Ricevo e pubblico
dalla Uil Catania
“Alla Stm di Catania, su 227 stagionali, circa 180 precari di … lungo corso sono stati salutati e spediti a casa. Appena una quarantina sono stati confermati per sei mesi. L’azienda ha privilegiato i lavoratori di primo contratto, senza accontentare nessuno. I neoassunti, considerati i precedenti dei colleghi, restano in fabbrica senza prospettive di stabilizzazione. Per gli altri trascorrono gli anni nel precariato, mentre si assottigliano gli sbocchi sul mercato del lavoro. Uno spreco incomprensibile, inaccettabile, di risorse umane e professionali”. Lo dichiara il segretario generale della Uilm di Catania, Giuseppe Caramanna, che ha convocato per giovedì alle 10.30 nella sala-riunioni Uil “Mico Geraci” di via Sangiuliano 365 un’assemblea aperta ai rappresentanti delle testate giornalistiche. Sarà presente Enza Meli, segretaria generale della Uil etnea.
Enza Meli e Giuseppe Caramanna avevano lanciato a metà luglio una richiesta di confronto a Stm, chiedendo “ai vertici societari la verifica delle carenze di organico e l’assunzione a tempo indeterminato dei 227 lavoratori con contratti summer job”. La nota era stata firmata anche dai rappresentanti sindacali aziendali Uilm Armando Gelardi, Salvo Pappalardo, Roberto Cinaldi, Riccardo Mocerino, Roberto Marsala, Gianfranco La Porta, Giuseppe Ferlito, Davide Boemi e Salvo Failla.
“Sullo stabilimento catanese di Stm noi abbiamo sempre puntato, lo facciamo a maggiore ragione adesso – avevano scritto Uil e Uim – La stabilizzazione dei lavoratori in summer job sarebbe un vantaggio per tutti: per Stm, per i lavoratori, per l’intero territorio. È evidente come le assunzioni a tempo determinato, certamente utili, facciano respirare il personale delle sale produttive ma solo per qualche settimana, per pochi mesi. È sotto gli occhi di tutti, invece, che ormai da tempo il sito catanese della multinazionale ha bisogno di investimenti stabili, non stagionali, in risorse umane. Non basta un’estate!”. E ancora: “Già in aprile avevamo segnalato una situazione caratterizzata da organici all’osso e lavoratori stressati alla Stm di Catania con pressioni sugli addetti alle aree produttive per garantire quantitativi elevati di produzione, insostenibili a causa di livelli occupazionali ormai troppo risicati a causa di accordi che noi non abbiamo mai approvato. Ben vengano gli aumenti di produttività, ma a condizione che i carichi di lavoro siano equi e calibrati. Solo ulteriori assunzioni possono consentire la distribuzione equilibrata del maggiore peso di produzione”.
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