06 gennaio 2015

REGIONE, IL DECALOGO DELL'ASSESSORE BACCEI: RIDIMENSIONAMENTO DELLE GIORNATE PER I LAVORATORI DELL'ANTINCENDIO E NESSUN OBBLIGO PER TUTTI GLI ALTRI DI AVERE GARANTITO IL NUMERO MINIMO DI GIORNATE LAVORATIVE



RIFORME IN SICILIA

Il piano dell’assessore riecheggia altri tentativi che si sono arenati. «C’è sempre chi si mette di traverso»

Regione, il decalogo di Baccei

Taglio delle partecipate e dello stipendio dei regionali, pensioni come per gli statali. Meno consiglieri comunali, stretta sull’antincendio. «Autonomia è saper governare

Alessandro Baccei


Lillo Miceli
Palermo. L'elenco delle riforme per ottenere credito dal governo nazionale, l'assessore all'Economia, Alessandro Beccei, lo ha già pronto. Un decalogo che, senza offesa, è l'identica riproposizione delle riforme annunciate in questi ultimi anni alla Ragione, almeno da quando è presidente Rosario Crocetta, come per esempio, il mantenimento in vita di solo 11 società partecipate rispetto alle 33 attuali. Addirittura per parecchie di esse le procedure di liquidazione furono avviate sotto l'egida del governo Lombardo. Eppoi, la riduzione degli stipendi dei dipendenti regionali, il calcolo della pensione come per gli statali, la riduzione del numero dei consiglieri comunali. Ed ancora, ridimensionamento delle giornate per i lavoratori dell'antincendio e nessun obbligo per tutti gli altri di avere garantito il numero minimo di giornate lavorative, mentre si darebbe al Corpo della guardia forestale la possibilità di comminare ammende, ovvero contravvenzioni. Quest'ultimo punto sarà figlio, ovviamente, di uno svarione perché questo potere le guardie del Corpo forestale lo hanno già.
Un corposo pacchetto di riforme certamente necessarie, ma che finora nessun governo è riuscito a realizzare. Perché le proposte di Baccei dovrebbero essere approvate, mentre quelle dei suoi predecessori sono finite nel dimenticatoio, o peggio, sopraffatte dalle polemiche politiche?
«Io spero che queste riforme si facciano e si attuino - risponde l'assessore Baccei - la situazione è quella che è e non si può far finta di nulla». Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, nei giorni scorsi aveva criticato l'impostazione rigorista impressa alla manovra finanziaria da Baccei. «Siamo d'accordo quasi su tutto - assicura l'assessore all'Economia - il presidente vuole le riforme. La volontà mi pare che ci sia, magari su alcuni temi avrà una visione diversa. La strada da percorrere non è facile».
Entro il 20 gennaio, il pacchetto di riforme proposte dal governo regionale dovrebbe essere trasmesso a Roma, dopo la condivisione dei provvedimenti con la giunta regionale. Ma bisogna mettere nero su bianco. «Prima si attivano - sottolinea Baccei - le proposte di riforma a Palazzo Chigi e meglio è. Abbiamo quattro mesi per approvare una finanziaria vera».
Le difficoltà finanziarie della Regione, Baccei ha imparato a conoscerle bene, «lo abbiamo scritto nel Def, vanno trovate soluzioni serie per avviare la negoziazione con Roma». Il timore è che quando si dovranno affrontare temi scottanti, come il taglio di alcuni privilegi dei dipendenti regionali o dei braccianti della forestale, l'Ars possa indietreggiare di fronte alle pressioni della piazza. «Segnali di cambiamento - continua Baccei - già in passato ce ne sono stati, con tagli consistenti alla spesa. C'è sempre qualcuno che si mette di traverso quando si vuole cambiare. Non ho la bacchetta magica, magari».
L'assessore all'Economia è pronto al confronto con le forze sociali e i partiti. Però, «qualcuno non si illuda che le cose mutino, cambiando la metodologia di calcolo delle entrate». Insomma, sono finiti i tempi della finanza allegra che hanno portato la Regione sull'orlo del default, potendo fare leva sullo Statuto speciale che qualche volta è stato più una zavorra che un volano di crescita.
«Lo Statuto speciale - sostiene Baccei - non è un limite; è valido e vanno rivendicate le parti buone. Autonomia non significa "faccio quello che voglio", ma dimostrare la capacità di governare al meglio le proprie risorse».
Da mercoledì, l'Ars inizierà l'esame del disegno di legge di bilancio e di quello per l'esercizio provvisorio. E subito è emerso il neo della mancanza delle relazioni tecniche. «Bisogna cambiare - conclude Baccei - ed in questo sono d'accordo con il presidente dell'Ars Ardizzone. Non essendoci più il controllo preventivo del Commissario dello Stato. Ma la commissione Bilancio aveva terminato i lavori alle 7 del mattino. Siamo arrivati fuori tempo massimo a causa dei cambiamenti che ci sono stati nel governo. Dobbiamo essere positivi, ma anche responsabili».


05 Gennaio 2015




Nota
Quanti operai sarebbero disposti a manifestare durante i lavori parlamentari?
L'idea è quella di piazzare le tende e appendere diversi cartelloni e/o lenzuola.
Se non ci difendiamo noi, non ci difende nessuno!


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3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Santo, con tutte le ragioni che hai, questo commento non posso pubblicarlo.

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  2. NESSUN OBBLIGO DI RAGGIUNGIMENTO DELLE GIORNATE MINIME;COME DIRE:NESSUN AUMENTO DI GIORNATE...SANTA PAZIENZA...CONTINUEREMO A SOFFRIRE...SVEGLIAAAAAAAA... Santo Canonico

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