di Livio Mario Cortese
ETNA - Volontari di tutte le età hanno impegnato braccia, tempo e cuore per il Parco dell’Etna. Stamattina, durante la nuova edizione di “Meglio Parco che sporco”, iniziativa lanciata da ormai quattro anni, ben diciassette Comuni alle falde del vulcano (uno più dell’anno scorso, su un totale di venti) hanno promosso la pulizia dei siti compresi entro l’area naturale protetta.
A Nicolosi le prime ore non sono state agevoli, ma non ci si è fermati: “Siamo qui principalmente per compiere un gesto d’amore verso la natura”, ha affermato la presidente Marisa Mazzaglia, “e per dare testimonianza della nostra presenza. Come Ente possiamo esercitare una spinta sulle istituzioni, perché cooperino alla tutela del Parco”. Carichi i membri del CAI locale, pronti ad attaccare per alcuni chilometri il Sentiero delle Ginestre –poco oltre la sede del Parco-: “La situazione non è critica”, ci ha detto un esponente del gruppo, “ma le zone turistiche presentano la solita immondizia, mentre alcune microdiscariche contengono amianto, copertoni ed elettrodomestici: ci occuperemo di rimuoverne una parte, segnalando i rifiuti speciali”.
Compiti impegnativi, vista l’estensione del Parco e le cattive abitudini generalmente diffuse, tanto da rendere problematico l’operato delle normali forze di polizia. A tale proposito Salvatore Cocina, dirigente dell’Ufficio Speciale per la Differenziata, riferisce che un passo da compiere prossimamente sarà la formazione, in appoggio, di “Ispettori Volontari Ambientali” o ecovigili (già esistenti in altre regioni d’Italia), con la mansione di accertare e segnalare gli illeciti alle autorità competenti. Il riscontro nei Comuni partecipanti sembra essere stato piuttosto alto, sebbene (almeno sul versante Sud) la giornata piovosa abbia fatto da ostacolo. La pineta di Nicolosi è stata battuta da alcune guide e soprattutto da allievi del liceo “G. Galilei” di Catania. “Questi alunni seguono un programma di alternanza scuola-lavoro”, ci ha illustrato la prof. Busà, “e sono attualmente in formazione presso il Parco dell’Etna come ‘piccole guide’ ”.
Si tratta di un progetto analogo ad altri sviluppati nelle altre aree protette lungo tutta la penisola: “Da Marzo 2017 i nostri studenti accompagneranno sull’Etna alcuni loro coetanei provenienti da diversi Paesi europei, nell’ambito di alcuni scambi culturali che la scuola sta promuovendo”. A Tarderia ha operato, tra le altre, l’associazione Etnatura. “Non abbiamo raccolto molto, visto il maltempo”, ammette il fondatore Agatino Reitano, “ma abbiamo trasformato la giornata in un incontro collettivo nel quale soprattutto i più giovani sono stati sensibilizzati sulle motivazioni di un’iniziativa come questa”. Non un cattivo bilancio, quindi, rivolgendosi ad alunni di scuola primaria e secondaria. Anche a Belpasso la locale sezione del CAI ha dovuto rinunciare, viste le pessime condizioni metereologiche a Piano Bottara.
“Ma una giornata di pulizia la organizzeremo tra non molto”, assicura il presidente Pietro Sambataro. Da parte istituzionale, la difficoltà della situazione è, nel complesso, ben chiara. “Sta funzionando bene la sinergia tra Comuni, enti privati, scuole e Protezione Civile”, nota Cocina, inserendo però la questione del Parco in un quadro che riguarda l’intera regione: “L’estate scorsa è emerso che in Sicilia il 90% dei rifiuti finisce in discarica: è un danno per l’ambiente ed uno spreco di risorse. In questo siamo l’ultima regione d’Italia”. Esiste peraltro una normativa europea che fissa un massimo del 50% da raggiungere entro il 2020. Lavorando alla base del problema, l’Ufficio per la Differenziata -operativo da Settembre- sta monitorando lo stato della raccolta nei vari Comuni regionali e incontrando i sindaci, con l’obiettivo d’incrementare il ritiro porta a porta dei rifiuti e aumentare le possibilità degli impianti di compostaggio. Accanto a prevenzione e vigilanza, è su una diversa mentalità che dovrà svilupparsi la maggior parte del lavoro.
12 Novembre 2016
La meravigliosa Etna
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