Le pubblicazioni riprenderanno con la solita regolarità il 4 Gennaio.
29 dicembre 2014
ARRETRATI CONTRATTUALI. LESI I DIRITTI DEI LAVORATORI FORESTALI AIB
Alla Commissione Bilancio;
al Presidente dell'Ars;
al Gruppo PD;
al Presidente dell'Ars;
al Gruppo PD;
al Gruppo NCD;
al Gruppo ART 4;
al Gruppo UDC;
al Gruppo FI;
al Gruppo M5S;
al Gruppo Grande Sud-Pid;
al Gruppo Misto;
al Gruppo Lista Crocetta;
al Gruppo MPA;
al Gruppo Lista Musumeci;
al Gruppo DRS;
al Gruppo Sicilia Democratica
al Gruppo Sicilia Democratica
Non abbiamo ancora percepito a differenza dei colleghi dell’azienda foreste demaniali, la rimanente parte degli arretrati contrattuali del vecchio CCNL 2006-2008, in molte occasioni ci è stata data una-tantum, circa il 65%.
Le uniche garanzie che Vi chiediamo, sono quelle di inserire nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015, i fondi necessari che ci spettano per legge. Il Presidente Crocetta in occasione dello sciopero dell'11 marzo 2014, ci rassicurava che il capitolo per pagare gli arretrati contrattuali del comparto antincendio veniva ripristinato. E' passato un'altro anno e la promessa non è stata mantenuta.
RingraziandoVi per l’attenzione colgo l’occasione per porgere distinti saluti.
Auguri di Buon Anno!
Firma
Mail spedita ieri alle 15:37
Inviate questo breve messaggio anche voi, fate copia incolla oppure usatelo come spunto.
Quì sotto gli indirizzi dei Gruppi.
Commissione_II@ars.sicilia.it;
presidente@ars.sicilia.it;
GruppoPD@ars.sicilia.it;
GruppoNCD@ars.sicilia.it;
GruppoART4@ars.sicilia.it;
GruppoUDC@ars.sicilia.it;
GruppoFI@ars.sicilia.it;
GruppoM5S@ars.sicilia.it;
GruppoGrandeSud-Pid@ars.sicilia.it;
GruppoMisto@ars.sicilia.it;
GruppoListaCrocetta@ars.sicilia.it;
GruppoMPA@ars.sicilia.it;
GruppoListaMusumeci@ars.sicilia.it;
GruppoDRS@ars.sicilia.it;
GruppoSD@ars.sicilia.itNON CI SONO PIÙ SOLDI PER ENTI REGIONALI (SAREBBE BENE PERÒ CHE SPARISSERO), FORESTALI (IL CUI ESUBERO CI VIENE RINFACCIATO DA TUTTA L'ITALIA), CONSORZI DI BONIFICA (NON BONIFICANO NULLA)
Editoriale
REGIONE, DRAMMA E COMMEDIA
SI CHIUDA IL SIPARIO
Il vecchio 2014 va via. Viene voglia di ramazzare tutta la spazzatura rimasta. Fatta di piccole e grandi cose che ingombrano la casa comune, cioè le nostre città, la nostra terra, la Sicilia. Insomma, la nostra vita. Lo spettacolo quotidiano si svolge tra il dramma e la commedia. Un «Ieri oggi e domani» in parte già vissuto, e un altro, a sipario ancora aperto, sul presente e sul futuro, da inventare. I protagonisti di ieri li conosciamo. I Cuffaro, i Lombardo e tutti gli altri di contorno, personaggi sciasciani, hanno vissuto il loro dramma; quelli di oggi, Rosario Crocetta e la sua compagnia di giro (quanti amici ed ex, assessori ed ex, signor presidente!), sono ancora in piena commedia. Sono più martogliani che pirandelliani, dove i ruoli sono ridotti a macchiette.
Da Crocetta ci si aspettava una amministrazione alla luce del sole, senza dietrologie, senza compromessi. Invece cambia ad ogni giro di valzer. Ora persino l'assessore all'Economia, Alessando Baccei, il "commissario" mandato da Palazzo Chigi, non va bene. «La Sicilia - tuona il governatore - non deve morire di rigore». Di malapolitica e di malaffare, certamente, sì. Baccei ha avuto il torto di lanciare un allarme: «Dalle entrate in bilancio è sparito un miliardo». Non ci sono più soldi per enti regionali (sarebbe bene però che sparissero), forestali (il cui esubero ci viene rinfacciato da tutta l'Italia), consorzi di bonifica (non bonificano nulla). E all'Ars, accusa sempre Baccei, si seguono tempi da caffè. Nessuno dei deputati, difatti, si è presentato all'incontro con l'assessore. Ovviamente erano a prendere il caffè. Nessuno vuole mollare il "fortino Regione". Cacciare questa gente sarà difficile. L'Isola è la prima in Italia nella spesa per stipendi, consulenze e rimborsi vari. Il costo è di 575 milioni l'anno, 115 euro pesano su ogni cittadino.
Intanto i problemi continuano ad affliggere le nostre città. Se non è la cultura è il turismo, se non è la sanità è la sporcizia. Di lavoro è inutile parlare. Non c'è. Sono mali comuni che stressano i cittadini. La "pattumiera Sicilia" si riempie sempre più. Non riusciamo a creare discariche o termovalorizzatori come in altri paesi. C'è sempre qualcosa che non va. O un "affare" non in linea con i desiderata dei soliti del "fortino". E siamo contenti di mandare i rifiuti all'estero a costi altissimi. La raccolta differenziata tocca appena il 10% rispetto a una media nazionale del 30%. Il business complessivo è di circa dieci miliardi di euro. Siamo sporchi lo stesso. E anche incoscienti. La corruzione è pari ai rifiuti: ci sommerge. La trovi negli stessi uffici pubblici, dall'impiegato al dirigente. I loro tutor sono assessori, sindaci, dirigenti. Coltivano un sistema di affari il cui esempio più macroscopico si è avuto di recente a Roma.
Davanti a questi problemi generali, sembrano poca cosa gli altri che riguardano le singole realtà. Prediamo per esempio Catania. Alcune precarietà le abbiamo menzionate tante volte, ma a fine anno vale la pena ribadirle. La cultura: i teatri, Stabile e Bellini, sono lasciati ancora al loro destino, costretti a elemosinare per la loro sopravvivenza, con dirigenti sfiduciati perché sono nell'impossibilità di operare. Non si può essere solo orgogliosi perché orchestra e coro del Bellini si esibiscono a Pompei, quando la casa, intendiamo il Teatro, brucia, cioè è in bolletta, e quando dietro le quinte è in corso una battaglia per qualche poltrona. Sanità: basta andare in alcuni ospedali per constatare un clima di precarietà. In molti settori tra l'altro mancano i primari. I casi Pellicanò e Cantaro sono emblematici di una guerra fatta di ripicche da cortile e di preconcetti personali incomprensibili. Il commercio: langue. Il Natale ha fatto qualche strenna, ma tutto limitato a pochi guadagni. La gente nei centri commerciali va a passeggiare più che a comprare.
