Dal sito qds.it
Carlo Alberto Tregua 21 Maggio 2022
Passare i forestali allo Stato
I disastri ambientali in Sicilia aumentano notevolmente, soprattutto con l’arrivo della bella stagione.
I piromani si svegliano e per seguire i loro beceri interessi, cominciano ad incendiare i boschi in tutto il territorio isolano. Conseguenza è che per chilometri di boschi incendiati, la Sicilia primeggia.
Resta del tutto inspiegato come mai il Corpo Forestale, che ha il compito di tutelare il territorio, non sia in condizione di prevenire gli incendi. Desta ancora più curiosità come mai i circa diciottomila forestali, pagati a tempo parziale, non sono disseminati nei venticinquemila chilometri quadrati del territorio, di cui solo cinquemila boschivi, e quindi in condizione di notare qualunque filo di fumo sorgesse dalla vegetazione.
Non si capisce dove tutta questa gente sia quando i piromani, anche di notte, accendono i fornelli da cui scaturiscono gli incendi.
Nella nostra Isola vi sono misteri che presiedono le cose che non vanno. Solo che non sono veri misteri.
Il secondo disastro della nostra Sicilia riguarda i rifiuti, accumulati per molti decenni nelle discariche a cielo aperto, che ogni anno hanno aumentato la loro superficie, per cui vi sono decine di chilometri quadrati inquinati dal particolato e masse enormi di aria inquinate dalle esalazioni degli stessi rifiuti.
Sulla materia questo giornale è intervenuto costantemente negli ultimi decenni, facendo presente come la soluzione già attuata in tutto il Nord Italia e cioè i termocombustori, venga ancora discriminata: invece risolverebbe alla radice il problema, completando il circolo dell’economia, il quale prevede che nulla va scartato e messo a dimora, ma che tutto ciò che deriva dal processo economico di produzione e consumo debba essere riutilizzato e non gettato nelle discariche siciliane, come accade ora.
A riguardo, il presidente della Regione, Nello Musumeci, si è convinto a pubblicare due bandi per costruire altrettanti termocombustori nell’area industriale di Catania e di Gela. Ma non sembra che tali bandi si concretizzino nell’assegnazione ai richiedenti, nell’apertura dei cantieri e nell’inaugurazione degli impianti stessi. Nei Paesi e nelle regioni serie tutto ciò si fa in ventiquattro mesi; da noi si comincia a discutere in ventiquattro mesi.
L’altro disastro ambientale è dato dal carente funzionamento dei depuratori, che dovrebbero decantare i residui delle città e che, invece, in parte sono guasti, in parte non funzionanti, in parte non vengono riparati e solo in parte fanno il loro dovere.
Vi sono depuratori che devono essere costruiti da decenni, vi sono canali di gronda che sono in costruzione da trent’anni e non vedono ancora l’attivazione, vi sono impianti di cui si parla senza pudore per tempi infiniti, ma in concreto – sotto il profilo della manutenzione e della costruzione – si vede ben poco.
Per questo aspetto del disastro ambientale, nessun responsabile del procedimento va in galera, nessun dirigente pubblico licenzia i subordinati che non fanno il proprio dovere, nessun assessore regionale o comunale interviene per gettare fuori quei dirigenti che non fanno il proprio dovere, dimostrato dal fatto che non raggiungono gli obiettivi.
Di questo si tratta: la capacità di chi agisce nel pubblico si misura con gli obiettivi raggiunti.
Dunque, disastri ambientali per incendi, mancata depurazione dei residui, mancato riutilizzo finale dei rifiuti solidi urbani.
Tutto questo provoca la riprovazione degli ospiti nazionali ed internazionali che vengono in Sicilia, i quali sono ammaliati dalle bellezze che capitano sotto i loro occhi e poi, camminando per le vie delle città, il loro naso ed i loro occhi sentono e vedono cose orripilanti.
Nessuno viene mandato a casa, molti uomini politici vengono rieletti perché la gente dimentica e perché nella nostra Isola vige il culto del favore, secondo il quale si dà il proprio assenso all’amico e non alla persona capace.
Questa storia che si ripete banalmente, “avanti le donne, avanti i giovani”, è stucchevole. Si dovrebbe invece pensare “avanti i bravi, i capaci, i competenti, a prescindere dal sesso e dall’età”.
Il merito, ecco cosa serve esaltare in Sicilia. Valutiamo chi ce l’ha e chi non ne conosce neanche il significato.
Fonte: qds.it
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