Dal sito www.thehour.info
Credeteci, non si tratta di ‘complottismo’ ma di evidenze che sono sotto gli occhi di tutti, anche se non se ne parla
20 Ottobre 2023
E’ normale il caldo che stiamo registrando a Ottobre? Ieri, in Sicilia, le temperature oscillavano fra 32 e 36 gradi centigradi. Oggi non sembra che la situazione sia diversa. Le parole magiche sono due: cambiamenti climatici. Le tesi sono due: alcuni scienziati dicono che l’innalzameto della temperatura globale è provocato dall’aumento dell’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera; altri scienziati precisano che la CO2, al limite, può essere responsabile del 5% del riscaldamento globale, che dipenderebbe invece per il 95% dal Sole. Con molta probabilità, la verità potrebbe stare nel mezzo: il Sole giocherebbe un ruolo fondamentale, ma anche la CO2 non andrebbe sottovalutata. Da un anno e mezzo e forse più ci sono due elementi che si aggiungono al dibattito sul clima, due elementi forse sottovalutati che potrebbero avere influito in modo rilevante sul riscaldamento della Terra: le guerre in corso nel mondo, a cominciare dalla guerra in Ucraina e, da circa due settimane, dalla guerra in Israele e a Gaza; e gli incendi boschivi. In Ucraina le bombe russe non danno tregua da oltre un anno; nella Striscia di Gaza, nei primi sette giorni di guerra, Israele ha sparato circa 6 mila missili. Gli incendi boschivi, nel mondo, da alcuni anni a questa parte, sono sempre più estesi e incontrollabili.
Gli effetti delle guerre sul clima
Cominciamo con gli effetti delle guerre sul clima. Ordinariamente il settore bellico contribuisce al riscaldamento globale con una quota compresa tra l’uno e il cinque per cento. Va da sé che quando esplode una guerra la percentuale aumenta, sia a causa dei bombardamenti, sia a causa dell’uso dei mezzi militari, a cominciare dagli aerei (gli aerei caccia consumano circa 16 mila litri di carburante all’ora). Quando si parla di aumento delle temperatura nell’atmosfera provocato dalle guerre non si fa riferimento soltanto alla CO2 ma anche agli altri gas cosiddetti climateranti, ovvero gas che fanno innalzare la temperatura dell’atmosfera: metano, azoto, fluorati. Come riporta un articolo de le Scienze, nel 2019 gli eserciti presenti in Europa, in assenza di guerre, provocavano emissioni globali pari a 14 milioni di automobili. In tempo di guerra le emissioni che provocano un aumento delle temperatura dell’atmosfera aumentano spaventosamente: “Durante la guerra in Vietnam (1955-1975), per esempio – leggiamo su le Scienze – è stata eliminata una frazione di foreste compresa tra il 14 e il 44 per cento, sia per gli esplosivi, sia per l’uso di erbicidi. Più recentemente, sono state bruciate foreste nel Nagorno-Karabakh probabilmente per favorire la guerra con i droni, sono state attaccate coltivazioni nel Nord-est della Siria e sono state incendiate aree protette in Israele per mezzo di aquiloni incendiari. Moltissime emissioni legate al settore militare derivano dalla pratica del gas flaring, ovvero l’incendio e la distruzione delle infrastrutture di produzione, stoccaggio o trasporto del petrolio, azioni attraverso le quali gli eserciti si assicurano che le risorse siano inutilizzabili. È accaduto in Colombia, Libia, Siria e Iraq. È stato stimato che gli incendi petroliferi della guerra del Golfo del 1991 abbiano contribuito al tre-quattro per cento delle emissioni globali di CO2 da combustibili fossili di quell’anno”. Non c’è bisogno di aggiungere altro. E’ legittimo o no ipotizzare che le alte temperature di Ottobre in Sicilia, che coincidono con il vento di Scirocco, siano legate alle guerre e agli incendi boschivi che funestano l’Africa soprattutto dal 2021 ad oggi?
