11 novembre 2013

2014-2020: LA NUOVA POLITICA AGRICOLA PER LA SICILIA


2014-2020: la nuova Politica Agricola per la Sicilia



2014-2020: la nuova Politica Agricola per la Sicilia


Si è svolto ieri a Messina , nel Salone della Borsa della Camera di Commercio, l’incontro-dibattito dal titolo “2014-2020: la nuova Politica Agricola per la Sicilia” organizzato dall’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Messina.A Messina anche la Vicepresidente Nazionale Rossana Zari con un intervento sul tema del “Trasferimento delle innovazioni in agricoltura”.
Fra gli altri interventi anche quello dell’europarlamentare Giovanni La Via, del Ministro della P.A. Gianpiero D’Alia, del Presidente dell’Assemblea Regione Siciliana Giovanni Ardizzone, e dell’Assessore all’Agricoltura delle Regione Siciliana Dario Cartabellotta, oltre al Presidente della Federazione Sicilia degli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali Corrado Vigo e di Felice Genovese, Presidente dell’ Ordine di Messina nel ruolo di moderatore.
Il documento dell’Ordine Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali è un importante contributo al prossimo dispiegarsi nella Regione Siciliana della Nuova P.A.C. :
“L’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Messina in sinergia con la Federazione Regionale organo di confronto istituzionale per la categoria, vuole partecipare con vigore per la Nuova Politica Agraria della Sicilia 2014-2020 (PAC e PSR) a tutte le scelte condivise con tutti gli attori presenti sul territorio in particolare della provincia di Messina e in generale con quelli di tutta la Regione Siciliana, offrendo la propria capacità di sintesi finalizzata alla soluzione delle problematiche, per le conoscenze e competenze pluridisciplinari possedute con lo scopo di creare:
nuovi scenari di sviluppo economico, benessere sociale, tutela e difesa del territorio sotto gli aspetti di difesa idrogeologica, conservazione e tutela paesaggio, tutela della biodiversità, riduzione delle emissioni di C02, l’innovazione nelle filiere agricole con un approccio olistico nei confronti delle nuove generazioni al fine di creare per queste ultime occasioni di lavoro appaganti.

