di Michele Mogavero
Le OO.SS. di Fai, Flai e Uila Nazionali (e di consegueza quelli regionali) sottolineano, che "il passaggio a un contratto di diritto pubblico comporterebbe gravi problematiche alla Regioni dal punto di vista organizzativo e finanziario, nonché problematiche occupazionali e previdenziali per i lavoratori".
Farebbe perdere la disoccupazione agricola, i contributi e la certezza del proprio futuro, dividendo tra dipendenti di serie A e altri di serie B, nella speranza di ipotetiche promesse di stabilizzazioni che, già in passato, non sono state mantenute.
Di tutt'altro avviso lo Snaf Sicilia e il Presidente di Articolouno Ragusa, Carmelo Fonte. E quindi, i lavoratori forestali non sapendo cosa scegliere, auspicano dei chiarimenti in merito, magari tramite comunicati stampa delle parti chiamati in causa. Non potendo intervenire su una materia tanto delicata e complessa, gradiremmo che la trattazione di questa spinosa tematica possa chiarire ogni dubbio.
Non ricordiamo al momento la posizione del Sifus e dell'Ugl, ma si spera che con l'occasione facciano valere anche loro le proprie ragioni.
Nel frattempo su Facebook é apparso un commento di un lavoratore forestale iscritto alla Flai Cgil. Ecco cosa dice:
Ma questa associazione, sa di cosa sta parlando? Immagino proprio di no, sanno cosa succederebbe nell'applicare il contratto pubblico in agricoltura o nello specifico ai forestali? No non lo sanno, provate a chiedere cosa comporterebbe agli ammortizzatori sociali, cosa cambierebbe ai contributi, cosa modificherebbe al calcolo del montante contributivo ai fini pensionistici. NO QUESTI NON SANNO DI COSA PARLANO, SCRIVONO SOLO PER ANNERIRE UN FOGLIO. Poveri noi se così fosse.
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Lo Snaf Nazionale/Regionale e il Presidente di Articolouno Ragusa, sostengono l'opposto
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