Dal sito www.ilsicilia.it
di Emanuele Cammaroto 3 Ottobre 2022
L’interminabile sequenza di incendi in atto nel comprensorio taorminese ormai da diversi mesi fa paura e fa anche discutere. Legambiente Taormina-Valle Alcantara ha sottolineato sui gravi fatti che si ripetono e che hanno portato già ad oltre 30 roghi dall’estate ad ora, un clima di “omertà”. L’attenzione viene posta sui vari incendi avvenuti (e continuano a verificarsi) nel territorio di Taormina, Castelmola e Giardini.
Si tratta di episodi in molti casi dolosi, la vicenda si avvia a finire sul tavolo della Prefettura di Messina e i residenti hanno tanta paura in vista della stagione ormai prossima delle piogge in cui le fiamme rischiano di lasciare spazio alle colate di fango.
“Sino a quando i parenti ed i conoscenti dei piromani fanno muro omertoso attorno agli stessi non andiamo da nessuna parte – spiega la presidente del Circolo Legambiente Taormina-Valle Alcantara, Annamaria Noessing -. Le micce dove vengono preparate? In casa, nelle stalle, nei magazzini? Non basta un fiammifero ad innescare un incendio, per essere rapidi, preparano le micce prima e le buttano rapidamente passando in macchina. Genitori, parenti, amici non vedono? Non sanno? Non è possibile, ci sono i piromani e ci sono i loro complici, attivi o passivi che siano e anche questi vanno scovati e devono pagare per i danni che fanno, per lo spreco di risorse per gli interventi, le coltivazioni distrutte dal fuoco e dall’acqua salata gettata per spegnere le fiamme”.
“Tutto questo – continua Noessing – ha un costo ed è ora che si metta in conto a chi crea il danno, per gioco o per tornaconto. Chiediamo alle Forze dell’Ordine di indagare, altrimenti poi nascono le faide, come anni fa, quando qualcuno dopo gli incendi ha avvelenato i cani di un pecoraio. Non sono i cittadini a doversi fare giustizia sommaria da loro, sono gli enti preposti che devono affrontare e risolvere questa emergenza”.
Noessing sollecita i Comuni di Taormina, Castelmola, Giardini e della Valle dell’Alcantara, affinché si proceda nella direzione di un catasto degli incendi e quindi delle aree colpite dai vari incendi. “Mappare le zone del percorso: questo è il lavoro che va fatto – aggiunge la presidente di Legambiente -, questo è il lavoro che i comuni sono chiamati a fare per legge, dimostrando finalmente che sono intenzionati a combattere il fenomeno degli incendi, tutte le altre sono soltanto chiacchiere”.
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Fonte: www.ilsicilia.it
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