Crocetta e Baccei: scippare ai siciliani un miliardo e 750 milioni di Euro. A rischio occupazione e ambiente
Giulio Ambrosetti
Poche ore dopo la bomba d’acqua che ha allagato (e distrutto) mezza Sicilia, Crocetta e Baccei sono già ‘impegnati’ a scippare soldi alle famiglie e alle imprese siciliane che resistono nonostante la Regione. A rischio, però, non è solo l’economia, ma la vita degli stessi cittadini dell’Isola, se è vero che Comuni (senza soldi) e strutture regionali hanno abbandonato i corsi d’acqua che attraversano città e campagne. Di conseguenza, le eventuali bombe d'acqua potrebbero distruggere i centri abitati e le coltivazioni
Semplicemente incredibile: nel giro di poche ore, il presidente della
Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore all’Economia, Alessandro
Baccei, hanno archiviato l’alluvione che ha funestato mezza Sicilia.
Città e paesi - Catania e Giardini Naxos in testa, ma l’elenco è lungo -
allagati, con le automobili sommerse dall’acqua, strade trasformate in
fiumi in piena, corsi d’acqua fino a qualche settimana fa ridotti a
rigagnoli dall’arsura estiva che si trasformano, in poche ore, in
torrenti impetuosi che distruggono tutto quello che incontrano: strade,
abitazioni, caseggiati rurali, coltivazioni. Nella parte orientale della
nostra Isola il primo nubifragio di una stagione invernale che si
approssima e che si annuncia piena di incognite ha già distrutto
importanti segmenti dell’agricoltura. Danni per decine e decine di
milioni di Euro. Agricoltori in ginocchio, disperazione. E cosa fanno
Crocetta e Baccei davanti a questo inferno che potrebbe riproporsi non
tra vent’anni, ma tra qualche settimana? Annunciano tagli a un Bilancio
regionale già disastrato per un miliardo e 750 milioni di Euro!
Lo Stato, nell’ultimo anno e mezzo, ha scippato alla Regione siciliana circa 10 miliardi di Euro. Centinaia di
Alluvione a Giardini Naxos: foto di meteoweb
Comuni
siciliani sono al dissesto finanziario non dichiarato. La riforma delle
Province, con le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e
i fantomatici Consorzi di Comuni rischia di fallire ancor prima di
essere applicata. Interi settori dell’amministrazione pubblica isolana
sono senza risorse finanziarie. La spesa sociale è stata praticamente
azzerata, se è vero che non ci sono soldi per gli anziani, per
l’infanzia e per i portatori di handicap. E si annunciano ‘risparmi’
anche sulla pelle degli studenti.
Di fatto, oggi, in Sicilia, esiste e resiste solo l’economia che non
ha nulla a che spartire con la Regione siciliana. E in parte è proprio a
questi soggetti - cioè agli imprenditori siciliani che vivono del
proprio lavoro - che il governo Crocetta vorrebbe adesso scippare le
risorse finanziarie. Nella testa di Baccei spunta il recupero
dell’evasione fiscale: ovvero la ‘caccia’ a chi non ha pagato il bollo
di circolazione delle automobili (dimenticando che in Sicilia, per la
diffusa povertà, un numero impressionante di automobilisti non paga più
l’assicurazione delle auto: altro che bollo di circolazione!); la
‘caccia’ agli evasori delle accise sull’energia; l’aumento dei canoni di
concessione e, in generale, l’aumento delle imposte locali. E,
ciliegina sulla torta, il licenziamento di migliaia di operai della
Forestale e il non pagamento delle retribuzioni a migliaia di precari
della Regione, dei Comuni e delle ex Province.
Di fatto, davanti a un governo nazionale che deruba le finanze
regionali, il toscano Baccei non trova di meglio che tornare a
‘spremere’ i siciliani, colpendo gli imprenditori dell’Isola che hanno
la sola ‘colpa’ di essere rimasti in Sicilia a fare impresa, a
prescindere da una Regione che ormai è solo un peso per la Sicilia e per
i siciliani. Attenzione: noi non stiamo mettendo in discussione le
istituzioni autonomistiche della nostra Regione: mettiamo in discussione
un governo regionale di ‘ascari’ e venduti a Roma che sta utilizzando
le nostre istituzioni per derubare quelle poche risorse finanziarie che
le famiglie e le imprese siciliane ancora in piedi riescono a mantenere.
Di
questi ‘ascari’ che stanno massacrando la Sicilia vi diciamo i nomi e i
cognomi politici. In testa c’è il PD siciliano, partito che oggi
rappresenta la vera e propria cancrena della nostra Regione. A questo
partito si aggiungono l’UDC, Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Sicilia
Democratica e, in generale, tutti i deputati del Parlamento siciliano
che in questi tre anni sono passati con Crocetta (a quanto pare, in
cambio di benefici e prebende, come ha denunciato un deputato, Pippo
Sorbello: questione ripresa dai grillini: vicenda che, a nostro avviso,
dovrebbe essere oggetto di un’inchiesta da parte della magistratura
penale, perché parliamo di corruzione di deputati).
Questo governo, questi partiti e questi deputati adesso vogliono
‘saccheggiare’ le famiglie siciliane, perché Baccei - che, ricordiamolo è
stato imposto dal governo Renzi - le vuole colpire con un aumento delle
tasse locali e con il recupero dell’evasione fiscale. Governo, partiti
di governo e deputati regionali vogliono penalizzare anche le imprese
che ancora non hanno avuto il ‘piacere’ di conoscere la Regione,
aumentando tasse e imposte.
