Grafica del Copernicus Climate Change Service (C3S) dell'Unione Europea |
Dal sito www.today.it
10 Gennaio 2022 - Carlo Buontempo
I dati diffusi dal Copernicus Climate Change Service (C3S). Il 2021 è stato il quinto anno più caldo mai registrato. Nella punta estrema dello Stivale segnalati 48,8 gradi. In aumento anche le emissioni di anidride carbonica
Da una parte all'altra del globo, il 2021 si è caratterizzato per eventi climatici da record: dai tifoni al caldo che ha portato incendi e devastazione. E gli ultimi 365 giorni sono solo la cartina di tornasole di una tendenza con radici più lontane. A livello globale gli ultimi sette anni sono stati i sette più caldi mai registrati e con un netto margine sugli altri. Sempre a livello globale, il 2021 è stato il quinto anno più caldo mai registrato, ma solo leggermente più caldo del 2015 e del 2018. I dati sono diffusi dal Copernicus Climate Change Service (C3S) dell'Unione Europea, che ha pubblicato il resoconto annuale del sistema di osservazione satellitare europeo.
Nel 2021 la temperatura media annuale globale è stata di 0,3 gradi al di sopra della temperatura del periodo di riferimento 1991-2020 e di 1,1-1,2 gradi al di sopra del livello preindustriale del 1850-1900. I dieci anni più caldi per l'Europa si sono verificati tutti dal 2000, con i sette anni più caldi che sono stati quelli dal 2014 al 2020. Lo scorso anno il nostro continente ha vissuto la sua estate più calda mai registrata, sebbene vicina alle precedenti estati più calde nel 2010 e nel 2018. Considerando l'intero 2021, però, l'Europa ha superato di appena 0,1 gradi la media 1991-2020.
Le emissioni di gas serra
L'analisi preliminare delle misurazioni satellitari, poi, conferma che nell'anno appena passato a livello globale le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera hanno continuato ad aumentare nel corso del 2021, con i livelli di anidride carbonica (CO2) che hanno raggiunto un record annuale medio per colonna di circa 414 parti per milione (ppm) e quelli metano (CH4) un record annuale di circa 1.876 parti per miliardo (ppb).
Le emissioni di carbonio degli incendi verificatisi in tutto il mondo a causa dell'aumento delle temperature e delle condizioni di siccità hanno raggiunto complessivamente 1.850 megatonnellate (1,85 miliardi di tonnellate), alimentate soprattutto dagli incendi in Siberia. Il dato è leggermente superiore rispetto all'anno precedente (1.750 megatonnellate di emissioni di carbonio), anche se la tendenza dal 2003 risulta in calo
"A livello globale - spiegano da Copernicus - i primi cinque mesi dell'anno hanno registrato temperature relativamente basse rispetto agli ultimi anni molto caldi. Da giugno a ottobre, tuttavia, le temperature mensili sono state costantemente almeno tra le quarte più calde mai registrate". Inoltre, "le temperature degli ultimi 30 anni (1991-2020) sono state di quasi 0,9 gradi al di sopra del livello preindustriale".
Nord America vittima del clima "impazzito"
Durante il 2021, diverse regioni del Nord America hanno subito grandi anomalie di temperatura. Nel Canada nord-orientale, le temperature medie mensili sono state insolitamente calde sia all'inizio dell'anno che in autunno. A giugno si è verificata un'eccezionale ondata di caldo nel Nord America occidentale, con record di temperatura massima battuti di diversi gradi Celsius, risultando nel giugno più caldo mai registrato per il continente. Le condizioni regionali calde e secche hanno esacerbato una serie di incendi estremi per tutto luglio e agosto. Le aree più colpite sono state diverse province canadesi e stati della costa occidentale degli Stati Uniti, sebbene non tutte le regioni siano state colpite allo stesso modo. "Il secondo incendio più grande registrato nella storia della California, il 'Dixie Fire', non solo ha causato una devastazione diffusa, ma ha comportato una significativa riduzione della qualità dell'aria per migliaia di persone a causa dell'inquinamento", avverte Copernicus. La qualità dell'aria "è stata ridotta in tutto il continente, poiché il particolato e altri inquinanti pirogeni emessi dagli incendi sono stati trasportati verso est". Complessivamente il Nord America ha registrato la più alta quantità di emissioni di carbonio - 83 megatonnellate e altre emissioni pirogeniche da incendi per qualsiasi estate nell'archivio dei dati Cams a partire dal 2003.
Un'estate di eventi estremi
"Durante l'estate 2021 in Europa si sono verificati diversi eventi estremi di grande impatto", spiegano gli esperti. A luglio si è verificato un evento piovoso molto intenso nell'Europa centro-occidentale in una regione con suoli prossimi alla saturazione, che ha portato a gravi inondazioni in diversi Paesi, con i più colpiti tra cui Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. La regione del Mediterraneo ha subito un'ondata di caldo nei mesi di luglio e parte di agosto, con temperature elevate che hanno colpito in particolare Grecia, Spagna e Italia.
Il record europeo di temperatura massima è stato battuto in Sicilia, dove sono stati segnalati 48,8 gradi, 0,8 gradi al di sopra del massimo precedente, "anche se questo nuovo record deve ancora essere confermato ufficialmente dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm)", segnalano da Copernicus. Condizioni calde e secche hanno preceduto incendi boschivi intensi e prolungati, in particolare nel Mediterraneo orientale e centrale con la Turchia come uno dei paesi più colpiti, oltre a Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Albania, Macedonia del Nord, Algeria e Tunisia.
"Cambiamo comportamenti"
"Il 2021 è stato l'ennesimo anno di temperature estreme con l'estate più calda in Europa, ondate di caldo nel Mediterraneo, per non parlare delle alte temperature senza precedenti in Nord America. Gli ultimi sette anni sono stati i sette più caldi mai registrati. Questi eventi sono un chiaro promemoria della necessità di cambiare i nostri comportamenti, fare passi decisi ed efficaci verso una società sostenibile e lavorare per ridurre le emissioni nette di carbonio". Ammonisce Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service.
Fonte: www.today.it
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