I 29mila lavoratori forestali stagionali della Sicilia
(contro i 500 della Lombardia e i 900 della Toscana),
sono nei guai:
la Regione Sicilia non ha i 290 milioni necessari
per pagare gli stipendi.
Una buona occasione per ridurre il numero,
in eccesso?
Macché, le elezioni sono vicine
e non si scontenta nessuno…
Le denunce de La Zavorra,
inchiesta di due giornalisti palermitani
Michele Albini
In Sicilia i lavoratori forestali
dipendenti dalla Regione sono 29mila, i più numerosi d’Italia, ma ora
mancano 290 milioni di euro per rimandarli al lavoro in vista
dell’estate. Per questo hanno appena organizzato diverse proteste, fra
cui un blocco stradale a Palermo e, come già è stato fatto intendere,
altre azioni seguiranno.
REGIONE IN BOLLETTA L’Assemblea regionale siciliana, che è l’organo legislativo della regione a statuto speciale, non riesce infatti a mettere insieme i 290 milioni di euro destinati in buona parte ai forestali. Sono
operai chiamati a giornata, iscritti a graduatorie pubbliche, assunti
direttamente dalla Regione e suddivisi a seconda di quante giornate di
lavoro vengono loro assegnate: 78, 101 o 151 giorni l’anno. Si tratta
soprattutto di un bagaglio di voti che nessun partito siciliano può
permettere di giocarsi a così poca distanza dalle elezioni regionali. A
ottobre infatti si va al voto, con sei mesi di anticipo a causa delle
fibrillazioni all’interno della giunta del presidenteRaffaele Lombardo.
La faccenda dei 29mila operai forestali
siciliani, contro i 500 operai lombardi o i 900 toscani solo per fare
due confronti, finì sotto i riflettori nazionali nel 2009, in seguito a
un inchiesta del settimanale Panorama. Da allora non è cambiato
nulla e oggi, con i soldi che sembrano finiti, la situazione sta
precipitando. A maggio la giunta aveva proposto di finanziare parte
della spesa chiedendo alle banche un mutuo da 60 milioni di euro. Ma il
commissario dello Stato, figura che vigila sulla costituzionalità e
sulla copertura finanziaria dei provvedimenti dell’assemblea siciliana, si è messo di traverso e la questione rimane pendente.
Una buona occasione per ridurre il numero
dei forestali, così in eccesso, e gli enormi sprechi? Nemmeno per
sogno. I deputati dell’isola – questo il titolo che spetta ai
consiglieri siciliani – stanno tentando la via di una legge ad hoc.
L’intera vicenda, insieme a un excursus storico sulle radici dello
sfaccettato clientelismo siciliano, è contenuta nel libro “La Zavorra” dei giornalisti palermitani Enrico Del Mercato ed Emanuele Laurìa, pubblicato dal 2010. Ma né i libri né le inchieste sono state in grado di
scardinare un equilibrio perverso che dà sostentamento a 29mila
famiglie e garantisce una quantità imprecisata di voti ai partiti, che generalmente non sono altro che discendenti diretti della vecchia Democrazia cristiana.
CHI CAUSA GLI INCENDI DOLOSI Il
compito di un operaio forestale è tenere in ordine le zone boschive,
controllare lo stato di salute degli alberi e fare la manutenzione delle
barriere tagliafuoco e delle zone di rispetto, al fine di contenere gli
eventuali incendi. Roghi che però in Sicilia non mancano mai, stando ai
numeri di Legambiente, che certifica come nel 2010 la regione sia stata la più colpita dal fenomeno doloso, con 203 chilometri quadrati di vegetazione andati in fumo, quasi il 50% di tutto quello che è bruciato in Italia.
