23 luglio 2024

PERCHÈ QUESTO MANCATO RICONOSCIMENTO?!



di Antonino Lomonaco
LTI di Linguaglossa (CT)

Recentemente ho letto un interessante articolo che parla di incendi boschivi e della particolarità siciliana che riguarda questo fenomeno (https://www.liberioltreleillusioni.it/.../15-anni-di...). 
L'articolo mi sembra davvero interessante, perchè va in fondo al problema incendi, rilevando innanzitutto, che a base della loro origine vi è il fatto che <<la Sicilia brucia non solo per la sua natura selvaggia e arida, ma per le fiamme che nascono dall'interno della sua società, alimentate dall'avidità, dall'ignoranza e dall'egoismo. Combattere gli incendi significa dunque affrontare non solo le fiamme visibili, ma anche quelle invisibili, alimentate da una sottocultura di miope egoismo.>> 
Ciò è davvero evidente come la scoperta dell'acqua calda, eppure a me pare che una tale questione non riguardi soltanto la Sicilia, ma ogni regione del mondo dove accadono cose analoghe, quale dissociazione socioculturale fra comunità ed ambiente che la ospita.
L'articolo si avvale di dati statistici e nota che <<dal 2009 al 2016, quando il monitoraggio si limitava ai mesi estivi, emerge una chiara stagionalità: gli incendi si sviluppano e si estinguono nel giro di poche ore, spesso in meno di un giorno. La durata media di un incendio in questo periodo è di circa 12 ore, un arco di tempo sufficiente per distruggere vaste aree di bosco e campagna, specialmente quando il vento e le condizioni climatiche giocano a favore delle fiamme.>> Dati statistici importanti, questi, in cui viene fuori un ulteriore dato non menzionato, cioè a dire che, in realtà, la durata media di questi incendi equivale alla durata media di intervento di repressione delle fiamme delle squadre antincendio della forestale siciliana, senza di cui questi incendi continuerebbero a bruciare indefinitamente anche per mesi, così come accade in altre regioni del mondo. 
Infatti, l'articolo continua dicendo che <<Dal 2017, con l'estensione del monitoraggio a tutto l'anno, i dati rivelano un quadro più articolato. Gli incendi iniziano a manifestarsi anche in periodi meno tradizionali, come la primavera e l'autunno, e la loro durata può variare considerevolmente. Alcuni incendi, particolarmente quelli appiccati deliberatamente in condizioni di bassa umidità, possono durare oltre 24 ore, propagandosi inesorabilmente attraverso la vegetazione secca.>> 
Invero, la possibilità di questi incendi è dovuta alla scarsa piovosità degli ultimi anni, la quale causa la presenza di piante secche ed aride anche nelle stagioni diverse dall’estate, quando di norma non dovrebbe succedere. Dopo la stagione estiva non vi sono squadre antincendio che intervengono, poichè queste sono formate da operai stagionali, e l'intervento dei vigili del fuoco è sempre molto limitato, dal momento che la missione di questi è rivolta maggiormente agli interventi in aree urbane ed antropizzate, piuttosto che nei boschi e nelle montagne, ed ecco che, pur con temperature ridotte (20 gradi ambientali invece dei 40 estivi) gli incendi durano molto di più!
<<Tuttavia (continua l'articolo), è l'intervento umano che gioca un ruolo cruciale. L'inefficacia delle misure di prevenzione e controllo degli incendi, spesso dovuta a carenze organizzative e di risorse, lascia queste aree vulnerabili. La sorveglianza insufficiente, la manutenzione inadeguata dei boschi e delle aree circostanti, e la mancanza di campagne di sensibilizzazione efficaci contribuiscono a creare un ambiente in cui gli incendi possono facilmente svilupparsi e propagarsi.>> Non si può essere che del tutto d'accordo con queste argomentazioni!
L'articolo prosegue notando che nella nostra regione, negli ultimi anni, vi sono <<picchi anomali notturni (di inneschi ) tra le 20:00 e le 02:00. Questi picchi sollevano interrogativi inquietanti. L'innesco di incendi nelle ore notturne, in particolare, appare estremamente sospetto. È difficile attribuirlo a cause naturali o accidentali, suggerendo piuttosto un'azione deliberata. Il fuoco che scoppia nel cuore della notte non solo coglie di sorpresa, ma sfrutta il buio e la quasi assente presenza di personale di sorveglianza per diffondersi più rapidamente prima che vengano intraprese misure di contenimento.>>
Intanto gli incendi dall’origine naturale sono davvero rari, ma sfugge a questo articolo che non vi è, nelle ore notturne, una mancanza del personale di sorveglianza (il quale, attraverso le vedette, continua ad essere presente), bensì del personale che si occupa della repressione, ovverosia gli operai forestali addetti a questa attività! Infatti di notte detto personale è normalmente molto ridotto ed ha delle prescrizioni di intervento che tengono conto delle norme di sicurezza a loro protezione e che impediscono, nella maggioranza dei casi, interventi diretti ed immediati (proprio a causa del buio della notte in terreni accidentati). Va detto, ciononostante, che spesso si interviene ugualmente, persino a proprio rischio e pericolo, per attaccamento al proprio dovere e per amore del proprio territorio, che si vuole difendere dalla devastazione del fuoco! 
Questo articolo fa emergere, così, senza dirlo, tutta l'importanza dell'operato delle squadre di antincendio boschivo della forestale siciliana! Esso mette in evidenza la gravità della situazione che queste squadre affrontano, per la quantità di inneschi superiori ad altre regioni che condividono la stessa latitudine e la stessa vegetazione della nostra terra e, che, tuttavia, queste stesse squadre riescono ad affrontare con ottimi risultati. E' in questo modo che, inevitabilmente, si evidenzia l'azione egregia e meritoria delle locali squadre di antincendio boschivo! Squadre ormai formate da pochi elementi, dall'età avanzata, pur con una grande esperienza di territorio e di intervento. Eppure squadre da sempre mortificate, a cominciare dai loro dispositivi di protezione individuali, pensati per climi più freschi e non idonei a quello siciliano, per finire agli automezzi in loro uso, obsoleti da decenni di utilizzo su strade dissestate, rurali e di montagna, e alla beffa dei nuovi mezzi arrivati quest'anno, del tutto non idonei al fine a cui dovrebbero essere adibiti, persino scritto sui loro libretti di circolazione, cioè a dire: "non adatti a percorsi senza asfalto"! 
Si continua così nel perenne mancato riconoscimento di una importantissima attività rivolta a salvare gli ambienti ed i territori di tutti, ma che mette, ogni volta, a rischio l'incolumità di uomini di gran pregio, ma dal difetto di essere per così dire “trasparenti”, invisibili, non riconosciuti da nessuno. Chissà perchè? Ce lo siamo mai chiesto? Ce lo vogliamo chiedere?
Antonino Lomonaco




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