14 settembre 2022

IL COORDINAMENTO SALVIAMO I BOSCHI HA SCRITTO UNA LETTERA AI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE TORNANDO A CHIEDERE APPOSITE MISURE PER CONTRASTARE GLI INCENDI BOSCHIVI. TRA LE RICHIESTE ANCHE QUELLA DI ANTICIPARE A MARZO L’INIZIO DELLE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E MANUTENZIONE, CHE CONTRIBUIREBBE A RIDURRE I DANNI IN MANIERA SIGNIFICATIVA. DA RISOLVERE PERÒ DUE QUESTIONI, QUELLA FINANZIARIA E QUELLA DEGLI OPERAI STAGIONALI, TUTTI ULTRACINQUANTENNI


Dal sito www.telesudweb.it

Quali misure contro gli incendi boschivi? 

di Mario Torrente
Il coordinamento Salviamo i Boschi ha scritto una lettera aperta ai candidati alla presidenza della Regione tornando a chiedere apposite misure per contrastare gli incendi boschivi.

“In una regione come la Sicilia in cui le possibilità di sviluppo sono strettamente collegate al patrimonio paesaggistico e ambientale riteniamo che la gestione di questo patrimonio debba essere al primo posto dell’agenda del futuro governo regionale“. Inizia così la lettera aperta del coordinamento “Salviamo i Boschi” alla presidenza della Regione, dove viene evidenziato il problema degli incendi che negli ultimi anni hanno enormemente colpito il territorio, contribuendo in modo decisivo alla sua desertificazione e al suo impoverimento generale. Il Coordinamento Salviamo i Boschi, da anni impegnato in una campagna di sensibilizzazione e denuncia riguardo al problema degli incendi e di salvaguardia del territorio in Sicilia, ha chiesto, a chi prenderà in mano il futuro governo della Sicilia, di non ripetere gli errori del passato, imprimendo un cambio di passo deciso nella gestione delle risorse ambientali dell’Isola e in particolare nella politica di contrasto e prevenzione degli incendi.

Diversi le misure elencate a contrasto degli incendi boschivi, a partire dalla riforma del settore privilegiando la pianificazione forestale regionale (PFR) e rendendo obbligatori, per superfici superiori a 30 ettari, i Piani di gestione e assestamento forestale. Ed ancora il potenziamento delle attività di controllo attraverso dei concorsi che ricostituiscano la consistenza numerica del Corpo Forestale Siciliano e quindi il rafforzamento dei distaccamenti territoriali attualmente abbandonati o sottodimensionati. Ciò anche al fine di consentire l’avvio di serie indagini da parte della Magistratura che portino all’individuazione dei responsabili degli incendi.

Anche all’assessorato agricoltura servirebbero i concorsi per giovani laureati che sostituiscano i molti dirigenti andati in pensione e che reintroducano criteri silvocolturali nella gestione dei boschi. Serve poi una norma che agevoli la programmazione e il ripristino ecologico dei boschi percorsi dal fuoco attraverso specifici Piani di ripristino che, partendo da una indagine sulla severità del fuoco e sulla capacità di ricostituzione delle specie presenti, stabiliscano se il bosco può ricostituirsi naturalmente, se servono diradamenti o spollonature e se alcune piccole aree hanno bisogno di rimboschimento con specie più resistenti al fuoco.

Tra le richieste avanzate dal coordinamento Salviamo i Boschi, di cui fanno parte diverse associaizoni, gruppi ambientalsti e varie sigle, c’è anche quella di anticipare, per esempio a marzo, l’inizio della consueta attività di prevenzione e manutenzione, come la realizzazione dei viali tagliafuoco, la rimozione della legna e dell’erba secca, il che contribuirebbe a ridurre i danni in maniera significativa. Ma c’è’ però risolvere due questioni, quella finanziaria e quella degli operai stagionali, tutti ultracinquantenni.

Altro punto riguarda la redazione del Catasto degli incendi, prevedendo anche l’invio di commissari ad acta in caso di inadempienza da parte dei Comuni, ed agevolare il presidio dei boschi avvalendosi dell’ausilio delle organizzazioni di volontariato e di protezione civile ed anche ampliando e semplificando la possibilità di stipulare convenzioni con gli agricoltori e gli allevatori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale. Ed ancora con le associazioni ambientaliste e/o con gli imprenditori agricoli per l’assegnazione e la gestione del patrimonio edilizio presente e non utilizzato in montagna.

Al settimo punto della lettera aperta ai candidati alla presidenza della Regione Siciliana c’è garantire la sorveglianza del territorio, soprattutto nelle giornate ad alto rischio incendi, attivando un servizio di vigilanza continua moltiplicando i punti strategici di osservazione e coinvolgendo, oltre agli operatori forestali, anche le forze dell’Ordine e associazioni civiche di volontariato opportunamente formate e dirette. Controlli che si potrebbero potenziare attraverso l’uso di nuove tecnologie, come telecamere agli ingressi dei percorsi delle aree boschive e nei punti da cui tradizionalmente partono gli incendi, telerilevamento con sensori di temperatura. Altro aspetto sollevato, quello del perfezionamento del coordinamento tra le varie strutture, Corpi e Associazioni preposti alle operazioni di spegnimento degli incendi, individuando in maniera chiara figure, compiti e responsabilità al fine di evitare i ricorrenti ritardi e le disfunzioni.

Il coordinamento Salviamo i Boschi, guidato dalla portavoce Mariangela Galante con al suo interno diverse figure molto attive come Totò Pellegrino Italia Nostra, ha anche richiesto che i canadair, i mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi, di proprietà della Protezione Civile, siano affidati alla gestione pubblica e agevolare la conoscenza del bosco e la prevenzione indiretta degli incendi attraverso l’educazione ambientale e lo sviluppo di forme di turismo eco-sostenibile come percorsi naturalistici, trekking guidati, attività di free-climbing, birdwatching.

“Nel 2021 la Sicilia – hanno ricordato dal coordinamento Salviamo i Boschi – è stata la regione con la maggiore superficie totale percorsa dal fuoco: 78.000
ettari, quasi lo stesso valore riscontrato nel resto d’Italia. E non era andata molto meglio negli anni precedenti (nel 2020 gli ettari bruciati erano stati circa 40.000). Anche quest’anno il bilancio finale sarà pesante, considerati i disastrosi incendi in provincia di Enna, Trapani e Palermo. Se è vero che gli incendi sono agevolati dalle alte temperature dovute al cambiamento climatico, è altrettanto vero che il 70% di essi sono dolosi (il resto colposi) e che molto poco si è fatto negli anni per prevenirli e contrastarne gli effetti, a partire dal controllo del territorio, dall’uso mirato delle nuove tecnologie e dalla riforma del settore forestale, sempre annunciata e mai veramente attuata”.






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