(Ag.
Agim) - Il termine di scadenza per la presentazione del bilancio
all’Ars è il 30 aprile, ciò ad evitare il commissariamento che potrebbe
essere traumatico e umiliante per una Regione che non è che stia andando
a tutta birra, tranne che per le eccessive estemporaneità del
governatore Crocetta che si barcamena alla meno peggio, nominando e
revocando assessori di grido (eclatanti i recenti casi di Battiato e
Zichichi).
Ma la prova bilancio è cosa molto seria per
una Regione come la Sicilia che è considerata a Statuto speciale e che
tiene tanto a questa sua prerogativa (almeno a parole). Si sa che si sta
lavorando sui dettagli delle voci dello strumento amministrativo,
principalmente per salvaguardare l’occupazione
con le debite garanzie per i forestali (sta per arrivare l’estate e con
questa gli incendi) e per l’eterna e non più rinviabile situazione dei
precari dei Comuni, che vanno stabilizzati una volta per sempre dalla
Regione con le leggi che già ci sono e col beneplacito (una garanzia in
più) dell’intervento dello Stato; due voci che sono patate
bollenti e che potrebbe far esplodere una protesta sociale di
proporzioni imprevedibili, visto che in ogni Comune tutti sono armai in
allarme (codice rosso), considerata la situazione di stallo del Governo
nazionale che non decolla tra l’indifferenza dei politici di lungo
corso. Ma se c’è ancora Monti, ci pensi lui.
Il
Presidente dell’Ars Ardizzone auspica che il bilancio, rigoroso e
asciutto quanto basta, sia approvato in brevissimo tempo e presentato
con estrema urgenza alle varie Commissioni competenti ad evitare il
commissariamento e/o l’intervento del Commissario dello Stato.
Purtroppo
in questo contesto, non certo roseo di prospettive, si inserisce anche
la denuncia del Movimento 5 stelle che, con Giorgio Ciaccio, accusa i
deputati di eccessivo assenteismo, ciò che fa ritardare i lavori; per
questo l’esponente del primo partito della Sicilia e dell’Assemblea
chiede addirittura la decadenza di questi peones d’aula siciliani, da
condannare senza se e senza ma a qualsiasi colore politico appartengano.
Anche
il Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca in
videoconferenza chiede alla classe dirigente regionale di uscire dal
letargo endemico in cui è caduta, letargo e immobilismo che frenano il
rinnovamento e fanno rimanere la Sicilia in una situazione di
sottosviluppo cronico: il riferimento è all’utilizzo dei fondi
comunitari 2014/2020 che i Comuni non sono in grado di gestire a causa
dell’incapacità della maggioranza dei sindaci “non vogliono o non hanno
interesse a che avvenga il cambiamento. Solo una scossa – dice il
Ministro – potrebbe sbloccare la situazione di stallo, una scossa che
rimuova metodi antichi inefficaci e dia spazio alla progettualità. La
politica di programmazione anni 2014/20 è la scossa perché facilita
l’accesso ai finanziamenti e porta sviluppo e lavoro”
13 Aprile 2013
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