12 giugno 2015

IL RIGORE DELLA FINANZIARIA REGIONALE HA DIVERSI PESI E MISURE: PER I FORESTALI MANCANO 100.000.000 E SI TAGLIA IL 20% DALL’ANTINCENDIO. BISOGNA USCIRE DALL’ANGOLO ED AFFRONTARE LA RIFORMA DEL SETTORE



Ricevo e volentieri pubblico
da Salvino Carramusa



IL RIGORE DELLA FINANZIARIA REGIONALE HA DIVERSI PESI E MISURE: PER I FORESTALI MANCANO 100.000.000 E SI TAGLIA IL 20% DALL’ANTINCENDIO.
BISOGNA USCIRE DALL’ANGOLO ED AFFRONTARE LA RIFORMA DEL SETTORE
 



I veementi attacchi politici e mediatici hanno contribuito a provocare, già da alcuni anni, effetti indesiderati per i 24.727 lavoratori forestali (dei quali solo 1343 a tempo indeterminato).
Quest’anno poteva anche andare peggio. Ma l’inquietudine generata dalle prospettive… iniziali ed una contenuta ma costante mediazione sindacale hanno sin qui limitato i danni e dilazionato soluzioni.
La proposta di legge finanziaria presentata il 27-01-2015 all’art. 1 del titolo 1°, metteva i lavoratori forestali al primo posto nella graduatoria dei tagli da effettuare!

Erano previsti: 

a) la fuoriuscita obbligatoria a 63 anni con un sussidio di accompagnamento alla pensione (cosa diversa dal prepensionamento); 
b) il blocco del turn-over; 
c) la reintroduzione dei limiti di età per gli operatori dell’antincendio a suo tempo definiti dalla 16/96 e superati successivamente in virtù di una sentenza del TAR; 
d) limiti non negoziabili sulla indennità chilometrica; 
e) la riduzione dei lavoratori addetti al servizio di prevenzione e repressione incendi (6.858 unità a tempo determinato), a partire dall’anno 2015, nella misura del 20% rispetto a quelli impiegati l’anno precedente: ossia l’estinzione progressiva nell’arco di 4/5 anni!

Infine, ma non per ultimo, ricompariva l’indicatore ISEE: chi superava 60.000 euro era fuori. Un criterio selettivo assistenzialistico che si voleva applicare ad un settore che si ritiene assistito. Al quale, in troppi, non  riconoscono la dignità del lavoro utile e produttivo.
Con un programma del genere si può immaginare il finanziamento ipotizzato… La norma approvata il 1° Maggio 2015 non prevede l’accompagnamento obbligatorio alla pensione (si sarebbero risparmiati 12.000.000 di euro a regime). Non prevede il blocco del turn-over. Scompaiono i limiti di età e l’ISEE.  E’ stato posto un limite  più avanzato alla indennità chilometrica: riconosciuta sino a 20 km e negoziabile oltre. 
Mancano attualmente 100.000.000 di euro per le garanzie occupazionali di tutti i lavoratori. Ad oggi pare riscontrata la volontà politica di colmare questo deficit. Ma si deve essere vigili.
L’unico taglio sin’ora certo è quello che obbliga a ridurre il contingente antincendio del 20%. Ma a differenza di prima in un'unica soluzione. Gli esclusi saranno destinati alla manutenzione ordinaria perdendo una indennità extra del 20%. Il risparmio sarà tra 2.800.000 e 3.000.000 di euro. Una cifra tale da risollevare il bilancio regionale !! (Buco da 3 /4 miliardi determinato storicamente da sprechi, riduzione dei trasferimenti statali, riduzione del gettito fiscale, evasione, ect. Ed inoltre dai mancati introiti collegati agli art.li  36, 37 e 38 dello Statuto che secondo alcuni economisti ammonterebbero a circa 3 miliardi l’anno! Introiti bloccati da irrisolti contenziosi con lo Stato). 
Tornando alla riduzione del contingente antincendio: la finanziaria regionale non prevede criteri selettivi in tal senso. Circolano ipotesi, che se vere, potrebbero risultare perniciose e che meritano più di un approfondimento. Privilegiare la minore età, ad esempio, sconvolgerebbe per l’ennesima volta gli assetti della graduatoria  (l’unico riferimento obiettivo ), fondata oggi sulla anzianità di servizio. Solo la volontarietà  può essere, per definizione, condivisibile. Ma quanti saranno i volontari?
Anche per evitare una ulteriore stagione di ricorsi legali (e di divisioni), le azioni e i parametri da seguire a mio avviso sono: 

