«Tutela dell'Etna: Corpo forestale sempre in prima linea, serve la videosorveglianza»
Scrivo per intervenire e fare chiarezza in merito agli articoli recentemente pubblicati su questo quotidiano aventi ad oggetto le manomissioni all'interno del Parco dell'Etna.
Preliminarmente mi si consenta di evidenziare il fatto che se oggi esiste il Parco dell'Etna - compreso il riconoscimento dell'Unesco quale bene patrimonio dell'Umanità - lo si deve unicamente all'Amministrazione Regionale del Corpo forestale che a partire dagli anni 50, insieme all'Azienda Regionale Foreste Demaniali, ha proceduto all'acquisizione di terreni per migliaia di ettari intorno al vulcano.
Detti terreni sono stati prima oggetto di impegnativi e articolati interventi selvicolturali e di riqualificazione ambientale, poi di una accurata attività di tutela e salvaguardia. Queste aree così protette e tutelate da qualsiasi forma di manomissione hanno consentito l'istituzione dell'area protetta; un dato su tutti, il 90% della "core zone" dell'Unesco è demanio regionale gestito dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.
Precisato ciò, entro nel vivo dell'argomento riscontrando l'intervento a firma del presidente dell'ente parco sull'istituzione delle "guardie volontarie ambientali per tutelare meglio l'Etna" dove chiede di più al Corpo forestale, con "più presenza e più interventi, duri ed esemplari".
Confermo, se mai ce ne fosse bisogno, che l'impegno del personale del Corpo forestale che opera nei Distaccamenti dell'Etna - a cui ho affiancato, a supporto e coordinamento, anche il personale del Nucleo Operativo Provinciale - è sempre stato elevato e professionale, e travalica spesso i meri doveri inerenti il servizio d'Istituto. Il vero problema è che oggi, con la pressione antropica che ha raggiunto livelli mai registrati prima, non è pensabile controllare un'area così vasta senza l'ausilio di un sistema di videosorveglianza.
Al presidente del Parco, sin dal primo giorno del suo insediamento, ho personalmente richiesto in via prioritaria l'installazione di un sistema di videosorveglianza allocato nei punti strategici di accesso all'area protetta, collegato con la nostra sala operativa attiva H24, per una più efficace tutela e vigilanza.
Per quanto concerne gli "interventi duri ed esemplari" richiesti dico solo che il personale che esplica attività di vigilanza e controllo del territorio del Parco applica gli strumenti sanzionatori previsti dalla legge, sia in campo amministrativo che in materia penale, né potrebbe fare altrimenti.
Sull'istituzione delle guardie volontarie ambientali non ho nulla in contrario, ma è necessario porre la massima attenzione per evitare di mandare allo sbaraglio soggetti non preparati a dovere che non sono istituzionalmente deputati al contrasto di attività antigiuridiche che spesso mettono in difficoltà anche il nostro personale più esperto e motivato.
Tentare di scaricare maldestramente responsabilità in capo a istituzioni pubbliche che svolgono diuturnamente il proprio lavoro è ingiusto e scorretto, e contribuisce soltanto a ingenerare confusione nell'opinione pubblica.
Dr. Antonino Lo Dico
Ispettore Ripartimentale delle Foreste
18 Gennaio 2015
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