Nella foto Salvino Carramusa
di Salvino Carramusa
E’ questo il succo di due commenti (che contengono altre qualificazioni colorite…) a proposito di una video intervista allo scrivente ed a un altro collega curata dalla Flai Cgil Sicilia. Il video e un articolo correlato (“Forestali siciliani, anno zero?”) sono stati successivamente ed opportunamente pubblicati su questo Blog. Di seguito i due commenti (11 e 13 marzo).
Sono abituato a rispondere nel merito.
Noi non siamo all’anno zero. Partendo da ciò che negli anni abbiamo conquistato stiamo tentando di approdare ad una riforma che migliori ulteriormente la condizione della categoria, identificando solamente due fasce di garanzia occupazionale: 151-sti ed Lti.
Allo stesso tempo è necessario migliorare la tutela del patrimonio forestale ed ambientale per contrastare il dissesto idrogeologico e i mutamenti climatici, ampliare la superficie boscata sia da parte del pubblico che del privato, adottare progressivamente i necessari piani di gestione ( con l’apporto dell’Università di Agraria e Scienze Forestali), valorizzare beni e servizi materiali e immateriali. Riqualificare le maestranze e i progettisti. Per fare un esempio, LA SLOVENIA, con il 60% di superficie forestale, fonda la propria economia sui boschi, sull’ecoturismo, sulle utilizzazioni forestali, sui benefici ambientali.
Non siamo all’anno zero, come vorrebbero far credere alcuni neo paladini dei forestali siciliani.
Nel 1947 la superficie forestale siciliana era pari al 4% del territorio regionale, ancor meno la “quota” appartenente al Demanio. Una imponente opera di riforestazione pubblica (specie dagli anni 50’ agli anni 90’) ha fatto sì che oggi quella superficie sia pari all’11% ( a fronte della media nazionale del 34%). Purtroppo non si tratta di superficie a densità colma ( incendi, fallanze, limitata rinaturalizzazione, eccessivo pascolamento). Molto meno significativa l’incidenza dei rimboschimenti eseguiti da privati.
Una imponente opera di riforestazione che fu condotta sia in amministrazione diretta che indiretta (“appaltanti”). Il lavoro era durissimo, si sconoscevano le norme sulla sicurezza; non vi erano fasce di garanzia, con turni anche di 25 giornate. Non vi erano lavoratrici forestali.
La prima legge sulle garanzie occupazionali è del 1981, sino ad arrivare alla 14/06 e succ. mod. ed integrazioni che oggi regola il settore. Attraverso il cosiddetto meccanismo del Turn-over, introdotto nel 1989, non si deve attendere esclusivamente una legge successiva per transitare nella categoria superiore. Vi è inoltre un elevato tasso di femminilizzazione favorito dalle iniziative delle donne, delle OO.SS, della Flai, da norme specifiche della L.r.s.11/89 che stabilirono quote di ingresso e posizionamento in graduatoria.
Contraddizioni tante negli anni, ma anche assestamenti e progressivi adeguamenti delle graduatorie e delle tutele occupazionali e contrattuali.
In Sicilia l’attività forestale, a differenza della maggior parte delle regioni d’Italia, era ed è rimasta prevalentemente pubblica.
Oggi il numero dei forestali è molto diminuito, così come le relative giornate. Il costo è di circa 260.000.000 di euro l’anno. Questa condizione potrà favorire il percorso verso la riforma: 151-isti ed Lti. Che già ha un costo.
La stabilizzazione full time, tenuto conto dei numeri attuali, avrebbe un impatto di 600/700.000.000 di euro l’anno. Svariati i tentativi in passato da parte di alcune organizzazioni sindacali autonome. Ora si aggiunge la procedura di infrazione promossa da tanti lavoratori attraverso uno studio legale. Ammesso che si concluda “positivamente”, dove la scova questa somma la Regione in una situazione economica e finanziaria difficilissima? Senza considerare quanto questo comporterebbe in termini di gestione e amministrazione. “ Fatti e misfatti” del passato e del presente non si traducono automaticamente in denaro contante!
Se aggiungiamo a questa cifra.. il costo potenziale dell’azione di risarcimento danni per la reiterazione dei contratti a termine (sentenza di primo grado di Ragusa), ipotizzando che questa azione legale fosse condotta da tutti i forestali attuali e si chiudesse positivamente nei vari gradi di appello, l’ammontare complessivo (stabilizzazione più risarcimento), in prima battuta, sarebbe attorno al 1000.000.000 di euro!
Sarebbero questi i ragionamenti disastrosi per la categoria? Le minacce o i ricatti? Se il Governo è in grado di impegnare queste cifre che ben venga… . Però sino ad ora non lo ha detto nessuno! Non mi pare che sia possibile! E si potrebbero aprire altri scenari..!
Noi ci auguriamo che l’ipotesi di riforma delle due fasce diventi al più presto legge. Che diventi un INVESTIMENTO STRATEGICO per lo sviluppo ecosostenibile della Sicilia, che sia un incentivo portante per implementare la filiera della green economy e una prospettiva di lavoro anche per i giovani.
STIAMO VIVENDO UNA EMERGENZA SANITARIA ED ECONOMICA GRAVISSIMA. RECENTEMENTE L’OMS HA DEFINITO LA CONTAMINAZIONE DA CORONAVIRUS PANDEMICA (FORSE CI HA PERSO UN PO’ DI TEMPO..). UN RINGRAZIAMENTO AL PERSONALE SANITARIO PER QUELLO CHE STA FACENDO, NONOSTANTE I TAGLI DELL’ULTIMO DECENNIO CHE LO COSTRINGONO A TURNI MASSACRANTI (MANCANO DECINE DI MIGLIAIA DI MEDICI E INFERMIERI).
L’ITALIA HA REAGITO PRIMA E MEGLIO DEGLI ALTRI PAESI EUROPEI. TANTI I PROVVEDIMENTI DELLE AUTORITA’ POLITICHE E SANITARIE CHE VIA VIA SI SONO ADEGUATE ALL’EMERGENZA.
UN RUOLO IMPORTANTE STANNO AVENDO LAVORATORI E SINDACATO CONFEDERALE CON LA SOTTOSCRIZIONE DI INTESE, A PIU’ LIVELLI, PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI.
SE NE DEVE VERIFICARE L’APPLICAZIONE E L’ADEGUAMENTO NEI NOSTRI LUOGHI DI LAVORO.
INTANTO E’ INDISPENSABILE, COME CITTADINI, ADEGUARSI ALLE PRESCRIZIONI VIGENTI.
Palermo li 14/03/2020
Salvino Carramusa, Rsa/Rls Flai Cgil
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Forestali siciliani, anno zero?
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