a) assunzione immediata di tutti gli aventi diritto del comparto antincendio; 
b) fare una prima selezione seguendo l’ordine di graduatoria; 
c) ripetere le prove attitudinali già effettuate circa 20 anni fa (a tal fine i lavoratori sarebbero ancora coperti dalla sorveglianza sanitaria periodica dello scorso anno); 
d) predisporre la nuova visita periodica annuale tenendo conto delle varie qualifiche possedute dal lavoratore, in modo da poter stabilire tempestivamente la destinazione lavorativa dello stesso: un lavoratore non idoneo come ASPI può esserlo invece da Torrettista; 
e) rimpiazzare chi non supera le prove di cui ai punti c e d ripescando tra gli esclusi, sempre secondo l’ordine di graduatoria vigente.

L’idea specifica della prova attitudinale non è mia, ma la condivido. Essa infatti risponde a criteri di maggiore efficienza ed efficacia. Si può essere idonei e professionalmente adeguati anche a 56, 57, 58 anni (non solo a 40 o 45). Con il criterio legato alla minore età questi lavoratori rischierebbero l’esclusione a prescindere dalla graduatoria e dalle loro capacità.
Era stato proposto un emendamento alla bozza di legge finanziaria che poteva rivoluzionare e riqualificare l’organizzazione del sistema antincendio. Prevedeva al tempo stesso l’impiego di tutti gli attuali operatori. L’emendamento postulava: “I lavoratori addetti al servizio di prevenzione e repressione incendi dovranno garantire giusti livelli operativi a salvaguardia degli ambienti naturali e del patrimonio forestale regionale. Tale attività è perseguita anche attraverso  la  vigilanza itinerante e specifica nei siti sensibili per ridurre o eliminare il rischio incendi”.
Questo emendamento si originava da un assunto la cui dimostrazione è indiscutibile: il fuoco riguarda il territorio nel suo insieme e non solo i boschi demaniali (come ripetono sempre tendenziosi polemisti). Quindi gli interventi andrebbero effettuati ad ampio raggio, anche attraverso la vigilanza nei siti sensibili, a salvaguardia degli ambienti naturali e del patrimonio forestale regionale. L’emendamento non fu accolto.
Se adeguatamente sostenuta, la norma può essere ripresentata ed approvata in qualsiasi momento per ridare altra luce ai problemi qui descritti ed alla salvaguardia del territorio.

Ad oggi mancano 100.000.000 e 3000.000 sono stati tolti agli addetti incendi boschivi   
 

Per capire le profonde differenze dei pesi e delle misure che orientano una finanziaria ( e naturalmente anche bilanci, leggi, provvedimenti, ect ) è utile scorrere un po’ di dati e fare alcuni esempi non esaustivi ma significativi.

Questa finanziaria ha:
 

