31 ottobre 2023

SICILIA 30 GRADI A FINE OTTOBRE, SCIROCCO E INCENDI. IL “PANICO È ORMAI UN’ABITUDINE”. O FORSE MORIREMO MENTRE RIDIAMO COME PENSAVA KIERKEGAARD?


Dal sito www.thehour.info

30 Ottobre 2023
Il mondo presenta un clima sempre più problematico e, a tratti, invivibile. Ma si continua con le guerre come se nulla fosse

“Beati quei monaci che, verso la fine del Medioevo, correvano di città in città ad annunciare la fine del mondo! Le loro profezie tardavano ad avverarsi? Che importa! Essi potevano scatenarsi, dare libero sfogo ai loro terrori, scaricandone il peso sulle folle – terapia illusoria in un’epoca come la nostra, nella quale il panico, diventato un’abitudine, ha perduto le proprie virtù”. Così scriveva Emil Cioran nel 1953, in Sillogismi dell’amarezza. Una riflessione che sembra attuale alla luce dei cambiamenti climatici che sembrano annunciare la fine del mondo. Ne è convinto Alfonso Luigi Marra, meridionale di genio, giurista, già europarlamentare. Amante della natura, da qualche anno riflette sui cambiamenti climatici e, in particolare, sul riscaldamento globale: “… il vero problema del mondo oggi – dice Marra – è il clima, e il pericolo climatico avrà a mio avviso la forza di raffreddare gli umori assurdamente belluini di tutti”. Marra lo scrive commentando la guerra in corso in Medio Oriente.

La fine del mondo immaginata dal filosofo Kierkegaard. In Sicilia l’abisso che vuole guardare dentro di noi avanza

Sarà così? Sulla fine del mondo il filosofo Søren Aabye Kierkegaard ha un’idea particolare: “In teatro scoppiò un incendio dietro le quinte. Un clown uscì sul palcoscenico e avvisò il pubblico. Gli spettatori pensarono che si trattasse di uno scherzo e applaudirono. Il clown ripeté l’annuncio, con sempre maggior divertimento dei presenti. È così, immagino, che il mondo finirà distrutto: tra l’ilarità generale dei buontemponi, convinti che sia tutto un gioco”. Ecco, questo finale ci convince di più. Oggi siamo tornati sul tema degli incendi che ormai, con la precisione di un’equazione chimica, accompagnano l’arrivo in Sicilia del vento di Scirocco. E’ una novità lo Scirocco in Sicilia? No. La novità, semmai, da qualche anno a questa parte, è rappresentata, per l’appunto, dagli incendi che, come per magico incanto, si materializzano quando soffia questo caldo vento del Sud. Anche se, a pensarci bene, rispetto agli anni passati, cinque sciroccate pesanti in tre mesi sono un po’ sopra la media siciliana. Nei piani alti della politica siciliana sono convinti che ad appiccare il fuoco siano i lavoratori precari. Tesi che fa il paio con i sindacati che lucrano sui lavoratori precari. E così, da fine Luglio, assistiamo alla “ilarità generale dei buontemponi, convinti che sia tutto un gioco”. Così il verde siciliano si riduce, il microclima cambia in peggio e 30 gradi, in assenza di verde sembrano di più. L’abisso che vuole guardare dentro di noi avanza.

Gli incendi spaventosi di centro Africa e Canada ignorati da un Occidente a ‘trazione USA sempre più balordo, guerrafondaio e stupido

Sul finale di questa storia concordiamo con Marra: il caldo ci sommergerà. Dal 2018 ad oggi il caldo estivo è stato sempre più aggressivo. Il 2021 è stato tremendo: un caldo infernale che ha ridotto del 50% circa la produzione di grano di Canada e Nord America. La Sicilia, due anni fa, ha lasciato sul campo 82 mila ettari di boschi. Lo scorso anno il caldo estivo è stato sempre asfissiante con incendi in mezzo mondo. Ma è quest’anno che il mostro del clima si è scatenato: siccità in tante aree del mondo e, con la stagione calda, due disastri ambientali passati sotto silenzio: gli incendi nel centro Africa e soprattutto in Canada. Dell’Africa l’Europa si occupa solo quando c’è da depredarla e quando c’è da lamentarsi per l’arrivo di migranti. Degli incendi che la scorsa Estate hanno funestato vastissime aree del centro Africa si sa poco o nulla. Qualcosa in più si sa sul Canada. In questo Paese gli incendi boschivi sono iniziati a Maggio e non si sono più fermati. Mentre scriviamo gli incendi continuano a bruciare i boschi canadesi, complice l’assenza di piogge e di freddo (in certe aree del Canada ad Agosto nevica ma quest’anno il caldo persiste). Le notizie più recenti sugli incendi in Canada (foto sopra tratta da MeteoWeb) le abbiamo lette un mese fa (qui un articolo). L’attuale Governo canadese che, quanto meno, ha la responsabilità politica di quanto sta avvenendo non dà informazioni. Ma qualcosa è venuta fuori, A metà Settembre si racconta che gli ettari di boschi canadesi inceneriti ammontavano a circa 15 milioni (in Canada si contano 155 milioni di ettari di boschi circa, ciò significa che gli incendi hanno bruciato poco meno del 10% delle aree verdi di questo Paese). Un mese mezzo dopo la situazione dovrebbe essere peggiorata, dal momento che il fuoco è ancora attivo. Altri incendi si sono verificati in Siberia, in Spagna, in Portogallo e soprattutto in Grecia. ‘Massimo riserbo’ in Europa sul quantitativo di CO2 prodotta dagli incendi nel mondo per non rovinare i grandi affari di Germania e Cina con la nuova buttanata ‘europeista’ delle auto elettriche (e meno male che la Germania è schierata con l’Ucraina e con l’Occidente nella guerra contro la Russia…).





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