In questo clima si può spiegare la delusione di un utopista come Antonio Presti. L'avergli impedito assieme ai suoi ragazzi di Librino di accendere nel vecchio centro storico il rito della luce, è come avergli rifiutato il dono che voleva fare a una città della quale è innamorato. Le accuse al sindaco e, soprattutto, all'amico Enzo Bianco, di «non essersi sentito protetto e garantito», rivelano l'onestà dell'uomo fuori dalle "regole", talvolta ciniche, della politica. Così, come del resto è in tutta la Sicilia. Ecco perché all'inizio parlavamo di dramma e di commedia. Sarà un bene per tutti e che, arrivati a questo punto, quel sipario sempre aperto, lo si chiuda. E lo si riapra al più presto, speriamo, con attori più seri.
28 Dicembre 2014
LA SITUAZIONE È DIFFICILE E LA LEGGE DI STABILITÀ CHE SARÀ DEFINITA NEL PROSSIMO MESE DI GENNAIO DOVRÀ PREVEDERE CONSISTENTI TAGLI DI SPESA. IN ESSA DOVRANNO ESSERE INSERITI I FORESTALI, GLI ENTI LOCALI, LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
La Sicilia può fallire?
di Giovanni Pulvino
La Sicilia ha ancora quattro mesi di tempo per evitare il fallimento. Al termine dell’esercizio provvisorio vale a dire il primo maggio prossimo Palazzo d’Orleans non potrà più erogare i trasferimenti agli enti locali, pagare gli interessi e il rimborso sui mutui, corrispondere gli stipendi ai dipendenti compresi quelli delle società partecipate. Il buco accertato è per il 2015 di oltre 2,5 miliardi di euro. Secondo l’assessore al Bilancio Alessandro Baccei due sono le cause dell’indebitamento: la prima è che le entrate di previsione sono maggiori di quelle accertate; la seconda è costituita dalle anticipazione sulla spesa comunitaria.
Il punto è che da almeno un decennio la Sicilia è sull’orlo del default. La pratica di contabilizzare residui attivi che non saranno mai riscossi ha creato una voragine nei conti che è difficile da risanare. Questa del resto è un’abitudine di molti enti locali, non solo meridionali. Si contabilizzano crediti che non saranno mai incassati ma intanto si spendono. Un buon amministratore non dovrebbe mai impegnare risorse che non è certo di avere tra le sue disponibilità.
La Giunta regionale di fronte al taglio delle entrate ed al deficit di bilancio per pagare le spese fisse ha dovuto azzerare i fondi di riserva e diminuire quello a garanzia dei residui attivi. La situazione è difficile e la legge di stabilità che sarà definita nel prossimo mese di gennaio dovrà prevedere consistenti tagli di spesa. In essa dovranno essere inseriti interventi strutturali che riguarderanno la funzione pubblica, l’agricoltura, i forestali, gli enti locali, le attività produttive. Un insieme di provvedimenti “per armonizzare la Sicilia allo Stato, niente di eccezionale e di sconvolgente: ma la parola d’ordine è mettersi in regola” ha detto l’Assessore Baccei.
La Sicilia è la regione che spende di più per i suoi dipendenti: la spesa annua è di circa 575 milioni di euro. Ed è per questo motivo che la Giunta intende inserire nella legge di stabilità la riduzione della spesa per stipendi e pensioni regionali legandoli alle retribuzioni e alle indennità percepite dai dipendenti e dai pensionati dello Stato.
Il Governatore, riferendosi al primo anno della sua presidenza quando si trovò ad ereditare dalle precedenti amministrazioni un deficit di bilancio di 3 miliardi di euro, ha affermato: “Il peggio è alle nostre spalle”. Insomma la ‘rivoluzione’ continua ma il tempo rimasto per farla si è ridotto ed a questo punto non è certo che essa si possa realizzare.
28 Dicembre 2014
L'ESERCIZIO PROVVISORIO È ALL'ARS PARTE LA CORSA CONTRO IL TEMPO. IL BILANCIO È STATO INCARDINATO. TRA I DUBBI. E LE INCERTEZZE.
BILANCIO
L'esercizio provvisorio è all'Ars
Parte la corsa contro il tempo
Il disegno di legge è in commissione bilancio. Domani scadono i termini per gli emendamenti e inizierà la discussione. L'approdo in Aula è previsto per martedì. Ma non mancano i dubbi. E bisognerà approvare anche mutuo e proroga per i precari.
PALERMO - Il bilancio è stato incardinato. Tra i dubbi. E le incertezze. La seconda commissione dell'Assemblea regionale ha, di fatto, ufficializzato l'avvio dell'iter che dovrà essere seguito dai documenti contabili. Dall'esercizio provvisorio, in particolare, che è stato presentato oggi ai deputati dal vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello. Assenti sia l'assessore all'Economia Baccei che il governatore Crocetta.
La commissione ha fissato per domani (oggi per chi legge) alle 13 il termine per la presentazione degli emendamenti. Mentre la discussione inizierà sempre nella giornata di domani, a partire dalle 17. E probabilmente sarà una discussione complessa e molto delicata, anche a causa delle immediate scadenze: l'approdo in Aula dovrebbe avvenire già martedì 30. Non c'è tempo, insomma. Ma i dubbi, come detto, permangono.
“Ci sono alcuni aspetti – ha spiegato il presidente della Commissione bilancio Nino Dina – che vanno approfonditi attentamente. Alcune coperture finanziarie non ci sembrano così certe e affidabili. Vedremo nel corso della discussione di sistemare gli aspetti che al momento non ci convincono”.
Ma gli emendamenti all'esercizio provvisorio potrebbero essere molto numerosi. L'opposizione, infatti, nonostante il richiamo al “senso di responsabilità” lanciato da Baccei, non è affatto convinta dal testo. E non farà sconti: “Sul disegno di legge relativo all'esercizio provvisorio – ha detto il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone - bisogna andare cauti, anche perché il governo ha deciso di caricarlo di norme sostanziali che nulla hanno a che vedere con l'autorizzazione di spesa per i prossimi quattro mesi, ma, al contempo, ne ha trascurate altre, che sono estremamente necessarie sotto un profilo finanziario. Purtroppo - ha aggiunto Falcone - l'inefficienza e la sterilità del governo regionale, ora come non mai, appaiono in tutta la loro evidenza, prova ne è il fatto che in questi sei mesi non è stata prodotta una sola norma tesa a correggere o riformare questa Regione. Attenti quindi - ha concluso il capogruppo azzurro - a non farsi tentare dall'idea dell'odierna sopravvivenza, mutilando di bilancio di poste importanti come enti locali, precari e fondi di salvaguardia dei residui attivi inesigibili, mai come oggi, infatti, servono norme che incidano concretamente su un andazzo sociale veramente preoccupante che rischia di superare i livelli di tolleranza”.
La discussione, come detto riprenderà domani. Sarà l'inizio di una vera “corsa contro il tempo”. Insieme al testo sull'esercizio provvisorio, infatti, dovranno essere esaminati, discussi e approvati disegni di legge delicatissimi. Due su tutti: il mutuo da due miliardi per i debiti della Sanità e quello riguardante le proroghe per i precari degli enti locali. Per domani, infatti, è stata convocata anche la quinta commissione legislativa. Si cercherà di verificare i margini per estendere le proroghe ai lavoratori degli enti in dissesto e predissesto, dopo il “no” espresso da Camera e Senato.