a) rinviato l’adeguamento alle norme nazionali sulla composizione dei consigli comunali e l’adeguamento degli emolumenti di sindaci e consiglieri. Si valuta un risparmio di 10.000.000 l’anno.
b) Previsto che dal 2016, ogni anno, il 10% dei posti che si liberano per effetto dei pensionamenti (i pensionati continueranno a incidere sul bilancio regionale) saranno messi a concorso per assumere laureati !!!  Quanti saranno?  300?  Si può ipotizzare una maggiore spesa di 15/20.000.000 di euro? Già oggi tra i dipendenti regionali (i quali sono 21.000: record nazionale; nel 1980 erano 5.000) vi sono 4.147 laureati. Tra essi, 338 hanno una specializzazione post-laurea o addirittura un dottorato di ricerca. E’  necessario  assumerne altri?
c) Adeguato il sistema di calcolo delle pensioni dei dipendenti regionali a quello nazionale (contributivo). Sino ad ieri potevano andare in pensione con un sistema retributivo super! Tra il 110% ed il 120%  dell’ultima paga rivalutata! Da domani i 7600 dipendenti assunti prima del 1986 perderanno circa il 20%. Ma una importante deroga, alla fine, il Governo l’ha concessa. Chi ha 65 anni di età o 40 di servizio o se la somma dei 2 valori fa 97 (requisiti pre- Fornero) e andrà in pensione entro fine anno, perderà solo il 10% e, secondo altri giornali, non perderà nulla. Questa finestra pre-Fornero non è stata riconosciuta a nessun altro comparto.
d) Ribadita l’indennità pensionabile di polizia (600 euro netti al mese) agli agenti e dipendenti del Corpo Forestale. A Gennaio Baccei né aveva proposto la cancellazione.
e) Riconfermati i cosiddetti portaborse, che all’ARS costano 4200.000 euro l’anno e gli stabilizzati assunti nelle scorse legislature dai partiti (4.500.000 euro l’anno). La finanziaria del 2014 prevedeva la fine della duplicazione funzionale a partire dal 2015. Si sarebbe così dimezzata la spesa. Un emendamento notturno li ha mantenuti tutti e due.
f) Approvata la copertura di spesa per i 22.000 precari degli enti locali: circa 300.000.000 di euro.  Inseriti nella pubblica amministrazione agli inizi degli anni 90, sono stati successivamente contrattualizzati. Il rapporto di lavoro a termine viene rinnovato periodicamente. Prima o poi saranno stabilizzati per unanime decisione politica.
g) Istituito gli amministratori unici delle partecipate regionali (8.000 dipendenti) che godranno però di compensi più elevati!
h) Ridotto le indennità aggiuntive dei dirigenti e dipendenti regionali. Non si è capito però se per l’intera cifra a suo tempo calcolata (300.000.000 di euro l’anno).
i) Prorogato il contratto provvisorio e senza gara a 85 società di trasporto pubblico extraurbano per i prossimi 3 anni: 75.000.000 di euro l’anno. Con qualche treno in più si arriva prima e si risparmia!


Questa finanziaria non ha:

a) ridotto le spese dell’ARS (Deputati e dipendenti): 158.000.000 di euro contro i 67.000.000 del Consiglio regionale della Lombardia.
b) Colmato il gap sanitario con la media nazionale che misura, in Sicilia, un fabbisogno di 5.000 unità in più tra medici e paramedici.
c) Previsto un reddito di garanzia per i 250.000 siciliani in povertà assoluta.
d) Tracciato linee e misure per uno sviluppo integrato e delle filiere produttive.
e) Istituito il geologo di zona per monitorare il territorio ai fini della prevenzione del dissesto idrogeologico.
 

Per ciò che ci riguarda non sono state ancora poste lontanamente le basi per una riforma organica del settore e del lavoro forestale.
Ci siamo difesi dall’ISEE e da altri attentati…, ma andremo di nuovo indietro se non saremo capaci di imporre una visione strategica per questo settore e certezze occupazionali per chi ci lavora da 20, 30, 40 anni.
 

E’ NECESSARIO
Ampliare la superficie boscata (abbiamo l’11% della superficie territoriale a fronte del 22% della media nazionale); prevenire i dissesti idrogeologici con misure di afforestazione e riforestazione (anche alla luce di queste priorità, l’utilizzo delle biomasse forestali per la produzione di energia e calore  possono costituire solo attività marginali); intervenire negli alvei, nelle sponde e sulle scarpate con le tecniche della bioingegneria; prestare le  professionalità dei forestali per la manutenzione del verde e degli spazi esterni di altri enti (ma le convenzioni tra l’Amministrazione Forestale e gli enti proprietari dei terreni dovranno remunerare il costo del personale e non solo  gli oneri accessori, quali  ad esempio il carburante…,  come è previsto dalla normativa vigente); ridurre gli incendi anche attraverso meccanismi premiali e sanzionatori in ragione della superficie percorsa dal fuoco; diversificare e commercializzare i prodotti vivaistici; creare sinergie con le attività turistiche e ricreative; ecc.
Queste linee programmatiche presuppongono scelte: ricerca e attivazione sistematica delle fonti finanziarie (regionali, statali, europee, comunali e di altri enti; messa a reddito delle aree attrezzate e di altri servizi); investimenti adeguati; riqualificazione e formazione professionale da collegare a questo grande progetto strategico. Supporti necessari, se vengono attivati, saranno la Cabina di regia (art. 1, comma 3, l.r.s  14/06) ed il Comitato paritetico regionale, che è invece un istituto contrattuale.

