21 agosto 2021

GLI INCENDI, UN DISASTRO ANNUNCIATO: COSA FARE PER DIFENDERE I NOSTRI BORGHI. POTENZIARE LA PRESENZA DI VIGILI DEL FUOCO, PROFESSIONISTI E VOLONTARI APPOSITAMENTE PREPARATI. ANCHE SE IN SICILIA, INSIEME ALLA CALABRIA CI SONO, TRA FISSI E PRECARI, PIÙ DI 20.000 FORESTALI


Dal sito www.repubblica.it

di Fiorello Primi -12 Agosto 2021 

L'intervento del presidente dell'associazione "I borghi più belli d'Italia"

Un disastro ampiamente annunciato quello degli incendi boschivi. E’ la solita litania tutta italiana quella di “sorprendersi” per la grande quantità di incendi che sta martoriando il nostro Paese complice l’alta temperatura e la siccità. Ma, come è noto a tutti, gli incendi non scoppiano da soli. C’è di sicuro la longa manus di criminali e della criminalità, quella organizzata che, per i più svariati motivi, hanno interesse a distruggere un patrimonio enorme di boschi, di pascoli, di campagna coltivata senza rendersi conto che, essi stessi, stanno tagliando il ramo, quello della vita, sul quale stanno seduti.

Perché succede tutto questo? Quali possono essere gli interessi che, in tutta Italia, stanno dietro a queste azioni criminali? E’ evidente che possono essere i più svariati, dal lavoro di rimboschimento, alla speculazione edilizia a lungo termine, dalla distruzione di aziende facilmente acquistabili a prezzi stracciati alle vendette personali ecc…
Cosa fare è presto detto ma non facile da realizzare senza un piano antincendio di caratura nazionale se, non addirittura europeo.

Intanto favorire il ritorno di persone sui territori, specie quelli montani, incentivando il lavoro e favorendo la permanenza e il ritorno di giovani nei borghi e nelle aree rurali a presidio del territorio. Una legislazione che impedisca che le aree boschive, dopo l’incendio e per 100 anni, non possano essere modificate dal punto di vista urbanistico con un catalogo nazionale informatizzato così come le aree rurali di pregio.

Mettere in campo un controllo sistematico fatto da persone specializzate e da mezzi tecnologici adeguati, droni, foto trappola, satelliti ecc. in grado di avvertire per tempo l’innesco di incendi per intervenire in maniera adeguata sia nei tempi che nei modi. Magari, perché no, una flotta imponente di arei antincendio di proprietà dello Stato e gestita dalla Aeronautica Militare che potrebbe anche essere utilizzata all’estero.

Potenziare, specie in estate, la presenza di vigili del fuoco, professionisti e volontari appositamente preparati, in tutte le aree più a rischio a partire da quelle montane anche se in Sicilia, la terra maggiormente martoriata dagli incendi insieme alla Calabria ci sono, tra fissi e precari, più di 20.000 forestali. Mancanza di mezzi adeguati? Questione di anagrafe dei dipendenti? Professionalità inadeguate? E’ l’annosa questione sulla efficacia degli interventi sulla prevenzione e, ancora di più, sulla capacità di intervento rapido in caso di eventi che poi diventano disastrosi.

Alcuni dei Borghi Più belli d’Italia in Sicilia e i Calabria sono stati particolarmente colpiti dagli incendi distruggendo uno degli elementi più caratteristici del paesaggio rurale e montano sul quale avevano puntato per un rilancio del turismo insieme alla bellezza dei Borghi.

Insomma occorre mettere in campo una serie di azioni sistematiche che servano anche da deterrente per i criminali che approfittano di ogni occasione per incendiare e per evitare anche quei pochi casi di “disattenzione” colposa.

La “ri-abitazione” del territorio, specie quello montano, e dei Borghi è uno degli elementi fondamentali per tenere sotto controllo i fenomeni naturali e criminosi che possono creare enormi danni all’ambiente e, spesso, portare via delle vite umane.

La manutenzione degli alvei dei fiumi e dei torrenti, la manutenzione del bosco e del sottobosco, i controlli costanti possono essere le azioni che servono per evitare ogni anno di lamentarci dei fenomeni, naturali o provocati dall’uomo, che distruggono parti importanti del territorio, centri abitati e vite umane.

La prevenzione, più dell’emergenza, può portare lavoro e ricchezza nei territori ma per farla in maniera seria e costante occorre che i territori e i Borghi, che sono i centri nevralgici dove si svolge la vita sociale, devono essere messi al centro della politica nazionale per una strategia a medio e lungo termine utilizzando al meglio le risorse messe a disposizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Non è più rinviabile un piano nazionale per la rigenerazione urbana e sociale dei Borghi e dei territori che contribuirebbe non poco alla rigenerazione economica e sociale dell’Italia.

L'autore è presidente dell'associazione "I Borghi Più Belli d’Italia"





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