La Regione non becca neanche un euro del miliardo e mezzo di dotazione finanziaria per le infrastrutture irrigue. Pd e Cinque Stelle danno la colpa al governo Musumeci. Scilla punta Patuanelli
ENRICO CIUNI
Il primo flop della Regione siciliana sui finanziamenti del Pnrr è contenuto in un decreto reso noto un paio di giorni fa dal Ministero delle Politiche agricole: nessuno dei 31 progetti relativi all’infrastrutturazione irrigua, infatti, è stato ammesso a finanziamento. In questo ambito, strategico per l’economia dell’Isola, c’erano complessivamente 1,6 miliardi di euro a disposizione. La conferma del flop arriva dal segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, a margine del sopralluogo alla zona industriale di Lentini, in provincia di Siracusa, insieme al sottosegretario Giancarlo Cancelleri e al candidato sindaco di Lentini, Rosario Lo Faro. “Il ministero ha reso noto il decreto con l’elenco delle infrastrutture irrigue ammissibili: sono 149 in tutta Italia, nessuna dalla Sicilia. Bocciati sonoramente i 31 progetti dell’Isola, un altro grande traguardo da ascrivere all’inadeguatezza del governo guidato da Nello Musumeci”.
Il provvedimento ministeriale rientra nella Missione 2 Componente 4 (M2C4) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), denominata “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”. “E’ una occasione persa – afferma Barbagallo – che avrà pesanti ricadute sul sistema agricolo, sulle imprese del settore e per il sistema di gestione idrica che si sarebbe potuto ammodernare e rendere efficiente anche guardando agli obiettivi della transizione ecologica. Questa bocciatura è il frutto della superficialità con cui la giunta Musumeci si è approcciata al PNRR – conclude -, costringendo la Sicilia a restare indietro mentre le altre Regioni corrono”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato del Movimento 5 Stelle, Luigi Sunseri: “Si poteva fare di peggio? Oltre 360 milioni di euro del PNRR, sono andati persi. Il Governo Musumeci, e quindi la nostra Sicilia, riesce nell’incredibile impresa di farsi bocciare tutti i progetti dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, non beccando nemmeno un euro del miliardo e 600 milioni del PNRR destinato agli investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche. Una vergogna a cui siamo, ormai, tristemente abituati a causa di una amministrazione regionale incapace di realizzare progetti meritevoli di finanziamento. Predisporrò un atto parlamentare ispettivo per comprendere le ragioni che hanno determinato la bocciatura da parte del ministero e per individuare le responsabilità di questo ulteriore fallimento”.
Dall’assessore all’Agricoltura Toni Scilla nessuna mea culpa. Ma un nuovo atto d’accusa nei confronti del governo nazionale: “Con quale criterio e come si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra. Il Ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa. Ricordiamo – uno dei tanti esempi che potrei citare – il tentativo di scippare fondi del PSR. Un atteggiamento ostile, che registriamo per l’ennesima volta, e che ci porterà ad effettuare le dovute verifiche e valutazioni. Quanti si stanno esibendo, con prontezza sospetta, in note e comunicati che di fatto esultano per l’ennesima ingiustizia romana nei confronti del Sud e della Sicilia, farebbero bene – da compagni di partito dello stesso ministro – a indirizzargli pressanti richieste di spiegazioni. Non meritano risposta perché – conclude Scilla – con incosciente sfrontatezza, remano contro gli interessi dell’Isola e dei siciliani”.
Fonte: www.buttanissima.it
Governi di destra,governi di sinistra,sindacati di tutte le categorie ,nei confronti dei forestali sono stati tutti bugiardi e menefreghisti.Per me siete tutti uguali.Di Stefano Mario Giovanni mi
RispondiEliminaTutte le figure politiche siete la rovina della Sicilia siete solo buoni per riscaldare la sedia e prendere lo stipendio VERGOGNA!!!! Pietro Burgio precario
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