02 marzo 2016

CIBALI, CHIUSA RACCOLTA PROPOSTE PER AREA VERDE. LEGAMBIENTE: LIMITARE LE SPECULAZIONI EDILIZIE. LEGAMBIENTE, GIÀ NEGLI ANNI SCORSI, AVEVA EVIDENZIATO L'IMPORTANZA NATURALISTICA DELLA ZONA PERCHÉ SONO PRESENTI DUE LEMBI DI BOSCO DI QUERCE DA SALVAGUARDARE DALLA PROGRESSIVA URBANIZZAZIONE


Cibali, chiusa raccolta proposte per area verde. Legambiente: «Limitare le speculazioni edilizie»





Cronaca – I terreni negli anni '80 sono stati acquistati da tre dei quattro Cavalieri dell'Apocalisse mafiosa. Oggi il Consorzio-gestore ha aperto un concorso d'idee per la zona. Che si è chiuso ieri e a cui ha partecipato anche Legambiente, che punta a mantenere la zona più naturale possibile. Guarda le foto

Cassandra Di Giacomo
«Puntiamo a un'edificazione di continuità solo con la parte già costruita per mantenere l'area centrale verde». L'idea, presentata al Consorzio centro direzionale Cibali, è di Legambiente Catania. Il Consorzio, dal 1980, è proprietario di 17,4 ettari di terreno in parte edificabili nel cuore del capoluogo etneo, tra via Martelli Castaldi e viale Mario Rapisardi. Una zona che torna agli oneri delle cronache perché ieri è scaduta la raccolta di proposte - aperta proprio dal Consorzio, che ha sede a Roma - per il futuro di quel pezzo di Catania nel quartiere Cibali. La cui storia, in passato, ha fatto discutere tanto. 

Il concorso di idee si è rivolto a imprenditori edili, professionisti dell'immobiliare e associazioni non lucrative. Tra queste ultime c'è anche Legambiente: «Cerchiamo di essere ottimisti: magari le nuove idee, lontane dalle speculazioni del passato». Anche perché nel sito del Consorzio si legge della volontà di «conciliare la destinazione edificatoria dell'area con iniziative di carattere pubblico e collettivo, quali parchi urbani, attrezzature sportive, orti sociali, parchi gioco, eventi, attrezzature scolastiche, alloggi sociali, o altro». 

Legambiente, già negli anni scorsi, aveva evidenziato l'importanza naturalistica della zona perché «sono presenti due lembi di bosco di querce da salvaguardare dalla progressiva urbanizzazione». L'intento di conservazione della biodiversità, alla base della proposta dell'associazione, coinvolge anche le fauna: «Ci sono siti di rifugio per numerose specie di vertebrati e di uccelli», sottolineano. Elementi caratteristici insieme a formazioni laviche storiche, nei pressi delle quali «andrebbe accertata anche la presenza di grotte di scorrimento lavico, di eccezionale interesse». Legambiente punta anche alla difesa dei beni culturali legati all'agricoltura tradizionale, come i manufatti per l'irrigazione, i terrazzamenti e le vie in pietra lavica. Interventi di custodia ambientale che sono rivolti ad «allontanare ipotesi obsolete che trasformano un bene naturale in un insieme di grandi aiuole artificiali a servizio di complessi residenziali». 

I volontari hanno quindi elaborato una propria perimetrazione della zona, distinguendo due tipologie da mantenere assolutamente intatte. Si tratta di un'area di verde pubblico e una di interesse ambientale da sottrarre alle trasformazioni edilizie. La prima sarebbe da sistemare e da sottrarre al vigente degrado, realizzando dei vialetti pedonali. La seconda, invece, potrebbe essere destinata a percorsi ciclistici e sportivi, e orti sociali. Un progetto a impatto zero che si discosta decisamente da quello elaborato nel 2010 dal Consorzio - presieduto da Tito Musso - e dall'allora amministrazione comunale guidata dall'ex sindaco Raffaele Stancanelli. Un lavoro, quest'ultimo, intitolato Studio di prefattibilità sul comprensorio Susanna nel quartiere Cibali, di cui non si è più saputo nulla. E che prevedeva: «Una pesante edificazione, con un grosso sventramento dell'area, all'interno della quale sarebbe stata creata anche una strada», ricorda a MeridioNews Renato De Pietro, presidente di Legambiente. 

Il timore dell'associazione è la possibilità che la zona diventi oggetto di colate di cemento. Anche perché il Centro direzionale, in passato è stato percorso da vicende storiche particolari. Alla sua creazione, nel 1983, aveva sede negli uffici dell'Ira Costruzioni, ammiraglia dell'imprenditore Gaetano Graci, e a presiederlo fino al 1995 era Francesco Finocchiaro. A contribuire al «fondo rischi» consortile era la Fratelli Costanzo spa, con referente Carmelo Costanzo. Assieme a Mario Rendo, Costanzo, Graci e Finocchiaro erano gli imprenditori catanesi che il giornalista e direttore de I Siciliani Giuseppe Fava aveva definito I quattro cavalieri dell'Apocalisse mafiosa, tutti legati alla famiglia catanese di Cosa nostra Santapaola. Gli imprenditori che, dal 1983 all'86, avevano acquistato tutti i terreni della zona e volevano farne per lo più strade e parcheggi, uffici o abitazioni, così come previsto dal Prg Piccinato del 1969. 

01 Marzo 2016
http://catania.meridionews.it/articolo/41099/cibali-chiusa-raccolta-proposte-per-area-verde-legambiente-limitare-le-speculazioni-edilizie/ 



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