28 Dicembre 2014
A PALMA DI MONTECHIARO: EXTRACOMUNITARI PER PIANTUMARE 20.000 CONIFERE CHE LA FORESTALE CONCEDERÀ PER POTENZIARE IL VERDE PUBBLICO ATTREZZATO E PER CREARE UN SISTEMA DI DRENAGGIO, SPECIE NELLE ZONE DI FRONTE AL LITORALE INTERESSATE DA PERICOLOSI SMOTTAMENTI
Palma: extracomunitari per piantumare 20.000 conifere
Giuseppe Miceli
Palma di Montechiaro. Potrebbero essere impiegati alcuni extracomunitari che soggiornano nelle comunità alloggio presenti nella cittadina palmese, nelle operazioni di piantumazione nel territorio delle oltre 20mila conifere che la forestale concederà per potenziare il verde pubblico attrezzato e per creare un sistema di drenaggio, specie nelle zone di fronte al litorale interessate da pericolosi smottamenti.
L'idea è partita dall'assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Di Miceli che, con il consenso del sindaco Pasquale Amato, chiederà alla Prefettura se ci sia la possibilità di fare collaborare nella prossima attività per mettere a dimora centinaia di conifere, i giovani extracomunitari clandestini e quelli richiedenti asilo politico, per creare così una azione di tipo sociale e dimostrare che le istituzioni locali intendono favorire una integrazione attiva e utile per la collettività con ragazzi che hanno trovato rifugio e assistenza nelle comunità alloggio.
Una iniziativa quindi che l'assessore intende portare avanti anche con la collaborazione dei responsabili e del personale delle cooperative a cui la Prefettura ha affidato il compito di curare la permanenza di tanti giovani alla ricerca di un futuro migliore. L'inizio della piantumazione delle oltre 20 mila conifere potrebbe essere imminente, dopo che con il direttore provinciale ing. Giuseppe Di Miceli, professionista palmese e, guarda caso, omonimo e con la medesima laurea dell'assessore ai Lavori pubblici, è stata stipulata la convenzione. In particolare saranno forniti, man mano che si avvertirà l'esigenza, pini ed eucalipti con cui dare un tono di salubrità al paese, migliorando anche la sua immagine, specie dopo che il punteruolo rosso ha fatto divenire, con l'annientamento di quasi tutto il patrimonio palmizio, quasi spettrale l'ingresso della cittadina e molte aree del litorale. Le conifere potranno essere altresì piantumate negli spazi comunali all'interno dei piani di lottizzazione.
Di Miceli ha spiegato che i pini e gli eucalipti saranno innaffiati dopo la messa in dimora, mentre dopo pochi mesi basta irrigarli con poca acqua per garantirne la stabilità.
FILIPPO BELLIA
28 Dicembre 2014
Nota
L'amministrazione contribuisce a scaricare i forestali. Ma con tutto quello che c'è da fare proprio ai forestali dovevano togliere?
28 dicembre 2014
LA QUESIONE DEI PRECARI E FORESTALI NON PUO' ESSERE UN ARGOMENTO DA TRATTRE IN POCHI GIORNI
Bilancio e Finanziaria 2015: probabile rinvio al 7 gennaio
L'Ars approverebbe subito il solo esercizio provvisorio
Politica – Il Governo di Rosario Crocetta non sa ancora come procedere in Aula. Entro la fine dell'anno - ma non è detto nemmeno questo - Sala d'Ercole potrebbe varare solo il conto economico in dodicesimi. I dubbi sul mutuo da 2 miliardi: se il buco l'ha provocato Roma perché lo dovrebbero pagare le famiglie e le imprese della Sicilia?
Il vero appuntamento è per domani, quando, con molta probabilità, si dovrebbe riunire la conferenza dei capigruppo. Improbabile che si decida di proseguire i lavori parlamentari, anche perché non c'è alcuna intesa su come andare avanti.
Nelle conferenze stampa separate tenute dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei (prima) e dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta (dopo) è emersa solo la confusione di un Governo regionale che non ha nulla di pronto. E dunque non si capisce che cosa dovrebbe discutere e approvare Sala d'Ercole.
Crocetta e Baccei non hanno ancora un programma d'Aula. Idem il parlamentare nazionale del Pd, Davide Faraone, ex leader dei renziani siciliani (ex, perché molti renziani dell'Isola non gli riconoscono più questa leadership, ammesso che l'abbia mai avuta), che ieri è intervenuto nel dibattito politico siciliano ipotizzando riforme, ma non spiegando come dovrebbero essere fatte. E dicendo che Baccei starebbe facendo chiarezza sui conti.
Faraone non era presente alla conferenza stampa di Baccei. E quindi non sa che l'assessore si è rifiutato persino di quantificare il buco del Bilancio regionale. Confessando inoltre di non conoscere la reale situazione delle società partecipate dalla Regione.
Due le cose dette invece con chiarezza da Baccei. Prima cosa: il buco finanziario non è stato provocato dalle Aziende sanitarie provinciali e dalle Aziende ospedaliere siciliane, che sono sane. Secondo: a maggio non ci saranno i soldi per pagare gli stipendi se non si metterà mano alle riforme, cioè ai tagli.
La seconda cosa detta da Baccei è vera solo in parte. Perché, leggendo il Bilancio si scopre che i soldi per la sanità, per i dipendenti regionali e per l'Ars ci sono per tutto il 2015. I soldi mancherebbero da maggio in poi per tutte le altre categorie sociali.
Che succederà, allora? Oggi, come già accennato, non succederà nulla. E nemmeno domani dovrebbe succedere qualcosa, a parte - ma non è detto - l'esercizio provvisorio. Tutto dovrebbe essere rinviato al 7 gennaio, perché il Governo non ha ancora deciso tra due opzioni: presentare un unico disegno di legge con norme finanziarie e riforme in vari settori (in pratica un polpettone omnibus) o presentare la manovra (Bilancio e Finanziaria 2025) accompagnata da più disegni di leggi collegati, da esaminare ad uno ad uno.
La prima strada - che il governatore Crocetta vorrebbe percorrere chiamando il polpettone omnibus Legge salva-Sicilia - sembra impercorribile, perché andrebbe in deroga a quanto il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, ha stabilito ad inizio di questa legislatura: niente leggi omnibus.
La seconda strada è la più logica per almeno due motivi. Primo: perché darebbe modo ad ogni Commissione legislativa di merito di analizzare nel dettaglio le riforme del settore di propria competenza. Secondo: poiché si tratterà di rivisitare migliaia di posti di lavoro tra precari e forestali, ebbene, questo non potrà essere un argomento da trattare in pochi giorni.
Insomma, le riforme propugnate da Baccei e da Faraone impegneranno l'Ars per almeno un mese. Con molta probabilità, la soluzione potrebbe essere la seguente: prima l'approvazione dell'esercizio provvisorio e poi Bilancio e Finanziaria con le riforme in appositi disegni di legge collegati alla manovra economica e finanziaria.
Resta da capire come approvare l'esercizio provvisorio per i prossimi quattro mesi. Il Governo vorrebbe che Sala d'Ercole approvasse prima il disegno di legge sull'ennesimo mutuo da 2 miliardi di euro. Passaggio complicato, se è vero che è già stato appurato che il buco finanziario di cassa della Regione - che supera i 5 miliardi di euro - è stato provocato, in massima parte, da Roma. Per quale motivo famiglie e imprese siciliane dovrebbero indebitarsi se il responsabile è il Governo nazionale?
28 Dicembre 2014
Nota
Il 5 novembre 2014 il Presidente Crocetta aveva detto che entro un mese doveva esserci la riforma dell'impiego dei lavoratori forestali. Link.
Adesso non è un argomento da trattare in pochi giorni.
Come sempre regna la confusione!