I forestali sono stanchi di chiedere l’elemosina 3, 4, 5 volte l’anno e litigare continuamente per questa follia delle graduatorie incongrue ed instabili. Vogliono sicurezze e prospettive ed il riconoscimento della loro dignità umana e professionale. Non tagli, ne improbabili ingegnerie per aggiustare continuamente  graduatorie irreparabili.  Vogliono una categoria il cui livello minimo di inquadramento sia quello delle 151  giornate, in aggiunta agli attuali l.t.i. . Costerebbe solamente 100.000.000 di euro in più (per una mera coincidenza si tratta della stessa cifra che manca per le garanzie occupazionali di quest’anno).
Sul Blog di Michele Mogavero da almeno un anno e mezzo scorre un messaggio figurato: 2 soli contingenti, 151-isti ed L.t.i.  Recentemente è comparso un appello in tal senso al Presidente Crocetta ed alle Segreterie regionali di Flai, Fai e Uila.
Le questioni qui poste e quelle collegate, per loro natura, richiedono un approfondimento costante. Questo Blog lo fa da sempre. Tuttavia vorrei proporre a Michele un salto di qualità. Organizzare uno spazio, in rete, per ospitare un tavolo tematico. Al fine di produrre e socializzare i saperi: tecnici, giuridici e politici, utili alla salvaguardia ambientale ed alla riforma del settore forestale. 
Se sarà possibile predisporlo, spero che successivamente concorrano lavoratori, rappresentanti sindacali, ambientalisti, esperti, dirigenti forestali, economisti, giuristi, Università, Istituzioni. Con riflessioni pertinenti, analisi, intuizioni, critiche,  domande, risposte, chiarimenti, ricerche, documenti, soluzioni possibili.
E’ un invito alla elaborazione partecipata e trasparente di un progetto di utilità collettiva.
 

Palermo li 11/06/2015
Salvino Carramusa 
lavoratore forestale a tempo indeterminato

P.S.  I dati sulla finanziaria 2015 provengono dai seguenti quotidiani: Giornale di Sicilia; Quotidiano di Sicilia; La Repubblica; Il Fatto Quotidiano.



Nota
Salvino, è doveroso ringraziarti per come hai ben focalizzato lo stato del comparto forestale, altrettanto meritevole e condivisa è la proposta che fai al Blog e al sottoscritto. Ebbene, non posso per nessun motivo rifiutare una tale iniziativa, anzi, dobbiamo correrre affinchè si concretizzi al più presto. Approfondiamo e mettiamoci subito al lavoro!
Però dobbiamo guardarci tutti in faccia e capire quali e quante energie possiamo e vogliamo mettere in questo progetto. 
Perchè dico questo? 
Perchè i peggiori nemici della forestale, spesso siamo noi forestali. 
La tua magnifica idea non può per nessun motivo rimanere chiusa nel cassetto. Il Pd per esempio è da un anno e mezzo che promette il riordino del comparto, ma quanto dobbiamo aspettare ancora? La prossima campagna elettorale?  
O in questa legislatura o non abboccheremo più!
La vera riforma che vogliono i lavoratori forestali è una sola: aumento delle  giornate lavorative (non smantellare per come stanno facendo con l'antincendio).
Purtroppo con tutto quello che c'è da fare, nessuna prospettiva e nessun futuro si intravedono all'orizzonte. Però...

Forza Salvino, io sono pronto sin da ora a raggiungere questo ambizioso obiettivo, ma che sia una base di partenza. 

Tutti insieme si può:


http://forestaliantincendiosicilia.blogspot.it/








 

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