La disinformazione sugli incendi in Africa
Andiamo agli incendi nel mondo. “Se si va a guardare la mappa della Nasa relativa agli incendi che hanno interessato il nostro Pianeta nel 2021 – leggiamo in un articolo di Altreconomia – scopriamo che l’area più colpita è l’Africa sub-sahariana seguita da Amazzonia, California e Siberia. Ed è davvero incredibile la scarsa o nulla informazione rispetto agli incendi che interessano il Continente africano dove, nel 2021, la superficie forestale percorsa dal fuoco è stata pari a quasi il 50% del totale a livello globale. E non si è trattato di un anno eccezionale”. Il 2021, forse troppo frettolosamente archiviato, è stato l’anno con grandi ed estesi incendi in Africa (di cui si è parlato pochissimo) e l’anno in cui in Canada si è passati da una temperatura di – 50 gradi in Inverno e + 50 gradi centigradi in Estate. In sei mesi c’è stata un’escursione termica di 100 gradi centigradi. Non a caso il 2021 è stato l’anno in cui la produzione globale di grano è crollata del 40%-50%, con produzioni ridotte soprattutto in Canada e negli Stati Uniti. Grandi problemi anche in Europa, se è vero che in modo confuso la Ue ha messo in campo provvedimenti-tampone per spingere gli agricoltori europei a coltivare più grano, dimenticando che, contemporaneamente, teneva e tiene ancora in piedi il Set-Aside, ovvero paga gli agricoltori per non fargli coltivare i terreni a grano. Guarda caso, il 2021 è stato l’anno dei grandi incendi in Africa, l’anno del clima ballerino in Canada e nel Nord degli Stati Uniti d’America (freddo polare in Inverno e caldo asfissiante in Estate) e l’anno della Sicilia regione più calda d’Europa, con temperature che sono arrivate a 50 gradi a Prizzi, provincia di Palermo, e Floridia, provincia di Siracusa e con 82 mila ettari di boschi andati in fumo a causa degli incendi.
Si assottiglia sempre di più il verde presente in Sicilia. Uno scenario che fa venire meno la mitigazione del caldo assicurato dalle piante e rende le alte temperature sempre più insopportabili
Quest’anno, in Sicilia, in Estate, la situazione è stata peggiore rispetto al 2021. A fine Luglio, per un giorno, la temperatura ha toccato i 50 gradi non in due luoghi ma in ampie zone della Sicilia per circa 12 ore. E il caldo sta continuando fino ad oggi. E continuano gli incendi boschivi. In queste ore nella nostra Isola si registrano incendi nel Palermitano, nel Nisseno, nel Trapanese, nel Messinese. Si assottiglia sempre di più il verde presente in Sicilia. Uno scenario che fa venire meno la mitigazione del caldo assicurato dalle piante e rende le alte temperature sempre più insopportabili. A Palermo città, in mancanza di incendi, le pubbliche amministrazioni tagliano gli alberi. Sembra una follia ma è la realtà. E da ‘complottisti’ affermare che il caldo anomalo in Sicilia possa essere legato alle guerre in corso e agli incendi boschivi che hanno colpito l’Africa quest’anno e, magari, ai cambiamenti microclimatici, se è vero che dall’Estate del 2021 ad oggi la nostra Isola ha perso a causa del fuoco più del 50% dei propri boschi? Nessuno parla di quanto avvenuto in Canada da Maggio fino ad oggi: eppure in Canada gli incendi, in meno di sei mesi, hanno incenerito circa 15 milioni di ettari di boschi. Tra incendi in Africa, incendi in Canada, incendi in Siberia, incendi nelle isole Hawaii, incendi nella foresta Amazzonica, incendi in Europa e guerre in Ucraina e ora anche a Gaza quanta CO2 è stata immessa dell’atmosfera? Sulle cause degli incendi viene tirato in ballo il clima, solo che quasi tutti gli incendi boschivi sono di origine dolosa. Negli Stati Uniti si pensa che gli incendi possano essere provocati dalla presenza di particolari essenze botaniche. Ma c’è anche chi ipotizza il ruolo di una setta di invasati che vuole la fine del mondo e per questo starebbe scientificamente incenerendo le aree verdi del Pianeta. Sono matti? Invece le guerre sono volute da gente sana di mente?
Fonte: www.thehour.info
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