Dal sito focusicilia.it
"Operatori antincendio insufficienti", ricorda il capo della Protezione civile siciliana Salvatore Cocina, per questo il volontariato ha un ruolo-chiave, con 200 squadre disseminate in Sicilia, al fianco delle 80 dei Vigili del fuoco e delle 150 della Forestale. Cosa succede appena arriva la segnalazione di un incendio
Di Agostino Laudani
31 Maggio 2023
La campagna antincendi boschivi inizierà il primo giugno e nonostante il clima ancora atipico, con basse temperature e piogge, l’emergenza è dietro l’angolo. Gli incendi estivi sono costati, nel 2022, circa 22 milioni di euro tra danni ambientali e costi di spegnimento, con 56 mila ettari di terreni bruciati, di cui ottomila di boschi. Anche per questo ci si chiede quali saranno le forze in campo e da questo punto di vista Salvatore Cocina, dirigente generale della Protezione civile siciliana, chiarisce il quadro della situazione: “Ci sono tra 80 e 100 squadre dei Vigili del fuoco e poco più di 150 del Corpo forestale della Regione Siciliana. È importante l’intervento immediato e tempestivo, ma non vi è un numero di operatori antincendio sufficiente. Vi è un sottodimensionamento”.
I vigili del fuoco sono 2.900. Ne servirebbero 300 in più
Come ha avuto modo di appurare FocusSicilia, i vigili del fuoco sono 2.900 (che ruotano su più turni e coprono anche le 13 squadre aggiuntive a supporto della Regione) ma l’organico ne richiederebbe almeno 300 in più, gli uomini in divisa del Corpo forestale della Regione Siciliana sono 463 ma in teoria ne sarebbero previsti 800. In questo scenario, un ruolo determinante lo gioca il volontariato e la Protezione civile può contare su un migliaio di propri volontari formati per l’attività antincendio, che compongono circa 200 squadre disseminate sul territorio. È, in pratica, la più alta dotazione a disposizione per la campagna estiva. Cocina specifica che “non si tratta di dipendenti pubblici stipendiati, ma di persone che lavorano a seconda del tempo a disposizione e che, chiamati in qualsiasi momento, non esitano a intervenire”.
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I volontari sono spesso i più vicini ai primi focolai
“I volontari – spiega Cocina – agiscono in supporto di Vigili del fuoco e Corpo forestale. Sono dotati di pick-up antincendio con serbatoio da 400 litri e possono intervenire in caso di piccoli focolai, perché in Sicilia la normativa non consente ancora di operare in piena autonomia, ma sempre sotto il coordinamento di Vigili del fuoco o Forestale. Sappiamo però come il piccolo focolaio, se spento immediatamente, non rischia di diventare un incendio esteso, soprattutto quando le squadre non riescono ad arrivare in tempo”. Il vantaggio dei volontari è che si trovano già dislocati anche in centri montani dove Vigili del fuoco e Forestale potrebbero impiegare più tempo per arrivare, specie se sono già impegnati in altri interventi. La Protezione civile organizza, coordina e rifornisce i volontari, che nel complesso sono circa seimila. Oltre ai mille dell’antincendio, ci sono infatti altri gruppi specializzati in varie attività d’emergenza, come il montaggio delle tendopoli o l’attivazione delle idrovore, le pompe con cui si interviene in caso di allagamenti.
Cosa succede quando viene segnalato un incendio
Le segnalazioni di un incendio possono avvenire in vari modi, ad esempio i cittadini che contattano i numeri di emergenza 112 o 1515 o gli operatori in servizio che allertano direttamente le sale operative: quelle dei Vigili del Fuoco o della Forestale, dedicata all’antincendio boschivo e che da quest’anno è “unificata” con personale interforze. A seconda della tipologia di incendio, vi sono delle competenze precise. Nel caso dell’incendio boschivo interviene il Corpo forestale, nel caso di un incendio urbano, o “di interfaccia” (cioè nelle fasce periferiche di vegetazione tra i centri abitati e i terreni, le più soggette oggi a incendi), il compito spetta ai Vigili del fuoco. La Protezione civile “subentra – spiega il dirigente generale – quando l’incendio travalica i limiti del bosco o delle sterpaglie e diventa un’emergenza perché coinvolge case, viabilità o popolazione. In questo caso viene contattata la sala operativa della Protezione Civile, la Soris, per chiedere supporto o avvisare della necessità di interrompere la viabilità o valutare l’evacuazione di un paese”. La sala operativa monitora lo stato degli incendi, mantiene i collegamenti con altre sale operative, raccoglie e smista informazioni e attiva anche le associazioni di volontariato.
Dal coordinamento sul campo all’intervento aereo
Lo spegnimento avviene in molti casi da terra e nei casi più difficili dall’alto. “In caso di interventi aerei – dice Cocina – c’è la necessità di fare una valutazione multidisciplinare e la Sicilia può contare su una flotta di nove elicotteri del Corpo forestale, canadair, ed elicotteri dei Vigili del fuoco. Si predilige l’intervento aereo quando è necessario salvaguardare l’incolumità dei cittadini e si fa una valutazione congiunta delle priorità”. Questo accade soprattutto quando ci sono molti eventi in contemporanea, come “nel 2021 – ricorda il dirigente – quando ci furono centinaia di incendi seri e decine e decine di richieste di intervento aereo. I mezzi erano impegnati su tutto il territorio nazionale”. Sul campo, a dirigere le operazioni, un “Responsabile operazioni di spegnimento”, Ros, per i Vigili del fuoco o un “Direttore operazioni di spegnimento”, Dos, per la Forestale. “Sono storie e tradizioni diverse dei due corpi, ma il concetto è uguale: un uomo che coordina le operazioni e il supporto del volontariato, che sono parte attiva nello spegnimento”, ribadisce Cocina. Come dire: se non ci fossero, le cose sarebbero molto diverse.
Fonte: focusicilia.it
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