Dal sito www.ragusaoggi.it
di Irene Savasta 14 Aprile 2022
- 30 giugno 2017: un incendio di proporzioni bibliche invade la pineta di Chiaramonte Gulfi, devastandola in gran parte e distruggendo private abitazioni e danneggiando seriamente anche delle aziende agricole. Perfino molti capi di bestiame vengono uccisi dal fumo e dal fuoco. Per non parlare del fatto che il paese, per alcuni giorni, è rimasto in balia di continui focolai che continuavano ad essere riaccesi.
- 20 giugno 2021: un incendio fa temere il peggio al confine fra Chiaramonte e Monterosso. Da contrada Passione, le fiamme continuano a interessare aree forestali e aziende, tanto che alcune di queste vengono messe seriamente in pericolo.
- 11 agosto 2021: un terribile incendio devasta Calaforno. E’ uno dei più gravi episodi in provincia, pari all’incendio del 30 giugno 2017 di Chiaramonte. I comuni interessati sono quelli di Monterosso e Giarratana, in un’area forestale che comprende lo splendido parco di Calaforno, andato quasi completamente bruciato e molti animali che vi erano all’interno sono morti.
Sono questi i tre episodi più recenti e più gravi che si sono verificati nelle estati passate in provincia di Ragusa.
Ogni anno, si attende l’estate tanto quanto la si teme. Sappiamo tutti, purtroppo, per comune esperienza che non vi è estate in Sicilia senza incendi. Qualcosa che veramente non può più essere tollerata. Che siano isolati piromani o gente senza scrupoli che agisce secondo la mentalità della cosiddetta “mafia dei pascoli”, il risultato non cambia. Ogni anno, centinaia di migliaia di risorse in termini di uomini e mezzi vengono adoperati per spegnere gli incendi che qualcuno (perché certamente non crediamo all’autocombustione) si diverte, per un motivo o per un altro, ad appiccare.
E quest’anno, i vertici regionali, riusciranno ad organizzarsi per tempo? Siamo ad aprile, ma sembra che qualcosa cominci già a smuoversi.
E’ stata infatti indetta una riunione da Nello Musumeci fra i vertici regionali del Corpo Forestale e dei Vigili del fuoco, per iniziare a parlare sin da ora di interventi antincendio. E la possibilità di usare gli operai forestali già dal 26 aprile.
Si è parlato di uso di droni per prevenire gli incendi, si è parlato di prevenzione e controllo di chi non ripulisce i propri terreni incolti e si è parlato di competenze. E su quest’ultimo punto vogliamo soffermarci.
Raccapezzarsi, intanto, sulle competenze di ognuno, non è cosa facile. Le squadre antincendio del corpo forestale possono intervenire nelle aree di competenza boschive ma se si tratta di mettere al sicuro dei civili (per esempio una fattoria) la competenza è dei vigili del fuoco. Ora, è chiaro che si creano in queste situazioni dei momenti in cui c’è il solito rimpallo di responsabilità, che di certo non giova a chi in quel momento ha necessità di essere soccorso. Musumeci, infatti, ha dichiarato: “L’importante non è chi faccia qualcosa e chi debba intervenire quando c’è un incendio, non solo boschivo, ma che qualcuno la faccia e soprattutto con tempestività”, ben conscio di queste stranezze burocratiche che si vengono a creare.
Durante il vertice si è parlato anche di prevenzione, con l’impiego degli operai forestali già dal 26 aprile.
E l’invito è sempre lo stesso, ogni anno: ricordare ai sindaci e ai proprietari di terreni incolti di predisporre subito i viali tagliafuoco, pena pesanti sanzioni nei confronti dei privati inadempienti affidate alle forze dell’ordine e agli agenti del Corpo forestale. L’incuria di qualcuno non può essere fra le cause degli incendi. Per questo è stato deciso che si farà ricorso anche all’uso di droni in sede di prevenzione, nella lotta ai piromani e nella segnalazione immediata di focolai.
Fonte: www.ragusaoggi.it
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