Il 5 novembre 2014 il Presidente Crocetta aveva detto che entro un mese doveva esserci la riforma dell'impiego dei lavoratori forestali. Link.
Adesso non è un argomento da trattare in pochi giorni.
Come sempre regna la confusione!
GRAZIANO DELRIO CONTRO IL GOVERNO SICILIANO “I FONDI LI SOTTRAE CHI NON SA SPENDERLI”
Graziano Delrio contro il governo siciliano
“I fondi li sottrae chi non sa spenderli”
“Da ex amministratore dico questo: chi sottrae i finanziamenti alla gente del Mezzogiorno sono coloro che non spendono”.
La frase è del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, plenipotenziario di Renzi per la questione Sicilia e che con il governatore Crocetta si è incontrato tante volte per affrontare questioni finanziarie, i conti siciliani, l’indicazione dell’assessore all’economia, le vicende legate a Fiat e petrolchimico Gela, l’emergenza rifiuti e tanto altro. Lui, però, ha sempre e solo detto che gli incontri riguardavano e riguardano l’uso dei fondi comunitari.
Per le sue esternazioni Delrio usa una intervista al Mattino di Napoli e cogli l’occasione per rispondere alle polemiche sulla sottrazione dei fondi Fas alla Sicilia. La sua frase, infatti, si riferisce proprio a quelli visto che cita il caso Sicilia che “aveva un miliardo e duecento milioni di soldi in cassa”.
Una sorta di risposta indiretta al governatore che aveva detto, alla viglia di Natale, che non avrebbe accettato questo scippo e Roma deve fare la sua parte mantenendo gli impegni presi anche su questi fondi.
Sui fondi Ue, aggiunge Delrio, parlando nel loro complesso; ”siamo riusciti a recuperare tutte le risorse europee 2014, quasi due miliardi, che rischiavamo di andare perdute”.
Nell’intervista il sottosegretario si sofferma poi sulle critiche al Jobs Act: “Il mancato reintegro riguardava poche centinaia di persone, mentre qui stiamo parlando di stipulare contratti a tempo indeterminato per creare centinaia di migliaia di posti di lavoro. E quel miliardo di fondi Ue che si dice sottratto servira’ a fare sconti alle imprese che assumono, anche del Sud”.
Torna poi sulla legge elettorale, dicendosi ottimista sul varo entro gennaio: “sono convinto che il Parlamento ce la farà a completare una riforma di cui il Paese ha bisogno. Noi stiamo a Palazzo Chigi per governare fino al 2018, ma dobbiamo prepararci a riformare il Paese a prescindere”.
Sul patto del Nazareno chiarisce che “vale solo per le riforme istituzionali. Il dialogo sul Quirinale non c’entra”
La frase è del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, plenipotenziario di Renzi per la questione Sicilia e che con il governatore Crocetta si è incontrato tante volte per affrontare questioni finanziarie, i conti siciliani, l’indicazione dell’assessore all’economia, le vicende legate a Fiat e petrolchimico Gela, l’emergenza rifiuti e tanto altro. Lui, però, ha sempre e solo detto che gli incontri riguardavano e riguardano l’uso dei fondi comunitari.
Per le sue esternazioni Delrio usa una intervista al Mattino di Napoli e cogli l’occasione per rispondere alle polemiche sulla sottrazione dei fondi Fas alla Sicilia. La sua frase, infatti, si riferisce proprio a quelli visto che cita il caso Sicilia che “aveva un miliardo e duecento milioni di soldi in cassa”.
Una sorta di risposta indiretta al governatore che aveva detto, alla viglia di Natale, che non avrebbe accettato questo scippo e Roma deve fare la sua parte mantenendo gli impegni presi anche su questi fondi.
Sui fondi Ue, aggiunge Delrio, parlando nel loro complesso; ”siamo riusciti a recuperare tutte le risorse europee 2014, quasi due miliardi, che rischiavamo di andare perdute”.
Nell’intervista il sottosegretario si sofferma poi sulle critiche al Jobs Act: “Il mancato reintegro riguardava poche centinaia di persone, mentre qui stiamo parlando di stipulare contratti a tempo indeterminato per creare centinaia di migliaia di posti di lavoro. E quel miliardo di fondi Ue che si dice sottratto servira’ a fare sconti alle imprese che assumono, anche del Sud”.
Torna poi sulla legge elettorale, dicendosi ottimista sul varo entro gennaio: “sono convinto che il Parlamento ce la farà a completare una riforma di cui il Paese ha bisogno. Noi stiamo a Palazzo Chigi per governare fino al 2018, ma dobbiamo prepararci a riformare il Paese a prescindere”.
Sul patto del Nazareno chiarisce che “vale solo per le riforme istituzionali. Il dialogo sul Quirinale non c’entra”
28 Dicembre 2014
IL GOVERNATORE SCONFESSA L’ASSESSORE CROCETTA, ALT A BACCEI «LA SICILIA NON PUÒ MORIRE DI RIGORE». C'È LA PARTE CHE ATTIENE I LAVORATORI DELLA FORESTALE, DEI CONSORZI DI BONIFICA CHE DOVRANNO LAVORARE SU PROGETTI CHE PREVEDANO INVESTIMENTI PER COMBATTERE IL DISSESTO IDROGEOLOGICO
REGIONE
Il governatore sconfessa l’assessore Crocetta, alt a Baccei
«La Sicilia non può morire di rigore»
No a una doppia linea di Renzi, con l’Ue e all’interno
Più soldi a iniziative benefiche, meno ai beni culturali
Lillo Miceli
Palermo. «La Sicilia non può morire di rigore. Renzi non può chiedere investimenti produttivi all'Ue e nello stesso tempo imporci tali e tanti tagli che ci condannerebbero alla bancarotta». Al presidente della Regione, Rosario Crocetta, non è affatto piaciuta l'impostazione della manovra economica, basata su quattro mesi di esercizio provvisorio, illustrata l'antivigilia di Natale dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei». «Noi rivendichiamo - ha aggiunto Crocetta - la stessa politica che il governo nazionale chiede all'Unione europea. La prossima finanziaria dovrà prevedere certamente i necessari risparmi, ma dovrà anche contenere misure per lo sviluppo e la crescita».
Ma tagli come quelli che finora sono stati inferti alla Regione siciliana sono intollerabili. «Abbiamo fatto - ha ricordato il presidente della Regione - un grande lavoro di spending review. I problemi del bilancio vengono dal passato e anche dal presente: lo Stato ci blocca 1,2 miliardi di euro di trasferimenti, che incidono certamente sulla spesa; ci taglia 1 miliardo di fondi Pac; ci fa venire meno 1 miliardo di euro con il trasferimento a Latina del centro per la realizzazione delle buste paga dei dipendenti statali che lavorano in Sicilia; abbiamo pagato in anticipo un miliardo di spesa europea e che non ci verrà rimborsata prima di settembre o ottobre del 2015. Non possiamo subire un taglio di oltre 3 miliardi di euro, avendo già tagliato 1,7 miliardi. Il rigore va bene, ma non il "rigor mortis". La Sicilia ha contribuito ed intende contribuire al risanamento della finanza nazionale, ma così è troppo».
