Aspi di Linguaglossa (Ct)
10 Maggio 2018. Vi è la festa sportiva del giro d’Italia, che è passata anche in Sicilia, fra i salamelecchi alla beltà dell’isola, alla sua storia, alla sua cucina, ai suoi paesaggi.
Nella festa tutto dev’esser bello, elogiato, senza macchie. Ma già la partenza del giro rivela l’imbroglio: che c’entra Israele con l’Italia ed il suo giro?... Che c’entra lo sport con i venti di guerra che quello Stato, in questo momento, alimenta?...
<<Sarà bellissima!>> diceva uno spot politico, alla fine vincente in quest’isola da sempre imbrogliata da quel: <<Tutto deve cambiare affinchè nulla cambi!>>
Alla fine, infatti, niente è cambiato, e quell’auspicio di bellezza superlativa rimane, come in ogni politica di parole incoerenti, lettera morta o, peggio ancora, mai nata.
Il bel paesaggio siculo è il più montuoso d’Italia ed il più vasto.
E’ fra quei paesaggi più abbandonati dalle antiche attenzioni contadine, ed è fra quei paesaggi che, in estate, più si espongono al disastro degli incendi.
Il giro d’Italia si svolge, lo ha attraversato, ma non si cura se l’organizzazione di prevenzione e repressione degli incendi boschivi sia stata avviata a preservare questa bellezza: se i mezzi, gli strumenti, il personale siano pronti alla loro missione.
Una missione importante, di cura del bene ambientale e di guerra contro la distruzione che avanza.
Una distruzione avallata da una cultura socio-politica, deviante, decadente, irresponsabile: nociva ad ogni bellezza!
Siamo ad un mese dall’inizio della campagna di antincendio boschivo e tutto tace, come se niente fosse: come se non ci riguardasse.
Ma ci riguarda eccome!
Quando le fiamme ci circonderanno e ci saranno danni, i giornalisti da strapazzo criticheranno l’esercito dei forestali siciliani, che non fermano i roghi, come invece fanno i bravi rangers del Canada (nel circolo polare artico!) o nel virtuoso nord italico, dove l’erba in estate neanche secca e i lavori forestali della manutenzione vengono svolti, per analoghi importi (tramite gare pubbliche) da ditte private.
Ci riguarda quando le fiamme lambiscono ambienti, piante, animali, beni demaniali, centri abitati, la vita di persone!... Di quelle persone che difendono le rispettive proprietà o quelle altre che lottano come addetti allo spegnimento, con passione mal riposta, perchè mal ripagata dall’opinione pubblica disinformata da quella pubblicistica superficiale che li avversa.
Una passione mal riposta, perchè mal ripagata da una dirigenza che sconosce l’esperienza e la fatica di uno spegnimento: il sapore del fumo, i movimenti concitati nella calura estiva, dentro tute ignifughe, caschi, guanti. Non è l’acqua che spegne gli incendi, ma il nostro sudore, la nostra passione!
Una passione mal riposta, perchè se, in questo compito, ci s’infortuna si rimane a “pane ed acqua”, con poco più di venticinque euro al giorno, perdendo, paradossalmente, contributi ed indennità di disoccupazione, rischiando, così, la bancarotta familiare, sociale: la dignità esistenziale!
Non ci sarà nessuno che ufficialmente chiederà: come è andata? Cosa è successo? Dove si è sbagliato? Come si può ovviare a questo sbaglio?...
Carne da fuoco, carne da bruciare, ecco cosa siamo noi A.S.P.I.!
Ma questo il “carrozzone” del giro d’Italia non lo sa e non è compito suo saperlo, sono altri gli affari che lo riguardano.
Dovrebbe riguardare, invece, la nostra Giunta regionale, o il parlamento più antico d’Europa!
La prosopopea untuosa di glorie oggi immeritate da quel procedere politico ipocrita, contro la gente, contro la vita: contro la bellezza!
Se si vuole parlare davvero di bellezza, sono altre le parole, sono queste le parole:
<< Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore >>
(Peppino Impastato)
La bellezza è dignità: è anche lealtà fra i cittadini.
“Sarà davvero bellissima” solo quando vincerà la lealtà sulla furbizia e sull’imbroglio.
L’operato degli addetti allo spegnimento incendi ha la bellezza della dignità più vera: quella capace di rischiare l’icolumità e la vita senza un adeguato riscontro.
Cosa incomprensibile, questa, ad ogni vigliacca furbizia, ad ogni noncuranza, ad ogni superficialità negligente che non provvede, nei modi e nei tempi opportuni, ad adempiere al proprio dovere.
Se solo ci fosse la volontà politica e la preparazione dirigenziale, con la manovalanza e specializzazione del forestali, la Sicilia sarebbe un giardino. Saluti Giuseppe Candela
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