26 gennaio 2025

LA SICILIA AFFONDA: MANCANO I SOLDI PER L’AMAT DI PALERMO, PER L’AST, PER I TRASPORTI VIA MARE (ISOLE EOLIE), PER GLI OPERAI FORESTALI E COSÌ VIA. DOVE SONO I SOLDI DEL PNRR E DEL FONDO DI SVILUPPO E COESIONE? SONO SPARITI I 55 MILIONI PROMESSI A NOVEMBRE DA ROMA, CON L’EX ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA – UN LEGHISTA CATANESE – CHE NE RINVENDICAVA LA PATERNITÀ


Dal sito www.thehour.info

di Ciro Lomonte
esponente di Siciliani Liberi

25 Gennaio 2025
Va detto che è tutta l’Italia in sofferenza finanziaria ma si fa finta di niente
Sono passati 25 giorni dall’inizio del nuovo anno, e da tutta la Sicilia e dal resto d’Italia arrivano conferme alle analisi pubbliche di Siciliani LIberi. Le condizioni delle finanze pubbliche dell’Italia nell’euro sono così gravi che pressoché tutti gli enti locali, siano essi Comuni, Regioni, ed ex Province sono ormai tutti in condizioni di insolvenza generalizzata. Protestano di fronte la sede del presidente della Regione siciliana gli operai forestali: sono spariti i 55 milioni promessi a Novembre da Roma, con l’ex assessore all’Agricoltura – un leghista catanese – che ne rinvendicava la paternità. Protestano (nuovo sciopero indetto per l’1 Marzo) i 1300 lavoratori Amat di Palermo, l’Azienda controllata dal Comune che si occupa del trasporto pubblico delle persone nel capoluogo della Sicilia: “L’accordo di Giugno è rimasto lettera morta”. L’AST, l’Azienda Siciliana Trasporti, che fa capo alla Regione siciliana, sopprime ogni giorno corse in tutta la Sicilia, persino il breve collegamento Bagheria-Palermo. “Non possiamo tollerare i disservizi subiti giornalmente da centinaia di pendolari, studenti e lavoratori, che da Bagheria si spostano verso Palermo e viceversa a causa delle numerose corse soppresse senza preavviso dall’AST“, dice il sindaco di Bagheria rivolgendosi al’’assessore regionale ai Trasporti. “L’assessore si attivi immediatamente per garantire il servizio di trasporto pubblico”, aggiunge Tripoli (https://ilsicilia.it/corse-ast-soppresse-a-bagheria-pa…/).Ma le sue proteste sono come quelle dei residenti delle isole Eolie più piccole, che da mesi assistono sgomenti alla continua soppressione delle corse delle navi.

Mezzo Paese aspetta i fondi del Pnrr che in buona parte non ci sono più

I fondi del Pnrr, non esistono. A Palermo i piccoli lavori dal costo di meno di 3 milioni di euro che avrebbero dovuto concludersi entro la fine del 2023 al Giardino Inglese sono così indietro che l’ingresso al Giardino sulla via Dalla Chiesa resta chiuso alla fine di Gennaio 2025. “In attesa che arrivi riscontro alle nostre segnalazioni”, scrive su un social un’associazione palermitana, “speriamo che il 2025 non porti la perdita del finanziamento, lasciando il giardino chiuso” (https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=1039718024835118&id=100063907905745). Per le imprese che hanno avuto la ventura di rispondere ai bandi del Pnrr, la prospettiva è ormai chiara: non sono state pagate né mai lo saranno. “Scuola, i fornitori beffati dal Pnrr. Beni consegnati ma lo Stato non paga”, titola il 19 Gennaio il quotidano degli eredi Agnelli che per anni ha cantato i peana europeisti, incluse le favole del Pnrr (https://www.repubblica.it/…/pnrr_ritardi_pagamenti…/)

Problemi anche per le raffinerie di petrolio del Siracusano

Ad Augusta, provincia di Siracusa, ad essere in crisi per il crollo dei volumi di carburante venduto sono persino le due grandi raffinerie ex Erg. “Per la prima volta in tutta la storia del Polo industriale siracusano l’Isab è entrata in sofferenza, subendo uno squilibrio economico e finanziario che ha costretto la proprietà ad un concordato pre-crisi”, dice il segretario provinciale della Cgil di Siracusa. Che commenta anche la crisi della sudafricana Sasol: “Ha già annunciato casse integrazioni per esuberi diretti e allo stesso tempo le altre aziende che ruotano attorno al polo petrolchimico hanno già sospeso gli appalti all’indotto” (https://www.blogsicilia.it/…/nubi…/1098359/).

Le elezioni politiche della Germania e la probabile fine dell’euro

Nessuna traccia dei fondi europei, e in particolare del Fondo di Sviluppo e Coesione e del Fondo di Sviluppo Regionale. Ormai priva del gas russo a basso costo, la produzione industriale europea e italiana è letteralmente crollata. Infatti, la Germania è ormai a 4 settimane dalle prime elezioni anticipate del dopoguerra. Che sanciranno in pochi mesi l’uscita dalla Germania prima dall’euro e poi dalla Ue. Le forze politiche italiane non danno alcun segnale di aver compreso quanto sta accadendo. Sindaci e presidenti di Regione fanno qualche dichiarazione di rito sui “fondi europei che stanno per arrivare”. Nessuna proposta, né in Parlamento, né nel dibattito pubblico, su come uscire dalla situazione di collasso industriale e demografico. Nulla. Ma nel 2025, come previsto da Siciliani Liberi, la fine dell’euro prima e della Ue poco dopo determineranno in Italia e in Sicilia cambiamenti simili a quelli del triennio successivo al 1945. Come testimoniano i vorticosi cambiamenti dei primi 25 giorni del 2025 culminati nelle prime scelte del nuovo presidente americano, Donald Trump. Siciliani Liberi lavora da ormai quasi 10 anni alla formazione della classe dirigente, fatti nuovamente dei liberi e dei forti, che veda in Sicilia il ritorno alla grandi politiche di sviluppo del dopoguerra.

P.s.

Proprio stamattina abbiamo dato notizia della crisi del trotto italiano (qui l’articolo). Un’altra prova della correttezza dell’analisi sulla situazione finanziaria italiana che Lomonte porta avanti da oltre due anni.





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