Una linea completamente diversa, quella del presidente Crocetta, rispetto a quella prospettata dall'assessore all'Economia, Baccei. Al limite dell'inconciliabilità. «Con Baccei - ha sottolineato Crocetta - avremo modo di discutere sul profilo che dovrà avere il disegno di legge di stabilità. Il rigore è necessario, ma la negoziazione con Roma non può avvenire così come prospettata dall'assessore all'Economia». Secondo Crocetta, nella stima delle entrate non si sarebbe tenuto conto del gettito tributario che porterà nelle casse regionali la spesa dei fondi europei che nel 2014 ha subito una notevole accelerazione. «Bisogna anche tenere conto - ha rilevato Crocetta - dei risparmi che otterremo nella sanità con l'unificazione dei servizi socio-sanitari. Le Asp dovranno chiamarsi aziende provinciali socio-sanitarie che si dovranno occupare dell'assistenza ai tossicodipendenti, dei malati di mente, ecc. Inoltre, c'è la parte che attiene i lavoratori della forestale, dei consorzi di bonifica che dovranno lavorare su progetti che prevedano investimenti per combattere il dissesto idrogeologico. Poi, dovremo affrontare la riforma delle pensioni, quella della burocrazia e della dirigenza. Dallo Stato dobbiamo ottenere misure giuste, non rigorose: il rigore senza sviluppo è depressivo».
Un programma di riforme piuttosto impegnativo ed è per questo motivo che Crocetta ha chiesto ai partiti della coalizione di maggioranza - e non solo - «un'ampia unità in Parlamento».
Intanto, da oggi le commissioni legislative dell'Ars dovranno dare il proprio parere sul Bilancio 2015 e ddl sull'esercizio provvisorio che dovrebbero arrivare in Aula martedì prossimo. L'esercizio provvisorio contiene la destinazione di contributi per circa 10 milioni, la famigerata ex "Tabella H", che non sono sufficienti ovviamente per soddisfare tutte le proposte inoltrate dagli assessorati competenti. L'idea sarebbe quella di dare quanto più possibile ad associazioni come il Centro Padrenostro fondato dal Beato Puglisi (763 mila euro); al Banco Alimentare (590 mila euro); all'opera Don Calabria (419 mila euro) a scapito dei beni culturali. «I tagli saranno omogenei per tutti», ha assicurato Crocetta.
Palermo. «La Sicilia non può morire di rigore. Renzi non può chiedere investimenti produttivi all'Ue e nello stesso tempo imporci tali e tanti tagli che ci condannerebbero alla bancarotta». Al presidente della Regione, Rosario Crocetta, non è affatto piaciuta l'impostazione della manovra economica, basata su quattro mesi di esercizio provvisorio, illustrata l'antivigilia di Natale dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei». «Noi rivendichiamo - ha aggiunto Crocetta - la stessa politica che il governo nazionale chiede all'Unione europea. La prossima finanziaria dovrà prevedere certamente i necessari risparmi, ma dovrà anche contenere misure per lo sviluppo e la crescita».
Ma tagli come quelli che finora sono stati inferti alla Regione siciliana sono intollerabili. «Abbiamo fatto - ha ricordato il presidente della Regione - un grande lavoro di spending review. I problemi del bilancio vengono dal passato e anche dal presente: lo Stato ci blocca 1,2 miliardi di euro di trasferimenti, che incidono certamente sulla spesa; ci taglia 1 miliardo di fondi Pac; ci fa venire meno 1 miliardo di euro con il trasferimento a Latina del centro per la realizzazione delle buste paga dei dipendenti statali che lavorano in Sicilia; abbiamo pagato in anticipo un miliardo di spesa europea e che non ci verrà rimborsata prima di settembre o ottobre del 2015. Non possiamo subire un taglio di oltre 3 miliardi di euro, avendo già tagliato 1,7 miliardi. Il rigore va bene, ma non il "rigor mortis". La Sicilia ha contribuito ed intende contribuire al risanamento della finanza nazionale, ma così è troppo».
Una linea completamente diversa, quella del presidente Crocetta, rispetto a quella prospettata dall'assessore all'Economia, Baccei. Al limite dell'inconciliabilità. «Con Baccei - ha sottolineato Crocetta - avremo modo di discutere sul profilo che dovrà avere il disegno di legge di stabilità. Il rigore è necessario, ma la negoziazione con Roma non può avvenire così come prospettata dall'assessore all'Economia». Secondo Crocetta, nella stima delle entrate non si sarebbe tenuto conto del gettito tributario che porterà nelle casse regionali la spesa dei fondi europei che nel 2014 ha subito una notevole accelerazione. «Bisogna anche tenere conto - ha rilevato Crocetta - dei risparmi che otterremo nella sanità con l'unificazione dei servizi socio-sanitari. Le Asp dovranno chiamarsi aziende provinciali socio-sanitarie che si dovranno occupare dell'assistenza ai tossicodipendenti, dei malati di mente, ecc. Inoltre, c'è la parte che attiene i lavoratori della forestale, dei consorzi di bonifica che dovranno lavorare su progetti che prevedano investimenti per combattere il dissesto idrogeologico. Poi, dovremo affrontare la riforma delle pensioni, quella della burocrazia e della dirigenza. Dallo Stato dobbiamo ottenere misure giuste, non rigorose: il rigore senza sviluppo è depressivo».
Un programma di riforme piuttosto impegnativo ed è per questo motivo che Crocetta ha chiesto ai partiti della coalizione di maggioranza - e non solo - «un'ampia unità in Parlamento».
Intanto, da oggi le commissioni legislative dell'Ars dovranno dare il proprio parere sul Bilancio 2015 e ddl sull'esercizio provvisorio che dovrebbero arrivare in Aula martedì prossimo. L'esercizio provvisorio contiene la destinazione di contributi per circa 10 milioni, la famigerata ex "Tabella H", che non sono sufficienti ovviamente per soddisfare tutte le proposte inoltrate dagli assessorati competenti. L'idea sarebbe quella di dare quanto più possibile ad associazioni come il Centro Padrenostro fondato dal Beato Puglisi (763 mila euro); al Banco Alimentare (590 mila euro); all'opera Don Calabria (419 mila euro) a scapito dei beni culturali. «I tagli saranno omogenei per tutti», ha assicurato Crocetta.
27 Dicembre 2014
AUTORIZZAZIONE PER L’ESERCIZIO PROVVISORIO PER L’ANNO 2015. DISEGNO DI LEGGE PRESENTATO DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE CROCETTA SU PROPOSTA DELL'ASSESSORE REGIONALE PER L’ECONOMIA BACCEI
Autorizzazione per l’esercizio provvisorio per l’anno 2015
Guarda il Disegno di legge
Allegati al Disegno di legge
DISPOSIZIONI PROGRAMMATICHE E CORRETTIVE PER L’ANNO 2015 LEGGE DI STABILITÀ REGIONALE. DISEGNO DI LEGGE PRESENTATO DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE CROCETTA SU PROPOSTA DELL’ASSESSORE PER L’ECONOMIA BACCEI
Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2015
Legge di stabilità regionale
BILANCIO DI PREVISIONE DELLA REGIONE SICILIANA PER L'ANNO FINANZIARIO 2015 E BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2015-2017. DISEGNO DI LEGGE PRESENTATO DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE CROCETTA SU PROPOSTA DELL’ASSESSORE PER L’ECONOMIA BACCEI
Bilancio di previsione della Regione siciliana per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017
FARAONE: «SUL BILANCIO IL PD È CON BACCEI» CRACOLICI: «LA LINEA LA STABILISCE IL PARLAMENTO»
Faraone: «Sul Bilancio Il Pd è con Baccei»
Cracolici: «La linea la stabilisce il Parlamento»
Antonella Sferrazza
Politica – Il sottosegretario all'Istruzione entra a gamba tesa nelle polemiche sulla manovra economica. L'ex capogruppo del partito all'Ars mette i puntini sulle i. E sui costi dell'Ars, che la stampa vende come i più cari d'Italia, parla di statistiche campate in aria
Parla a nome del Pd siciliano Davide Faraone, renziano della prima ora e sottosegretario all'Istruzione nell'esecutivo nazionale. Lo fa entrando a gamba tesa nelle polemiche stanno accompagnando la stesura del Bilancio regionale per il 2015:
«La nostra linea è quella dell'assessore Baccei, che poi è la linea per i siciliani. Finalmente - sostiene Faraone- si sta mettendo ordine nei conti, finalmente c'è una persona che sta dicendo come sono i conti sul serio e c'è un governo che pretende delle riforme che i siciliani dovrebbero fare a prescindere. Non dovrebbe essere Renzi a chiederle ma Crocetta da solo a volerle».
