19 giugno 2012

ALLARME PER GLI INCENDI BOSCHIVI, IN SARDEGNA E SICILIA NESSUN EVENTO


Caldo, allarme della Forestale per gli incendi boschivi, soprattutto nelle Regioni del centro/sud 

 

Un vasto incendio boschivo


Con l’Italia infuocata dal caldo africano, cresce l’allarme roghi. Dal primo gennaio al 31 maggio, si contano gia’ 2.247 incendi boschivi (erano stati 1.109 nel 2011). I dati del Corpo Forestale dello Stato, indicano che la superficie totale percorsa dal fuoco e’ di 10.354 ettari (6.513 superficie boscata e 3.792 non boscata), mentre nel 2011 gli ettari bruciati erano stati 4.075. Ora con l’anticiclone ‘Scipione’ che fa boccheggiare il Belpaese, si teme il divampare di incendi soprattutto nelle regioni meridionali. E monta la preoccupazione per i fondi che, dopo i tagli imposti dalla crisi, le regioni potranno mettere in campo per gli interventi. A detenere il ‘primato’ degli incendi boschivi e’ finora la Campania, con 358 eventi, seguita da Toscana con 293, mentre il ‘bronzo’ va alla Calabria, con 273 eventi. In Abruzzo si sono verificati 45 incendi, 68 in Basilicata, 52 in Emilia Romagna, 120 nel Friuli Venezia Giulia, 202 nel Lazio, 203 in Liguria, 228 in Lombardia, 18 nelle Marche, 38 in Molise, 170 in Piemonte, 30 in Puglia, 7 in Trentino Alto Adige, 52 in Umbria, 5 in Valle d’Aosta, 85 in Veneto. In Sardegna e Sicilia nessun evento si e’ finora verificato. ”Rispetto all’anno scorso, registriamo un raddoppio degli incendi. E questo ci da’ molta preoccupazione per l’estate”, spiega all’Adnkronos Mauro Capone, direttore della terza divisione del Corpo Forestale dello Stato. Un timore condiviso anche dal vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani, per il quale ”i soldi che si investono per la prevenzione sono sempre di gran lunga inferiori a quelli che bisogna mettere in campo per fronteggiare l’emergenza”. ”Ci sono gia’ 220 denunce per reato di incendio boschivo -avverte Capone- e si contano una decina di arresti per il reato del 423 bis. Oltre il 60% degli incendi e’ di origine dolosa”.
Dietro le fiamme, ancora una volta c’e’ la mano dell’uomo: ”I casi piu’ frequenti -indica Capone- oltre alla piromania vera e propria, sono ricollegabili a disagi sociali, litigi a livello locale ma spesso sono anche modi di segnalare insofferenze rispetto alla situazioni di aree protette e disagi sociali legati alla carenza di lavoro, in questo periodo”. Le regioni interessate al fenomeno, in queste prima meta’ dell’anno, sottolinea ancora il responsabile servizio antincendio boschivo del Corpo Forestale, ”sono quelle del Nord, zona alpina e Toscana, soprattutto nel periodo post emergenza neve. Ma da giugno a ottobre ci attendiamo l’entrata in crisi del Centro Sud, in particolare Lazio, Campania, Puglia e Calabria. Storicamente, insieme a Sicilia e Sardegna, sono le regioni piu’ colpite”. ”E’ partita -fa notare Capone- la nostra campagna di prevenzione, che durera’ fino a ottobre e vedra’ impegnate tutte le strutture che concorrono nell’attivita’ di lotta agli incendi boschivi, dal Dipartimento della Protezione civile alle regioni, che sono i primi attori, e ovviamente il Corpo Forestale dello Stato che schiera 3.000 uomini per attivita’ di gestione -dal sistema 1515 di primo allarme agli interventi sugli incendi- concentrandosi quindi sull’attenzione investigativa, volta a stroncare il fenomeno doloso degli incendi”. Ma non solo. Il Corpo Forestale sottolinea infatti la necessita’ di ”una particolare attenzione all’applicazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, uno strumento fondamentale per la lotta all’incendio boschivo”
