Etna
Patrimonio dell’Umanità, il Segretario Generale della FLAI-CGIL di
Catania, Alfio Mannino, lancia l’allarme: “C’è il rischio che diventi
l’ennesima opportunità mancata per il rilancio del nostro territorio”
FLAI CGIL CATANIA - A luglio scatterà la verifica dell'iscrizione dell'Etna nella lista dei Patrimoni Unesco. In
ritardo il Piano Territoriale del Parco dell’Etna, strumento
indispensabile per la pianificazione degli intervent. Mannino: "Ma
nessuna programmazione delle attività economiche e culturali è stata
realizzata, tantomeno approntata"
La
verifica dell’iscrizione del Vulcano Etna nella “World Heritage List”,
Patrimonio dell’Umanità Unesco, è prevista per il mese di luglio. La
Flai Cgil segnala che una delle prescrizioni previste al momento
dell’inserimento nella prestigiosa lista, era la certezza delle risorse
economiche per il funzionamento dell'ente Parco. Invece, oggi,
l’incertezza delle risorse è la vera grande criticità da risolvere.
A lanciare l’allarme è il segretario generale del sindacato dei lavoratori dell’Agroindustria di Catania, Alfio Mannino.
Di seguito la nota del responsabile provinciale dei lavoratori dell’agroindustria.
Il
21 giugno del 2013 l’Etna è stato iscritto, come quarto sito naturale
italiano dopo le Eolie, le Dolomiti e Monte San Giorgio, nella
prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ed è stato
definito uno dei vulcani “più emblematici e attivi del mondo”.
All’indomani
di questo riconoscimento in tanti abbiamo auspicato che appartenere
alla “World Heritage List”, la Lista patrimonio dell’Umanità, potesse
rappresentare una svolta per il rilancio economico e sociale del nostro
territorio e che, finalmente, i vari livelli istituzionali avviassero
un’azione di concertazione insieme alle forze economiche e sociali del
territorio, per la programmazione e la realizzazione di tutti gli
interventi funzionali al rilancio economico stesso.
La
realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali diventano
necessarie per poter immaginare una crescita basata sulle potenzialità
che il marchio “ETNA” offre.
A
distanza di quasi un anno, l’iscrizione del vulcano fra i siti UNESCO
rischia di trasformarsi nell’ennesima opportunità mancata per il
rilancio del nostro territorio.
Dopo
decenni di ritardi ancora oggi non si capisce cosa impedisca l’adozione
del Piano Territoriale del Parco dell’Etna, strumento indispensabile
per la pianificazione degli interventi. Inoltre, nessuna programmazione
delle attività economiche e culturali è stata realizzata, tantomeno
approntata.
Neanche
sul fronte del marketing le cose vanno meglio: in cantiere non vi è
alcuna iniziativa per beneficiare dell’Etna, come la realizzazione di un
marchio di riconoscimento di tutti i beni e servizi prodotti in questo
territorio.
L’unica
cosa per la quale gli organi del Parco si sono distinti è lo scontro
senza precedenti fra il Comitato Esecutivo ed il Presidente, che hanno
sin qui dimostrato tutta la loro inadeguatezza.
Tutto
ciò, sommato ai tagli continui operati dalla Regione Siciliana sui
parchi regionali, mette a serio rischio la permanenza dell’Etna nella
Lista Patrimonio UNESCO, ma il nostro territorio e le nostre popolazioni
non possono permettersi il lusso di perdere le opportunità di cui si
dispone per una prospettiva di crescita.
Per
questo è necessario che i comuni componenti del Consiglio del Parco e
la Regione Siciliana attivino le opportune iniziativa per fare uscire
l’ente dalla palude. Appare indispensabile un vero e proprio salto di
qualità nella governance del Parco ed è essenziale che i comuni
componenti del Consiglio prendano coscienza del fatto che il rilancio
dell’ente è nelle loro mani, e si attivino quanto prima per dotare lo
stesso di un comitato esecutivo adeguato, sollecitando, al contempo, il
Governo della Regione ad indicare un Presidente competente e autorevole
in grado di governare al meglio l’ente.
