13 giugno 2022

INCENDI BOSCHIVI IN AUMENTO, L’ITALIA CORRE AI RIPARI: L’AIUTO VIENE DALLA LEGGE. CHIUNQUE CAGIONI UN INCENDIO SU BOSCHI, SELVE O FORESTE OVVERO SU VIVAI FORESTALI DESTINATI AL RIMBOSCHIMENTO, PROPRI O ALTRUI, È PUNITO CON LA RECLUSIONE DA QUATTRO A DIECI ANNI


Dal sito www.buonenotizie.it

Anna Restivo - 12 Giugno 2022
È arrivata la prima ondata anomala di caldo, e con essa (inevitabilmente) l’allerta incendi. Ma l’estate non coglie impreparata l’Italia, che corre ai ripari e affronta con l’aiuto della legge l’aumento degli incendi boschivi. Tra inverno e primavera infatti sono del 148% in più rispetto la media storica.
Oggi, l’approccio decisivo del Governo è integrare il quadro strategico già esistente con interventi strutturali a tutela dell’ambiente.

La nuova legge anti incendio

L’impatto degli incendi boschivi a danno di salute, ambiente, sicurezza, libertà, dignità umana e utilità sociale viola l’articolo 46 della Costituzione della Repubblica Italiana ed è la prima volta che lo si può affermare. Oggi la Costituzione è un’arma di prevenzione per gli incendi boschivi perché l’8 febbraio 2022 è passata la modifica ai suoi articoli 9 e 46: non accadeva dal 1948.

Nella Costituzione sono così sanciti i doveri di solidarietà ambientale a garanzia delle generazioni future e i principi di tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, degli animali, di attività economica a tutela dell’ecosistema. Spetta poi alla legge determinare la violazione di questi obblighi. Come accade con la nuova legge antincendio (8 novembre 2021, n.155) che inasprisce le pene in materia di incendi boschivi: “Chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l’incendio è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni”.

Gli incendi boschivi da nord a sud

Se statisticamente in inverno gli incendi sono più localizzati a nord, mentre in estate a centro-sud, nella realtà siamo sempre in stato di allerta.

Forte vento, mancanza di precipitazioni, siccità, aumento della temperatura di 0,55 gradi in media lungo la Penisola: queste sono le cause naturali di innesco di roghi in nord Italia. La fonte è l’EFFIS – European forest fire information system – che annovera tra le cause naturali di incendio boschivo, gli effetti della crisi climatica.

Sul versante doloso, invece il Rapporto Ecomafia 2021, presentato a maggio 2022, rivela che il 54,7% dei roghi è a sud: Campania, Sicilia, Calabria e Puglia.

Il primo passo per prevenire parte dall’individuazione delle cause

Il primo passo per prevenire l’incendio boschivo, è conoscerne la causa. La Protezione Civile individua quattro categorie: patologica (piromani e mitomani), politica (improbabile in Italia) senza profitto (come rancori privati), con profitto. Qui si va dal risparmio di manodopera alla creazione di posti di lavoro per attività di ricostituzione e di spegnimento. La Commissione antimafia denuncia interessi sull’accaparramento della concessione delle aree a pascolo per accedere ai contributi dei fondi UE. Poi c’è la negligenza, come nel caso di Stromboli.

Incendi boschivi in Italia: il caso Stromboli

Solo due settimane fa (25 maggio) è andata a fuoco la macchia mediterranea dell’isola di Stromboli, in Sicilia: l’innesco è partito dal set della fiction “Protezione civile”. La scena prevedeva un piccolo fuoco, ma non si è calcolato il vento di scirocco.  Così per 24 ore l’isola è stata ostaggio delle fiamme.

Un danno da 50 milioni di euro che si aggiunge a quelli già esistenti. Infatti, per l’eccezionale impatto degli incendi boschivi del 2021 c’è ancora lo stato di emergenza sia in Sicilia che in Sardegna. Qui, come su tutto il territorio nazionale, gli interventi preventivi non sono sufficienti. Così l’Italia corre ai ripari con la Strategia Forestale Nazionale, attiva proprio a partire da quest’anno.

Per la prima volta, si delineano obiettivi, azioni e priorità nella gestione delle foreste. Per gli incendi si parla di prevenzione, di rischi naturali e antropici, di coordinamento per la lotta attiva.





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