Nel giro di pochi giorni due roghi sono stati appiccati a Vendicari e Cavagrande. Il sindaco di Noto è convinto che ci sia un piano contro le istituzioni. Sul fronte regionale si attendono novità su forestali e mezzi antincendio
SIMONE OLIVELLI 9 APRILE 2021
«Siamo davanti a un attacco allo Stato». Corrado Bonfanti, il sindaco di Noto, all'autocombustione, non ci crede. Specialmente se nel giro di una decina di giorni ad andare a fuoco sono stati due dei luoghi naturali più importanti del territorio: la riserva di e quella di Cavagrande. Fortunatamente i danni non sono stati ingenti, ma ciò significa poco. «Nel caso di Vendicari l'incendio ha interessato un canneto, ma se non fosse stato per l'intervento dei vigili del fuoco, della Protezione civile e del Corpo forestale poteva accadere ben peggio - prosegue il primo cittadino - Ricordiamo che questo luogo è importante anche per la presenza di tantissime specie importanti di uccelli». Quando si parla di roghi in Sicilia il pensiero non corre ai piromani, intesi come soggetti affetti da psicopatologie, ma a criminali. Che, vicini o meno ai clan, sembrano di certo organizzati.
«L'esatto movente non posso saperlo, ma sono certo che è una sfida alle istituzioni e non credo che per forza debba esserci un collegamento con questo territorio», aggiunge Bonfanti. La provincia di Siracusa per oltre tre anni ha dato al governo Musumeci l'assessore all'Agricoltura, il ramo dell'amministrazione regionale che si occupa della campagna di prevenzione degli incendi, specialmente per quel che concerne l'impiego degli oltre 15mila forestali stagionali che ogni anno vengono assunti per un numero definito di giornate: 78, 101, 151. Fasce d'impiego che potrebbero mutare con la riforma del settore che era stata promessa da Edy Bandiera e che ha ereditato Toni Scilla, il nuovo assessore, ma che ancora non è mai stata presentata. Neanche ai sindacati. «Domani abbiamo un incontro in assessorato - dichiara il segretario regionale di Flai Cgil Tonino Russo - ma non credo che si parlerà di riforma, il disegno di legge temo non sia ancora pronto».
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