Ricevo e pubblico
dal Segretario Generale Sifus Confali
Maurizio Grosso
Matera 7-02-2024. A fine 2020, la Commissione Europea aveva fatto intendere alla classe politica di centro destra e di centro sinistra che ci sono cascati e a Coldiretti, Cia e Confagricoltura che l'hanno sostenuta in silenzio, l'approvazione di una PAC ( politica agricola comunitaria) capace di respingere il modello produttivista imposto dall'agroindustria, dall'agrobusiness e dalla G.D.O.
Tutto falso. La PAC che è stata approvata e praticata rappresenta la fotocopia della precedete: ha continuato ad agire contro l'agricoltura mediterranea, la valorizzazione delle biodiversità, delle specificità aziendali, del km zero e del green deal. Inoltre, ha continuato ad ostacolare le produzioni di qualità, considerando " il lavoro", un accessorio e "l'ambiente" marginale.
Nella PAC, naturalmente, non è stato previsto, come chiedeva il SIFUS, nessuna premialità per quelle aziende agricole che oltre a produrre cibo sano e di qualità, assumono braccianti agricoli a cui riconoscono i diritti previsti dai ccnl.
L'Europa ha investito nella PAC un 1/3 del proprio bilancio ed ha concentrato i sussidi verso le tasche dell'agricoltura produttivista a discapito di quella legata alla piccole e medie aziende mediterranee. Questa strategia ha permesso, di fatto, redditi per gli agricoltori italiani inferiori financo del 50% rispetto a quelli dei colleghi del centro-nord Europa.
Nonostante i redditi bassi,i prezzi imposti dalla G.D.O, l'importazione sleale, l'alto costo delle materie prime e del carburante, gli agricoltori italiani e siciliani specificatamente, hanno sempre prodotto cibo sano e di qualità largamente apprezzato dai consumatori.
Ora basta. Ci vuole un inversione di tendenza poiché gli agricoltori non c'è la fanno più. Rivendichiamo:
1) SI - Ad una PAC che deve puntare al sostegno dell'Agricoltura mediterranea, delle piccole e medie aziende agricole, del km zero, delle biodiversità e del green deal ed, in ogni caso, deve prevedere una premialità specifica a favore di quelle imprese che assumono braccianti agricoli rispettando i ccnl per produrre cibo sano e di qualità. Più ne assumono e maggiore deve essere il premio.
2) No - All'Europa dei sussidi ineguali poiché foraggiano le rendite improduttive e dei cibi sintetici poiché uccidono l'agricoltura favorendo le multinazionali.
3) No - Agli accordi di libero scambio e ai green corridor poiché si basano sull'importazione di materie prime a basso costo in cambio di vantaggi per l'industria e la finanza.
4) SI. Alla garanzia del prezzo minimo garantito alla produzione capace di essere remunerativo per gli investimenti dell'azienda e per il lavoro.
5) No, Alla concorrenza sleale attraverso l'introduzione di clausole di salvaguardia che prevedano che i prodotti importati debbano contenere le stesse condizioni di sicurezza alimentare e rispetto del lavoro che sono applicate ai nostri produttori e fornitori di servizi.
6) No. Al made in Italy di marchi speculativi che schiacciano territori e produzioni.
7) No. Ad eolico e fotovoltaico selvaggio.
8) SI. Ad una moratoria dei debiti fiscali e bancari per tutte le aziende agricole che producono cibo sano e di qualità.
9) SI. Alla riattualizzazione della norma che interviene in seguito alle calamità naturali in maniera da avere la certezza che le aziende agricole e i braccianti agricoli possano contare su un sostegno adeguato per ricostruire in seguito alle siccità, trombe d'aria, alluvioni, frane,
10) SI. Alla alla cancellazione dell'IMU agricola e dell'IRPEF.
La proposta non si propone di essere esaustiva e si accettano suggerimenti concreti.
Maurizio Grosso - Segretario Generale SIFUS CONFALI
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