Catania
Il mercato agroalimentare
A tre anni dalla prima apertura e dopo avere rischiato l'inserimento nella «black list» degli enti partecipati dalla Regione, la struttura di contrada Jungetto a un nuovo bivio. «La nostra potrebbe essere anche la casa della forestale»
L'attività del Maas in contrada Jungetto è iniziata il 9 maggio 2011,
con il mercato dell'ortofrutta. Nel
giugno 2012 ha preso il via la vendita di prodotti ittici
e nel 2013 è
stata avviata l'asta florovivaistica.
Il valore della struttura è
stimato in oltre 85 milioni di euro
Foto lasicilia.it
«Non chiedo soldi, ma solo attenzione affinché ognuno faccia la propria parte per far diventare il Maas, la grande casa dell'agroalimentare. Oggi il tempo è scaduto. E' necessario fare le scelte appropriate e dare, a questa grande opera, il giusto peso e sfruttare al meglio le enormi potenzialità che possiede». A metà fra il Sos e il j'accuse, Emanuele Zappia, da oltre un anno presidente del CdA del Maas, i mercati agroalimentari di contrada Jungetto, fa sentire la propria voce. Ravvisando il timore che il Maas, «dopo avere già subito le lungaggini della burocrazia, durate vent'anni», dopo avere scontato certe inadeguatezze infrastrutturali esterne (come il passaggio a livello per i treni nei pressi dell'ingresso), dopo avere soprattutto rischiato l'inserimento nella "black list" degli enti partecipati dalla Regione, possa diventare «una cattedrale nel deserto» e non raggiungere la propria mission: la valorizzazione delle filiere.
Tre anni dopo l'apertura del segmento dell'ortofrutta, il Maas sollecita il varo di un nuovo piano industriale da parte dei soci, così da evitare anche «generalizzazioni politiche e qualche scelta approssimativa», come dice Zappia, sottolineando che «il Maas si autofinanzia».
«Il piano industriale è vecchio e troppo rigido e non consente l'utilizzo delle restanti aree del Maas. Non basta pensare al mercato come un'agenzia immobiliare da affittare solo ai commercianti ortofrutticoli e quelli del settore ittico - dice Zappia -. E' necessario promuovere il Maas un centro eventi da destinare all'agroalimentare per farlo diventare il mercato del Mediterraneo e garantire i nostri prodotti. Spesso si va fuori la Regione a promuovere i nostri prodotti. Penso al vino, al Vinitaly. Forse sarebbe il caso di portare i buyer in Sicilia e perché non al Maas, una struttura a due km dal primo aeroporto della Sicilia, dal porto e dall'asse viario che collega tutta la Sicilia. E per la Regione parlerei di azioni a costo zero. Faccio ancora un esempio: il Maas potrebbe essere la casa della forestale. Anziché spendere tanti soldi, in una logica di spending review, il corpo forestale potrebbe avere sede in contrada Jungetto. Una scelta del genere significherebbe risparmio economico per la Regione e per il Maas per ciò che riguarda la vigilanza che oggi è un onere non indifferente. E ancora: il Comune di Catania potrebbe fare scelte partecipative sulla raccolta differenziata per abbattere i costi».
Una maniera, questa di Zappia, rilanciare la centralità del Maas e mettere le mani avanti, ricordando il rischio chiusura dei mercati. «Sarebbe stato non solo un disastro per quanto riguarda la logistica dei due mercati che non hanno più una locazione avendo trovato di fatto la loro naturale collocazione al Maas - dice Zappia -. Ma bisogna fare una precisazione. Il Maas è una partecipata, così come molti altri enti regionali, con la peculiarità però che non riceve finanziamenti, e dunque non grava sui bilanci regionali. Il Maas pur essendo una società partecipata da enti pubblici rimane, comunque, una società di diritto privato, che si svolge una funzioni di pubblica utilità, ma che ha sempre sostenuto e collaborato con tutte le istituzioni che a qualsiasi titolo orbitano nel settore. Il Maas vive dell'operosità dei suoi utenti che rappresentano le due filiere portanti dell'agroalimentare, l'ortofrutta e l'ittico. La prima mission del Maas è stata rendere competitive le filiere ortofrutta ed ittico e oggi quello sforzo sta dando i primissimi frutti».
«i piani di sviluppo del Maas non possono che passare dalla messa in cantiere di un nuovo piano industriale - ribadisce Zappia -, strumento che per idea di questo cda non sarà rigido, ma versatile alle esigenze di mercato, mediante attivazione di azioni per step d temporalità, chiediamo alla società che dovrà realizzarlo di darci azioni che produrranno frutti nei primi 100 giorni, 1 anno, 3 anni e 5 anni. il tutto per non ripetere gli errori dell'attuale piano industriale, che, per esempio, non è versatile alle oscillazioni di mercato. E in tutto questo abbiamo bisogno di avere le spalle coperte. Anche con le banche per ridefinire questioni antiche come per esempio il mutuo da pagare».
R. CR.
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