore piene per raggiungere la sede dell’esame. Ho investito, tempo, risorse, energie. Sono entrato nell’elenco degli idonei e aspettavo le prove successive per dimostrare le mie conoscenze in materia. Chi mi ripaga adesso di tutto questo? Perché devo essere io a pagare perché qualcuno potrebbe avere fatto il furbo? Non è giusto».
Le prove successive sarebbero state quella psicologica, la prova fisica e infine il tirocinio. «Sono diplomato all’agrario — racconta ancora — ho studiato silvicoltura, conosco il ciclo dei pascoli di montagna: molti dei miei amici sono allevatori, vivo la montagna anche dal punto di vista della pastorizia: una guardia forestale è tenuta ad occuparsi anche della tutela delle aree destinate al pascolo».
Senza contare, appunto, l’esperienza diretta coi boschi. «Provengo da un paese semi-montato, sono un appassionato ricercatore di funghi, amo i percorsi di trekking, le escursioni alla ricerca di specie endemiche delle Madonie. C’è stato un periodo in cui uscivo per cercare quel determinato tipo di orchidea che cresce solo sulle Madonie e non tornavo indietro fino a quando non l’avevo trovata nel suo habitat naturale. Lo stesso per l’abete dei Nebrodi, di cui esistono soltanto pochissimi esemplari originali. È come toccare un reperto dell’era glaciale, è un’emozione enorme. Ma c’è anche il basilisco delle Madonie e il suo fiore unico al mondo. Su questo avrei voluto essere messo alla prova. Di certo non mi sarei aspettato di pagare gli errori di qualcun altro».
Negli ultimi anni Daniele è stato anche un volontario della Protezione civile nella campagna antincendio: «Do il mio contributo come posso, confido che possa diventare il mio lavoro». Dietro c’è anche un progetto di vita: «Con la mia fidanzata immaginiamo un futuro insieme, un lavoro stabile accelererebbe quel percorso e ci consentirebbe di dare alla banca garanzie che oggi non possiamo offrire. Così, invece, si resta in un limbo. È angosciante non sapere cosa sarà del mio futuro, è una delusione fortissima. Io ci ho creduto e l’ho fatto onestamente, come la maggioranza degli altri idonei. Chiederemo un incontro al presidente della Regione, non ci sentiamo tutelati da nessuno. Ma la nostra voce — conclude — merita di essere ascoltata».
Fonte: palermo.repubblica.it
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