Emanuele Ghiani - 02 Aprile 2021
I sindacati di categoria hanno incontrato in video-conferenza il ministro per le politiche agricole Stefano Patuanelli per presentare e discutere i temi al centro della mobilitazione lanciata nei giorni scorsi dalle categorie e per chiedere a governo e Parlamento di modificare il decreto Sostegni, che contiene per le parti sociali gravi discriminazioni nei confronti dei lavoratori agricoli. Il diario del lavoro ha intervistato Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila, per chiedergli quali elementi sono emersi dall’incontro.
Mantegazza, nell’incontro con il ministro avete avuto delle risposte alle vostre richieste?
È stato un incontro molto cordiale e abbiamo potuto rilevare una grande attenzione e interesse alle nostre richieste da parte del ministro. Nell’incontro è emersa l’opportunità di istituire un tavolo tecnico che si riunirà a breve per verificare nel merito, anche in termini di costi, le nostre richieste. Ci siamo lasciati con il ministro con l’impegno ad un ulteriore incontro, sempre a breve, con il ministro del Lavoro Orlando.
Era la prima volta che vi incontravate con il ministro?
No, c’era già stato un primo incontro al momento del suo insediamento, quest’ultimo è stato il secondo. Avevamo in passato sollecitato il Governo e il Parlamento ad avviare un confronto sulle nostre richieste, e vista la situazione di incertezza abbiamo manifestato l’altro giorno e ci vedranno di nuovo manifestare il 10 aprile davanti a tutte le prefetture d’Italia.
Rispetto alla vostra richiesta di modifica del decreto sostegni come ha reagito la politica?
Abbiamo avuto grande attenzione da parte dei senatori, dato che il Senato sarà il primo ramo del Parlamento e sarà coinvolto nell’esame del decreto sostegni. Abbiamo incontrato i presidenti della commissione Bilancio e Lavoro e numerosi parlamentari della maggioranza politica e da tutti abbiamo avuto grande attenzione alle nostre richieste.
Le proteste hanno fatto la loro parte per farvi ascoltare
SI, nonostante fossimo molto contingentati per via del Covid. Inoltre, abbiamo fatto tre dirette contemporaneamente sui social la mattina della manifestazione e ho visto i dati della diretta della Uila: è stata seguita da circa 26mila persone; questo a dimostrazione che c’è una grande attenzione e speranza che si riesca a porre rimedio ad alcune iniquità che a noi sembrano evidenti. Noi rappresentiamo richieste di circa 900mila lavoratori a tempo determinato che nel 2019 hanno guadagnato mediamente meno di 10mila euro a testa, comprese le indennità di disoccupazione. Nel 2020 questi redditi, in molti casi in maniera indiretta, si sono ulteriormente ridotti a causa dalla pandemia.
In che senso in maniera indiretta?
Per esempio la crisi degli alberghi ha colpito alla fine anche gli agriturismi, così come la crisi di tutti i convegni, matrimoni, ricorrenze hanno colpito il settore del florovivaismo, incluso il settore vitivinicolo. La lista è lunga. Ed è grave che questi lavoratori siano stati dimenticati nel decreto sostegni.
Questo incontro e la promessa di un tavolo tecnico fermerà le proteste già previste del sindacato?
Assolutamente no, il 10 di aprile ci saremo e questo servirà a dare maggiore evidenza e voce ai lavoratori che rappresentiamo.
Avete anche ventilato l’ipotesi di uno sciopero, è ancora così?
Certo, perché come sempre noi apprezziamo l’interesse e le manifestazioni di sostegno che abbiamo avuto da parte delle istituzioni, ma poi c’è un momento che da queste parole si deve passare ai fatti. Se poi i fatti non ci sono, bisogna anche prenderne atto.
Per quando è previsto il tavolo tecnico?
Molto presto. Adesso ci sarà la Pasqua, inoltre gli emendamenti al decreto sostegno andranno presentati entro la fine della prossima settimana, forse addirittura prima, quindi il tavolo e gli impegni connessi sono da realizzare molto rapidamente. Altrimenti rimarrà solo una manifestazione di interesse della politica ma niente fatti.
Quindi sarebbe inutile fare il tavolo tecnico dopo l’aggiornamento del decreto
Esatto. È pur vero che ci sarà un altro decreto, immagino entro un mese, ma noi contiamo di avere prima alcune risposte alle nostre richieste.
In termini di tempistica è fattibile che la politica prenda decisioni rapide in merito alle vostre richieste?
Ci proviamo, facciamo del nostro meglio. Conosco bene questi rituali, quindi apprezzo tantissimo le riflessioni fatte, però poi bisogna passare alla sostanza, a quante risorse mette il governo, e questo è un passaggio complicato, come sempre. Quindi aspettiamo per dire che è facile.
Emanuele Ghiani
Fonte: www.ildiariodellavoro.it
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