La parola d’ordine e’ prevenzione. E in questo percorso, il cittadino puo’ dare il proprio contributo. ”Un incendio -spiega infatti il direttore della terza divisione della Protezione Civile- viene spento facilmente quando piu’ rapidamente lo si raggiunge. Occorre subito chiamare al numero 1515 del Corpo Forestale o ai numeri di segnalazione incendi indicati delle regioni, l’evento di cui si viene a conoscenza. E’ fondamentale -rimarca Capone- che il cittadino sia il nostro primo operatore sul territorio: una rapida informazione ci permette di intervenire in tempi brevi e quindi semplifica l’attivita’ di spegnimento a terra e via area”. ”Chiaramente -sottolinea- il cittadino deve essere attento a mettersi in sicurezza. Molti, per tutelare un bene, mettono purtroppo a rischio la propria incolumita’. Richiamiamo a una grande attenzione: occorre attendere l’intervento degli esperti e seguire le loro indicazioni per evitare rischi”. La lotta agli incendi boschivi quest’anno si misura anche con i tagli delle risorse. ”Qualche segnale preoccupante arriva dal Centro Sud -fa notare capone- da regioni che hanno criticita’ anche economiche, sulla potenzialita’ che potranno mettere in campo per la lotta agli incendi”. Dati e disponibilita’ che ”e’ fondamentale conoscere, perche’ si possono creare ritardi o difficolta’ maggiori negli interventi”. Per tutti i cittadini, il consiglio e’ ”seguire le indicazioni che i comuni, le regioni e il corpo forestale forniranno. Facendo attenzione a una serie di situazioni che possono provocare roghi: dai fuochi all’aperto alle macchine che vengono parcheggiate su aree con erba secca”. Su tutte, la raccomandazione principale e’ ”seguire le ordinanze comunali che danno indicazioni su come comportarsi nella lotta agli incendi boschivi”.
A condividere l’allarme del Corpo Forestale e’ Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente. ”Siamo alle solite -spiega all’Adnkronos- all’avvicinarsi dell’estate continua il fenomeno degli incendi boschivi. Negli ultimi anni, pero’, si sono fatti passi in avanti. La legge quadro 353, del 2.000, ha messo in campo una serie di azioni che hanno cercato in qualche modo di arginare questo fenomeno. E’ una legge che impone ai comuni di fare il catasto delle aree percorse dal fuoco, sulle quali per diversi anni non si possono fare cambi di destinazioni d’uso e quindi non si puo’ ne’ costruire ne’ pascolare ne’ rimboschire”. ”Una legge importante -rimarca Ciafani- ma per ora messa in pratica solo in una parte del Paese. Bisogna completare questa azione perche’ occorre una sana azione di prevenzione, insieme alla formazione dei cittadini e dei dipendenti pubblici che si occupano di questo”. Per Legambiente, inoltre, occore ”sostegno economico a tutte le attivita’ di monitoraggio sul territorio”. Anche perche’, ”c’e’ un rischio concreto che con il taglio di trasferimento di risorse dallo Stato agli enti locali, anche le attivita’ di prevenzione degli incendi possano in qualche modo venire meno rispetto al passato. Ma e’ importante, anche in un momento di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo, investire sule prevenzione”. Sul fronte ecomafie, invece, Legambiente e’ convinta che ”per arginare le attenzioni fameliche dell’ecomafia anche nel settore degli incendi boschivi, e’ fondamentale applicare quello che e’ previsto dalla legge quadro, perche’ se per dieci o quindi ci anni non si possono cambiare le destinazioni d’uso, queste aree saranno sempre meno appetibili per le organizzazioni mafiose”. ”L’inasprimento delle pene per i delitti ambientali e’ sempre un deterrente importante -conclude Ciafani- ma a questo deve seguire un investimento per le attivita’ di intelligence per far rispettare la legge e rafforzare la prevenzione degli incendi”.

18 Giugno 2012

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.