Come sappiamo il Presidente della Regione siciliana ha contestato la linea di lacrime e sangue dell'assessore regionale all'Economia: «Si al rigore, ma non al rigor mortis» ha detto nel corso di una conferenza stampa. Da qui la reprimenda di Faraone.
Ma la domanda che sorge spontanea è una: come mai Faraone parla
a nome del Pd siciliano? Qualcuno lo ha informato del fatto che non c'è stato un singolo esponente di questo partito- segretario e deputati inclusi- che si è schierato apertamente al fianco di Baccei?
Abbiamo rivolto il quesito ad Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd che, diplomaticamente, chiarisce il punto:
«Sul Bilancio la linea la detterà il Parlamento siciliano. Eviterei prese di posizioni personali e polemiche, perché la situazione dei conti siciliani è estremamente seria e sarà l'Ars ad occuparsene» dice a Meridionews. Il messaggio dunque è chiaro anche se non esplicito.
A Cracolici chiediamo lumi su un aspetto molto delicato dell'intera questione. Qualche giorno fa, abbiamo pubblicato la relazione d'accompagnamento al disegno di legge sul Bilancio inviata all'Ars da cui si evince che, se si applicasse il principio di territorialità delle imposte, ribadito di recente dalla Corte Costituzionale, le casse pubbliche siciliane non sarebbero al secco come sono.
Ma perché allora si parla di un aiuto che dovrebbe arrivare da Roma quando Roma non dovrebbe fare altro che riconoscere un diritto?
«Parliamo di una questione fondamentale- dice il deputato regionale del Pd- il problema è che ci sono così tanti pregiudizi sulla Sicilia, alimentati anche dagli stessi siciliani, che fanno diventare un riconoscimento di favore quello che è un diritto.
Da qui l'esigenza di un negoziato con il Governo nazionale, ma nessuno dovrebbe perdere di vista il fatto che non si tratta certo di un favore alla Sicilia.
Anzi. Il Governo nazionale,- prosegue Cracolici- tra accantonamenti e voci varie, come la compartecipazione al fondo sanitario che la Sicilia paga più di tutte le altre regioni, ogni anno trattiene circa 2,5 miliardi di euro di risorse. Una situazione paradossale: da un lato lo Stato preleva alla fonte le nostre entrate, dall'altro, con il patto di stabilità, blocca anche la spesa. La Sicilia ne esce estremamente penalizzata».
E, a proposito di pregiudizi, il parlamentare del Pd, non perde l'occasione per denunciarne uno che circola con insistenza: quello secondo cui i costi dell'Assemblea regionale siciliane sono più alti delle altre assemblee regionali: «Chi fa queste statistiche non tiene conto di alcuni passaggi fondamentali. Intanto, la nostra Regione nasce 25 anni prima delle altre ed è ovvio che questo ha comportato più spese. Paghiamo, ad esempio, pensioni a personale e deputati degli anni 50 e 60, cosa che le altre regioni non fanno. Fare raffronti di questo tipo è quindi del tutto campato in aria».
27 Dicembre 2014
LA PROPRIETÀ INNANZITUTTO
«La proprietà innanzitutto»
Mi riferisco all'articolo di Tony Zermo "Caso Aman Resort-Siracusa così si affossa il turismo" ed all'editoriale di prima pagina del 23 u. s. "Turismo, cosi la Sicilia fa harakiri"per stigmatizzare ancora una volta il volto becero della nostra burocrazia siciliana e l'incapacità e l'inettitudine di una classe politica oramai allo sfascio totale.
La mappa delle occasioni perdute investe l'intero territorio siciliano: dagli olandesi che scapparono, negli anni novanta, dalla provincia di Ragusa, dopo aver investito centinaia e centinaia di milioni con la costruzione di una grande struttura turistica lasciata poi in balia dei vandali, alle società internazionali che avrebbero dovuto realizzare i più grandi parchi di divertimento e non solo nella cartiera di Fiumefreddo, ai Rotchild che alla Sicilia hanno preferito investire cinque miliardi di euro nella baia di Kotor nella ex Jugoslavia e per finire al marchese Emanuele di Grésy. Gli investitori stranieri che sono fuggiti dalla Sicilia per la mafia, per le organizzazioni criminali, per la burocrazia vomitevole e perversa, per una giustizia incapace di dare risposte certe in tempi ragionevoli e per una politica adusa a bizantinismi e labirintismi che esiste solo in altri pochissimi Paesi del mondo, sono migliaia, tenuto conto che solo nell'ultimo anno centinaia di imprenditori siciliani hanno preferito trasferirsi all'estero, delocalizzare le proprie aziende e scommettersi in ambienti e contesti dove la laboriosità, la certezza del diritto, l'assenza di organizzazioni criminali e l'apertura mentale di politici e burocrati sono gli elementi essenziali per uno sviluppo sociale fattivo e concreto. Ma quello che mi è doveroso sottolineare è l'ignoranza, la malafede e la riserva mentale di politici e burocrati siciliani. La Corte Costituzionale, nello scorso mese di luglio, ha emesso la sentenza n. 212 con la quale ha decretato la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente ed ha sancito inequivocabilmente l'incostituzionalità degli articoli istitutivi di parchi e riserve (L. R. n. 98/81) e che la Sicilia deve attenersi ed applicare la legge dello Stato n. 394/91 che al terzo comma dell'art. 22 recita: "Le regioni istituiscono parchi naturali regionali e riserve naturali utilizzando sopratutto i demani e i patrimoni forestali regionali, provinciali, comunali e di enti pubblici, al fine di un utilizzo razionale del territorio e per attività compatibili con le speciali destinazioni dell'area. "Da ciò si evince chiaramente che la Regione Siciliana non può appropriarsi ed utilizzare i terreni dei privati per fare oasi e parchi come è avvenuto sinora. Io comprendo quelle associazioni ambientaliste che, ogni giorno, adocchiando un bel sito alberato o una bellissima area prospiciente il mare o magari a strapiombo sulla costa, o un sito lambito da fiumi e canali irrigui, si accingono subito a proporre quell'area o quel sito per farne un'oasi. Comprendo anche che dietro ogni proposta c'è un interesse vitale a chiederne poi l'utilizzo, la gestione e lauti finanziamenti regionali per alimentare il parassitismo e la macchina burocratica e improduttiva della regione, ma non comprendo come mai sinora nessun magistrato e nessun politico abbia proclamato, nelle fattispecie suesposte, la salvaguardia del diritto di proprietà così come riconosciuto dalla nostra Costituzione e ribadito nel comma 3 dell'art. 22 della L. 394/91. I proprietari terrieri, gli agricoltori e tutti coloro che. a qualsiasi titolo, hanno beni nei parchi e nelle oasi della Regione Siciliana sono stufi di sottostare a un regime perverso e borbonico e di subire soprusi ed angherie da parte di burocrati ottusi e parassiti e di soggetti preposti alla vigilanza che interpretano sempre la legge ad uso e consumo del proprio ente e faranno di tutto, compreso il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per mettere fine a una farsa tragica non più tollerabile.