Gli scenari dell’immediato e prossimo futuro con l’incremento della popolazione mondiale, in migrazione continua verso le aree a benessere più elevato, richiedono una visione più complessiva delle problematiche attinenti la produzione di cibo che deve provenire da sistemi ecocompatibili a basso consumo energetico e ad emissioni zero di C02.
La condivisione delle scelte, oggi come non mai, nei vari livelli della struttura della nostra società ci porta a confrontarci con le altre categorie professionali in un rapporto di sinergia, in particolare con i tecnici agricoli e con i medici per quanto riguarda la sicurezza alimentare, i prodotti cosmeceutici e nutreceutici innovati vi , i prodotti a basso contenuto di allergeni con ripercussioni positive sul benessere della popolazione e di risparmio sulla spesa sanitaria. Si vuole affermare il principio del mangiare bene, della sicurezza dagli inquinanti negli alimenti anche alla luce della recente normativa comunitaria per la gestione delle sostanze chimiche con l’applicazione dei Regolamenti REACH (CE 1907/2006 che ha profondamente mutato lo scenario per la gestione delle sostanze chimiche ai fini della salute umana e dell’ambiente) e CPL (CE 127212008 concernente la classificazione ed etichettatura di sostanze e preparati pericolosi, mentre il regolamento DE 453/2010 stabilisce i criteri in materia di redazione delle schede di sicurezza).
L’esperienza degli ultimi anni che ha permesso, con un forte input di programmazione dal basso, l’attivazione, per la sola provincia di Messina, della misura 216 A2 e 214/1G contrasto ai fenomeni di dissesto idrogeologico e recupero del paesaggio agrario tradizionale, misura 216 – azione A2 – investimenti non produttivi in aziende agricole associati alla misura 214- azione 214/1G, maturata e condivisa con le strutture dell’ Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari con particolare riferimento all ‘IP A di Messina, con le altre categorie tecniche agricole, con le organizzazioni di categoria, con l’associazione nazionale città della nocciola e con gran parte dei sindaci della Provincia di Messina.
Tale esperienza, oggi, ci permette di poter promuovere misure e azioni condivise con tutti gli attori del territorio provinciale e le strutture dell’ Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari, capaci di creare dei vantaggi dagli svantaggi fisici e strutturali del territorio provinciale, in particolare è auspicabile:
- il riconoscimento e la presenza sul territorio di una nuova figura professionale che potremmo definire “agricoltore ambientale” che svolge l’attività agricola e forestale dove il ciclo produttivo non è finalizzato alla massimizzazione delle rese unitarie, ma alla esaltazione di modeste quantità ad elevato potere qualitativo, la finalità principale è la protezione dell’ambiente sotto l’aspetto della conservazione della biodiversità, della difesa idrogeologica, del sequestro del carbonio, alla conservazione del paesaggio tradizionale in equilibrio dinamico con le attività umane sostenibili nel contesto ambientale.
-lo sviluppo e sostegno di attività d’impresa nel campo degli allevamenti minori a rischio di estinzione (ovino, caprino e suino) in particolare nelle aree della provincia “marginali” tenuto conto dell’alta capacità di conversione di alimenti poveri di queste specie e di produzioni di alta qualità.
- la proposizione e condivisione con le aree protette (Parchi, Riserve, Siti Natura 2000, corridoi ecologici ed aree ecotonali) che rappresentano gran parte del territorio provinciale, di misure specifiche rese compatibili con il loro sistema vincolistico e pianificatorio capaci di valorizzare l’immensa ricchezza ambientale in termini di sviluppo economico in particolare per le popolazioni locali, oltre alla tutela dell’ambiente con interventi specifici per la riduzione dei carichi inquinanti e per l’applicazione della fitodepurazione con l’utilizzo della flora locale.
-la creazione di un mercato volontario dei crediti di emissione di C02, cosi come si sta sviluppando in Emilia Romagna con la vendita nel mercato volontario di crediti di C02 provenienti dalla gestione forestale sostenibile e nel nostro caso anche dalle colture legnose permanenti (nocciolo, ulivo, agrumeti tradizionali), in particolare per il nocciolo per il quale l’Università di Palermo (facoltà di Scienze Forestali ha condotto una ricerca in tal senso con risultati interessanti).
-Il recupero di vecchie varietà e cultivar a basso potere allergenico per la creazione di prodotti per la cosmesi e l’alimentazione dei soggetti intolleranti ad alcune sostanze presenti nelle varietà e cultivar selezionati nell ‘ultimo ventennio per massimizzare le rese, ma con necessità di elevati apporti di elementi chimici in particolare azotati e trattamenti a calendario con anticrittogamici e insetticidi (azoto nitrico altamente inquinante per le falde idriche così come i residui delle sostanze chimiche per la difesa di tali piante).
-Il recupero e la valorizzazione economica del patrimonio boschivo, per il quale nonostante vi fossero, nella programmazione del PSR 2007-2013, sei misure con una dotazione finanziaria rilevante non è stato possibile intercettare tali risorse per una serie di motivi che comunque vanno affrontati nella programmazione 2014-2020. Tale patrimonio rappresenta la maggior parte della superficie forestale della regione Sicilia ed è il primo presidio per la difesa idrogeologica e di contrasto alla desertificazione e comunque deve essere utilizzato anche a scopi per la produzione diffusa di energia (termica, elettrica e di cogenerazione) con le biomasse residuali.
