18 luglio 2022

L’ITALIA BRUCIA: 24.000 ETTARI IN FUMO. NELL’ULTIMO MESE A FUOCO UN SUPERFICIE GRANDE COME PALERMO


Dal sito europaverde.it

17 Luglio 2022
“Mentre il nostro Paese è paralizzato dalla crisi politica, le foreste italiane bruciano e i fiumi si sono trasformati in corridoi di sabbia, le alte temperature hanno trasformato l’estate in un inferno. Siamo in completa emergenza: l’Italia brucia con oltre 24.000 ettari andati in fumo negli ultimi sei mesi, più che raddoppiati nel 2022 rispetto alla media storica, in un’estate segnata da una siccità che non si registrava da anni e che sta devastando campi e colture costringendo al razionamento dell’acqua vasti territori da nord a sud della Penisola. In questa situazione di forte crisi climatica dobbiamo ancora una volta evidenziare l’atteggiamento irresponsabile del Ministro della Transizione Ecologica Cingolani che tiene bloccato il piano di adattamento climatico.” Così in una nota i co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, che spiegano:

“Le elaborazioni su dati Effis parlano chiaro: solo nell’ultimo mese è andata a fuoco una superficie di quasi 17.000 ettari, quanto l’area della città di Palermo. I dati fanno riferimento alla grande ondata di calore sull’Italia con temperature fino 40 gradi portate dall’anticiclone Caronte che moltiplicano i roghi dalla Puglia alla Toscana, dal Lazio all’Emilia Romagna, con punte forti di crisi in Calabria e Sicilia.”

“Vogliamo evidenziare – proseguono gli ecologisti – anche che il controllo delle aree boschive, che dovrebbe essere la priorità per poter intervenire con tempestività in caso di pericolo di roghi, è legato a tutta la questione del Corpo Forestale, del quale si sono perse molte esperienze e capacità a causa della cosiddetta riforma Madia che ha militarizzato il Corpo da quando è transitato nell’Arma dei carabinieri. Una questione che deve essere messa all’ordine del giorno del Parlamento. Le emergenze come questa non possono aspettare”.

“Oltre a Cingolani, che dovrebbe smetterla di frenare le politiche sul clima, anche le Regioni hanno le loro responsabilità. A partire dalla Sicilia, che ha il 70% del territorio a rischio desertificazione e In Sicilia ma i forestali impiegati a tempo indeterminato sono sotto il migliaio. Poi ci sono i 22mila precari dipendenti dell’Assessorato all’Agricoltura, e gli 8mila dipendenti dell’Assessorato al Territorio: lavorano 6 mesi l’anno e da giugno a dicembre guadagnano 1.200 euro al mese pagati dalla Regione, mentre negli altri sei mesi sono a carico dell’Inps. Una situazione intollerabile che deve essere subito risolta.” Concludono Bonelli ed Evi.






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