dott. Carlo Cincotti
27 Dicembre 2014
IL BILANCIO DEL WWF. UN ANNO ALL'INSEGNA DELLA TUTELA AMBIENTALE
Il bilancio del Wwf
Un anno all'insegna della tutela ambientale
Un 2014 segnato soprattutto dai progetti «Vivaio a scuola» e «Bicibus» che hanno coinvolto studenti, genitori e docenti
Daniela Citino
Non tutti gli anni sono uguali. E quello appena trascorso, sicuramente, per il Wwf Ibleo - Ipparino, è stato entusiasmante a cominciare dall'avere avuto "casa" all'interno del Faro di Scoglitti, assurto a simbolo della piccola città costiera. Locali concessi, per volontà dell'assessorato al decentramento in commodato d'uso, agli ambientalisti che nella frazione marinara sono stati, e lo saranno anche per il prossimo anno, capitanati da Tonino Sanzone.
E non è stato il solo. Perché l'associazione ambientalista ha potuto contare su alleanze molto feconde sia con enti che con istituzioni feconde attraverso le quali il Wwf ibleo-ipparino è riuscito ad incassare sensibili risultati. Tra le collaborazioni più virtuose, tra annoverare quella con l'istituzione scolastica della piccola città costiera.
"Sento il dovere - spiega Sanzone - di ringraziare Giuseppina Spataro, preside della scuola media "Sciascia" di Scoglitti per la disponibilità manifestata nei confronti della nostra associazione permettendoci, insieme ai suoi studenti e al suo corpo docente, di realizzare un percorso socio - educativo inedito nel quale abbiamo messo in campo una serie di iniziative, volte all'educazione ambientale". Un anno eco-memorabile segnato dai progetti "Vivaio a scuola" e "Bicibus""Abbiamo dapprima iniziato a sensibilizzare gli studenti con una serie di lezioni in aula, poi con le attività progettuali del Vivaio a scuola e del BiciBus" spiega Sanzone raccontando la singolare esperienza. "Giornalmente, coadiuvati da genitori volenterosi e dal personale scolastico, gli studenti hanno percorso in bici il tragitto sino a scuola"precisa l'ambientalista annotando anche entusiasmanti gite fuori porta. "I ragazzi hanno potuto apprezzare la natura, in tutto il suo splendore" sottolinea Sanzone ringraziando per il supporto dato l'azienda forestale di Randello e, ancora una volta, l'assessorato al decentramento.
"Queste esperienze - conclude l'ambientalista - dimostrano che i risultati sono grandiosi quando le attività propositive provengono dalla società civile e dal mondo dell'associazionismo, in maniera libera e disinteressata e sinceramente fatte a favore di una comunità. Mai prima d'ora Scoglitti ha avuto cosi tanta attenzione verso le tematiche ambientali".
27 Dicembre 2014
MOTTA CAMASTRA: MONTAGNA GRANDE AVVIATO IL PROGETTO DI VALORIZZAZIONE
Motta Camastra: Montagna Grande
avviato il progetto di valorizzazione
Motta Camastra. Si avvia un percorso di valorizzazione, che punta sul rilancio socio-economico di Montagna Grande, laddove verranno eseguiti lavori di manutenzione straordinaria di alcuni tratti delle strade comunali per un importo pari a 25.122,45 euro. Si tratta di una zona naturalistica di grande pregio, che presenta un campionario unico nel suo genere di boschi, fauna, flora, punti panoramici e sentieri suggestivi, offrendo la possibilità di un godimento intenso dell'ambiente. In tal senso, l'Amministrazione di Claudio Bartucciotto si sta adoperando concretamente anche per la realizzazione di un piano integrato che, attraverso interventi coordinati nel settore dell'agricoltura, della forestazione protettiva e produttiva, del turismo legato alla salvaguardia dell'ambiente, possa portare a un sensibile sviluppo socio-economico, integrando il momento naturalistico con quello culturale. Finora la montagna ha dato e dà al territorio sottostante il meglio del patrimonio che racchiude, assicurando stabilità territoriale e bilanciando tutte le forme di inquinamento. Individuare azioni opportune allo scopo di garantire la tutela della biodiversità naturale e quella indotta dall'uomo e nel contempo favorire la promozione economica e sociale delle popolazioni che ancora vivono nelle aree montane è il diktat dell'Esecutivo.
Alessandra Iraci Tobbi
27 Dicembre 2014
27 dicembre 2014
(ESCLUSIVO) DISCORSO DI FINE ANNO DI ROSARIO CROCETTA AI SICILIANI: LA SICILIA E’ IL LAVORO, IL LAVORO PRIMA DI TUTTO! COSI IL PRESIDENTE, ED ANCORA: OCCORRE ELIMINARE GLI SPRECHI, OCCORRE FARE LE RIFORME E TAGLIARE LE COSE INUTILI
(Esclusivo) Discorso di fine anno di Rosario Crocetta ai siciliani
DI SEBI ROCCARO
Nel secondo Natale a Palazzo D’Orleans del presidente Crocetta, si tirano le somme di un anno all’insegna della operativita’ e dello sviluppo. Un anno difficile, dice il presidente della Regione nel discorso, e aggiunge: “con l’aiuto di tutti si può sperare in un futuro migliore. Bisogna pensare a come dare slancio e a come dare sviluppo alla Sicilia, occorre che Roma ci aiuti sul serio, non essendo troppo severi con la nostra terra, vogliamo che I NOSTRI SFORZI SIANO SERVITI A QUALCOSA , non può toglierci 1 miliardo del conto economico e sociale” continua Crocetta. “Abbiamo in quest’anno aiutato i comuni nei trasferimenti per i precari. Il sistema politico deve cercare di salvare la Sicilia. La Sicilia e’ il lavoro, il lavoro prima di tutto!” Cosi il presidente, ed ancora: ” occorre eliminare gli sprechi, occorre fare le riforme e tagliare le cose inutili. Roma non può pensare di tagliare sempre alla Sicilia. L’ITALIA SI SALVA SE LA SICILIA E IL MEZZOGIORNO SI SVILUPPANO. Nelle prossime settimane porteremo la finanziaria in aula e cercheremo di far rinascere la Sicilia, apriremo un tavolo di confronto con il governo nazionale ad iniziare dalle aziende che operano in Sicilia che devono pagare le tasse in qui”. Cosi il presidente Crocetta ai nostri microfoni… ma vediamo il suo discorso
REGIONE BILANCIO, CROCETTA: CON BACCEI NESSUNO SCONTRO, SPLENDIDA INTESA. RIUSCIREMO AD EVITARE QUALSIASI TIPO DI MACELLERIA SOCIALE
REGIONE
Bilancio, Crocetta: con Baccei
nessuno scontro, splendida intesa
"Non abbiamo avuto tempo per confrontarci, sono convinto che con
tutta la giunta e tutto il Parlamento siciliano riusciremo a trovare
una sintesi tra le politiche di pareggio e le esigenze di sviluppo"
PALERMO. "Nessuno scontro con l'assessore
Baccei, col quale ho una splendida intesa. Parlando del bilancio ho solo
ragionato di prospettive rispetto alla linea del governo nazionale,
secondo cui le politiche di risparmio non possono puntare alla
recessione, esattamente la stessa linea che portiamo avanti da due anni e
che ci ha consentito di sbloccare la spesa dei fondi europei e di
determinare nuove entrate".