- Misure specifiche per la dotazione dei servizi essenziali (viabilità, energia elettrica in particolare da fonti rinnovabili, acqua e accesso alla banda larga) per le aree sprovviste per renderle vivibili e appetibili ai giovani che hanno intenzione di intraprendere attività d’impresa nel campo agricolo e forestale.
-Una particolare attenzione per la realtà florovivaistica provinciale attualmente in crisi per una serie di motivi dovuti a fitopatie che hanno fatto regredire il mercato e congiunturali per la difficoltà di accesso al credito.
-Poniamo l’attenzione sulla fragilità del territorio provinciale con particolare attenzione agli eventi meteorologici degli ultimi anni, piogge ad altissima intensità (bombe d’acqua) con coefficienti di deflusso alterati nei bacini delle aste torrenti zie a causa dei ricorrenti incendi e la scarsa copertura del suolo, con notevole perdita delle particelle più fini dello stesso, dove s’innescano processi di desertificazione, mentre a valle la forte erosione e il trasporto anomalo lungo il letto dei torrenti con conseguenze di esondazione in prossimità delle zone urbanizzate e poca ricarica di sabbia lungo la costa con ripercussioni negative a mare per la riproduzione della fauna ittica.
Quanto è stato messo prima in evidenza per le caratteristiche peculiari della nostra provincia ci auspichiamo che nella prossima programmazione del Programma di Sviluppo Rurale consapevoli dei risultanti delle precedenti programmazioni si possa:
-ridurre il numero delle misure per singolo asse con una maggiore adattabilità di ogni singola misura attraverso delle azioni e sottoazioni più rispondenti alla realtà della nostra Provincia e di tutte le altre della Regione con una approccio di programmazione con input dal basso e la condivisione di tutti soggetti ai vari livelli (aziende, Comuni, Enti Parco, Enti di Gestione delle Riserve e dei Siti Natura 2000, Strutture dell’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari, Camera di Commercio, Asp, Inps, Inal, Istituto Zooprofilattico, Prefettura).
-migliorare i meccanismi di accesso al PSR e alle singole misure con una preselezione informatica o manifestazione d’interesse tramite posta certificata e rendere successivamente cantierabili esclusivamente i progetti per i quali vi è la copertura finanziaria, con lo scopo di non intasare con tonnellate di carta inutile tutti gli uffici deputati ad emettere provvedimenti amministrativi (concessioni, autorizzazioni, nulla osta, pareri, etc.), con la conseguenza di un aggravio finanziario a carico dei professionisti e dei soggetti che partecipano alla selezione.
-migliorare il funzionamento del sistema SIAN per l’implementazione delle domande di aiuto nel quale di frequente si verificano malfunzionamenti durante l’inserimento dei dati, al momento della stampa e del rilascio con errori che tante volte sfuggono ai controlli a video e a stampa.
-Rendere ancora più efficace la funzione del fascicolo aziendale con l’utilizzo da parte dell’ Amministrazione Regionale della documentazione ad esso allegata in particolare il documento di riconoscimento del beneficiario che fino ad oggi deve essere fotocopiato per decine e decine di volte con spreco di carta e di inchiostri, oggi si può affermare che ogni bando di selezione consuma in carta l’equivalente di rilevanti superfici a bosco e produce inquinanti per l’effetto dell ‘uso degli inchiostri.
-Si auspica la creazione di un marchio unico regionale denominato “Prodotto in Sicilia” per tutti i prodotti agricoli, zootecnici, forestali e ittici all’interno del quale è possibile mantenere le specificità locali di ogni singola area di produzione, in maniera tale che tutto quanto prodotto dalla nostra regione abbia una immediata identificazione e visibilità nei mercati ormai globali.
-Infine si ritiene che sia necessaria la creazione di una serie di piattaforme logistiche, preferibilmente nelle aree industriali dismesse dove esistono tutti i servizi e le infrastrutture necessarie per la creazione di masse critiche di prodotti capaci di soddisfare la sempre crescente domanda di quantitativi notevoli nei mercati a livello mondiale.
-Un invito alle Istituzioni ed in particolare alla Camera di Commercio affinché si creino i presupposti per l’istituzione di uno sportello unico dove è possibile l’approvazione dei progetti in conferenza di servizi con lo scopo di ridurre i tempi burocratici per l’approvazione degli stessi Si ringraziano i partecipanti all’odierno incontro dibattito con l’auspicio di trovare le vie giuste per uscire dall’attuale stato di crisi.”
Cosa è la P.A.C.?
La POLITICA AGRICOLA COMUNE è l’insieme delle normative e delle prassi adottate dall’ Unione Europea per dotarsi di una politica comune nel settore dell’agricoltura.
La PAC nasce nel 1958 con la Comunità Economica Europea per garantire la produzione di alimenti in un’Europa stremata dalla seconda guerra mondiale. Con l’entrata in vigore del Trattato di Roma, prende avvio la piena integrazione politica ed economica tra Paesi diversi. Nel Trattato vengono affermati i compiti della CEE, oggi Unione Europea; tra questi è esplicitamente menzionata “una politica comune nel settore dell’agricoltura” con la quale mettere in atto una serie di norme e meccanismi aventi come obiettivo quello di regolare la produzione, gli scambi e la lavorazione dei prodotti agricoli nell’ambito dell’Unione europea. Nel 1962 la PAC entra ufficialmente in vigore.
