10 febbraio 2021

SICILIA, LA FINANZIARIA DI MUSUMECI TAGLIA LE PENSIONI DEI REGIONALI


Dal sito palermo.repubblica.it

Nella bozza varata dalla giunta è previsto un prelievo dallo 0,26 all’1,5 per cento sugli assegni al di sopra dei 1.500 euro. Bloccato il turnover dei dipendenti, ridotte le spese per le partecipate. Indagine sulla mancata attuazione della manovra del 2020

di Claudio Reale -  10 Febbraio 2021
La Finanziaria lacrime e sangue di Nello Musumeci mette le mani nelle tasche dei pensionati della Regione. La manovra che la giunta ha annunciato di aver approvato nella serata di venerdì è ancora solo una bozza da trasmettere all’Ars, ma il testo inizia a circolare fra i deputati: i pochissimi investimenti per la ripresa post-Covid fanno il paio con tagli durissimi sul bilancio, dal blocco del turnover all’obbligo di limare del 5 per cento le spese per le partecipate (con la possibilità di intaccare gli stipendi), ma soprattutto attraverso il “contributo di solidarietà” chiesto ai pensionati della Regione e degli enti controllati.

La norma prevede vari scaglioni per il contributo. I tagli sono applicati ai dipendenti che hanno la pensione calcolata col metodo retributivo ed escludendo chi non supera la qualifica di assistente: si va da un’aliquota dello 0,26 per cento per chi ha una pensione di almeno 1.546 euro a una dell’1,5 per chi supera i 5.150 euro mensili. Allo stesso tempo, però, la norma dà la possibilità ai dirigenti che si occupano di fondi europei e destinati ad andare in pensione entro la fine dell’anno di rimanere in servizio — mantenendo la retribuzione — fino al 2023. Rimanendo in materia di personale, c’è l’assunzione dei figli dell’assessore Sebastiano Tusa, morto nella tragedia del Boeing in Etiopia, e un’assicurazione contro gli infortuni per gli assessori non deputati. Arriva infine il blocco del turnover, con la perdita di circa 500 fra dipendenti e dirigenti quest’anno e la mancata assunzione di altri 330 nel prossimo triennio.

La manovra prevede inoltre vari rincari: dal canone per le locazioni attive e per le concessioni demaniali e patrimoniali non a uso governativo, che la Regione fa aumentare addirittura del 20 per cento, a quelli per le acque termali. C’è poi una norma contro gli abusivi che punta anche a fare cassa per il sistema turismo: gli hotel, i bed and breakfast e tutti gli esercizi ricettivi in regola devono esibire, anche sulle piattaforme online, un codice fornito dalla Regione, e chi non rispetta la norma — inclusi i siti come Airbnb o Booking.com — deve pagare una multa che oscilla fra 500 e 2.500 euro al giorno.

Quasi nulle, in questa bozza, le norme per risollevare la Sicilia dalla crisi Covid: 8 milioni destinati ai Comuni per i trasporti scolastici e 40 — ricavati dai fondi Poc — per assistere terzo settore, lavoratori monoreddito (quelli dei servizi pubblici senza stipendio né ammortizzatori sociali e quelli del settore privato con almeno 4 figli e un calo delle entrate di almeno il 30 per cento) e le famiglie numerose.
Intanto, però, parte l’indagine interna sulla mancata attuazione della Finanziaria dell’anno scorso: negli assessorati è stato recapitato un modulo per mettere nero su bianco cosa è stato fatto e cosa no, e nella maggioranza circola un dossier di 52 pagine per scoprire i punti deboli della manovra dell’anno scorso. Una mossa, questa, che ha provocato diversi malumori fra gli assessori, che vedono nell’operazione un tentativo di “commissariamento” da parte del titolare dell’Economia Gaetano Armao.






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