03 dicembre 2020

FORESTALI, 23 OPERAI RICORRONO CONTRO IL TAGLIO DEI RIMBORSI CHILOMETRICI. CHIEDONO IL RIMBORSO PER LE TRASFERTE CON MEZZI PROPRI DAL 2011 AL 2019


Dal sito www.gazzettamatin.com

Forestali, 23 operai ricorrono contro il taglio dei rimborsi chilometrici. In tanti, tra dipendenti ed ex, hanno deciso di rivolgersi al tribunale di Aosta (giudice del lavoro) al ne di vedersi riconoscere i rimborsi chilometrici per le trasferte effettuate con la propria auto tra il 2011 e il 2019. Alcuni ricorsi sono stati raccolti in un unico procedimento, ma al momento sono 21 i ricorrenti per cui il processo è già in corso. La questione è chiara: avendo utilizzato la propria auto per svolgere le mansioni e spostarsi dalla stazione forestale ai cantieri, gli operai chiedono che la Regione sia condannata al pagamento di un rimborso chilometrico. Ad essere complessa è però la normativa di riferimento.

La storia
Per capire meglio la vicenda bisogna tornare al 2010, quando entrò in vigore la legge contenente le Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. Nell’ottica di ridurre i costi degli apparati amministrativi, tale norma aveva soppresso l’indennità chilometrica a rimborso delle spese sostenute per l’utilizzo del proprio mezzo di trasporto (prima era riconosciuto un quarto del costo della benzina per km percorso). E non vedendosi più riconosciutele indennità, nell’estate del 2010 tre operai forestali decisero di rivolgersi al Tribunale.
Non solo: la Regione aveva anche deciso di sollevare una questione di legittimità costituzionale della norma citata; la Corte costituzionale, però, respinse l’iniziativa ritenendo che la disposizione non fosse lesiva delle prerogative costituzionalmente riconosciute alla Regione. In particolare, i giudici sottolinearono la non diretta applicazione delle disposizioni di contenimento della spesa pubblica alle Regioni, le quali avrebbero potuto procedere con una rimodulazione degli importi garantendo comunque un risparmio complessivo. Fatto sta che i tre ricorrenti, arrivati no alla Cassazione (l’ultima pronuncia è del 2019), vinsero la causa; in particolare, la Corte d’Appello di Torino fondò la propria decisione sulla “non rigidità” della norma prevista dalla legge del 2010, in quanto la Regione avrebbe dovuto dimostrare che, continuando a erogare i rimborsi chilometrici, non avrebbe potuto raggiungere il risparmio di spesa previsto dalla normativa. Circostanza confermata poi dalla Cassazione.

Il precedente
Fatto sta che, al termine dei tre gradi di giudizio, ad Aosta iniziò un nuovo procedimento per definire l’entità dei rimborsi e la Regione fu condannata dal giudice del lavoro al pagamento del dovuto. Ora, “forti” di questo precedente, ben 23 operai forestali hanno presentato un ricorso al Tribunale di Aosta. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono due operai che in totale chiedono alla Regione quasi 20 mila euro; l’udienza di comparizione delle parti è stata per il 3 dicembre. In tutti i procedimenti la Regione – tramite l’Avvocatura interna – ha deciso di costituirsi in giudizio chiedendo al giudice del lavoro di rigettare i ricorsi. (federico donato)



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