OPINIONI A CONFRONTO
Incendi boschivi, la solita lagna estiva
È bastato il primo caldo per dare il via alla stagione degli incendi in Sicilia
di Giuseppe Pitrone
In autunno e in inverno non se ne parla. Di cosa? Degli incendi boschivi. Mi sembra ovvio, finita l’emergenza, il problema si risolverà da solo. Cioè, non si risolverà. Che cosa resti da bruciare, dopo decenni di massacri, resta un mistero, ma qualcosa brucerà per certo. Notizia di ieri, da palermomania.it: “È bastato il primo caldo per dare il via alla stagione degli incendi in Sicilia. Ieri pomeriggio momenti di paura ed apprensione a Erice, in provincia di Trapani, per un incendio di vaste proporzioni che fino a tarda sera ha bloccato i numerosi turisti che si trovavano nel piccolo borgo medievale. In fumo oltre 40 ettari di macchia mediterranea”. Quaranta ettari. E che cosa sono? Nulla. Quaranta più, quaranta meno, a chi può interessare il rogo di macchia mediterranea? Per tanti, trattasi di erbacce e sterpaglie. Dunque, la lagna sta per cominciare. Agevolata dall’abbandono dell’agricoltura, dalla totale mancanza di pene adeguate per i piromani e dal disinteresse della politica in generale. Festa dell’albero? Ricordo di tempi passati! Per esattezza, ottocenteschi e fascisti. Da giornatadeglialberi.it: “In Italia la prima ‘Festa dell'Albero’ fu celebrata nel 1898 per iniziativa dello statista Guido Baccelli quando ricopriva la carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Nella legge forestale del 1923 essa fu istituzionalizzata nell'art. 104 che recita: e' istituita la festa degli alberi, essa sarà celebrata ogni anno nelle forme che saranno stabilite di accordo fra i ministri dell'economia nazionale e dell'istruzione pubblica, con lo scopo di infondere nei giovani il rispetto e l'amore per la natura e per la difesa degli alberi
Nel 1951 una circolare del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la ‘Festa dell'Albero’ si dovesse svolgere il 21 novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna; la celebrazione si è svolta con regolarità e con rilevanza nazionale fino al 1979, successivamente è stata delegata alle Regioni che hanno provveduto e provvedono tuttora localmente, con maggiore o minore efficacia, ad organizzare gli eventi celebrativi”. 1898 e 1923: come volevasi dimostrare. Dunque, delegata alle Regioni e con maggiore o minore efficacia. Come in Sicilia. Maggiore o minore? Se poi non si celebra affatto, tanto meglio. Giudichi il lettore. Ma ritorniamo alla solita lagna dei roghi estivi. Solita per modo di dire, proprio in Sicilia quest’anno c’è una bella novità, come riportato dal nostro giornale: “La mancanza della disponibilità di mezzi aerei della Regione Siciliana per far fronte all’imminente campagna antincendio boschivo ha spinto il capo del Dipartimento nazionale di protezione civile, Franco Gabrielli, a lanciare l’allarme attraverso una nota inviata ieri al Presidente della Regione Rosario Crocetta. La Regione ha deciso, infatti, di tagliare gli elicotteri che vengono utilizzati in estate, per prelevare acqua dal mare e spegnere gli incendi dall’alto, per la grave mancanza di disponibilità finanziarie. Lo scorso anno la Sicilia aveva schierato 9 velivoli, distribuiti su 7 basi operative, cui si aggiungevano, nel periodo di massimo sforzo, due Canadair della flotta nazionale stanziati di norma su Trapani. Il passaggio da nove a zero delinea uno scenario particolarmente critico per i prossimi mesi”. Nove a zero! Complimenti a tutti coloro che hanno responsabilità governative regionali a tal proposito. Mancanza di disponibilità finanziarie: verrebbe da scompisciarsi dalle risate. I soldi per gli ex clandestini ci sono, i soldi per gli sperperi di tanti consiglieri regionali ci sono, i soldi per assunzioni contestate dalla Corte dei Conti anche (almeno negli anni passati), ma per i mezzi antincendio non ci sono. E va bene. Ma i 28.541 forestali ci sono? Ricevono gli stipendi? Sono impegnati nei lavori di prevenzione? Non è una critica nei loro confronti, non dimentico l’eroismo di Francesco Pizzuto, autista della squadra antincendio Rafalzafi, morto tra le fiamme a 42 anni. No, le domande riguardano la politica, il modo con il quale li impiega o non li impiega. E sono domande che già si poneva il giornale.it nel 2012: “Che cosa fanno gli altri 28541 forestali ufficialmente, quanto esageratamente in forza alla Regione Sicilia? E che, come primario compito, dovrebbero agevolmente, dato il loro elevatissimo numero, pattugliare e «vegliare» sull'incolumità e sulla preservazione della aree boschive e delle riserve naturali protette? Dove sono? In quale dei mille uffici, scantinati o sottoscala di quel labirinto degli sprechi che è la Regione Sicilia, si nascondono? Ricordavamo noi stessi su queste stesse colonne, recentemente, che con 5 milioni di abitanti e due piccole catene montuose (Madonie e Nebrodi-Peloritani), nonché le aree non certo vastissime degli Iblei, degli Erei e del comprensorio del Sosio, la Sicilia vanta però un esercito di circa 30 mila forestali, per la precisione appunto 28.542. Mentre la Lombardia, con una popolazione doppia e l'arco alpino alle spalle ne ha appena tremila”. Lasciamo stare i paragoni, l’incendio è una piaga nazionale, non è proprio il caso di fare discorsi da primi della classe. Ma le domande restano. E resteranno senza risposta. In attesa, che brucino altri ettari di macchia mediterranea. Che non è, come tutti sanno, uno tra i principali ecosistemi mediterranei, ma solo un volgare ammasso di erbacce e sterpaglie. Che inizi, dunque, la solita lagna. Anzi, la solita tragedia. Che è già iniziata. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Palermomania.it
10 Giugno 2014
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