03 maggio 2021

A BAR SICILIA IL ‘RECOVERY NORD’ E IL SUD DIMENTICATO CON CARTABELLOTTA E CICERO. UNA FETTA IMPORTANTE È DESTINATA ALLO SVILUPPO RURALE. VIDEO


Dal sito www.ilsicilia.it

02 Maggio 2021
A Bar Sicilia si parla di Recovery plan, con la marginalizzazione del Sud e della Sicilia. Ospiti del direttore responsabile de ilSiiclia.it Manlio Melluso e del direttore editoriale Maurizio Scaglione nella puntata numero 155 sono Dario Cartabellotta, dirigente generale dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana, e Mario Cicero, sindaco di Castelbuono e animatore della rete ‘Recovery Sud’, alla quale aderiscono gli amministratori dei Comuni del Mezzogiorno che rivendicano una maggiore attenzione nel Recovery plan.

La discussione è preceduta da un contributo del professor Pietro Busetta, economista, che pur riconoscendo a Mario Draghi la capacità di condurre l’Italia fuori dalla crisi economica, critica la mancanza di attenzione e di visione per il Mezzogiorno d’Italia.

Dario Cartabellotta

Ma cosa è esattamente il Recovery Fund? Un primo quadro lo fa Cartabellotta, che lo collega alla strategia per l’agricoltura: “È un intervento deciso dall’Unione Europea per il superamento di tutto ciò che ha lasciato nel nostro continente la pandemia da coronavirus – dice il dirigente regionale -. Una fetta importante è destinata allo sviluppo rurale, quindi tutto ciò che viene definito oggi rivoluzione verde e agricoltura sostenibile, che si aggancia al Piano di sviluppo rurale attualmente vigente. L’Europa ha preso tutto questo da una comunicazione fatta nel maggio 2020 che ha agganciato l’agricoltura alla strategia del Green Deal, quindi il nuovo corso verde, e del Farm to fork, il cibo che va dall’ agricoltore ‘vero’ alla tavola“.

Attacco frontale e senza remore quello portato avanti da Mario Cicero alla gestione delle risorse del PNRR, che punta il dito contro chi ha mostrato disinteresse per la marginalizzazione del Mezzogiorno nella distribuzione delle somme: “L’associazione dei comuni d’Italia è assente – afferma il sindaco del comune madonita -, l’ho detto l’altro giorno al consiglio direttivo dell’Anci a trazione nordista. Il presidente nazionale, pur essendo di Bari, non ha preso posizione, anzi ha assecondato le scelte che ha fatto il governo. Io ho invitato a confronto i deputati e senatori del Mezzogiorno d’Italia e della Sicilia, ma si sono presentati soltanto in quattro. Invece abbiamo avuto un grande sostegno da parte della Conferenza Episcopale. C’è ancora una volta un furto grossissimo, stanno rubando 60 miliardi che erano assegnati dalla Commissione

Mario Cicero

Europea al Mezzogiorno d’Italia. Il nostro Paese ha avuto queste somme perché il Mezzogiorno d’Italia purtroppo non riesce a mantenersi al passo e ad adeguarsi alle alle strutturarsi sul piano delle Infrastrutture dell’occupazione e del contrasto alla povertà povertà“.

Quali sono i provvedimenti da intraprendere per indirizzare al meglio le misure del Recovery Plan? Cartabellotta ricorda: “Nelle prefazione del Recovery le prime pagine scritte di pugno da Mario Draghi, dal premier, c’è chiaramente indicato il problema italiano della pubblica amministrazione: una pubblica amministrazione che deve avere un ricambio generazionale, perché i giovani che hanno studiato sono sicuramente più pronti in maniera digitale all’evoluzione e all’attuazione del Recovery Plan e per questo devono entrare nella pubblica amministrazione. Seconda cosa importante è la riforma della P.A”. In sintesi, “Riforma della pubblica amministrazione, ringiovanimento e revisione delle procedure sono il modo in cui potremo affrontare dalle Alpi a Pantelleria“.

Un dato emerge dalla discussione: questa volta non si può puntare il dito contro l’Europa: “Bruxelles ci ha considerato e anzi allo Stato italiano sono state date queste risorse perché bisogna investire principalmente al Sud – afferma Cicero – Ritengo invece che occorra un po’ di memoria storica: se vi ricordate, nel 2007, nel 2008 e nel 2009 abbiamo fatto decine e decine di conferenze in cui si è discusso dell’area di libero scambio, che doveva partire nel 2010. Un’idea geniale che allora ha avuto presidente Prodi, quando era presidente della Commissione europea e che avrebbe fatto diventare la Sicilia piattaforma libera per milioni di persone e di una quantità enorme di merci.  Ce ne siamo dimenticati. C’è stato un momento in cui si è bloccato tutto, tutto è ritornato al Nord perché è cambiato il governo nazionale ed è cambiata l’impostazione a livello europeo“. Laconica la conclusione del sindaco di Castelbuono: “A noi da 160 anni ci rubano il futuro“.




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