14 ottobre 2021

SIFUS CONFALI: CHIESTO AL GOVERNO DRAGHI DI INTRODURRE PER LEGGE IL COSTO MINIMO DI 9,66 EURO PER ORA DI LAVORO PRIMA CHE SI PROCEDA CON GLI INVESTIMENTI PROVENIENTI DAI RICOVERY. LA SMETTANO SINDACATI CONFEDERALI E CONFINDUSTRIA DI ALZARE BARRICATE


Ricevo e pubblico
Dal Segretario Generale del Sifus Confali
Maurizio Grosso 

Roma 14 ottobre 2021 - Un tempo, quando le organizzazioni sindacali confederali puntavano alla "contrattazione" come strumento di lotta per rivendicare i diritti negati delle lavoratrici e dei lavoratori, avremmo sostenuto con determinazione che il "salario minimo orario" spetta alle risultanze della contrattazione medesima, senza se e senza ma. Da quando i sindacati confederali hanno abbandonato lo strumento della contrattazione preferendogli quello della "concertazione", che di fatto, ha consentito il ricorso delle aziende a salari da fame per milioni di lavoratrici e lavoratori, abbiamo cambiato motivatamente idea e riteniamo giusto che il Parlamento   proceda alla definizione,  attraverso una legge, di un orario minimo del costo del lavoro pari a 9,66 ore lorde ( come in Germania), al di sotto del quale, nessuna retribuzione deve scendere.
In Europa, d'altronde,  su complessivi  27 Stati, sono 21 i Paesi in cui esiste il salario minimo orario:   va dai 12,38 euro l'ora del Lussemburgo,  dai 10,15 euro l'ora della Francia,  dai 9,66 euro l'ora della Germania, dai 5,76 euro l'ora della Spagna fino all'1,86 euro l'ora della Bulgaria, ai 2,81 euro l'ora della Romania, ai 3,76 euro l'ora della Grecia, ecc.
Per il Sifus, il Governo Draghi  non può  continuare a consentire paghe da fame e sopratutto che le famiglie "operaie in povertà assoluta", come rivela il rapporto annuale dell'Istat, rappresentino il  13% del totale a dimostrazione che la contrattazione sindacale confederale, ha prodotto più danni che vantaggi.
Nel percorso che deve portare al salario minimo legale, tuttavia, oltre i sindacati confederali, bisogna fermare, poiche' hanno alzato le barricate, i signori di confindustria che della compressione salariale ne hanno fatto un fattore competitivo del nostro capitalismo.
Se la soglia oraria lorda sotto cui non si puo' scendere  venisse  fissata per legge, come proponiamo al Governo Draghi, a  9,66 euro, ci sarebbe una platea di oltre 4 milioni di lavoratori che se ne avvantaggerebbe ( centalinisti, guardie giurate,autisti, addetti alle pulizie, addetti alla ristorazione, settori della logistica, braccianti agricoli, idraulico forestali, operai dei consorzi di bonifica, riders, commesse, ecc).
Per queste ragioni, il Sifus ha proposto  al Governo Draghi  la definizione, attraverso una legge, del costo minimo dell'orario di lavoro anche in prospettiva dell'enorme investimento di denaro pubblico  che arrivera' attraverso  i recorery dall'Europa. 
Maurizio Grosso - Segretario Generale SIFUS CONFALI





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