Dal sito palermo.gds.it
Quattro anni dopo il grande incendio a Monte Pellegrino, che nel 2016 aveva bruciato circa 500 ettari del parco naturale, c’è ancora tanto da fare: visibili le ferite, gli alberi caduti, le piante secche che ingombrano alcune zone della riserva, inoltre si aspetta il piano di gestione forestale per partecipare ai bandi comunitari volti al recupero delle aree percorse da incendio. Le risorse sono poche, ma le opere essenziali per permettere ai visitatori la fruizione del parco sono state portate avanti, come testimonia Giovanni Provinzano dei Rangers d’Italia, direttore della riserva Monte Pellegrino-Favorita.
“In parte le piante secche sono state rimosse, sia per una questione di sicurezza degli assi viari e di alcuni sentieri, sia per creare uno spazio in grado di ospitare le piante che alcuni cittadini hanno portato in dono”: iniziative spontanee degli abitanti che pur dimostrando un apprezzabile interesse per la salute dei parchi siciliani, non rappresentano sempre “la strada giusta da percorrere da un punto di vista selvicolturale. Non tutte le piante sono adatte, va valutato luogo per luogo qual è la specie da mettere a dimora”, precisa infatti il direttore. I percorsi Mountain Bike 1 e 2, intanto, “che dopo l’incendio per diversi anni sono stati chiusi al transito, per via degli alberi caduti e pericolosi che invadevano i sentieri, sono stati quest’anno recuperati”. In fase di ripristino anche la tabellonistica bruciata.
Rimane comunque urgente la necessità di intervento degli operai forestali, richiesto ufficialmente dal direttore, per rimuovere “la biomassa caduta al suolo, che costituisce un grosso rischio perché rende difficoltoso l’intervento di spegnimento in caso di incendi. Va rimossa anche perché in vista di progetti di rinaturalizzazione o rimboschimento ostacola le attività”, dichiara ancora Provinzano, secondo il quale le opere dovrebbero essere svolte entro la prossima estate, con l’obiettivo di prevenire il rischio di nuovi e devastanti incendi.
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Fonte: palermo.gds.it
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