Lo dice il governatore Rosario Crocetta, precisando il suo intervento in conferenza stampa
all'indomani della presentazione da parte dell'assessore all'Economia,
Alessandro Baccei, del bilancio provvisorio. Per Crocetta "il bilancio
della Regione dovrà essere rivisto all'interno della nuova finanziaria e
attraverso una negoziazione seria con lo Stato, tenendo conto dei tagli
che abbiamo fatto e che sono stati veramente pesanti".Regione, esercizio provvisorio fino ad aprile, Baccei: al lavoro sui tagli - Vd
"Sì alle politiche di rigore - aggiunge il governatore - accompagnate da interventi di sviluppo e solidarietà".
"Tutto questo - ribadisce - non significa polemizzare con l'assessore,
con cui ho un rapporto splendido. Non abbiamo avuto tempo per
confrontarci visto le esigenze di bilancio ma sono convinto che con
tutta la giunta e tutto il Parlamento siciliano riusciremo a trovare una
sintesi tra le politiche di pareggio e le esigenze di sviluppo,
evitando qualsiasi tipo di macelleria sociale".
27 Dicembre 2014
DA ANNI INCASSANO UN'INDENNITÀ ILLEGITTIMA IL CASO DEI DIRIGENTI DEL CORPO FORESTALE
Da anni incassano un'indennità illegittima
Il caso dei dirigenti del Corpo forestale
di Accursio Sabella
Nel 2000 una legge regionale introduce il "salario omnicomprensivo" per i dirigenti. Ma alcuni di loro continuano a incassare una vecchia voce aggiuntiva per le attività di "polizia giudiziaria" da 700 euro al mese. Già nel 2003 il Cga disse: "Somma illegittima". Ma nessuno ha alzato un dito. Fino a oggi.
PALERMO - Per anni hanno continuato a incassare quella indennità. Ma quella indennità, ai dirigenti, non spettava. Eppure, nessuno ha mosso un dito. Nessuno è intervenuto per fermare una emorragia di risorse pubbliche che appare oggi come il simbolo dello spreco, della malagestione della cosa pubblica. Soldi “regalati” a cento, forse centocinquanta dirigenti. Alcuni di loro già in pensione, dove hanno “trascinato” l'effetto di questa indennità illegittima. I siciliani, insomma, ogni giorno, ogni ora che passa, continuano a sborsare questi soldi a chi non dovrebbe guadagnarli. E adesso, il danno è di almeno venti milioni.
E dire che già nel 2003 sembrava tutto chiaro. L'allora assessore all'Agricoltura Giuseppe Castiglione, infatti, chiese un parere al Consiglio di giustizia amministrativa. Il caso era relativo ai “dirigenti tecnici” del Corpo forestale che, dopo l'entrata in vigore della famigerata legge 10 del 2000, sono diventati dirigenti di terza fascia. Quella legge, però, introduceva anche il calcolo omnicomprensivo della retribuzione “accessoria”. Un calcolo che avrebbe dovuto far sparire dalla busta paga dei dirigenti del Corpo forestale una indennità specifica, quella per le attività di “polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza”. Doveva scomparire, quell'aggiunta allo stipendio di circa 700 euro netti al mese. E invece, pare che non sia accaduto. E nel frattempo, sono passati quattordici anni.
Eppure, come dicevamo, nel 2003 il governo di Totò Cuffaro si pose il quesito: quei dirigenti devono o non devono ricevere quella indennità pensionabile? Così, l'allora assessore Castiglione chiede un parere al Cga. Anzi, come si legge nel parere, l'amministrazione prova a sostenere la tesi della legittimità di quella indennità aggiuntiva, dal carattere “del tutto particolare in quanto costituisce ristoro economico rispetto allo svolgimento di funzioni assolutamente peculiari, quali quelle di polizia”. Quei dirigenti erano “speciali”, perché “chiamati ad esercitare mansioni e compiti certamente non equiparabili a quelli ordinariamente svolti al personale dei ruoli amministrativi e tecnici della amministrazione”. Secondo l'allora governo Cuffaro la “indennità di polizia è tanto intimamente connesa alla qualifica da diventare quasi un elemento intrinseco alla stessa, un dato imprescindibilmente connesso alla funzione svolta”. Per il governo, per “cancellare” quella indennità sarebbe servita una legge apposita. Ma il Cga interviene in maniera netta. E chiarissima: “La legge espressamente prevede che il trattamento economico spettante ai dirigenti remunera integralmente le loro funzioni. Non vi sono elementi – concludono i giudici – che consentono di sottrarre dal principio di omnicomprensività le indennità continuative”. Pochi dubbi, quindi. La indennità “di polizia” doveva “sciogliersi” nel trattamento economico, appunto omnicomprensivo.
Che succede dopo quel parere? Nulla. Quella indennità non viene scalfita, nonostante il parere del Cga. Fino a oggi. Quando sono 73 gli ex dirigenti tecnici della Forestale ancora in servizio, mentre un'altra settantina nel frattempo sono andati in pensione. Per 14 anni, quindi, dal 2000 a oggi hanno continuato a ricevere quei 700 euro in più in busta paga. Senza che nessuno intervenisse. Circa un milione e mezzo l'anno. Circa 20 milioni di euro elargiti illegittimamente, esclusi gli interessi e la rivalutazione. Una condizione che farebbe emergere un danno erariale da dividere tra i dirigenti generali che si sono succeduti.
Ma il paradosso nel paradosso si concretizza proprio nel corso di quegli anni dal 2000 a oggi. Anni nel corso dei quali, molti di quei dirigenti che ricevevano la “indennità di polizia” in quanto Forestali, non lavoravano più... per il corpo forestale. Dislocati nei vari dipartimenti della Regione, però, incassavano ancora quell'aggiunta allo stipendio per garantire la “pubblica sicurezza”. Nonostante, magari, finissero per occuparsi di Infrastrutture, Famiglia, Europa, Pesca.
Dopo 14 anni, a qualcuno è tornata alla mente quella vecchia storia. Il dipartimento della Funzione pubblica, così, ha deciso di chiedere un parere all'Aran, l'Agenzia che si occupa dei contratti dei regionali. Nel settembre scorso, la risposta del commissario Claudio Alongi non lascia adito a molti dubbi. L'Aran infatti si limita a “condividere l'orientamento del Cga che esclude la sussistenza el diritto a percepire l'indennità di polizia” da parte di quei dirigenti. Ma non basta. Il governo chiederà anche un parere all'Avvocatura dello Stato. Dopo quel parere, potrebbe anche partire la richiesta della restituzione delle indennità percepite. E anche la contestazione di un danno erariale da venti milioni. Un paradosso, se pensiamo che quei soldi servivano per attività di “polizia giudiziaria”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
27 Dicembre 2014
Iscriviti a:
Post (Atom)