Per l'assessorato al Territorio sono equipaggiamenti che "andranno a rimpolpare i nostri depositi" e "gli stagionali hanno potuto operare comunque in sicurezza" ma alcune testimonianze raccontano un'altra situazione. I sindacati: "Condizioni difficili da anni"
di Simone Olivelli - 31 OTTOBRE 2022
“L’affidamento della fornitura riveste carattere d’urgenza”. La dichiarazione riguarda l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale da affidare agli operai del settore antincendio in Sicilia. Spesso conosciuti semplicemente come forestali – con il rischio d’innescare confusione con i militari dell’omonimo corpo di cui è dotata la Regione –, si tratta dei lavoratori stagionali impegnati nelle attività spegnimento dei roghi che ogni estate colpiscono l’isola. La decisione di avviare la gara per dotarsi di giacche, salopette, stivali, guanti, caschi e poi ancora maschere antifumo e cinturoni ignifughi potrebbe far pensare a un’inversione di tendenza sul piano organizzativo, dopo le critiche rivolte in passato ai governi regionali – compreso l’uscente guidato dal neo-ministro per il Sud Nello Musumeci – per l’incapacità di contrastare un fenomeno tanto prevedibile quanto ancora oggi capace di distruggere migliaia di ettari di boschi. Le cose, però, stanno diversamente: l’appalto, per un valore che supera il milione di euro, riguarda formalmente la campagna antincendio 2022. La stessa che si sarebbe conclusa due settimane fa, almeno sulla carta dato che gli incendi – complici le temperature ancora quasi estive – non sono finiti, come dimostra la tragedia di Linguaglossa (Catania) dove è precipitato un canadair, causando la morte delle persone a bordo.
“Si tratta di equipaggiamenti che andranno a rimpolpare i nostri depositi. Sono prodotti che hanno scadenze di diversi anni”, è la replica che arriva da un funzionario dell’assessorato al Territorio. Sfogliando il decreto di indizione, emerge che a fine luglio il dipartimento del Corpo forestale ha chiesto alla Centrale unica di committenza – la stessa tornata al centro dell’attenzione per il secondo filone dell’inchiesta sulla corruzione negli appalti della sanità siciliana – la disponibilità a gestire la procedura. La risposta, positiva, è arrivata subito dopo Ferragosto e da lì ci sono voluti circa due mesi per la preparazione degli atti necessari alla pubblicazione della gara. Tuttavia risale a inizio febbraio la nomina del responsabile unico del procedimento. “Nessun ritardo particolare, gli stagionali hanno potuto operare comunque in sicurezza”, chiosano dall’assessorato.
Non tutti, però, la pensano così. “Quest’estate al momento di entrare in possesso dell’equipaggiamento un operaio si è accorto di avere ricevuto degli scarponi scollati, evidentemente non in condizioni di dare sufficienti garanzie di sicurezza. Purtroppo non è una cosa che capita di rado”, commenta uno dei funzionari con più esperienza chiedendo di rimanere anonimo, riferendosi alla storia di un operaio dell’Agrigentino che, però, non sarebbe un caso isolato.
A concordare sul punto è anche Tonino Russo, sindacalista della Flai Cgil...