Gli obiettivi generali della PAC al suo esordio erano essenzialmente migliorare la produttività dell’agricoltura, assicurare un tenore di vita equo alle popolazioni agricole, stabilizzare i mercati agricoli regolando l’offerta e la domanda per evitare fluttuazioni eccessive dei prezzi, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti ed assicurare prezzi ragionevoli per i consumatori.
La politica agricola ha subito una serie di importanti riforme negli anni, i sussidi alla produzione su vasta scala e l’acquisto delle eccedenze nell’interesse della sicurezza alimentare appartengono ormai al passato. L’obiettivo della massima produzione ha trasformato l’agricoltura, favorendo le colture intensive e contaminate dalla chimica, creando nel tempo molti problemi ambientali e sociali. Per questo i cittadini europei hanno chiesto una nuova PAC in grado di assicurare non solo alimenti, ma anche bellezze naturali, paesaggi, proposte educative, attività ricreative e turistiche.
La PAC è in continua evoluzione, ecco le tappe principali della sua riforma:
• I TAPPA (1962 – fine anni ’70): Nella prima fase il modello dominante era quello del sostegno accoppiato alla quantità prodotta.
• II TAPPA (1980- 1991): Al fine le ridurre le eccedenze produttive provocate dalla prima fase si introducono misure volte a contenere la spesa agricola. Nel 1988, la politica strutturale agricola si inserisce nell’ambito delle nuove missioni dei fondi a finalità strutturale, inizia così il primo ciclo di intervento (1989 – 1993) volto a favorire il recupero delle regioni caratterizzate da problemi di ritardi di sviluppo.
• III TAPPA (1992 – 1999): Riforma Mac Sharry, introduce una modifica sostanziale della PAC, il sostegno si sposta dai prezzi al reddito. Introduzione delle misure di accompagnamento: misure agro ambientali (Reg.Ce 2078/92); forestazione(Reg.Ce 2080/92); prepensionamento (Reg.Ce 2079/92).
• IV TAPPA (1999 – 2002): Riforma Agenda 2000, si abbandona definitivamente il concetto di quantità per introdurre quello di qualità. Si mette in atto un nuovo modello di agricoltura imperniato sulla multifunzionalità dell’attività agricola e sul ruolo centrale delle aree rurali per la diversificazione delle attività economiche degli agricoltori. La riforma introduce le midure di sviluppo rurale (Reg. 1257/99).
• V TAPPA (dal 2002 ad oggi): Riforma Fischler: nasce come “revisione di medio termine” (Mid-Term Review – MTR) di Agenda 2000 attraverso l’approvazione dei regolamenti (CE) n. 1782/2003 e n. 1783/2003. La riforma ruota attorno a cinque assi.
• VI TAPPA (dopo il 2013): La prossima riforma della PAC, presentata dalla Commissione UE il 18 novembre 2010 ed oggi in discussione, annuncia una revisione dei criteri del pagamento unico aziendale del primo pilastro e maggiore priorita’ per gli obiettivi di tutela ambientale.
La PAC (misure di mercato, pagamenti diretti e sviluppo rurale) ha un costo di circa 53 miliardi di euro all’anno e rappresenta circa il 40% del bilancio totale dell’Unione Europea.
Con la POLITICA AGRICOLA COMUNE l’Unione Europea promuove e sostiene il ruolo economico e sociale dell’agricoltura per un ambiente rurale vitale.
LA PAC DEL FUTURO: Denaro pubblico per i beni pubblici
Un principio fondamentale del nuovo sistema di pagamenti PAC dopo il 2013 dovrebbe essere quello di premiare gli agricoltori e i gestori terrieri per la fornitura di beni pubblici. Al tempo stesso, la spesa pubblica per l’agricoltura non dovrebbe compromettere l’offerta di beni pubblici. Alcuni dei principali beni pubblici associati all’agricoltura includono la biodiversità delle aree coltivate, la conservazione delle risorse genetiche agricole, la funzionalità dei bacini imbriferi, paesaggi agricoli gradevoli, lo stoccaggio del carbonio, la resilienza agli incendi incontrollabili e ad altri pericoli naturali, la resilienza dell’ecosistema nei confronti dei cambiamenti climatici e della vitalità rurale. Questi beni pubblici hanno un grande valore per la società ma, nonostante tutto, la loro disponibilità è spesso minacciata dai cambiamenti nell’uso della terra, in particolare a causa dell’intensificarsi o dell’abbandono dell’agricoltura, dovute a forze di mercato, scelte di politica e cambiamenti tecnologici. I beni pubblici non possono, per definizione, essere forniti dal mercato. Trattandosi di beni non-competitivi e non-esclusivi, nessuno può essere escluso dal godere dei benefici forniti dalla biodiversità rurale o da paesaggi agricoli gradevoli, e agli utenti non può essere richiesto di pagare. Dal momento che non esiste mercato per i beni pubblici, la loro disponibilità dipende largamente dall’intervento dello Stato. Pertanto, i pagamenti pubblici sono necessari per ricompensare gli agricoltori ed gli altri gestori terrieri per il loro servizio, anche se la PAC dovrebbe intervenire solo in caso di minaccia e in presenza del rischio che tali beni possano andare persi, talvolta anche in modo irreversibile. Alcuni sistemi agricoli forniscono diversi tipi di beni pubblici in misura maggiore rispetto ad altri. Ogni qualvolta un sistema agricolo è in grado di fornire questi beni in modo affidabile e costante, dovrebbe essere oggetto di adeguato sostegno.


10 Novembre 2013
http://www.messinaweb.tv/arancio/ambiente-arancio/2014-2020-la-nuova-politica-agricola-per-la-sicilia-2/



Assessore, riordino subito!





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