Le oasi naturali in stand-by la Regione blocca il rilancio
Riflettori su Pantalica Val d'Anapo, Cava Grande, Vendicari" e "Fiume Ciane e Saline di Siracusa"
Isabella Di Bartolo
Un'attesa lunga 15 anni per il rilancio delle aree protette della provincia. A sollevare la questione è Ente fauna siciliana che, ancora una volta, parla di occasioni da cogliere al volo in riferimento alle normative regionali che prevedono i ticket d'ingresso nelle aree protette dell'Isola.
«Un'opportunità importante - dice Marco Mastriani, responsabile dell'associazione ambientalista - Da oltre quindici anni la Regione, pur avendo legiferato in materia, ad oggi, con l'eccezione della Riserva naturale orientata dello Zingaro in tutte le altre riserve naturali esistenti nel territorio regionale non ha applicato la legge».
Riserva naturale orientata Pantalica-Val d'Anapo, Riserva naturale orientata Cava Grande del Cassibile, Riserva naturale orientata "Oasi faunistica di Vendicari" e Riserva naturale orientata "Fiume Ciane e Saline di Siracusa".
E a tal proposito, Mastriani solleva un'altra questione relativa a tutte le aree protette della provincia: Riserva naturale orientata Pantalica-Val d'Anapo, Riserva naturale orientata Cava Grande del Cassibile, Riserva naturale orientata "Oasi faunistica di Vendicari" e Riserva naturale orientata "Fiume Ciane e Saline di Siracusa". «Tutti questi tesori - dice Mastriani - sono state colpite da numerosi incendi che hanno provocato ingenti danni ambientali al patrimonio naturalistico, oltre un danno di immagine per il nostro territorio a forte vocazione turistica che si aggiunge all'ingente danno economico che ha gravato sui tanti operatori turistici e commerciali che si sforzano di promuovere e incentivare la fruizione dei turisti, visitatori e cittadini all'interno delle riserve naturali».
A ciò si aggiunge un ulteriore aspetto "nero" legato non solo alla situazione della provincia aretusea. «Un aspetto del tutto vergognoso quando si parla delle nostre riserve - dice ancora l'esponente di Ente fauna siciliana - è quello legato alla dotazione dei servizi, citato nelle leggi regionali, che fino ad oggi manca quasi del tutto nelle aree protette che offre il territorio siciliano e che spesso vede le riserve naturali prive di servizi igienici, punti di informazione e accoglienza turistica, cartine turistiche, centri di educazione ambientale, segnaletica turistica, vigilanza permanente, aree attrezzate, eccetera, nonostante l'impegno e gli sforzi dell'ente gestore che in questo caso è l'Azienda foreste demaniali della Regione Sicilia».
Mastriani torna sull'opportunità del ticket d'ingresso voluto dalla Regione con una lagge del 1999. Una noema che, in particolare al comma 2 recita, "le somme derivanti dalla vendita dei biglietti sono acquisite dagli enti parco, dai gestori delle riserve, delle oasi naturali e delle aree attrezzate sono destinate alla manutenzione delle aree protette e all'incremento delle dotazioni dei servizi". «La non applicazione di queste normative - aggiunge Mastriani - non solo ha creato un enorme danno erariale alle esigue casse regionali, per mancanza di introiti derivato dalla non applicazione delle leggi regionali, ma anche e soprattutto un ingente e grave danno di immagine alla nostra Sicilia, a forte vocazione turistica che potrebbe puntare seriamente sul turismo culturale, naturalistico, scolastico, archeologico, come vero e proprio modello di sviluppo. L'ecoturismo è un fenomeno in forte crescita in tutte le aree protette in Italia e in Europa. Per questa ragione, non è più accettabile l'immobilismo dell'amministrazione regionale siciliana. Chiediamo che gli errori del passato non si ripetano più e applicando le leggi regionali esistenti, al fine di tutelare le aree protette della regione Sicilia, si possano maggiormente tutelare, potenziando i servizi esistenti e offrendo maggiori opportunità ai turisti, visitatoti e cittadini, che annualmente con flussi notevoli (milioni e milioni di visitatori), frequentano le aree protette della nostra terra, la Sicilia».
Ancora, la legge regionale del 2012 evidenzia come "al fine di incrementare i servizi ai visitatori e le attività di tutela delle aree protette, è previsto il pagamento di un biglietto di accesso per le aree naturali protette e per le aree attrezzate da individuare con successivo decreto dell'assessore regionale per il Territorio, emanato di concerto con l'assessore regionale per l'Economia, sentiti gli enti gestori delle aree naturali e i Comuni nei quali sono ricomprese le aree interessate". Un altro aspetto, dunque, fondamentale in termini di promozione.
«Da notizie stampa - conclude Mastriani - si apprende che per alcune aree protette della Regione Sicilia si stava procedendo per l'istituzione dei ticket d'ingresso ma ad oggi non risultano atti concreti».
04 Dicembre 2014
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