Lo stesso anno ha visto nell’isola anche
il più alto numero d’incendi, 1.159, un primato che nel 2011 la Sicilia
si è vista sottrarre dalla Sardegna. L’esercito dei 29mila forestali
quindi non sembra in grado di proteggere i propri boschi. E dire che la
superficie di foresta da presidiare ammonta a 5.100 km2, contro i 6.500
della Lombardia. Durante gli anni è stato più volte avanzato il sospetto
che qualcuno degli stessi operai appicchino roghi proprio per essere
chiamati al lavoro, ma nessuna condanna è mai stata emessa per
dimostrare un’illazione tanto grave.
Non conviene a nessun politico siciliano
frenare questa marea umana e stabilizzare gli operai forestali, talvolta
precari da una vita intera. Anche 78 giorni di lavoro all’anno sono sufficienti a maturare i requisiti per ricevere l’indennità di disoccupazione,
che tuttavia non impedisce a queste persone di cercare di arrotondare
durante i giorni “liberi”, attraverso le attività più varie, dal
commesso di negozio al benzinaio. Ricevendo la disoccupazione, tuttavia,
queste attività secondarie passano automaticamente in neron potendosi
ricevere sia un salario da lavoro che l’indennità. Rinnovare il
precariato per tutte queste persone, di anno in an, nono, è un ricatto
elettorale da parte della classe politica siciliana. Ma è anche un
equilibrio, radicato e difficilissimo da rovesciare.
26 Giugno 2012
Ecco l'inchiesta del settimanale Panorama.
Nulla di nuovo sotto il sole!!!
RispondiEliminaOgni tanto vengono pubblicati da testate pseudo scandalistiche questo tipo di notizie che mirano a creare lo scoop (falso e tendenzioso), piu che a dare una reale informazione.
Negli anni dopo innumerevoli ore di indagine da parte degli psudo-giornalisti, che si sono avvicendati sul capitolo dei forestali, ormai abbiamo appurato senza tema di smentita che:
A) Siamo troppi
B) Siamo CIRCA 29.000 (il reale numero della forza lavoro non ci è dato saperlo) è certo che oscilla da circa 23.000 a 29.000, in funzione di quanto vuole essere incisivo o scandalistico colui che scrive l'articolo.
C)La Lombardia e la Toascana hanno meno forestali della Sicilia, avendo il doppio dei boschi..(e quindi ?)
D)Il forestale medio (101ista?) gode della famigerata DS Agricola, che ogni anno "intasca" come fosse una sorta di vincita al lotto.!
Bene! anzi male!
Sarebbe GIUSTO dare delle informazioni corrette dato che se ne sente tanto il bisogno, anche se sinceramente non capisco motivo di tanto interesse ( esistono migliaia di esempi di impiegati pubblici che perpetrano illeciti piu' o meno gravi, e pochi (giornali e giornalisti) si prendono la briga dei fargli le "pulci", comunque .....
In definitiva rassicuriamo l'ITALIA TUTTA, dicendo che il forestale medio percepisce uno stipendio, più o meno in linea con il resto d'Italia, in relazione al medesimo profilo professionale...
Un forestale medio (un 101ista!) che a concluso il proprio rapporto di lavoro mettiamo nel ..Ottobre 2011 e ad oggi (18/06/2012) non è stato riassunto per le ormai note vicende del Bilancio della Regione Sicilia, dopo mesi di fermo forzato, se gli dovesse capitare qualche giornata di "LAVORO" onesto va da se che la prende, come qualsiasi altro "Buon Padre di Famiglia" anche in bianco e nero, senza se e senza ma...
Ricordiamoci che nei paesini dell'entroterra (ma non solo!) anche a seguito di una politica del governo Regionale, e del Governo Nazionale,che non ha saputo creare negli anni nessun tipo di sviluppo, la forestale oggi rappresenta l'UNICA forma di reddito.
Io? NON CI STO!
Io VOGLIO lavorare onestamente nella mia terra!
Io VOGLIO essere stabilizzato!
Io NON VOGLIO più essere UMILIATO (professionalmente!) da scritti simili a questo appena letto!
Saluti