In
sintesi, Etna patrimonio mondiale dell’UNESCO, deve significare
un’occasione per la promozione del territorio attraverso una serie di
iniziative di alto livello che la Regione e lo Stato devono promuovere e
finanziare.
Riteniamo
che ricerca, sport, ambiente, turismo ed enogastronomia possano, e
debbano, essere gli strumenti attraverso cui si rilanci l’Etna
Patrimonio dell’UNESCO nel mondo, creando opportunità di sviluppo
economico per i nostri territori. Occorre, quindi, una nuova stagione di
riforme normative che permetta lo snellimento e la semplificazione
delle procedure burocratiche e consenta il ritorno degli investimenti
economici.
In questa direzione, riteniamo che alcune iniziative possano diventare strumento per il rilancio:
-
realizzazione di un centro congressi eco-compatibile, a “consumo zero”,
che utilizzi le migliori tecnologie nel campo dell’abbattimento
dell’impatto ambientale, delle energie rinnovabili e del risparmio
energetico. Il centro polifunzionale deve diventare un polo della
ricerca scientifica nel settore delle energie rinnovabili, della
vulcanologia e delle scienze ambientali, un luogo dove le nuove
tecnologie vengano presentate e sperimentate attraverso progetti pilota
da condurre in loco, dove gli studenti possano essere edotti su queste
tematiche;
-
organizzazione di meeting scientifici nei settori della vulcanologia,
delle scienze forestali e ambientali, dell’agroalimentare legato alle
produzioni tipiche etnee;
-
organizzazione di eventi sportivi ecocompatibili di richiamo
internazionale, e implementazione di quelli esistenti (la supermaratona
dell’Etna “Da zero a tremila”, Etnatrail, ecc.);
-
realizzazione di un campus estivo per la pratica degli sport all’aperto
ecocompatibili ad alta quota, che possa servire anche per la
preparazione atletica delle squadre professioniste;
- promozione turistica del vulcano, a 360 gradi, e delle produzioni agroalimentari di eccellenza.
Con
l’inserimento fra i siti Patrimonio dell’Umanità, l’UNESCO ha
raccomandato all’Italia e alla Regione Siciliana di sostenere il Parco
nella gestione. È bene ricordare che, a luglio, vi sarà una verifica
sull’iscrizione dell’Etna nella “World Heritage List”, ma oggi
l’incertezza delle risorse è di grande criticità.
Alfio Mannino
Segretario Generale FLAI CGIL Catania
Per restare in tema.
Notizie correlate:
1) Perché i forestali non ripuliscono l'Etna?
2) L'Etna non è pulitissimo, ma la parte demaniale è tenuta bene dalle guardie forestali;
3) Il dibattito sull’Etna;
4) Uil: La Risorsa-Forestali per un grande Progetto Etna;
5) I forestali pronti per la fruizione e la tutela dell'Etna;
6) Anche per Marisa Mazzaglia, Presidentessa del Parco dell'Etna, “l’economia verde è la chiave di volta per lo sviluppo dell’isola”;
7) I ragazzi dell'Ipm di Acireale al Parco dell'Etna per le piante di interesse forestale;
8) Dolomiti ed Etna, splendore e immondizia;
9) Sull'Etna Basta sporcizia e lentocrazia;
10) Usi e abusi delle meraviglie dell'Etna;
11) Il corpo forestale a tutela dell'area protetta nel parco dell'Etna;
12) Etna. Stiamo studiando come applicare l'articolo 25 per l'utilizzazione dei forestali;
13) Se l'Etna non è ripulita mettendo in azione i forestali sarà difficile attrarre turismo;
14) IL COMITATO ESECUTIVO SCRIVE AL PRESIDENTE CROCETTA: IL PARCO DELL'ETNA E' FERMO;
15) I SINDACI DEL PARCO DELL'ETNA REPLICANO AL COMITATO ESECUTIVO: NON C'E' ALCUN IMMOBILISMO, IL PARCO E' VIVO.
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