LTI di Linguaglossa
Vi è un fenomeno planetario, con aspetti catastrofici, che si chiama incendio boschivo.
In Sicilia, terra dal clima ambientale che facilmente arriva a picchi estivi capaci di superare i quaranta gradi, il fenomeno si è combattutto bene attraverso un sistema di vedette e di squadre antincendio, coordinate dal Corpo forestale regionale, pronte ad intervenire nei tempi brevi e nei modi opportuni. Sistema che ha consentito la repressione di incendi nelle condizioni peggiori, senza mai permettere la loro espansione imperitura per settimane o per mesi, così come, purtroppo, capita in altri contesti.
Sistema che ha difetti, ma che ha dimostrato, negli anni, attraverso l’azione non senza “ferite” nei suoi uomini, una grande validità.
Ciononostante, invece di riconoscere, sostenere la validità di questo sistema e cercare di migliorarlo in quei suoi aspetti ancora “grezzi”, si procede alla sua insensata demolizione.
Un tale atteggiamento sarebbe stato comprensibile e ragionevole se gli incendi boschivi avessero una medesima parabola discendente: ma, purtroppo, così non è!
Non lo è per vari fattori che possono sintetizzarsi nella miopia politica che porta all’abbandono dei terreni agricoli e alla diffusione di una mentalità superficiale, facilona, votata alla distruzzione per semplice ignoranza.
Quindi, come spiegare una simile scelta scellerata?!
Non trovo altri argomenti che mi distolgano dall’idea che chi decide sulla vita di comunità e territori viva in un contesto lunare, lontano da quei territori e da quelle comunità che gestiscono.
All’orizzonte non si vede la costituzione di squadre equivalenti, magari con diversa gestione ma con una formazione adeguata alla pericolosità e all’importanza del compito da svolgere.
Ciononostante non si manifesta neanche la volontà di immettere giovani nelle squadre già esistenti, scelti con criteri di opportuna selezione fisico-attitudinale, a cui i cinquantenni possano dare il testimone della difesa dei territori e una professionalità competente e rispettabile.
Quello che si vede all’orizzonte è il nulla.
Il “nulla” ovvero l’opera dell’ inettitudine, elevatasi negli ultimi decenni, per meraviglia delle cose umane, a gestione della “cosa pubblica”.
O sarebbe meglio dire: a demolizione della cosa pubblica.
In ciò vi è una diretta equivalenza fra chi gestisce politicamente e chi si approfitta, per superficialità e faciloneria, a manifestare la propensione alla distruzione.
Il legame “inculturale” è del tutto evidente nella distruzione di istituzioni, territori e comunità.
Oggi ho sentito un balbettio pretesco scimmiottare i suoi degni predecessori in un mantra stantio, quanto superficiale e facilone, il quale cercando di offuscare le proprie insufficienze amministrative, punta il dito contro il solito capro espiatorio: sono i forestali a causare gli incendi boschivi!
Solo che gli incendi sono sempre in terreni privati ed abbandonati! Dove i forestali non lavorano e, semmai, ci vanno a spegnerli quegli incendi, rischiando ogni volta la propria incolumità e la propria vita.
Ma questa gretta “Ignoranza”, essendo tale, non può saperlo. Questa “Presunzione”, essendo tale, non vuole saperlo.
La nullità può sapere solo del nulla.
Vi è un fenomeno planetario, con aspetti catastrofici, che si chiama incendio boschivo.
In Sicilia, terra dal clima ambientale che facilmente arriva a picchi estivi capaci di superare i quaranta gradi, il fenomeno si è combattutto bene attraverso un sistema di vedette e di squadre antincendio, coordinate dal Corpo forestale regionale, pronte ad intervenire nei tempi brevi e nei modi opportuni. Sistema che ha consentito la repressione di incendi nelle condizioni peggiori, senza mai permettere la loro espansione imperitura per settimane o per mesi, così come, purtroppo, capita in altri contesti.
Sistema che ha difetti, ma che ha dimostrato, negli anni, attraverso l’azione non senza “ferite” nei suoi uomini, una grande validità.
Ciononostante, invece di riconoscere, sostenere la validità di questo sistema e cercare di migliorarlo in quei suoi aspetti ancora “grezzi”, si procede alla sua insensata demolizione.
Un tale atteggiamento sarebbe stato comprensibile e ragionevole se gli incendi boschivi avessero una medesima parabola discendente: ma, purtroppo, così non è!
Non lo è per vari fattori che possono sintetizzarsi nella miopia politica che porta all’abbandono dei terreni agricoli e alla diffusione di una mentalità superficiale, facilona, votata alla distruzzione per semplice ignoranza.
Quindi, come spiegare una simile scelta scellerata?!
Non trovo altri argomenti che mi distolgano dall’idea che chi decide sulla vita di comunità e territori viva in un contesto lunare, lontano da quei territori e da quelle comunità che gestiscono.
All’orizzonte non si vede la costituzione di squadre equivalenti, magari con diversa gestione ma con una formazione adeguata alla pericolosità e all’importanza del compito da svolgere.
Ciononostante non si manifesta neanche la volontà di immettere giovani nelle squadre già esistenti, scelti con criteri di opportuna selezione fisico-attitudinale, a cui i cinquantenni possano dare il testimone della difesa dei territori e una professionalità competente e rispettabile.
Quello che si vede all’orizzonte è il nulla.
Il “nulla” ovvero l’opera dell’ inettitudine, elevatasi negli ultimi decenni, per meraviglia delle cose umane, a gestione della “cosa pubblica”.
O sarebbe meglio dire: a demolizione della cosa pubblica.
In ciò vi è una diretta equivalenza fra chi gestisce politicamente e chi si approfitta, per superficialità e faciloneria, a manifestare la propensione alla distruzione.
Il legame “inculturale” è del tutto evidente nella distruzione di istituzioni, territori e comunità.
Oggi ho sentito un balbettio pretesco scimmiottare i suoi degni predecessori in un mantra stantio, quanto superficiale e facilone, il quale cercando di offuscare le proprie insufficienze amministrative, punta il dito contro il solito capro espiatorio: sono i forestali a causare gli incendi boschivi!
Solo che gli incendi sono sempre in terreni privati ed abbandonati! Dove i forestali non lavorano e, semmai, ci vanno a spegnerli quegli incendi, rischiando ogni volta la propria incolumità e la propria vita.
Ma questa gretta “Ignoranza”, essendo tale, non può saperlo. Questa “Presunzione”, essendo tale, non vuole saperlo.
La nullità può sapere solo del nulla.
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