Di fatto, Baccei sta proponendo una manovra economica e finanziaria
che trasformerà la recessione che oggi travaglia la Sicilia in vera
propria depressione economica. Se, sotto il profilo morale, recuperare
l’evasione fiscale è corretto (anche se in questo caso non si tratta di
grandi evasori e di grandi cifre, ma di tantissimi evasori per piccole
cifre - come il bollo delle automobili - evasori che, spesso, non
riescono a mettere d’accordo il pranzo con la cena), sotto il profilo
economico, soprattutto se accompagnata da un aumento di imposte e tasse
locali, quest’ennesima stretta su famiglie e imprese proposta
dall’accoppiata Crocetta-Baccei provocherà un’ulteriore riduzione della
domanda al consumo e, di conseguenza, un aumento della disoccupazione.
In una parola, Crocetta, Baccei, i partiti che appoggiano il governo e i
deputati che sono passati con la maggioranza in cambio di ‘qualcosa’
(che alti valori morali, no? e meno male che era solo Berlusconi il
grande corruttore che, nel 2006, ‘acquistava’ parlamentari), in queste
ore, stanno lavorando per rendere sempre più povera la Sicilia. E per
parare il culo al governo Renzi che vuole continuare a derubare la
nostra Regione.
In queste ore - tanto per citare un esempio - i deputati ‘ascari’ di una maggioranza ‘ascara’ stanno
chiedendo
la convocazione la commissione Bilancio e Finanze del Parlamento
siciliano per approvare un disegno di legge sugli operai della Forestale
che ancora non c’è! Invitiamo gli operai della Forestale a non cadere
in questo tranello e a scegliere altre vie per reclamare il rispetto dei
loro diritti. Detto in soldoni: vi stanno prendendo per il culo.
Lo stesso discorso vale per i precari dei Comuni, per i dipendenti e
per i precari delle ex Province e per i circa 60 mila precari sparsi tra
gli uffici e gli enti della Regione. Egregi signori, svegliatevi,
datevi un mossa, perché questo governo vi sta prendendo per il culo.
Che fare davanti a un prospettiva simile? Qui in gioco non c’è
soltanto il futuro economico della Sicilia e la retribuzione di migliaia
e migliaia di siciliani, ma la stessa vita dei cittadini siciliani. Il
discorso ritorna all’ambiente, alle alluvioni degli ultimi giorni. E’
bene che i cittadini siciliani sappiamo che i Comuni non hanno i soldi
per rendere le strade e i corsi d’acqua sicuri. I corsi d’acqua esondano
- com’è successo a Giardini Naxos - perché i tecnici dei Comuni non
intervengono per liberare l’alveo dalla presenza di rami secchi e spesso
di rifiuti che ostacolano lo stesso corso d’acqua. Idem per i tanti
punti intasati che possono ostacolare un piccolo torrente che attraversa
un centro abitato: un corso d’acqua intasato che, con una bomba
d’acqua, si può trasformare, nel giro di qualche ora, in uno strumento
di morte.
Le città si allagano non soltanto perché esondano i corsi d’acqua, ma
perché le caditoie e, in generale, i punti drenanti risultano intasati
da residui vegetali e da rifiuti (che, ricordiamolo, ormai da qualche
anno, in molte città della Sicilia, rimangono ammassati nelle via
cittadine andando ad intasare le caditorie: fenomeno che a Palermo è
diffusissimo). Vorremmo ricordare che, qualche giorno fa, Palermo e
altre città siciliane non si sono allagate non perché è stata fatta
correttamente la manutenzione (che non è stata fatta!), ma perché non
sono arrivate le bombe d’acqua.
Lo stesso discorso riguarda le campagne della Sicilia. Un tempo del
controllo dei fiumi e dei corsi d’acqua si occupava l’Azienda Foreste
Demaniali della Regione Siciliana. In alcuni casi, come nel Messinese,
le sistemazioni sono state peraltro sbagliate, con la ‘cementificazione’
del letto delle fiumare. Ma in molti altri casi, con le sistemazioni
‘naturali’, i tecnici dell’Azienda Foreste hanno svolto opera meritoria.
Oggi tale Azienda è stata smembrata e snaturata, prima dal governo di
Raffaele Lombardo e, adesso, dal governo Crocetta. Fiumi e corsi d’acqua
sono abbandonati. Questo spiega gli incredibili danni che in queste ore
si contano nelle campagne della Sicilia orientale.
Cosa vogliamo dire con queste sottolineature? Che ormai Il governo
Crocetta-Baccei non è soltanto un problema enorme per la poca economia
siciliana che ancora resiste. Ormai l’azione malsana e ‘ascara’ di
questo governo rischia di provocare danni ingenti all’ambiente e anche
alle persone. Non dimentichiamo o morti registrati qualche anno fa nel
Messinese (per i quali nessuno ha pagato). Basta andare sulla rete e
fare una breve ricerca per capire che il clima sta cambiando. Ormai le
precipitazioni tumultuose - le cosiddette bombe d’acqua - stanno
diventando la norma. Per proteggere le vite umane, oltre che
l’agricoltura e le abitazioni, servono le manutenzioni. Ma
quest’esigenza ineludibile si scontra con un governo regionale e con una
maggioranza politica che lo sostiene impegnati, di fatto, a scippare
soldi alle famiglie e alle imprese siciliane per portarli a Roma.
11 Settembre 2015
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